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Autore: Nocturnia    14/02/2017    3 recensioni
"Ci siamo combattuti a lungo, io e te."
"Troppo." Forse.
Victor incrocia le braccia al petto, inclina la testa verso destra.
"Sempre per le ragioni sbagliate: mai con il coraggio di ammettere il vero motivo."
"Che sarebbe?"
Le labbra di Victor si arricciano in un sorriso sgradevole - che ha già vinto.
"Non possiamo permetterci di lasciar morire chi amiamo."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Mr Freeze, Selina Kyle aka Catwoman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Be my bloody valentine'
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Shadow preachers
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.





"Life begins at night."
- Charlaine Harris -





Shadow preachers




#0

Neve tra le dita, lungo le pieghe del mantello; si raccoglie ai suoi piedi come una preghiera - rimane inascoltata allo stesso modo.
"Perché sei qui?"
Victor è un profilo gelido nel silenzio della stanza, occhi rossi e labbra pallide.
Il Pipistrello ignora la domanda, sposta la sedia - gratta sul pavimento ricoperto di brina.
Intreccia le dita tra loro, si schiarisce la voce.
"Posso farti una domanda, Victor?"
Fries irrigidisce le spalle, posa lo sguardo sulla foto di Nora.
"No."
"L'hai sempre saputo?" continua il Pipistrello, imperterrito - un uomo al suo ultimo giro di clessidra.
Victor china il capo e ricorda.


I close my eyes, just close the door.

Vivere nel passato avrebbe dovuto venirgli naturale.
Per un uomo che aveva allevato il proprio presente all'ombra di un ricordo, un salto temporale di cinquecento anni avrebbe dovuto essere una sciocchezza.
Bruce fissa una Gotham che non riconosce più, una città che era andata avanti anche senza di lui.

Tutti sono sostituibili; persino tu, o mio figlio devoto.  

Non lo riconosce subito; per alcuni giorni osserva il nuovo arrivato con la stessa curiosità di un predatore in caccia - sorride, esibisce il suo profilo migliore.
Ride alle sue battute, ammicca quando deve - non dice mai di no.
Una puttana che non mostra le proprie cicatrici (non ancora) una bestia che ingoia la fame (per ora), Gotham splende di una luce diversa, terribile.
È in una notte qualsiasi che tutto cambia: è quando il sipario cala che Gotham lo vede - e la sua prima reazione è uno sdegno profondo.

Per averla abbandonata. Per averla illusa. Per averla costretta ad amarlo e poi a perderlo.

"Sono a casa." le dice, e Gotham ringhia - soffoca un singhiozzo.
Le strade si bagnano della prima pioggia da allora.


#0

"Troverai una cura."
Victor sorride, ed è un morto snudar di denti.
"Sei l'unico che lo può fare."
Lo fissa da sopra la spalla, inspira con forza.
"Credo in te, Victor."
Fries deglutisce, si chiede se sia solo una presa in giro.
"L'ho sempre fatto."
La neve s'infittisce all'improvviso.


You want a minute, I'll give you more.

Il dolore è la naturale estensione dell'amore.
Si ama e ci si spezza.
Si rovina tra le macerie delle proprie convinzioni, e ci si scopre incapaci di fare altro - morire e rinascere a ogni respiro, ogni istante.
L'amore è un mostro, una crudele Idra la cui fame non è mai sazia - invincibile, indistruttibile.

Bellissima e terribile: una tragedia che Gotham aveva vestito a lutto fin dall'inizio.

Ci aveva provato, Bruce Wayne.
Ci aveva provato a negarlo, a ignorare quel pensiero fastidioso e molesto.
Ha vissuto sulla pelle di altre donne e di un altro tempo, ha lasciato che lo amassero con la stessa devozione di una vestale al proprio dio.
Ha tentato di ricordare il loro sapore sotto la lingua, il loro odore - ma nulla era come Gotham (come lei.)
Il cielo della metropoli tace, spento d'ogni stella.
Bruce sorride a un destino che non è mai stato altro che quello della vittima.


#0

"Ci siamo combattuti a lungo, io e te."
"Troppo." Forse.
Victor incrocia le braccia al petto, inclina la testa verso destra.
"Sempre per le ragioni sbagliate: mai con il coraggio di ammettere il vero motivo."
"Che sarebbe?"
Le labbra di Victor si arricciano in un sorriso sgradevole - che ha già vinto.
"Non possiamo permetterci di lasciar morire chi amiamo."
Il Pipistrello apre la bocca, la richiude; giù per la gola una verità che taglia più del vetro.


Maybe I don't want you either.

Il Re è tornato, la città è salva.
Possono ora riposarsi i suoi alfieri, sospirare di sollievo e nascondersi al caldo delle loro case - tornare a una vita che non c'è più.
Possono riprendere da quando tutto si era fermato: da quella notte in cui un dio caduto dal cielo aveva ricordato a ognuno di loro che tutti possono morire: persino i simboli.
Possono abbandonare mantelli e maschere, miserie e sconfitte.

"Sei vivo."
"Sì."
"Da quanto?"
Silenzio.
"Da quanto, Bruce?"
"Cinque mesi."

La Regina si alza dal suo trono logoro e attacca.


#0

"Le abbiamo deluse entrambe."
Il Pipistrello tace, studia Victor con la coda dell'occhio.
"Le donne che amiamo, intendo." sottolinea, e unisce il pollice con l'indice, camminando avanti e indietro per la cella.
"Non le abbiamo mai salvate da nulla, nemmeno da noi stessi."
Danza una ballerina nel silenzio di una bolla d'acqua e neve, alle sue spalle il sorriso di Nora, la sua pelle tiepida e viva - un ricordo così caldo sotto le mani da ucciderlo ogni volta.
"Hanno sofferto per noi, con noi."
Scricchiola il ghiaccio sotto i suoi piedi nudi, disegna ragnatele di rimorsi e memorie.
"Non ci hanno mai abbandonato, e cosa hanno ricevuto in cambio, uhm?"
Si volta, Victor, regalandogli uno sguardo sconfitto - trasparente come la prima neve d'inverno.
"Solo disperazione e solitudine: un mondo morto guidato da uomini altrettanto vuoti."
Il Pipistrello rimane immobile, ascolta: una statua bianca e nera.
Victor sospira, scuote la testa - stira le labbra in un sorriso che assomiglia a un taglio biancastro.
"Ho perso la mia occasione, Batman." e calca sul suo nome, lo arrotola attorno alla lingua "Ma tu no."
Occhi lontani, malinconici.
"Non ancora."


We're both unsettled, nighttime creatures.

Gli ha fatto male e lui l'ha accettato.
L'ha colpito fino a quando le sue grida non sono diventate singhiozzi - dietro la maschera un grumo di parole mai dette e lacrime nerastre.
Sangue sotto  le unghie, tra i denti - Selina è Gotham e brucia della stessa forza (di un sentimento che non aveva mai voluto chiamare - evocare.)
"Mi dispiace." le dice, ed è così difficile - un veleno che ormai ha infettato ogni cosa, ogni futuro "Mi dispiace, Selina."
La Gatta spezza una risata che libera il cuore d'entrambi.


#0

Le guardie di Arkham sono passate a controllare, li hanno poi lasciati soli.
Fuori, qualcuno ha gridato: dentro, il silenzio pacato della neve e del suo signore incontrastato.
Victor vorrebbe tanto stringere tra le dita una tazza di cioccolata calda, magari con la panna, proprio come facevano con Nora in notti come quella.
Vorrebbe ricordare il calore del suo respiro sulla pelle, com'era bruciarsi al sole della California e ridere poi delle efelidi che gli spuntavano sul naso.
"Tutti vogliamo qualcosa." lo interrompe il Pipistrello, e la sua voce è incredibilmente stanca - asciutta nelle ultime sillabe "Dobbiamo solo sperare di capirlo in tempo."
Per Victor quelle parole hanno il sapore di un addio.


Shadow preachers, nighttime creatures.

Non c'è più nulla dire; o forse si è già detto fin troppo.
Selina ansima, furiosa; il petto che si alza e si abbassa al ritmo del suo cuore - un rullio che copre ogni altro rumore.
"Mi hai mentito." accusa - ringhia.
"Ho visto il tuo corpo: morto. Scheletrico. Null'altro che una maschera stracciata e orbite vuote." sibila - ricorda.
"Ho pianto per te, ho combattuto per te - per quel figlio che ora è la fuori, a Gotham, a farsi sbranare vivo nel nome del tuo simbolo."
Bruce tace, immobile; un profilo silenzioso che si confonde con le ombre della notte.
Selina flette le dita ad artiglio (vorrei tanto cavarti gli occhi) arriccia le labbra sui denti.
"Eri morto, Bruce."
Un rantolo sfiatato: una pretesa inutile.
"Eri morto, e noi eravamo andati avanti."

Ce l'avevamo fatta.

"Perché?"
Una sirena uggiola in lontananza; nell'aria l'odore acido della miseria umana e del cibo avariato.
"Perché sei tornato?"

Perché mi illudi ogni volta che sarà l'ultima - che sarà per sempre?

Selina incassa le spalle, scuote la testa - rifiuta la sconfitta che ha schiacciato entrambi.
Bruce lascia che per quella notte (solo per quella notte) diventi la regina del niente tra le sue braccia.


#0

"Te ne stai andando."
"Sì."
Victor arretra leggermente, sorpreso da quell'improvvisa sincerità.
"Dove?"
Il Pipistrello sorride, e sarebbe un gesto inquietante se Victor non vedesse l'uomo dietro quella maschera nerissima e senza speranza.
"Dove non sono mai stato."
Victor annuisce, sbatte le palpebre una, due volte.

Comprende.

"È un bel posto dove vivere." replica, e lo sguardo torna alla foto di Nora "Pieno di luce e di possibilità."
"Ce la farai, Victor." ripete il Pipistrello, e Fries non sa se lo sta dicendo più a se stesso o a lui "La salverai."

Ci salveremo.

Victor piega un angolo della bocca in un mezzo sorriso, osserva i primi scampoli di luce aggredire il cielo.
", la salverò."
Il Pipistrello gli tende la mano e aspetta.


You make we wanna love, hate, cry, take, every part of you.

"Stai fermo." lo ammonisce, disinfettando il graffio sopra lo zigomo "Devo pulirlo bene."
Bruce aggrotta le sopracciglia, schiaccia la lingua contro il palato e ingoia una replica sarcastica.
Sei stata tu a farmi questo, vorrebbe dirle, ma sa di esserselo meritato.
Sa di averle fatto male - sempre, fin dall'inizio.
Sa che il suo amore non è bastato - mai, non più.
"Indietro nel tempo, uhm?" mormora poi Selina, controllando le altre ferite "Deve essere stato divertente."
"Non tanto: essere inseguiti da un branco di bestie preistoriche ha i suoi svantaggi."
"Potevi mandarmi una cartolina; avrei gradito almeno il pensiero."
"Lo farò la prossima volta che non sarò impegnato a evitare la persecuzione dei Puritani."
Selina ride, ed è un suono leggero - disperato nella sua onestà.
Le sfiora la linea del collo con la punta delle dita, cerca la sua bocca - il suo respiro.
Selina è l'unica cosa che gli abbia ricordato chi era - cosa era - oltre le mille maschere in cui si era sempre nascosto.


#0

Victor ha dita sottili, pallide.
S'intrecciano a quelle del Pipistrello senza difficoltà, nero e bianco - l'ultimo saluto tra due uomini che avevano chiamato amore la stessa tragedia.
Gli regala una stretta di mano salda, sicura: Victor Fries e tutto il suo orgoglio, la sua incrollabile forza.
"Il cielo di Gotham sarà più vuoto senza la tua ingombrante presenza."
Il Pipistrello piega un angolo della bocca, inclina il mento verso la finestra.
"Non solo i pipistrelli cacciano di notte, Victor."

Pettirossi e soldati: guerrieri e martiri. Ombre spietate di un uomo che aveva salvato-condannato tutti loro.

Fries libera una risata a metà, stonata.
"Il tuo personale esercito di randagi e disperati."
"La mia famiglia."
Victor gli cerca gli occhi dietro le lenti biancastre, non trova nulla - maschera fino alla fine dello spettacolo.
Il Pipistrello gli lascia andare la mano, arretra di qualche passo - esce da quel momento, dalla sua vita.
"Ci vediamo in giro, Victor."
Fries si umetta le labbra, lascia ciondolare le braccia lungo i fianchi.
La neve smette di cadere.


You make me wanna scream, burn, touch, learn, every part of you.

"Erano per me?"
Bruce riemerge dalle coperte sotto alle quali si era raggomitolato, apre un occhio.
È nuda Selina, e l'alba disegna il suo profilo nei colori dell'oro e del sangue - una curva di pelle che fino a poche ore prima aveva mormorato il suo nome, la sua storia.
Tra le mani stringe una confezione di cioccolatini (Venchi, Cubotto Chocaviar Crème Cacao. I suoi preferiti.) un sorriso storto a illuminarle il viso.
"Un regalo." replica Bruce, e Selina avvicina il viso alla scatola, sedendosi poi al suo fianco.
"San Valentino è stato un mese fa." gli ricorda, ma intanto ne strappa la carta azzurra e comincia a mangiarne uno, poi due e tre.
"Lo so."
"Dovrai fare qualcosa in più che regalarmi una scatola di cioccolatini."
Quattro e cinque. Resta indecisa sul sesto, si stringe nella spalle e ne mette in bocca un altro.
"Un viaggio in Giappone basterebbe?"
Selina sta finendo di masticare il settimo quando glielo chiede - si porta l'indice sporco di cioccolata alle labbra e alza un sopracciglio.
"E per viaggio intendi...?"
Bruce le sfiora la nuca con la punta delle dita e comincia a raccontare.


#0

La porta della cella si apre con un click secco - i pistoni nei cardini laterali che sibilano nel silenzio asettico dei corridoi.
Una guardia alza lo sguardo (Joseph Richardson. Venticinque anni. Da poco trasferito da Blackgate ad Arkham. Una delle nuove leve che prenderà il posto di quelle vecchie. Un cerchio destinato a non interrompersi mai.) lo studia perplesso.
"Lei sarebbe..."
Non ha mai visto il Pipistrello, Joseph; ne ha sentito parlare molte volte all'accademia, ma non ha mai potuto osservarlo da così vicino.

Una leggenda. Un'ombra. Il Cavaliere Oscuro in tutta la sua maestosa tragedia.

"Batman." li raggiunge la voce di Victor, metallica e distorta dall'autoparlante del vetro di sicurezza.
Joseph sposta lo sguardo verso l'interno della stanza, teso.
Wayne inclina il mento nella sua direzione, nota il tremito nell'anulare sinistro, la pupilla leggermente dilatata.

Ansia, paura. Un ragazzino alle prese con i mostri sotto al letto  che ora camminano al suo fianco.

Victor si porta le braccia dietro la schiena, sorride.
"Buona fortuna."
Joseph esibisce un'espressione sorpresa, il Pipistrello risponde con un brusco cenno del capo.
Le porte in acciaio e piombo rinforzato si chiudono placidamente, sigillano nuovamente Victor Fries, detenuto numero 02345.
Quando Joseph si volta del Pipistrello non c'è più traccia.




You wanna break, you break alone.
You wanna leave, you're on your own.
You wanna break, you break alone.
You wanna leave, you're on your own.

Un simbolo non muore mai.
Questo le aveva sempre detto Bruce: di questo erano convinti i suoi figli - pettirossi costretti a essere aquile e falchi.

Le persone che credevano in lui.

Non puoi uccidere un'idea, una ragione.

"Tim è convinto che sia vivo." (1)

Selina si rigira tra le dita l'ultimo cioccolatino rimasto, aspetta.

"Per questo non posso lasciare che accada; per questo devo andare in Giappone."

Lo sente sciogliersi sotto i polpastrelli, diventare una poltiglia di gianduia e cacao, un pugno che gronda speranze e illusioni.

"Guardati: è così dunque che finisce; con la tua lunga e terribile ombra da pipistrello che si espande su tutto il mondo."

Qualcuno le sfiora una spalla, un odore conosciuto - che avrebbe individuato tra mille.

"E con te al mio fianco."

"Bruce."

"Ci sentiamo romantici oggi, Signor. Wayne? Forse tutte quelle lezioni di buone maniere di Alfred sono servite a qualcosa, dopotutto."

Selina chiude gli occhi, sorride - schiaccia ciò che rimane del suo vecchio cuore, lo osserva rinascere ancora e ancora (sempre.)

Labbra esigenti sulla pelle, tra le cosce: Bruce aveva riso alla sua insicurezza travestita da sarcasmo - un gioco vecchio quanto loro due.

"Viaggi leggera." le dice, soppesando il piccolo bagaglio a mano che tiene al fianco.
"Ho tutto quello che mi serve."
Bruce le porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ammorbidisce lo sguardo.

Si era perso sulla sua bocca, nel desiderio di una donna che l'aveva sempre amato al di là di se stesso - sconfitto nell'unica battaglia che non poteva voleva vincere.
 
"Vogliamo andare?"
Selina libera un respiro che non si era accorta di aver trattenuto, gli porge la mano.
"Certamente."

"Quando?"
"Tra una settimana, due al massimo."
"Perché?"
Un sorriso a mezza bocca; il mattino che scivolava nel rosso del tramonto e infine in un crepuscolo lungo una vita intera.
"Perché certe idee sono più forti della morte stessa. Del destino a cui ho sempre creduto appartenessero."

Perché noi siamo più forti della storia a cui Gotham ci ha destinato condannato.

Bruce l'afferra senza alcuna esitazione.





"We accept the love we think we deserve."
- Stephen Chbosky -




Note dell'autrice: (1) la frase è citata nella precedente fanfiction di San Valentino, ovvero "Kiss with a fist.", di cui questa one-shot è il naturale seguito.
La canzone che fa da apertura ai paragrafi è "Shadow Preachers", di Zella Day.
A chi interessasse, nel fandom di "Resident Evil" il mio primo lancio a San Valentino, "The heart is a Devil".

   
 
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