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Autore: Migiri Born    05/02/2017    0 recensioni
– Non mi avevi mai permesso di trattarti così. –
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leonard Snart, Mick Rory, Sara Lance
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Limiti

 

Mick bloccò l’ex partner contro una delle pareti della cella.

Nessuno dei due si mosse per assestare un colpo ed entrambi approfittarono tacitamente del momento per riprendere fiato; dopo pochi secondi il silenzio fu riempito dalle parole del piromane – Non mi avevi mai permesso di trattarti così. 

- Di che parli? – esalò l’altro, abbandonando la testa contro il vetro retrostante mentre stringeva gli occhi per recuperare un po’ di lucidità dopo il pestaggio furioso.

- Non fare l’ingenuo, anche se non ti comportassi da punchig ball non avrei problemi a stenderti, quindi perché arrivare a tanto? –

Snart non rispose inizialmente – Forse mi hai sopravvalutato, io ce la sto mettendo tutta. – parlò poi, tentando di accennare un sorriso e rinunciando quando sentì la pelle ai lati della bocca bruciare. Mick l’aveva conciato per bene.

- Sei patetico. – rispose l’altro, stringendo poco di più la giacca del compagno nei suoi pugni tremanti. Il piromane incrociò lo sguardo dell’altro, che lo sviò dopo poco – Sarò anche stupido ma non fino a questo punto, Snart. Credo che nonostante tutto ti senta in colpa per quello che sono diventato. 

- E cosa saresti diventato, Mick? – lo interruppe. “Nonostante tutto?” pensò.

- Non importa. E’ colpa tua. –

Leonard abbassò lo sguardo, espirando impercettibilmente dal naso. Era  vero, era stata tutta una conseguenza delle sue scelte. Mick era condizionabile, si sarebbe accontentato di qualsiasi stupida scusa per salire sulla Waverider: si sarebbe fidato di Snart, come sempre.

- Abbiamo un accordo, Mick, uccidimi e potrai andartene, fine della storia. Te l’ho già detto: tutti e due abbiamo fatto scelte che ci hanno portati a questo momento. –

- Ma tu hai forzato un po’ la mano, mh? – aggiunse Mick, alzando un sopracciglio – Io dico che ucciderti non mi farà riavere indietro tutto il tempo rubato, ma sicuramente sarà una liberazione per te e non sono in vena di farti favori. –

- Se la pensi così allora cosa conti di fare? Torturarmi? Fai pure, basta che la finiamo. – sospirò rabbiosamente l’altro.

- Sono curioso, Snart, se sei disposto a morire, a cos’altro arriveresti? –

Leonard rivolse all’ex partner uno sguardo pieno di  risentimento poi allontanò la testa dal vetro, avvicinandola a quella dell’altro – Fai del tuo peggio. – parlò tra i denti, tenendo ben saldi gli occhi sull’altro.

Mick sorrise malignamente e lasciò andare il compagno che si accasciò lentamente per terra, premendosi lo stomaco nel punto offeso dalle percosse di poco prima.

- C’è stato un episodio.. – cominciò Mick, andandosi a sedere nel punto in cui lo aveva visto Snart entrando nella cella - ..sarà stato circa una decina di anni fa nella tua linea temporale. – Leonard ascoltò tutto con attenzione, cogliendo la frecciatina  delle ultime parole - .. abbiamo finto entrambi che non fosse successo niente.. – disse ancora il piromane, stringendo gli occhi sull’ultima affermazione – Ora che ci penso sei stato tu a dirmi che avremmo dovuto dimenticarcene. È ironico, vero? Tutti questi anni sei sempre riuscito a condizionarmi e alla fine della storia la cosa ti si è rivoltata contro. –

- Sminuisci pure il nostro passato se ti fa sentire meglio, ma sappiamo che non puoi ridurre tutto ad un condizionamento. Non ti ho chiesto io di salvarmi la vita quando eravamo in riformatorio. –

- Forse ti ho fatto solo comodo. –

- Forse. – rispose Leonard, con una punta di cattiveria. Non era vero, ma sentiva che Mick si stava prendendo gioco di lui e non gli piaceva. Se voleva riempirlo di botte e chiudere la faccenda era un conto, ma tornare sui propri passi e distruggere tutto quello che avevano vissuto era un’altra storia.

- Non sei bravo a mentire come credi. –

- Siamo in due, allora. –

Mick alzò le sopracciglia, scuotendo la testa lievemente – Ad ogni modo, quell’episodio te lo ricordi, vero? –

- Dovrai essere più specifico. – sospirò Leonard.

- Lisa era finita in ospedale, è stata una delle poche volte in cui ti ho visto davvero sconvolto. Dai proprio di matto quando c’è lei di mezzo. –

- Non scorderò che l’hai minacciata di morte. Di multiple morti ad essere precisi. –

- Neanche io lo scorderò. –rispose Mick, impassibile.

Leonard lo guardò per un istante, cercando di nascondere la desolazione che quelle parole gli avevano procurato – Cristo, Mick, davvero vuoi dirmi che appena avrai la possibilità uscirai da questa nave e le farai  del male? Lascia Lisa fuori da questa faccenda, riguarda te e me. –

- Sei più intelligente di così, lo sai che è il modo più efficace per colpirti. –

- Tu non sei mai stato così sadico. Folle di sicuro, ma non fino a questo punto. –

- Grazie di aver allargato i miei orizzonti. Smettila di cambiare discorso, lei è salva per il momento, ricordi o no quel giorno? –

Leonard si irrigidì al pensiero di quel lontano pomeriggio – Lo ricordo. – disse infine.

-  Non avevi lasciato quella stanza d’ospedale fino a che Lisa non aveva ripreso i sensi, giusto? –

- Diciamo che non sono state le 5 ore più felici della mia vita. Tu sei rimasto con me tutto il tempo. –

- Già, che carino. La sera mi hai portato in un pub e dopo esserci andati giù pesante con l’alcol ci siamo ritrovati in una rissa. –

- Tu ci hai fatti finire in una rissa. –

- Ne avevamo bisogno.-

- …già. – sospirò Leonard, sistemandosi meglio contro la parete.

- Poi mi hai portato a casa mezzo ubriaco e pesto. –

- Si, ricordo anche quello. –

- Allora ricorderai anche quello che è successo dopo. –

- Cosa sarebbe successo esattamente? Eravamo su di giri per l’alcol e l’adrenalina e abbiamo passato il limite. –

- Sei tu che avevi messo un limite. –

- E me ne fai una colpa? –

- Ti faccio una colpa di come hai sempre deliberatamente ignorato il modo in cui ti guardavo finché non ti è tornato utile. –

Leonard  ammutolì.

- Di questa storia ho tralasciato la parte in cui mi hai quasi fatto finire dentro perché sei corso da Lisa. Eravamo nel bel mezzo di un lavoro. –

- E’ questo il punto della questione? Che ero preoccupato per mia sorella e ti ho lasciato indietro? –

- Il punto della situazione..! – grugnì Mick, interrompendo il compagno – E’ che ero infuriato perché mi avevi lasciato nella merda, così quella sera mi hai dato un contentino per starmene buono al mio posto, dove tu mi volevi. Hai sfruttato quello che provavo. –

- Sfruttato? E per cosa?? Secondo la tua logica perché avrei dovuto tenermi uno come te e non cercare qualcuno  col cervello a posto?? –

- E ricominciare tutto da capo? Era così facile tenere me al guinzaglio. La  mattina dopo hai fatto marcia indietro non appena hai visto che tutto era tornato come prima. Ma questa volta è diverso, vero? – lo ignorò Mick, continuando il suo discorso mentre a passi lenti si riaccostava al compagno  - Questa volta sono stato troppo difficile da gestire. L’hai fatta troppo grossa. –

Leonard scosse la testa impercettibilmente e parlò scandendo ogni parola – Mick. – cominciò – Pensi che abbandonarti fosse nei miei piani? –

- Penso che tu avessi un problema. E credevi di essertene liberato.  – Mick guardò fisso l’altro, poi gli si avvicinò all’orecchio  - Vada come vada, ogni giorno che passerò su questa nave ti farò rimpiangere di non avermi ucciso. Ti farò scoprire qual è davvero il tuo limite. –

Leonard rimase immobile.

– Tieni bene a mente che è stata tutta colpa tua. – concluse poi.

 

 

 

  
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