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Autore: LilyProngs    11/02/2017    12 recensioni
Rin è una bambina di dieci anni che è cresciuta in un orfanotrofio ed aspetta, con speranza, di poter trovare un giorno una famiglia.
Kagome è una giovane che ha appena finito il suo apprendistato ed è pronta al suo primo lavoro come assistente sociale.
Kagome e Rin si incontreranno all'orfanotrofio e questo segnerà l'inizio d una nuova vita per entrambe. Ma se il passato di Rin tornasse a galla all'improvviso precludendole ogni possibilità di gioia?
Una fic all'insegna dell'amore in tutte le sue sfumature!
E' principalmente una Sesshomaru-Rin ma anche una Inuyasha-Kagome e inizia principalmente con la storia di quest'ultima coppia per poi dedicarsi pian piano completamente alla prima.
ATTENZIONE RATING ARANCIONE DAL CAP 32!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 41
La bambina alla ricerca di un sogno

Era da tempo che fissava il soffitto bianco della sua camera.
Era la seconda volta in poco tempo che si ritrovava a scegliere quel preciso angolo di muro, ornato da una piccola macchia di umidità, come punto da cui trarre i suoi più intimi pensieri.
L'ultima volta che era successo, però, il motivo era stato completamente diverso, se non opposto. Sesshomaru l'aveva piantata in asso per poi scomparire senza lasciare traccia. Lasciando solo il vuoto dietro di sé, come capitava ogni volta che l'abbandonava senza farsi scrupoli. Ma ora...
Ora quella macchia umida le faceva un sorriso e si plasmava danzando nella gioia dei suoi pensieri.
Sesshomaru Taisho era suo.
Non poteva esserne certa al cento per cento, per il semplice fatto che con lui la certezza era fuori questione. Le parole rassicuranti, poi, non facevano proprio parte del suo vocabolario. Ma Sesshomaru Taisho era suo, lo sapeva. La sentiva scorrere nelle vene quella consapevolezza, ed era meraviglioso.
Era bloccata in un momento di riflessione, come capitava ormai da giorni... Da quando in quel magnifico appuntamento Sesshomaru si era mostrato ancora migliore di quanto mai si sarebbe immaginata.
Abituata per anni ad amare una chimera, a preferire la solitudine pur di non accontentarsi, era quasi diventata avvezza all'idea di rimanere sola. Mai si sarebbe immaginata che Sesshomaru sarebbe tornato, e una volta tornato, invece, le era venuto il terrore di illudersi. Non voleva credere che lui fosse tornato per lei, temeva di sperare di avere qualche possibilità. Fino ad un certo momento quel Sesshomaru tornato dopo sette anni di assenza, anni in cui era cresciuta e in cui un profondo vuoto l'aveva avvolta, Sesshomaru le aveva dato ben poche possibilità di sperare. Sì, era lontanamente affabile con lei. Sì, le aveva permesso di abbracciarlo e di aggrapparsi a lui quel giorno quando aveva scoperto la lettera di suo padre... Ma poi si era sempre allontanato. Con quella sua freddezza quasi spietata a volte si era convinta che, forse, Sesshomaru non era proprio in grado di amare. Non era colpa sua era che o non era in grado di amare oppure non voleva amare lei. Quando l'aveva abbandonata piangente ai piedi del ponticello di casa, quel famoso giorno, si era sentita tramortita e persa. Per quale forza Sesshomaru l'aveva toccata e perché non le permetteva di ricambiare? Valeva così poco da non essere neanche degna di toccarlo? Era solo un momento di sfogo in un attimo di rabbia? Queste erano le orribili domande che si era fatta poco tempo prima fissando quel medesimo angolo del soffitto. E invece...
Sesshomaru l'aveva stupita, piacevolmente sconvolta. Sesshomaru non era solo una persona in grado di amare, seppur a modo suo, ma era capace con i suoi gesti e le rare parole a darle molto più di quanto mai si sarebbe immaginata. Era molto di più del Principe Azzurro dei suoi sogni di bambina. Forse, inconsciamente, questo l'aveva sempre saputo. Ogni fibra del suo essere sapeva che Sesshomaru era suo, lo era sempre stato.
Ci sono cose che si sanno ancor prima di prenderne coscienza. Ricordava benissimo il primo giorno in cui aveva visto Sesshomaru. Si ricordava addiruttura com'era vestita. Ancora prima di rendersene conto, per una strana alchimia inspiegabile uno sa, lo sa, quando una persona diventa importante nella propria vita.
Era una fotografia nella mente che non sbiadiva mai, un ricordo incancellabile. Come se il cervello, l'istinto avessero deciso di fare un regalo. Scattare quella foto e riporla in un angolo della memoria in modo tale da poterla tirare fuori quando si vuole. L'incanto per aver bloccato quel momento ancor prima che ci si renda conto che avrebbe avuto importanza un giorno, si porta dietro qualcosa di magico, di fatalista. La nostra parte più recondita ci avvisa che quella sarà la persona per la vita. Non importa se hai ancora dieci anni e ti ripudia l'idea dei baci, quella persona l'hai amata nello stesso istante in cui l'hai vista ed è difficile poi staccarsi da quella convinzione, anche quando le circostanze remano contro e fanno perdere le speranze.
Questo era ciò che stava pensando Rin. Aveva amato Sesshomaru dal primo momento ma allora, più che mai, si era resa conto di amarlo ancora di più di tutti quegli anni che aveva passato a sognarlo. La realtà, in modo straordinario, era di gran lunga migliore del sogno.  Ed era talmente inebriante e al contempo sconvolgente vedere un sogno a lungo sospirato e sofferto, realizzarsi. Si sentiva quasi persa, seppur nella gioia. Si sentiva sospesa, immota nella vita.  Si rendeva conto di quanto alcune frasi fatte avessero un vero significato. Come: la vita cambia in un attimo.
Aveva sempre creduto che quella fosse una gran stupidaggine. Come faceva la vita a cambiare in un attimo? La vita, i giorni che si passano su questa terra, come poteva cambiare da un momento all'altro qualcosa di tanto grande? Ci doveva essere un qualche cosa di epico, una sconvolgente emozione che dà il giro a tutto. Un cambiamento lento e trasversale che ti dà il tempo di prendere coscienza di ciò che sta accadendo. E invece no.
Un attimo prima sei una ragazza sola, abituata ad esserlo. Abituata talmente tanto da credere che mai nessuno ti potrà toccare, che mai nessuno ti potrà mettere in cima ai suoi pensieri. Innalzarti al grado più alto. Ti ci abitui, credi davvero che questo ti sia negato. Poi Sesshomaru Taisho, quello stesso Sesshomaru che ti ricordi sceso dalla macchina con una semplice camicia bianca e jeans, che incede come se camminasse a venti metri più in alto degli altri... Ti dice che ti vuole, e ti bacia. In quell'istante, la tua vita cambia.
E non sei più la Rin bambina che sogna Sesshomaru, che lo disegna formato gigante in versione cane sul muro della stanza. Non sei più la ragazzina che lo aspetta e che urla dandosela a gambe trovandoselo a casa dopo sette anni. Non sei più la Rin che ha paura di farsi sfuggire l'enorme segreto di amarlo. Una Rin che prova ad accarezzarlo quando si trova tra le sue braccia e che vede scacciarsi quella mano come se fosse una mosca fastidiosa. No.  
Sei una Rin che è sbocciata e che è diventata adulta. Sei una Rin che ama Sesshomaru Taisho e a cui è permesso di amarlo. Che non ha più paura di tirar fuori frasi scomode, ma che può anche urlargli addosso che è un 'cagnaccio scandaloso' senza temere che scappi. Una Rin che non soccombe più, che non è più in basso, ma che viaggia a testa alta di fianco all'uomo che ha sempre amato. Una Rin che è baciata da Sesshomaru e che è consapevole di provocare brividi a lui quanti lui ne provoca a lei nelle carezze.
E' una Rin amata e ricambiata da un uomo ancora migliore di quanto mai si sarebbe immaginata e che non vedeva l'ora di continuare a conoscere perché sapeva che c'era molto altro da vivere. Un mondo da scartare insieme, in ogni sua sfumatura, consapevole di non essere più sola. Era quasi come aver finalmente avuto una famiglia dopo anni ad averla aspettata. Era il sogno dopo il sogno. Perché quando un sogno si avvera non devi fare altro che tenertelo stretto e poi cercarne un altro. Per anni aveva desiderato una famiglia, e dopo averla avuta, aveva desiderato un amore. Il suo amore.
Sapere di non essere più sola, sentimentalmente questa volta, era la parte migliore. Finalmente capiva il mito dell'Androgino di Platone che le aveva raccontato Yumi spiegandole come lei concepiva il vero amore.
Essere destinati a trovare quella metà che Zeus per timore e invidia aveva separato. La ricerca estenuante di quella metà ed il fatto di sentirsi finalmente completi, appagati ed integri una volta trovata. Questo era per lei Sesshomaru: la sua metà. Il pezzo di puzzle che si incastrava a lei, compensandosi tra angoli spigolosi o convessi.

Il cellulare squillò, interrompendo i suoi pensieri. Era passata esattamente una settimana dalla sua uscita con Sesshomaru e tra lavoro e università non erano più riusciti a vedersi. Quello che sarebbe avvenuto quella sera sarebbe stato il loro secondo appuntamento. Quel particolare sabato sera, però, non era speciale solo per lei. Qualcun altro sarebbe uscito: Yumi. Era felice di essere riuscita ad architettare quell'uscita tra lei e Marcus, anche se sapeva che il loro non sarebbe stato un vero e proprio appuntamento. Marcus era completamente ignaro dei sentimenti di Yumi nei suoi confronti ed aveva accettato più per il fatto che Rin l'aveva messo alle strette che per un vero desiderio di uscire con Yumi. Non che gli desse fastidio la sua compagnia, ma per il semplice fatto che si sentiva estremamente in imbarazzo in quella situazione. In quella circostanza, però, Rin aveva voluto fare un tentativo, anche solo per regalare un po' di gioia ad un'amica che sempre le aveva dato conforto e consolazione in quegli anni. Una parte di lei aveva paura che l'amica avrebbe sofferto, perché sapeva in quale complicato guaio si era messa innamorandosi proprio di Marcus. Un uomo molto più grande di lei, che da tempo ormai aveva chiuso il cuore al mondo. Yumi quel giorno che era andata a trovarla, però, le aveva raccontato con tale ardore il modo in cui si era sentita cambiare la prima volta che aveva visto Marcus, che sperava che per lei ci sarebbe stata quella stessa dose di fatalismo che lei aveva provato per Sesshomaru. Così Shiori le aveva scritto che se voleva assistere alla grande trasformazione di Yumi per quella sera avrebbe dovuto trovarsi a casa sua in mezz'ora, e Rin era ben felice di partecipare a quella trasformazione.
Con il delirio del primo appuntamento aveva già dato e si apprestava ad un'uscita che secondo lei sarebbe stata più rilassata e sicuramente altrettanto bella quanto la precedente. Sesshomaru le aveva detto che sarebbero usciti fuori a cena, in un locale elegante al centro di Tokyo. Non vedeva l'ora. Si sentiva quasi sciocca ad immaginarsi con gli occhi a cuoricino, ma la felicità, ora che finalmente l'aveva conosciuta, era inebriante! Si guardò un'ultima volta allo specchio. Aveva optato per un top rosso, la versione elegante del suo colore preferito, senza spalline e una gonna a matita nera. Decolleté un po' più basse di quelle dell'altra volta, rosso vermiglio. Scompigliò i capelli per dar loro movimento e si reputò pronta per uscire. Inuyasha e Kagome erano ancora a lavoro. Piccolo tasto dolente: non aveva ancora detto loro di Sesshomaru. Neanche a Kagome, le era mancato il coraggio. Più volte si erano trovate da sole e lei aveva provato ad aprire la bocca per poi ammutolirsi. Eppure aveva il sospetto che Kagome sapesse, non ne era certa ma aveva una vaga sensazione. Quel sesto senso da mamme. Se lo sapeva, comunque, non dava modo di darlo a vedere. Come a sfidarla a sputare lei fuori il rospo perché, daltronde, era suo compito farlo. Kagome era troppo arguta per non rendersi conto che la figlia camminava a venti metri da terra, non per superbia come un demone di sua conoscenza, ma per pura irrefrenabile gioia. Inuyasha, invece, era tranquillo e inconsapevole come sempre. Era convinto che lei fosse rimasta la stessa Rin di dodici anni con i pantaloni larghi che giocava a basket sul giardino di casa. Insospettabile per lui che avesse anche solo la vaga intenzione di unirsi con un essere di sesso maschile. Ancora più impensabile, e questa era la cosa che rendeva Rin più restia a dare a lui la notizia, era per Inuyasha non solo il fatto che si potesse essere innamorata, ma che tra tutti gli esseri sulla faccia della terra si fosse proprio innamorata del suo fratellastro Sesshomaru. Anche solo immaginare la sua reazione alla notizia le faceva tremare le gambe, era convinta che in quella circostanza neanche Kagome avrebbe potuto fermare la sua furia. Aveva intenzione di dirglielo, solo, non ancora. Voleva ancora godersi l'euforia di quelle prime uscite, senza l'interferenza di padri ipergelosi.
Prese la macchina e si avviò da Shiori, curiosa e divertita all'idea di invertire i ruoli con Yumi da truccata a truccatrice. Yumi, ancora meno avvezza di quanto fosse lei a tulle, trucco e tacchi, sarebbe stata un vero spasso! Shippo aveva detto che sarebbe arrivato dopo, dichiarando che dopo l'altra volta aveva bisogno di guardare un po' di calcio o fare qualcosa di virile prima di assistere a quei riti da femminucce, come li chiamava lui. Il che era un vero peccato, perché i battibecchi tra lui e Yumi in quella situazione sarebbero stati ancora più spassosi del solito.
Quando arrivò di fronte alla casa di Shiori potè intravedere quest'ultima gesticolare animatamente dalla finestra che dava sul vialetto. Quando la sentì arrivare Shiori si sporse dalla finestra.
"Oh era ora!Vieni su a darmi una mano, è aperto" l'invitò, poteva sentire l'irritazione nella sua voce. Alzando gli occhi al cielo divertita, Rin eseguì le istruzioni e quando entrò già dalla rampa delle scale potè sentire le due battibeccare.
"Yumi, ti prego, datti una calmata o ti infilzo con l'eyeliner!" sentì Shiori.
"Oh, Shio, Shio, ti prego abbi pietà di me!" udì Yumi implorare. Rin sentì che c'era bisogno di lei. Irruppe nella stanza.
"Yumi, per l'amor del cielo, datti una calmata!" tuonò. Yumi, già su di giri di suo, a sentire la sua voce fece un balzo. Shiori alle sue spalle, invece, guardava l'amica con un sorriso riconoscente.
"Accidenti a te, Rin! Mi è preso un infarto!" si lamentò Yumi per poi lasciarsi cadere pesantemente sulla sedia. Rin le si avvicinò.
"Sai quanto ci vuole per far perdere la pazienza a Shiori? Neanche Shippo a volte riesce nell'intento! Che hai?" le domandò.
"E me lo chiedi? Chi me l'ha fatta fare questa cosa? Io non sono fatta per questi eventi! Credi che sia tanto chiacchierona e brillante con le persone al di fuori di voi? No! Io sono un orso, non avvezza alle chiacchiere e completamente incapace a comportarmi ad un ballo di gala!" prese a buttar fuori in preda al panico. Rin sospirò.
"Prima di tutto tu sei in grado di cavartela in ogni situazione, e poi non è vero che sei un orso" cercò di consolarla Rin, poco convinta. Sapeva bene che tra loro Yumi poteva essere una ragazza divertente, brillante e dalla battuta pronta, ma con le persone con cui non aveva confidenza si chiudeva a riccio. Rispondeva con frasi corte e concise e si piazzava sulla bocca un sorriso così finto da sembrare granitico. Sotto quello strato burbero Rin sapeva che la sua amica era una persona fantastica ed una gioia per chiunque avesse l'onore di starle vicino. Di questo era certa. Yumi alla sua affermazione e con la solita facoltà di interpretare ogni ombra sul suo viso la fissò poco convinta.
"Non è vero, e lo sai anche tu!E poi anche se mi impegnassi non è questo che mi fa più paura..." cercò di aggiungere. Shiori si sedette sul letto guardando l'amica. Sapeva che con l'arrivo di Rin, Yumi si sarebbe calmata. Non che lei non avesse abbastanza confidenza con Yumi, erano amiche per la pelle da anni. C'erano cose, però, in cui Yumi e Rin avevano un rapporto talmente simbiotico che era difficile mettersi in mezzo. Un po' com'erano lei e Shippo, con l'unica differenza che lei provava qualcosa in più del semplice affetto fraterno nei confronti dell'amico. Con la solita discrezione che la distingueva da chiunque altro, assistette alla conversazione delle amiche senza dire niente. Certa che una volta che Yumi si fosse tranquillizzata sarebbe stata più malleabile anche con lei.
"Cosa?" l'incalzò Rin sedendosi ai piedi dell'amica. Yumi guardò altrove.
"Rin, che cosa hai fatto? So che sei stata tu a premere su Marcus per questa uscita ma lui non ha idea di quello che provo. Mi crede solo una ragazzina, ne sono certa. Ho paura. Se adesso che neanche lo conosco sono già pazza di lui se sta sera lo conosco meglio mi innamoro ancora di più? E se mi innamoro ancora di più di lui e lui, giustamente, non mi vede come una donna? Io... Non so se posso sopportarlo" confessò finalmente. Rin la guardò, consapevole del fatto che lei stessa, senza essere coinvolta, aveva avuto gli stessi dubbi dell'amica. Non sapeva perché aveva premuto tanto affinché lei e Marcus avessero la possibilità di uscire quella sera. Sapeva di giocare col fuoco e certo non era sua intenzione far soffrire l'amica. Però sapeva, senza sapere come, che quella era la cosa giusta da fare.
"So bene che non sono la persona migliore per dispensare consigli in questo campo. Ne abbiamo già parlato. Io ho amato la stessa persona per una vita ed ora, dopo quasi dieci anni di amore sto iniziando finalmente a cogliere i frutti. Non auguro certamente a te lo stesso calvario, ma ti conosco. So che non hai mai amato nessuno come quest'uomo e credo che un motivo ci sia, anche se non sono in grado di spiegartelo razionalmente. Ma, caspita, siamo adulte ormai! Non possiamo più nasconderci nel cantuccio dei sogni! Vuoi quest'uomo? Prova a predertelo! Certo se continuerai a guardarlo da lontano senza darti una possibilità continuerai a torturarti senza ottenere niente. Anni fa me l'avevi detto tu, no? Di lottare per Sesshomaru, di farmi sentire... Hai idea di quanto avessi paura di fare quel salto nel vuoto? Sei stata con me insieme a Shiori e Shippo a farmi da cuscinetto nei miei pianti ma sono sopravvissuta! Lo farai anche tu, e se non solo sopravviverai ma vivrai, credimi ora lo so, sarà ancora meglio" le disse, in ginocchio davanti all'amica per poterla guardare negli occhi. Aveva fiducia, proprio come avevano avuto loro nei suoi confronti quando Sesshomaru era tornato. Quei discorsi le sembravano lontani anni luce, sembravano ormai così diversi dai quattro ragazzi che chiacchieravano al parco e che canticchiavano canzoni assurde sotto gli alberi di pino. Erano cresciuti tutti, e non erano solo le lenti colorate di rosa con cui guardava il mondo in quel momento a farglielo credere. Era certa che tutti, non solo lei, erano cambiati. Erano cresciuti insieme ed era giusto imparare a prendere le proprie decisioni in base a quella crescita. Yumi la fissò e poi guardò Shiori, che le sorrise rassicurante.
"Quante volte l'abbiamo detto ultimamente?Siamo dei reietti dell'amore! Rin innamorata dello stesso demone da quando era bambina, tu di un uomo con il doppio dei tuoi anni e io di uno stupido volpino da strapazzo, siamo casi disperati! Ma siamo questo. Rin forse, nonostante il gelido uomo di cui si è innamorata, in cuor suo sapeva di essere speciale per Sesshomaru e questo le ha dato forza di andare avanti e ora, guarda, sono al loro secondo appuntamento! Noi due abbiamo meno certezze, io poi, sono il caso più disperato di tutte. Ma siamo questo. La scorsa settimana hai detto a Rin di godersela, beh, tu fai la stessa cosa! Fatti conoscere per la ragazza straordinaria che sei, e sfido qualsiasi uomo, soprattutto quello giusto, a tirarsi indietro davanti alla tua bellezza" aggiunse Shiori. Era arrivato il suo momento di parlare. Era lei quella dei discorsi rassicuranti, l'eterna ottimista. L'inguaribile romantica, dolce, Shiori. Loro erano questo. E nessuno poteva dire che, a loro modo nei pregi e difetti, non erano almeno un poco straordinarie.
Yumi guardò Shiori, poi Rin e si rese conto che per la prima volta non era lei a dover rassicurare ma ad essere rassicurata. Le sue amiche avevano ragione. O faceva il salto nel vuoto o rimaneva nel suo caldo cantuccio fatto sì di certezze ma anche di solitudine. Non era lei che credeva nell'amore vero? Non poteva più limitarsi a scriverlo nelle sue pagine, doveva provare a viverlo, anche se questo faceva più paura. Le fissò e fece loro un grande sorriso.
"Forza allora, compiete il miracolo di farmi bella!" esclamò. Le due alzarono gli occhi al cielo.
"Se non riusciamo questa volta ad infonderti un po' di fiducia in te stessa non ci riusciamo più" constatò Shiori alzandosi. Rin annuì.
"Concordo" convenne guardando severamente l'amica. Yumi fece spallucce.
"Vabbè, vabbè, bando alle chiacchiere! Da dove si comincia?" domandò alzandosi. Shiori fu felice di avere finalmente una modella collaborativa.
"Siediti di nuovo. Trucco, acconciatura e infine vestito... Diamoci da fare" disse Shiori assumendo il tono del comando. Rin era pronta ad eseguire ogni suo ordine.

Dopo un'ora, finalmente, nonostante le fiebili proteste che venivano da Yumi di tanto in tanto, erano riuscite a mettere a punto 'trucco e parrucco'. Dopo averle messo a punto l'ultimo ciuffo di capelli, Shiori fece un passo indietro contemplando la sua opera. Con un sorrisetto guardò verso Rin che annuiva con un'espressione altrettanto soddisfatta. Yumi le guardava incerta.
"E allora?" le incalzò. Shiori fece un sospiro.
"Sono un genio!" esclamò. Rin fece finta di prostarsi ai suoi piedi.
"Lo sei, mia signora, lo sei!" proclamò con fare recitante. Yumi sbuffò.
"Smettetela di fare le stupide! Posso guardarmi?" domandò curiosa. Shiori picchiettò con la spazzola la mano di Yumi che si stava posando sullo specchietto.
"No, ad opera finita! Certo che tra te oggi e Rin l'altra volta devo dire che non sono sicura di aver scelto il giusto mestiere... Avrei dovuto intraprendere la strada della moda" si congratulò Shiori con se stessa, dandosi anche una pacca sulla spalla, le altre due risero.
"Dai Shio, non torturiamola così! Dalle il vestito così può vedersi" disse Rin divertita. Concordava con Shiori l'ottimo lavoro. Doveva ammettere che anche con lei era stata bravissima, ed era riuscita anche a darle qualche dritta in modo tale di riuscire a fare da sola senza chiedere sempre il suo aiuto. Shiori in fatto di eleganza era davvero una maga.
"Ah già, il vestito! Io te l'ho detto Shio di non avere nessun vestito. Quando ti ho chiesto se venivi con me a comprarlo mi hai detto che eri già a posto... Non me ne avrai mica comprato uno tu, spero!" esclamò Yumi. Shiori rise.
"Sei pazza? E come me lo potrei permettere? No, tranquilla... Ho fatto tutto da sola" disse tutta orgogliosa. Questa volta Yumi e Rin la guardavano incerte. Non che non avessero fiducia nelle sue capacità sartoriali, sua madre faceva quel lavoro ed aveva insegnato a lei un po' l'arte del mestiere. Ma non si sarebbe visto che quello di Yumi era un abito fatto in casa? Shiori guardò male le amiche intuendo i loro pensieri.
"Cosa credi che ti mando ad un ballo di gala vestita come una barbona? Donne di poca fede!" esclamò Shiori con tono offeso e si avviò verso l'armadio. Quando ne uscì Rin e Yumi avevano un'espressione sconvolta.
L'abito che Shiori teneva in mano era un abito da sera lungo color blu cobalto. Aveva un corpetto con la scollatura a cuore dalla quale si aprivano le spalline del vestito che ad occhio avrebbero dovuto scendere a metà spalla. Dal centro della scollatura si apriva su tutto il corpetto per poi diffondersi alla gonna uno sbuffo di quella che sembrava una stoffa leggerissima, per arrivare fino alla fine dell'abito discendendo a strati morbidi fino a formare una corta coda. Era veramente bellissimo.
"Shiori, hai davvero sbagliato mestiere!" si trovò ad esclamare Rin. Shiori rise soddisfatta.
"Non nego di essere stata bravina questa volta... E tu, Yumi, non dici niente? Sei tu che devi mettertelo, mica io" la riscosse l'amica divertita. Rin si girò verso Yumi che continuava a non parlare. Le diede una gomitata. Si riscosse e guardò Shiori.
"Miseriaccia!" buttò fuori. Shiori la guardò male.
"Ehy, è un lavoro sartoriale di alta qualità! Confesso che mia madre mi ha dato una mano ma diresti mai che era un suo abito che poi abbiamo modificato? Un lavoro del genere vale un sacco di yen, miseriaccia!" si difese Shiori fraintendendo l'espressione dell'amica. Yumi scosse la testa.
"No, Shio, non fraintendermi! E' stupendo! Ma... come fa tutta questa roba che mi porto dietro ad entrare in quel vestito?" domandò indicandosi. Shiori sbuffò.
"Per chi mi hai presa? L'ho fatto sulle tue misure ed ora ti prego smettila di cincischiare e vieni ad indossarlo, io e Rin ti diamo una mano" disse Shiori con tono così autoritario che Yumi scatto via dalla sedia. Fece tutto ciò che le veniva chiesto senza aggiungere più niente e dopo qualche minuto il vestito era indossato. Di nuovo Shiori e Rin la guardarono. Shiori aveva adattato la forma del vestito in modo tale che risaltasse le forme morbide di Yumi con eleganza ed il risultato era strabiliante. Yumi si lamentava sempre di sentirsi cicciotta, invece era solo una ragazza formosa. Anche se i corpi come il suo non andavano più di moda dagli anni '50 le sue amiche, che al contrario rappresentavano la fisicità filiforme e perfetta considerata dalla loro generazione, a volte invidiavano un poco quelle leggere rotondità. Yumi era una ragazza procace e di questo doveva essere fiera anziché vergognarsi. E quel vestito metteva in risalto tutta la sensualità e al contempo eleganza del suo corpo.
"Ti sta a pennello, Yumi!" esclamò Rin.
"Sul serio?" domando Yumi incerta. Shiori annuì guardandola.
"Decisamente" concordò e la prese per le spalle girandola.
"Ora ti puoi guardare" aggiunse. Fu così che assistettero alla scena.
Yumi vide la ragazza riflessa truccata con una linea di eyeliner sottile ma allungata, che rendeva ancora più grandi gli occhi azzurri, sapientemente esalitati dal colore del vestito. Una sottile spuzzata di fard roseo sulle guance ed uno strato leggero di rossetto rosa acceso, che stava bene con la sua carnagione chiara. Semplicissimo era il trucco e raffinata, quasi vintage era l'acconciatura. Alcune ciocche le incorniciavano il viso e uno chignon laterale era legato morbidamente. Abbassò lo sguardo e vide quella scollatura a cuore che era perfetta per lei. Per un momento le sembrò troppo. Ma daltronde anche quel suo corpo che tanto l'imbarazzava faceva parte di lei, e forse avrebbe dovuto accettarlo lei per prima, prima che lo facessero gli altri.
Sentirono bussare forte alla porta. Yumi sussultò.
"Yumi, sei mezza nuda? Posso entrare?" sentirono la voce di Shippo. Yumi sbuffò.
"Guai a te, volpino da strapazzo, non osare fare un passo!" strillò subito. Shiori e Rin scossero la testa.
"E' vestita, puoi entrare" disse invece Shiori.
"Ehy!" si lamentò Yumi. Shippo entrò curioso.
"Allora, ho saltato i convenevoli da femminucce?" domandò per poi bloccarsi a guardare Yumi, per poi girarsi intorno.
"E Yumi dov'è? Mi ha sbraitato addosso un attimo fa!" esclamò Shippo girando su se stesso nella ricerca, ma non potè andare oltre perché una scarpa gli era stata scaraventata addosso colpendogli sonoramente la nuca. 
Shiori e Rin scoppiarono a ridere.
"Ahia!Ah sì, sei tu ora ne sono sicuro" disse raccogliendo la scarpa da terra, rilanciandogliela. Yumi la prese al volo facendogli la linguaggia.
"Allora Shippo, che ne pensi?" domandò Shiori. Yumi alzò gli occhi al cielo mentre si infilava le scarpe.
"Dico che sei in grado di fare miracoli, Shiori! Ha la lontana parvenza di essere una ragazza, per una volta" rispose Shippo, intenzionato a torchiare un po' l'amica in quel momento di vulnerabilità.
"E tu invece hai la lontana parvenza di essere un cretino!" rispose Yumi a tono. Gli altri tre ridacchiarono.
"Dai Yumi, sei proprio suscettibile! Se non fai partire le coronarie al dottorino sta volta, non riuscirai più" rispose Shippo, nel suo astruso modo di farle un complimento.
"Ma io non voglio fargli partire le coronarie" si lamentò Yumi, in quel momento troppo agitata per cogliere l'ironia.
"Ma quanto sei baka!" disse Shippo scuotendo la testa. Sentirono una macchina arrivare. Si precipitarono alla finestra, eccetto Yumi. Quando si affacciarono, però, riconobbero l'auto di Sesshomaru.
"Oh, è già arrivato! Lui e la sua puntualità" disse Rin. Nonostante il tono contrariato il suo stomaco sembrava aver fatto un triplo salto carpiato all'indietro a quella vista. Però voleva anche assistere all'arrivo di Marcus.
"Ti è venuto a prendere qui?" domandò Shiori. Yumi si girò.
"Non è ancora Marcus?" domandò Yumi tra il sollevato e il deluso. Rin fece spallucce.
"Non ho ancora detto niente ai miei... Così ho lasciato qui la mia macchina e ho detto a Sesshomaru di raggiungermi a casa tua" spiegò Rin.
"Non hai ancora detto niente ai tuoi?" tuonarono i suoi tre amici all'unisono. Rin si fece piccola, piccola.
"Non sono ancora pronta" disse soltanto. Bussarono di nuovo alla porta, era la mamma di Shiori.
La madre di Shiori, in quanto umana era completamente diversa da lei. Era comunque una bella donna, semplice, dai lunghi capelli castani ed occhi dello stesso colore. Entrò nella camera con un sorriso.
"C'è quel bel demone che era venuto a prendere Rin l'altra volta, cos'è lo faccio entrare a prendere una tazza di tè?" domandò per poi guardare Yumi.
"Oh cara! Questo vestito ti sta un incanto... Shiori, tesoro, abbiamo proprio fatto un buon lavoro!" esclamò andando incontro alla ragazza prendendola per le mani. Yumi sorrise imbarazzata.
"La ringrazio, signora Shizu" rispose Yumi.
"Ma figurati cara! Però Shiori, tesoro, come mai le tue amiche escono sempre da questa casa vestite di tutto punto per uscire con dei baldi giovincelli e invece tu sei sempre chiusa a casa in tuta?" domandò la donna senza malizia, ma sinceramente curiosa di avere risposta. Gli altri gelarono. Shippo trovò improvvisamente interessante il pomo sulla testata del letto. Yumi si stava quasi ficcando un pugno in gola per impedirsi di scoppiare a ridere. Rin si grattava la testa imbarazzata e Shiori fissava la madre ammutolita.
"Be' mamma..." riuscì solo a dire.
"E' che io e Rin siamo delle imbranate in queste cose, Shiori è l'unica in grado di farci sembrare presentabili, vero Rin?" intervenne Yumi.
"Assolutamente!Ci scusi se le stiamo continuamente invadendo la casa, signora Shizu" si aggregò Rin. Shizu gesticolò animatamente.
"Figuratevi, siete sempre le benvenute... E' che la mia Shiori è una così bella ragazza che non capisco proprio perché non esca con nessuno" si lasciò sfuggire Shizu.
"Mamma!" la riprese Shiori colma di imbarazzo. Da fuori suonò un clacson. Rin sobbalzò.
"Il tuo demone sembra impaziente! Corri, Rin... I bei demoni dai capelli d'argento non vanno mai fatti aspettare, credi a me" disse Shizu. Yumi e Rin risero mentre Shiori si picchiava una mano sulla testa temendo di sprofondare.
"Ha ragione, signora Shizu, corro!" disse Rin precipitandosi fuori dalla stanza.
Yumi cercò quasi di afferrare l'amica da lontano, timorosa di fare un passo senza il suo aiuto. Anche se poteva contare su Shiori e Shippo i due in quel momento sembravano troppo torchiati dalla presenza della madre della prima per prestarle attenzione.

Rin scese le scale due a due per l'impazienza, rischiando di cadere più volte. Quando uscì dalla casa trovò Sesshomaru nella solita posizione: in piedi appoggiato alla macchina, ad aspettarla. Quando la vide corrergli incontro aprì la bocca per salutarla, per poi rimanere impietrito dal fatto che la ragazza l'avesse preso e catapultato dentro il cespuglio più vicino insieme a lei.
"Mi puoi spiegare?" domandò Sesshomaru freddamente, sputacchiando una foglia. Rin si girò verso di lui e gli sorrise.
"Ciao anche a te Sesshomaru: siamo appostati" spiegò con semplicità. Sesshomaru si accigliò.
"Appostati?" ripetè soltanto, confuso. Rin annuì.
"Sì, appostati, perché Yumi sta per uscire con Marcus e qui ho la visione migliore per interpretare ogni sua espressione quando lei uscirà dalla porta" disse guardandolo.
"Interpretare ogni espressione?" ripetè nuovamente, troppo sconvolto per riuscire a tirare fuori frasi di maggiore intelligenza.
"Sì, Sesshomaru. A Yumi piace Marcus, ma lui non lo sa. Crede che gli abbia proposto di chiedere a Yumi di accompagnarlo al ballo di gala perché a lei piace ballare e che mai lei avrebbe mal interpretato le sue intenzioni. Essendo così giovane lui non immagina neanche lontanamente che Yumi possa essere in un qualsiasi modo attratta da lui. Invece è così! E visto che lui sembra non avvezzo all'idea di trovare una compagna proviamo a vedere se la cara Yumi riesce a smuovere il suo cuoricino ormai cosparso di ragnatele. E io voglio accertarmi che ci sia qualche speranza, mi segui?" spiegò a raffica, in preda all'euforia. Lui la guardò con serietà.
"No" rispose secco. Rin lo fulminò con lo sguardo.
"Come no? Più chiaro di così si muore, vuoi che ti faccia un disegno?" domandò. Sesshomaru l'incenerì con lo sguardo.
"No. Non capisco perché ti affanni tanto se lui non è interessato" rispose. Rin ci rimase male.
"Non sappiamo ancora se non è interessato! Sto appurando apposta, perché credi che Yumi non sia abbastanza carina?" l'aggredì. Sesshomaru fece spallucce.
"Non mi sono mai posto il problema" rispose sinceramente. Rin, senza motivo specifico, si sentì vagamente lusingata. Scosse la testa.
"Be' lo è! E Marcus cadrà ai suoi piedi" disse con convinzione.
"Non puoi esserne certa" commentò Sesshomaru. Rin gesticolò come a voler mandar via un moscerino.
"Via, via tutta questa negatività! Ma perché sei così cinico?" esclamò sbuffando. Sesshomaru decise di tacere, Rin sembrava troppo irritabile sull'argomento. Per una volta lasciò da parte la sua carica negativa. La guardò.
"Perché non mi hai chiesto di aspettarti, allora? Al posto di mettere su questo ridicolo quadretto?" domandò Sesshomaru perplesso. Rin lo soppesò.
"Avrei potuto. Ma non sarebbe stato altrettanto divertente" spiegò con un sorrisetto. Sesshomaru spalancò la bocca, sembrò voler rispondere qualcosa, ma poi fece un sospiro scuotendo la testa.
"Questo è uno dei tuoi tanto modi di torturarmi" affermò. Rin gli fece un sorriso irresistibile.
"So che in fondo, in fondo ti stai divertendo anche tu" rispose.
"Affatto" soffiò Sesshomaru. Rin fece per rispondere ma un altra macchina stava varcando la soglia di casa di Shiori.

Quando Rin sbattè la porta alle sue spalle, Yumi si girò a vedere il simpatico quadretto tra i suoi amici e la madre di Shiori.
"Se solo ti mostrassi un pochino più disponibile, tesoro. Non dico che devi fare la donnaccia, per carità! Ma qualche sorrisino ai ragazzi che ti guardano quando usciamo, un po' di savoir faire, ogni tanto! I pretendenti certo non ti mancherebbero! Dico bene Shippo?" domandò la signora Shizu alla persona meno indicata. Shippo a sentirsi preso in causa sobbalzò.
"Oh, io, beh..." si ritrovò a balbettare.
"Mamma ora basta! Stai mettendo in imbarazzo sia me che i miei amici, puoi uscire dalla stanza?" scattò Shiori. Shizu fece un sussulto portandosi una mani al cuore. Presa in contropiede da una risposta tanto sgarbata dalla sua dolce Shiori.
"Oh tesoro, scusami! Non volevo metterti in imbarazzo! Stavo solo esprimendo un parere con i tuoi amici" rispose con innocenza.
Il rumore di una macchina, a cui Shiori fu immensamente grata, distrasse la madre dalle sue scomode affermazioni.
"Oh be', io scendo Shiori. Yumi pancia in dentro e petto in fuori e vedrai che stramazzerà a terra!" consigliò Shizu prima di uscire per poi scappare fuori dalla stanza, senza lasciare il tempo a Shiori di riprenderla. Yumi fece un sorriso tirato, perché al suono di quelle ruote sull'asfalto il suo cuore aveva preso a batterle all'impazzata al centro della gola. Guardò Shiori.
"E' lui?" domandò con voce soffocata. Shiori sbirciò fuori dalla finestra e annuì.
"E' lui, forza Yumi. Fatti coraggio e vai, hai tutto il nostro supporto morale" disse Shiori andando da lei prendendola per mano. Yumi fece un sospiro e annuì.
"Sì, vado. Ci vediamo" butto lì con voce tremante mentre si avviava fuori dalla stanza.
"Mi raccomando Yumi, pancia in dentro..." iniziò Shippo.
"Ah, sta zitto!" riuscì a rimbrottarlo fuori dalla porta. Shippo ridacchiò.
"Forza, sbirciamoli" sussurrò Shiori con fare cospiratorio. I due si inginocchiarono alla finestra, cercando di guardare senza farsi notare da Marcus. Lo videro scendere dalla macchina. Si sistemò distrattamente la giacca del completo e poi guardò verso la porta.
"Oh, ci sono pochi uomini che stanno bene in frac" commentò Shiori compiaciuta. Shippo le scoccò uno sguardo accigliato.
"Ma davvero? E io con cosa starei bene?" domandò. Shiori fu presa in contropiede da quella domanda, ma poi cercò di girarci intorno, provando a prenderlo in giro.
"Be', tu sei un po' troppo robusto per stare bene in frac. Sarebbe meglio uno smoking... O un tutone da lottatore di sumo!" rispose e le scappò un sorriso quando lo vide con la coda dell'occhio inalberarsi.
"Io non sono robusto!" rispose con orgoglio. Shiori ridacchiò.
"Certo non sei un giunco" continuò.
"Questi sono muscoli, cara mia, altroché" borbottò per poi arrossire violentemente quando Shiori gli tastò un braccio.
"Mmh, sì te lo concedo... Ma staresti comunque male in frac" rispose divertita per poi staccare la mano da lui. Shippo sbuffò.
"Scema".

Yumi si trovò di fronte alla porta di uscita di casa di Shiori. Prese di nuovo un sospiro e l'aprì.
Al fondo del vialetto l'aspettava Marcus, stupendo nel suo abito scuro ed estremamente elegante. Da lontano gli sorrise timidamente, per poi andargli incontro. Con una leggerezza di cui non si credeva capace, sollevò con una mano la gonna e scese piano gli scalini del giardino. Quando gli fu vicina, con timore alzò lo sguardo. Vide il classico sorriso radioso di Marcus investirla. Quel sorriso cordiale ma che faceva sentire lontani anni luce, come se niente in realtà potesse scalfirlo. Le prese una mano e gliela baciò con eleganza.
"Yumi sei molto bella. Sarà un onore averti al mio fianco questa sera" disse Marcus. Yumi gli sorrise imbarazzata.
"Anche tu stai molto bene" pigolò timidamente e una parte di lei urlava di fare meno la timorosa e di tirare fuori il suo carattere deciso. Quel suo lato di sé, però, sembrava essere partito per le Fiji alla sola vista del suo sorriso. Il cespuglio poco distante si mosse e i due sobbalzarono guardando in quella direzione. Non accadde niente ma Yumi di rese conto che la macchina di Sesshomaru era ancora parcheggiata nel vialetto. Si trattenne dallo scoppiare a ridere. Marcus fece spallucce e le rispose.
"Figurati, è la prima cosa che ho trovato nell'armadio" scherzò per poi aprirle la portiera della macchina.
"Be' allora hai un guardaroba molto raffinato" rispose Yumi con un sorriso e Marcus rispose con una breve risata. Si sedette al posto del guidatore e prima di mettere in moto si girò verso di lei e la guardò. Sentendosi osservata Yumi si volse verso di lui.
"C'è qualcosa che non va?" domandò. Marcus fece un lungo sospiro e parlò.
"Ti confesso, Yumi, che mi sento un po' in imbarazzo. Non fraintendermi, sono lieto della tua presenza ma temo tu possa annoiarti sta sera. Vedrai un sacco di gente impettita ed estremamente barbosa. Qualcuno si salva, ma non sono molti. E' la parte altolocata della medicina giapponese, anzi, internazionale che sarà presente sta sera. Volevo solo essere certo che tu ti senta a tuo agio, io per primo non scoppio di gioia. Rin mi ha detto che adori ballare e che questi eventi possono essere un'ispirazione per i tuoi scritti. Voglio solo esser certo che tu stia bene" le disse con estrema sincerità. Yumi lo fissò a lungo, vagamente imbarazzata da quella franchezza e anche un po' delusa, non riusciva a capire bene per cosa però. Forse per il tono estremamente gentile ma al contempo formale con cui si rivolgeva a lei. Gli fece un'espressione rassicurante.
"L'importante è che la mia presenza non imbarazzi te, Marcus. Io sto bene" rispose. Marcus dissentì.
"Assolutamente! Anzi, devo sentirmi orgoglioso che una giovane ragazza come te sia contenta di passare la serata con un vecchiaccio come me" rispose, riprendendo il suo tono gioviale. Yumi sorrise e lo guardò, cercò con poco di fargli capire almeno una parte di ciò che pensava.
"Tu non sei vecchio, Marcus. Sei più giovane di molti veri giovani di mia conoscenza, e sicuramente molto più piacevole" disse piano. Marcus per un momento parve colpito dalla sua franchezza, colpito dalle sue parole. Abbassò lo sguardo e poi mise in moto la macchina. Sorrise ancora.
"Sono lusingato, Yumi. Siamo pronti per andare?" domandò e Yumi annuì.
"Sì, sono pronta" rispose e si accomodò bene sullo schienale. Per un momento chiuse gli occhi e pregò di ricevere un po' di speranza da quella serata.

"Oh guarda! Shippo e Shiori si sono nascosti dietro la finestra! Gli si vede solo la fronte! Meno male che Marcus è troppo impegnato a guardare Yumi per accorgersi di loro" commentò Rin che era pronta a godersi e ad analizzare ogni momento della scena.
"E di noi" commentò Sesshomaru con fare annoiato. Rin sbuffò.
"Figurati, noi siamo sotto una copertura perfetta" rispose. Sesshomaru alzò gli occhi al cielo e non rispose.
Osservarono la scena in silenzio e per un momento Rin stava per perdere l'equilibrio dato che si stava sporgendo troppo. Con gesto fulmineo Sesshomaru l'afferrò per la vita e la sostenne con il suo braccio, premendola leggermente al suo torace. Lo stomaco di Rin a quel contatto fece una capriola.
Intravidero i due girarsi versi il loro cespuglio per un momento,per poi continuare a parlare ed entrare in macchina. Rin fece un sospiro per il mancato pericolo ma non si mosse di un millimetro e Sesshomaru non aveva ancora lasciato la presa dalla sua vita. La macchina di Marcus si allontanò.
"Per un pelo non ci hanno scoperti!" esclamò Rin alzandosi, scrollandosi le foglie di dosso e facendo schizzare via un ragnetto dalla sua spalla.Sesshomaru sciolse delicatamente la sua stretta e si alzò. Rin fu stupita che nonostante la posizione assurda in cui erano stati Sesshomaru non era neanche lontanamente sporco o sgualcito. Si chiese come diavolo facesse ad essere così irrimediabilmente impeccabile.
Sesshomaru per un lungo istante la fissò per poi avvicinarsi. Confusa Rin stette immobile. Lo vide posare una mano sulla sua testa. Chiuse gli occhi. Sentì qualcosa staccarsi dai suoi capelli e riaprì gli occhi trovandosi l'espressione compiaciuta di Sesshomaru e una foglia tra le sue dita.
"Avevi dimenticato questa" le disse piano porgendogliela, avviandosi poi verso la macchina. Rin la prese e con uno sbuffo gliela ritirò.
"Fai sempre il solito giochetto, stai diventando noioso" commentò con voce malferma, il viso che aveva raggiunto la tonalità del viola. Sesshomaru si girò a guardarla.
"Sei tu che ci caschi sempre. Andiamo" disse entrando in macchina. Rin lo seguì e sbattè la porta.
"Marcus almeno ha aperto la portiera a Yumi" cercò di scalfirlo Rin. Sesshomaru la guardò.
"Io non sono Marcus" rispose soltanto. Rin sbuffò.
"A volte sei lapidario" commentò. Sesshomaru annuì.
"E questo è molto meglio di: freddo, noioso e carino, soprattutto" rispose con leggerezza. Rin fece per commentare ma poi non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere.
"Oh, Sesshomaru! Sei tanto carino!" cinguettò, lo pensava sul serio. Sesshomaru fece una smorfia.
"Accidenti" ringhiò tra i denti per poi mettere in moto. Rin ridacchiò, per una volta l'aveva avuta vinta lei.

"E ci siamo visti anche il quadretto di Sesshomaru e Rin... Non rischiamo di passare per guardoni?" riflettè Shippo dopo aver visto anche la seconda coppia andar via. Lui e Shiori si erano voltati e in quel momento stavano seduti per terra, le spalle contro il muro. Shiori ridacchiò.
"Temo di sì. Viviamo di luce riflessa" si trovò a dire con sincerità. Shippo si corrugò.
"Non è vero!" rispose. Shiori annuì.
"Sì che è vero. Non avendo una nostra vita sociale sbirciamo quella delle nostre amiche" commentò Shiori alzandosi.
"Non sono d'accordo. Io sto benissimo così" disse convinto imitandola. Shiori lo guardò in silenzio per un momento.
"Di questo sono certa" rispose. Per quanto volesse essere ironica la sua voce era sembrata talmente seria da essere quasi triste. Shippo aprì la bocca per rispondere, poi tacque. Shiori si girò ed iniziò a mettere a posto i trucchi. Piano, uno ad uno dentro il suo astuccio. Shippo la guardò.
"Tua madre ha ragione, potresti stare con chiunque, se solo lo volessi" iniziò a dire piano, con voce tanto bassa che per un attimo sperò di non essere udito. Un rossetto scivolò dalle mani di Shiori e ricadde sul tavolino. Lo riprese e fece un sorriso, amaro.
"Dovrei volerlo" rispose. Chiuse l'astuccio e si mise a mettere in ordine la stanza. Non riusciva a star ferma. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Da quando si era messo a farle quelle domande scomode? Shippo si piegò e le porse un golfino.
"E perché non lo vuoi?" domandò. Shiori tenne lo sguardo basso, prendendo l'indumento dalle sue mani, con fare brusco.
"E da quando ti interessa? Questi non sono gli argomenti da femminucce che ti infastidiscono tanto?" domandò Shiori sulla difensiva. La fissò sorpreso.
"E' così. Ero solo curioso" disse piano. Shiori gli dava le spalle, stette in silenzio. Ripose le ultime cose nell'armadio.
"Non volevo offenderti, Shiori" si sentì in dovere di aggiungere Shippo, data la mancata risposta. Shiori si girò verso di lui.
"Non mi hai offesa. E' che domandate da te certe cose, mi viene quasi da ridere. Hai la tipica sicurezza di chi in realtà sa già la risposta" disse. Il cuore aveva preso a battere all'impazzata. Si impose di calmarsi, rischiava di farsi scappare verità scomode. Ma lui, con la sua faccia innocente che le faceva quelle domande assurde. Era davvero tanto ottuso?
"Scusami, io non intendevo..." rispose Shippo. Si era reso conto in quel momento che, lasciandosi andare per un istante, stava rischiando di buttar giù il castello di carta che con tanta diligenza aveva innalzato negli anni. Un passo e sarebbe crollato. Lui era pronto al fatto che crollasse?
"So che non intendevi... Be' lo spettacolo è finito. Ti accompagno?" domandò Shiori d'un tratto, cercando anche lei di cambiare discorso.
Shippo la fissò e annuì.
"Sì, grazie" disse avviandosi alla porta, Shiori l'aprì. Aveva lo sguardo basso. Le splendide labbra rosse erano tirate. La frangia argentea le copriva gli occhi e anche con quella semplice tuta bianca, il suo colore prediletto, era bellissima. Lui sapeva bene che lei era bellissima ed anche buona, anche con chi non se lo meritava. Cauta, paziente, gentile, incredibilmente intelligente. Tutte cose che spesso non era lui e che in lei ammirava. Sapeva benissimo, conosceva alla perfezione la giovane donna che stava in piedi al suo fianco. Quante volte avrebbe voluto appendere a testa in giù Yumi che con tanto divertimento e altrettanta sagacia riusciva perfettamente a tirar fuori i suoi dubbi e le sue paure. Non poteva fare a meno di prendersela quando lo stuzzicava, perché sapeva che l'amica aveva ragione. Sapeva che il tema principale delle sue battute erano il fatto che fosse un vigliacco e che non avesse il coraggio di prendersi ciò che voleva. Lo sapeva bene. Sapeva che Shiori a volte, con i suoi sorrisi timidi e la voce sottile si era ritrovato a desiderare di prenderla tra le sue braccia e non lasciarla più andare. Aveva ragione lei, per un attimo le aveva posto quella domanda perché sapeva già la risposta. La conoscevano entrambi. Entrambi sapevano, però, che la loro amicizia era troppo forte. Si conoscevano da quando erano poco più che ragazzini. Da quando avevano undici anni avevano creato quello strano gruppetto, di cui lui era l'unico ragazzo. Alle medie gli altri ragazzini lo prendevano in giro per questo, ma lui se ne era sempre infischiato. Le sue amiche erano divertenti e fino ad una certa età Rin e Yumi erano state talmente maschiacce che di poco si vedeva la differenza. E Shiori, invece, era sempre stata la stessa. Con i suoi inamidati vestitini bianchi pieni di balze o fiocchi. L'espressione gentile e la voce piccola e tenera. All'inizio non la sopportava tanto, era stata Rin a farla entrare nel loro gruppo. Shiori rappresentava quei mezzi-demoni a cui era tanto affezionata dato il suo padre adottivo. La presentò loro dicendo che era tanto carina e che ci voleva una vera femmina nel gruppo. Una in grado di sedare le loro liti e i continui battibecchi che già allora vedevano Yumi e Shippo protagonisti. Secondo lui non avevano bisogno di una vera femmina, anzi, stavano tanto bene così com'erano. E invece Shiori, con il suo carattere pacato e gentile, era riuscita a farsi spazio in quella schiera di amici così diversi da lei. Amici di cui aveva tanto bisogno perché in una comunità fatta di demoni e umani essere la parte che sta nel mezzo è sempre la cosa peggiore. Non si è uno e non si è l'altro e i bambini, a quell'età ancora più spietati, si chiudevano in gruppi: o si era tutti umani o si era tutti demoni. E lei si era sentita sola per tanto tempo che quando Rin l'aveva presa per mano chiedendole di unirsi a loro era stata così grata, così felice, che mai avrebbe fatto nulla per rinunciare o rischiare di perdere un tale generoso dono. Col tempo era riuscita a farsi accettare, anche da lui che all'inizio era diffidente nei suoi confronti. Cercava di fare i giochi meno bruschi per evitare che si facesse male, e un giorno Shiori l'aveva preso e gli aveva urlato di trattarla come le altre. Non era fragile, non avrebbe pianto se fosse caduta a terra. Era degna di stare con loro. Da quel momento, sconvolto e stupito, l'aveva finalmente riconsiderata e la sua presenza era diventata essenziale nei loro giochi. Poi erano cresciuti e Rin e Yumi diventarono sempre meno dei maschiacci e sempre più delle ragazze ma come fu all'epoca lui non rimase escluso. La loro amicizia mutò. Si era ritrovato a sentirsi in dovere di proteggere quelle ragazze, seppur spesso non ne avessero bisogno. Si era ritrovato ancor di più a difendere Shiori alla quale spesso non bastava la sua bellezza per essere accettata, anzi. Aveva fatto del metterla sotto la sua ala protettiva la sua missione e nessuno poteva azzardarsi a dirle qualcosa che avrebbero dovuto fare i conti con lui, che col tempo era diventato alto e forte. E da compagna di giochi, ad amica, a protetta d'un tratto Shiori si era fatta donna ed era stupenda. Crescendo il loro rapporto si era chiuso talmente tanto in una bolla di rassicurante amicizia da far venire il terrore ad entrambi di farla scoppiare e diventare qualcosa di più. Da amici erano vicini. Come amici potevano confidarsi, scherzare, giocare, stare insieme senza rischiare che tutto potesse finire. Se avessero fatto un passo oltre avrebbero perso tutto. Entrambi non avevano il coraggio di dare il giro alla situazione. Non si rendevano abbastanza conto che, se avessero avuto il coraggio di fare il salto, forse avrebbero ottenuto molto più di quanto non avessero già. E a volte, quella lontana consapevolezza premeva così forte da farli essere tentati di fare il salto, per poi ritirarsi indietro. E ripremeva di nuovo, con tanta ferocia da non riuscire a pensare a nient'altro. Con il desiderio che con un passo avrebbero potuto sentirsi liberi dalle catene che loro stessi si erano creati.
Shiori alzò il viso per guardarlo, investendolo con la bellezza delle sue iridi lilla brillante. Non capiva perché per così tanto era rimasto inchiodato e fermo sulla porta.
"Shippo cosa...?" fece per domandare, ma la domanda le rimase bloccata sulla bocca. Subito non si rese conto del perché, provava a parlare ma non ci riusciva. Sbattendo gli occhi si rese conto di avere il viso di Shippo talmente vicino al suo da sembrare sfocato, e che qualcosa di soffice e caldo era posato sulle sue labbra. Si sentì stringere per la vita e per la prima volta potè sentire il corpo di Shippo vicino al suo. Ed era morbido e saldo, forte come l'aveva sempre visto e soprattutto immaginato. Tramortita riuscì solo a posare timidamente una mano sulla sua spalla, non in grado di fare altro se non di godere di quel bacio che aveva un che di disperato, di perso. Shippo la strinse ancora di più a sé, si schiacciarono quasi contro il muro. Le lambiva le labbra con sicurezza, come se l'avesse fatto miliardi di volte, seppur era ben consapevole che lui non era mai uscito con nessuna. Eppure era così sicuro, così a suo agio nel tenerla fra le sue braccia, come se l'avessero fatto da sempre. Il punto era che lui quel momento se l'era immaginato un'infinità di volte, senza riuscire mai a concretizzarlo. Fu preso da quella consapevolezza che si rese conto che quello non era uno dei suoi tanti sogni e fu con quel pensiero che si staccò bruscamente da lei. Tanto che quando si sentì abbandonata Shiori sbattè la schiena contro il muro per poi guardare Shippo con occhi sgranati. Confusa, tramortita, con un calore sulle guance che era certa superasse i mille gradi.
"Shippo..." riuscì solo a dire piano. Lui la guardò.
"Devo... Devo andare. Ci vediamo domani" rispose con voce malferma. Uscì dalla stanza come un fulmine.
Shiori, con lo sguardo perso nel vuoto, si lasciò scivolare a terra, sedendosi sul pavimento freddo. Si posò una mano sulla bocca, incredula. Nonostante la brusca uscita di Shippo, non riuscì a trattenersi dal sorridere per poi prendere coscenza di ciò che realmente era accaduto.




Ehilà, chi non muore si rivede! ;)
E' sempre strano tornare dopo anni di inattività...Mi sento sempre un po' imbarazzata nel farvi aspettare tanto ma, la verità è che quando si cresce il piacere di scrivere qui su EFP diventa ogni volta più ingestibile, le priorità cambiano e la vita ci assorbe. Devo dire che questo capitolo l'avevo scritto due anni fa, e l'ho riletto solo oggi e ho deciso di postarlo. In cantiere non ho un altro capitolo, quindi confesso che non ho idea di quando posterò di nuovo, vi è dovuta la mia sincerità! Però so che la maggior parte di voi ormai mi conosce e sa che nonostante il fatto che probabilmente saremo tutti vecchi decrepiti quando finirò questa storia, l'unica mia certezza è che ho intenzione di finirla un giorno! Sì, lo so, è una magra consolazione... '^-^
Per quanto non sappia mai quanti dei miei precedenti lettori continuino a leggere questa storia, io passo comunque ai miei soliti ringraziamenti:

Zonietta78: Ciao nuova lettrice! Devo confessare che la tua recensione mi ha smossa dal torpore e mi ha dato una motivazione per riprendere questa storia... Il caso ha voluto che mi scrivessi proprio il giorno in cui ho passato un esame e questo mi permette di avere un po' di tempo libero!Pertanto, sono molto contenta che tu mi abbia scritto una recensione nonostante la mia lunga assenza e soprattutto ti ringrazio per il contenuto delle tue parole, che mi hanno dato una grande gioia! Spero gradirai anche questo capitolo!Un saluto.

Milla Renzi De Medina: Ossequi a te, cara! Ti ringrazio per il tuo commento... Eh temo di aver proprio messo la tua pazienza a dura prova, spero che nonostante le mie lunghe assenze tu continui ad avere l'intenzione di leggere questa mia storia! Grazie ancora, un saluto!

Heart: Ciao carissima! Da un capitolo sfornato dietro l'altro, alla solita lunga attesa, ma ricordo che tu ormai ci sei abituata!;) Sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto  e soprattutto della tua rassicurazione riguardo a Sesshomaru OOC, hai ragione, essendo questa una fanfiction ad un certo punto dove non arriva la storia originale arriva la fantasia del lettore. Per rispondere alla tua domanda, no, nessuno eccetto Marcus è a conoscenza del segreto di Rin. A risentirci, spero!Un bacio.

Jennah: Ooooh cara Jennah! Mi ha fatto moltissimo piacere la tua recensione! Sono contenta di regalarti qualche emozione con il mio scritto, è il mio obiettivo più importante! Eh sì, questa pratica è reduce dalle mie primissime letture qui su efp, ormai secoli fa, e una volta ho letto il mio nome a fine capitolo di una storia che stavo seguendo e mi ha fatto così piacere che ho deciso di prendere anche io questo metodo come autrice. So che ormai la tecnologia anche su efp è avanzata e si può rispondere al recensore privatamente ma trovo che così, oltre ad essere vintage come mio solito, sia un modo più diretto di ringraziare! Spero vivamente di leggere una tua nuova recensione. Un abbraccio.

Gino94: Ciao carissima! Sono lieta che l'uscita ti sia piaciuta e che soprattutto non fosse come te l'aspettavi, era proprio questo il mio intento! E' molto in linea con uno Sesshomaru una cena in un posto di classe ed era quello che avevo immaginato, ma mi sembrava un'idea poco originale e un po' fredda, e la mia intenzione era proprio quella di scaldare un po' il nostro Sesshomaru!;) Ahah, no, no hai ragione ad aspettarti questo... Io non so mai se riuscirò ad essere in grado o meno di descrivere quel genere di situazioni, ma sicuramente è mio obiettivo di farvi leggere un capitolo simile, è da molto tempo che ce l'ho in testa. spero di non deluderti quando arriverà!;) Grazie ancora, un bacione.

Maria76: Ciao Maria! Sono contenta che l'uscita di Sesshomaru e Rin abbia incontrato il tuo apprezzamento, spero lo stesso anche per questo capitolo! Un bacio.

Kikyo_Sama: Ehy carissima! Il mio ricordo di te e della tua amica è sempre vivido nella mia memoria! ;) Come al solito la tua recensione mi ha fatto molto piacere, hai proprio ragione, la mia intenzione era proprio far parlare più i fatti che le parole che, come sappiamo, non sono affatto il forte di Sesshomaru! La tua intuizione è giusta, vedremo come evolveranno le cose. Grazie mille come sempre, un abbraccio!

Zonami84: Ciao cara! Ti ringrazio tardivamente per l'augurio, un anno fa è arrivata la tanto agoniata laurea e ho iniziato il mio primo anno di magistrale, ed è per questo anche che il mio aggiornamento si è sempre fatto più saltuario! Sono contenta che tu rimanga sempre una lettrice fedelissima e soprattutto che il precedente capitolo ti sia piaciuto! Un abbraccio!

Chiara_chan: Ciao Chiara! Sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto, eh immagino che molte (me compresa) avrebbero voluto essere al posto di Rin!;) Eh come hai potuto vedere gli impegni universitari mi hanno profondamente rapita e continueranno a farlo, ma di tanto in tanto l'amore per questa storia e l'intenzione di mandarla avanti, riemergono! Un abbraccio.


Un saluto,
LilyProngs.









  
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