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Autore: Padmini    13/02/2017    5 recensioni
Ciao a tutti!
Prima di iniziare questa storia vorrei fare una piccola premessa.
Stavo pensando di scrivere qualcosa sulla nuova generazione, ma anche i tempi in cui Harry e i suoi amici frequentavano Hogwarts mi hanno sempre attratto … poi … l'idea geniale! (almeno spero).
Mi sono sempre chiesta come Harry abbia iniziato ad amare Ginny. Insomma, prima era preso completamente da Cho e poi, all'improvviso, si accorge di lei? Cosa è successo? Si dice che i viaggi temporali cambino il corso della storia … e se gli avvenimenti dell'epilogo fossero dovuti proprio a questo cambiamento?
Una tranquilla mattina a Godric's Hollow, Teddy e Lily, tanta nostalgia per la mamma e il papà e un incantesimo involontario ...
Buona lettura, spero che vi piaccia!!
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“Se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa ...”
“Ti chiamerò, non temere. Adesso vai o farai tardi!”
Harry sorrise, poi finalmente uscì di casa. Con un sospiro Teddy andò a sedersi sul divano. Era felice, euforico. Si sentiva finalmente degno di un così importante incarico e il suo grado di orgoglio era pari solamente a quello delle guardie Yeomen, che sorvegliano i gioielli della corona della Regina babbana. Lily era preziosa e lui ne era consapevole.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Scintilla d'amore

 

 

 

 

 

 

Teddy e Lily erano appena scomparsi, accompagnati da un lampo abbagliante, ma quando la luce all'interno dello studio del preside tornò ad essere quella delle candele, nessuno dei presenti ricordava nulla delle ultime ore. Solo Silente, tra di loro, sembrava avere idea del perché si trovassero insieme lì. Per qualche istante i presenti si guardarono senza sapere cosa dire, ma fu il Preside a spezzare il silenzio.

“Vi ringrazio” disse, rivolto ai due Auror “I documenti che mi avete portato sono molto importanti anche se, purtroppo, non contengono buone notizie.”

“Sarebbe potuto andare peggio ...” mormorò Tonks, scura in viso.

“Ora dobbiamo andare.” aggiunse Lupin, guardando confuso Tonks. Sembrava quasi che stesse cercando di ricordare qualcosa di molto importante, ma proprio non gli veniva in mente. Accennarono entrambi un inchino e uscirono.

“Molto bene. Arrivederci.” rispose Silente, ma quando Harry e Ginny si mossero per seguirli, si alzò e li fermò sollevando le mani.

“Aspettate voi due.”

I ragazzi si fermarono, titubanti. Harry non ricordava di essere mai stato da solo con Ginny e anche lei sembrava imbarazzata dal trovarsi così vicina a lui.

“Signorina Weasley ...” Silente sembrò pensare a cosa dire, infine la liquidò con un elegante gesto della mano “Può andare. È molto tardi, vada a dormire. Si ricordi della cena con il Professor Lumacorno, questo fine settimana.”

Ginny, seppur intontita, annuì e uscì quasi correndo dalla stanza.

“Per quanto riguarda lei, signor Potter, credo che possa immaginare perché l'ho convocata nel mio ufficio.”

Harry annuì, anche se si sentiva confuso come Ginny e altrettanto imbarazzato. Era lì per vedere i ricordi sulla vita di Tom Riddle con il Professore, giusto? Allora perché sentiva che c'era qualcosa di sbagliato, di mancante?

“Cominciamo!”

La voce entusiasta di Silente lo destò da quei pensieri. Si chiese come poteva essere così allegro, ma decise di non indagare.

 

 

 

 

Il giorno successivo Tonks si svegliò di ottimo umore. Non ricordava nulla del giorno precedente se non il viaggio a Hogwarts con Remus. Nonostante si fossero recati da Silente per aggiornarlo sulle ultime morti segnalate di nati babbani, si sentiva stranamente felice, come se quel viaggio le avesse portato molto più di quello che le aveva tolto.

Anche quel giorno aveva in previsione una missione proprio con lui ma, una volta arrivata a Grimmauld Place, si stupì sentendo da Malocchio che Remus era partito senza di lei.

“Cosa vuol dire?!” chiese, infuriata “Dovevamo andare insieme!”

“Non so cosa dirti, Tonks. Ho cercato di farlo ragionare ma è partito lo stesso, non c'è stato verso di farlo aspettare un minuto di più. È arrivato qui, ha chiesto le informazioni sulla missione e se n'è andato. Tu oggi invece verrai con me. Partiamo tra dieci minuti.”

Tonks annuì anche se dentro ardeva dalla rabbia. Borbottando Malocchio uscì dalla stanza, lasciandola sola.

“Sei un idiota, Remus ...” mormorò tra i denti, stringendo i pugni per l'ira “Un idiota ...” sussurrò ancora, stavolta rilassando le mani e sorridendo. Non era certa del motivo per cui Remus l'avesse evitata quel giorno, ma sentiva che tutto sarebbe andato per il verso giusto, una nuova consapevolezza aveva iniziato a prendere forma nel suo cuore.

Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio piombo, le nuvole cariche di pioggia stavano per riversare sulla città tutte la loro acqua. Tonks levò la bacchetta e produsse un Patronus, sussurrando un dolce avvertimento.

 

 

 

 

Ginny non dormì quella notte, o almeno non abbastanza da considerarsi riposata la mattina successiva. Qualcosa in lei era cambiato, ne era certa, ma il fatto di non ricordare come e perché la stava facendo impazzire. Da quando aveva scoperto di amare Harry e allo stesso tempo che non avrebbe mai potuto avere una storia d'amore con lui, su suggerimento di Hermione aveva deciso di lasciar perdere, di cercare di dimenticarlo. Ce l'aveva fatta per un po', uscire con altri ragazzi l'aveva aiutata a superare quella delusione, anche se in realtà Harry non l'aveva mai veramente rifiutata.

Per qualche tempo era riuscita a reggere, a convincersi che Dean fosse davvero quello giusto per lei, ma quella notte era rimasta con gli occhi spalancati, cercando di scacciare quelli di Harry che si erano prepotentemente insinuati nei suoi pensieri.

Si lavò e si vestì e rapidamente scese in Sala Grande, dove trovò Dean. Il ragazzo abbandonò i cereali della sua colazione e si alzò per raggiungerla.

“Ginny! Come ...” si bloccò, vedendo il suo pallore “Stai male? Hai dormito male? Ti fa male da qualche parte? Vuoi che ti accompagni da Madama Chips? Vuoi che ...”

“Smettila!” gridò lei, interrompendo quella sfilza di domande che ebbero il solo poteree di farla agitare ancora di più “Ho dormito male, ma non sono fatti tuoi!” sbottò senza potesi fermare. Guardò con astio il cibo sulla tavolata e, dal momento che ormai le era passata la fame corse fuori, mentre Dean, giustamente sorpreso da quella reazione inaspettata, la seguì per farsi dare una spiegazione.

 

 

 

 

Remus si sentiva un idiota. Era partito per quella missione senza aspettare Tonks. Perché? Da quando erano tornati da Hogwarts aveva notato qualcosa di strano in lei, uno sguardo diverso puntato su di lui. Se prima si sentiva osservato per le sue cicatrici, i suoi abiti rovinati o il suo essere diverso, quegli sguardi lo avevano accarezzato come una coccola. Aveva percepito in lei un sentimento di cui non ricordava il sapore, che aveva smesso di percepire da tanto tempo. Se James e Sirius lo avevano fatto sentire accettato, trasmettendogli il loro affetto e la loro amicizia, quello che provava al fianco di Ninfadora era … era … davvero poteva essere amore? Davvero quella strega così coraggiosa, eccezionale e determinata era … innamorata di lui? No, si era ripetuto tutta la notte che non poteva essere vero, doveva aver male interpretato i suoi sguardi, confondendo la pietà con quel sentimento che nessun essere umano avrebbe mai potuto provare per lui, che non meritava …

Stava camminando lungo un sentiero alla periferia del piccolo villaggio dove era diretto, quando vide qualcosa di argenteo, grande e luminoso, farsi strada tra gli alberi, diretto verso di lui, ma solo quando fu più vicino lo riconobbe. Si trattava di un patronus, su quello non aveva avuto dubbi, ma quando ne vide la forma trattenne il fiato. Una voce dolce, amorevole, ma allo stesso tempo decisa, risuonò nel silenzio del suo respiro trattenuto. Un lupo mannaro.

“Fai attenzione, Remus. Torna sano e salvo. Torna da me.”

La voce di Tonks lo accarezzò dolcemente e quando il suo patronus corse via, attraversandolo per poi scomparire, gli sembrò di sentire il calore del suo sorriso e in lui nacque il desiderio di abbracciarla e di amarla come meritava.

 

 

 

 

nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive …

Harry si svegliò bruscamente, il sogno interrotto dall'angoscia. Sirius che precipitava oltre il velo, la voce della Professoressa Cooman che ribadiva quella profezia di morte … Si mise a sedere, il respiro corto e irregolare. Da quanto tempo quei pensieri si erano fatti sogni, tormentandolo? Se avesse dovuto ricordare il giorno esatto non avrebbe saputo dirlo, ma ogni notte e ogni mattina sembravano le prime, dopo tutto quel tempo l'angoscia, la paura e il senso di abbandono non erano cambiati … oppure sì? C'era qualcosa di diverso in quel sogno, una presenza che lo aveva in qualche modo rassicurato.

Era sempre consapevole del compito che lo aspettava, ma quella mattina sentì che gli incubi della notte scivolavano dalla sua mente con estrema facilità. Cos'altro aveva sognato? La risata di una bambina, dei fiori … il suo pensiero andò a Ginny, i suoi capelli profumavano di fiori …

Si voltò verso Ron, ancora dormiente, sentendosi in colpa. Davvero stava pensando a Ginny in quel senso? Sorrise ancora, il profumo dei capelli di Ginny gli entrò nel naso, invadendolo piacevolmente. Perché pensava a quel profumo? Quando le aveva annusato i capelli? Non lo ricordava ma doveva per forza averlo fatto, non c'erano altre spiegazioni.

Silenziosamente si vestì e uscì dal dormitorio, diretto alla Sala Grande per fare colazione. Entrando vide Ginny discutere con Dean e all'improvviso avvertì una strana sensazione al petto, che vibrò come se una creatura stesse ruggendo al suo interno, indignata per quello spettacolo. Perché si sentiva così vedendo Ginny con Dean? Cos'era quel ruggito che rimbombava nel suo cuore e nella sua mente? Era forse gelosia? Forse avrebbe voluto essere lui al posto di Dean?

Fece appena in tempo a vederli uscire di corsa dalla Sala, quando Hermione lo richiamò alla realtà.

“Hey, Harry, cosa ti è successo? Sei pallido come un lenzuolo! Hai dormito male?”

Harry seguì la chioma rossa e profumata di Ginny finché non svanì dietro il portone e solo allora si voltò verso l'amica, come un sonnambulo appena risvegliato dalle sue passeggiate notturne.

“N-no … v-va tutto bene ...”

“Hai già deciso chi porterai alla festa di Lumacorno?”

La festa di Lumacorno? Già … la festa … Avrebbe voluto invitare Ginny …

 

 

 

 

 

 

 

Godric's Hollow, 24 agosto 2012

 

Ci volle qualche istante perché Teddy e Lily potessero ricominciare a vedere una volta che il lampo di luce si dissolse. Un attimo prima si trovavano a Hogwarts, un attimo dopo erano ritornati a casa, nel loro tempo.

“Lily? Stai bene?” le chiese, preoccupato.

“Sì!” rispose lei sorridendo.

“Ti mancano ancora la mamma e il papà?” chiese ancora.

“No. Tanto stasera tornano.” lo rassicurò lei, abbracciandolo. Poi, senza sapere bene perché, guidata solamente dal suo istinto, sollevò il viso verso di lui.

“Teddy, vuoi essere il mio fratellone?”

Il ragazzo restò a bocca aperta di fronte a quella domanda, così innocente ma meravigliosa e sconvolgente.

“I-io ...” esitò, si sentiva così felice, l'emozione stava per sopraffarlo. Dopo quel giorno trascorso con i suoi genitori, sentirsi parte di una famiglia, della famiglia di Harry, era la cosa più bella del mondo “Sì, Lily. Sarò il tuo fratellone ...”

Lily si tuffò in un nuovo abbraccio stritolante e solo dopo parecchi minuti si staccarono.

“Cosa vuoi fare adesso? Facciamo un bel disegno?”

La piccola annuì e corse a prendere i fogli e i colori. Teddy la osservò correre via e all'improvviso sentì la necessità di fare una cosa molto urgente. Estrasse la bacchetta, ma si fermò. Non poteva fare magie al di fuori della scuola, ma era sempre stato fiero del suo patronus e avrebbe voluto vederlo correre via per recapitare quel messaggio che sentiva non poteva essere posticipato. Ripensò alla forma che aveva preso e allo stupore quando l'aveva visto, evocato sotto la guida di Harry. Amava il suo lupo mannaro, sapeva che era suo padre, tornato per lui sotto forma di incanto di protezione, ma era anche sua madre, rappresentava l'amore che Ninfadora aveva provato per Remus, tanto forte da farle cambiare il suo patronus, come gli aveva raccontato Harry quando era comparso per la prima volta. Rassegnato a dover usare mezzi più semplici, scrisse due brevi biglietti e li consegnò alla civetta delle nevi di casa.

Nemmeno cinque minuti dopo proprio Harry e Ginny si materializzarono in casa. Lily, seduta davanti al tavolino del soggiorno, stava disegnando un unicorno, si alzò di scatto e gli corse incontro per abbracciarli. Teddy, che invece stava leggendo, si alzò a sua volta, ma restò in disparte.

“Mamma! Papà! Siete tornati!”

Harry e Ginny si guardarono, evidentemente non avevano programmato quel rientro in contemporanea.
“Ho ricevuto il tuo messaggio” disse Harry a Teddy.

“Anch'io” si aggiunse Ginny.

“Non serviva che tornaste ...” mormorò Teddy, leggermente a disagio “Io ...”

Harry gli sorrise. Quante volte si era rivisto in quel ragazzo, orfano e senza ricordi dei suoi genitori. Quante volte, quando stava a casa dei genitori di Ginny, avrebbe voluto chiamare mamma e papà coloro che per lui erano semplicemente la signora e il signor Weasley. Forse anche Teddy voleva fare lo stesso con loro? Sentirsi davvero parte della famiglia e non semplicemente un ospite bene accetto? Lanciò un'occhiata a Ginny che annuì. Anche lei aveva pensato a qualcosa di simile. Quelle tre parole “Ti voglio bene”, erano state sufficienti per fargli capire l'immenso bisogno di affetto di quel ragazzo che ostentava sicurezza e felicità e invece aveva bisogno di un padre e di una madre per sostenerlo.

“Teddy … so che sono solo il tuo padrino … ma … se vuoi ...” iniziò Harry, posandogli una mano sulla spalla.

“Puoi chiamarci mamma e papà.” concluse Ginny, dandogli poi un bacio sulla testa.
“D-davvero posso?” sussurrò lui, commosso e al limite delle lacrime.
“Sì! Sì! Che puoi!” gridò Lily “Teddy sarà il mio fratellone! Il mio fratellone! Voglio dirlo a Jame e Al! Teddy fratellone di Lily!”

Teddy strinse Lily e si fece abbracciare da Harry e Ginny. Non avrebbero mai potuto sostituire Remus e Ninfadora, ne era certo, ma avrebbero potuto dargli quell'amore di cui aveva bisogno e gli avrebbero permesso di darglielo a sua volta.

Quando aveva iniziato quello strambo viaggio nel tempo aveva temuto che il suo presente e la sua felicità avrebbero potuto essere distrutti dai capricci di una bambina, invece aveva finalmente capito che era stato proprio merito di Lily se, seppur con qualche fatica, aveva raggiunto la sua famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

¡Muy Bien! Anche questa storia è finita, spero che vi sia piaciuta ^_^

Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta!

Un abbraccio grande grane

Mini

   
 
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