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Autore: Midorikawa_efp    14/02/2017    1 recensioni
Piccola fanfiction dedicata a Sofia e Fabio durante un San Valentino. Ambientata durante il quarto libro, la sera dopo il loro primo bacio, ad Edimburgo.
" Sofia, io...da quando ti conosco non ho bisogno d'altro..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Sofia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sofia si svegliò, colpita dai caldi raggi del sole di metà Febbraio, uno dei suoi mesi preferiti. Aprì gli occhi e sorrise. Ricordava benissimo la sera prima, la sera in cui aveva baciato Fabio. Non ci poteva credere, il suo primo bacio l'aveva dato a lui, a lui!

Si alzò e andò subito a controllare il calendario. Era il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino.

Andò in bagno e si lavò accuratamente il viso, poi corse in cucina, dove trovò tutti già intenti a mangiare, inclusi Gillian e Ewan.

Spostò appena lo sguardo, e il suo cuore perse un battito. Fabio volse lo sguardo e la guardò, ma si ritraé immediatamente, rosso in volto. A Sofia scappò un mezzo sorrisetto e si sedette accanto a Lidja.

" Ragazzi, volevo farvi gli auguri di buon San Valentino. Mi auguro che non abbiate nessuna persona in particolare, a cui fare gli auguri " scherzò sorridendo Schlafen, avendo visto la tensione fra i due.

" Auguri, vero Sofia? " ammiccò Lidja, dando qualche sbuffetto al braccio dell'amica accanto.

" Lidja! " maledì sottovoce.

Ecco, l'aveva fatto un'altra volta. Istintivamente fissò Fabio, nascosto dietro un giornale. Lo trovò adorabile. Colui che faceva sempre il bulletto della situazione, il più tenebroso del gruppo, si stava vergognando, di lei per giunta.

" Sofia, devi dirci qualcosa? " interrogò il professore.

" N-no " balbettò senza volerlo. Karl ridacchiò sottovoce, e Sofia riuscì a scorgere una mano dargli un pizzicotto sul braccio e il ragazzo soffocare un lamento.

" Va bene...comunque, dobbiamo sbrigare le ricerche. Temo non ci rimanga molto tempo " riprese Schlafen.

" Per le ricerche su Internet mi offro volontario " disse immediatamente Karl con la mano alzata. Lidja alzò gli occhi al cielo e Sofia ridacchiò.

" Forse dovremmo dividerci..." propose la rossa.

" E come? " domandò Ewan. Sofia pensò molto sulla risposta più logica, ma il professore prese l'iniziativa.

" Sofia e Fabio gireranno Edimburgo e le città vicine; Ewan cercherà facendo affidamento sul potere da Draconiano, e sarà accompagnato da Lidja, mentre io, Karl e Gillian resteremo qui "

" E dove dovremmo cercare? "

Finalmente sentì la sua voce, leggermente tremolante.

" Bhe...tutta la città "

" In volo? " chiese Sofia. Il professore si aggiustò gli occhiali e si accarezzò la barba, suo gesto particolare quando deve pensare ed è concentrato.

" Credo che in volo sia pericoloso..." parlò Lidja.

" Aspettate...ma è totalmente sicuro? E se vi faranno del male? E se qualche truffatore vi attaccasse? " chiese Gillian.

Ewan le mise una mano sulla spalla prima che potesse aggiungere qualcosa. A volte la trovava davvero fastidiosa, ma in fondo la capiva. Ritrovarsi con due figli in una marea di guai, in gioco tra la vita e la morte non doveva essere facile.  

" Stia tranquilla, torneranno sani e salvi, glielo prometto " la rassicurò Karl, con un ottimo inglese.

" Perlustrerete il territorio a piedi, è l'unica via più sicura " ordinò Schlafen.

" Quanto tempo abbiano? " chiese Lidja.

" Credo almeno una settimana " rispose Sofia.

" E basterà? " si accertò ancora, guardando Karl.

" Sì, dovrebbe bastare "

" Come dovrebbe?! " sbottò Gillian, alzandosi dal tavolo a pugni serrati " Io mio figlio in questo guaio non ce lo mando! "

" Mamma, tanto dentro ci sono già. E poi non ti devi preoccupare, non ti fidi forse di me? "

Il ragazzo la toccò nel suo punto debole, funzionava sempre. Sofia e gli altri tennero il fiato sospeso. Gillian sospirò, poi guardò il figlio dolcemente e sorrise.

" Amore della mamma, certo che mi fido di te. E va bene, puoi andare " si arrese.

Ewan esultò tra sé e sé, ma non lasciò passare quel 'amore della mamma'. Non gli piaceva il fatto di passare agli altri come quello mammone e in cerca di protezione e coccole.

" Quindi è deciso! Sofia, Fabio, Ewan e Lidja controlleranno Edimburgo e le città vicine, e io, Gillian e Karl resteremo qui " concluse Schlafen. Tutti annuirono.

Sofia fu la prima ad alzarsi e fece per tornare in camera, quando sentì una presenza dietro di lei. Si voltò e vide Fabio. Il ragazzo le se avvicinò e sorrise.

Le si avvicinò all'orecchio e rimase in quella posizione per interminabili secondi. Sofia stava impazzendo. Il suo respiro caldo sul collo e il suo profumo la mandavano in estasi.

" Buon San Valentino " le sussurrò dolcemente.

Poi s'incamminò nella sua stanza, accanto a quella delle ragazze.  Sofia rimase immobile, ancora inebriata dalla sua vicinanza. Trasalì all'improvviso, ed entrò in camera senza esitazioni.

Si chiuse la porta alle spalle e vi scivolò fino a terra. Si mise le mani nei capelli e si morse il labbro inferiore. Stava impazzendo accanto a lui, lo sentiva, ma era così bello...si diede un paio di schiaffi e saltò in piedi.

Dieci minuti dopo, era già vestita. Si mise una maglietta rosa, un paio di leggins pesanti e comodi e le sue solite Convers bianche. Si guardò allo specchio, e quasi non riconobbe la sua figura. Era molto dimagrita, grazie agli allenamenti fatti con Lidja, ed ora aveva un corpo perfetto e snello.

I capelli lunghi e ricci le incorniciavano il viso roseo e gli occhi verdi brillavano.

Scese le scale e raggiunse gli altri, pronti per la missione. Salutarono Karl, il professore e Gillian e varcarono la porta. Immediatamente sentirono il cambio d'aria. Ora il vento era freddo e buio e i raggi che avevano accarezzato il viso di Sofia erano scomparsi.

Si divisero, e Sofia e Fabio andarono a Nord, mentre Lidja e Ewan andarono a Sud.


Dopo quattro ore, finirono in un parco. Verde e rigoglioso, cerchiato da alberi sempreverdi e panchine di legno chiaro. C'erano diversi parco giochi, e decisero di fermarsi per una pausa. Si sedettero su una panchina.

Sofia percepì che stava per succedere qualcosa, di molto bello e inaspettato. Fabio fece finta si sbadigliare, e con la scusa appoggiò il braccio attorno alle spalle di Sofia. La ragazza aveva il fiato corto e l'incertezza stava prendendo possesso del suo cuore.

Il moro si fece più vicino e la guardò negli occhi. Sofia si sentì persa. Le sue iridi verdi viaggiavano in quelle scure di Fabio, in un vortice di emozioni persuadenti.

Fabio si stava avvicinando alla sua bocca, ma Sofia si staccò dall'abbraccio con una scusa. Fabio quasi cadde e mise le mani in avanti per non perdere del tutto l'equilibrio. Abbassò la testa e ridacchiò dolcemente.

" Pensi che sia meglio proseguire verso Est o ancora verso Nord? Anzi...penso che ci sia più sensibilità a Sud " disse girando su se stessa, in un tentativo disperato di scacciare il sentimento che la stava facendo diventare viola.

" Sofia..." la chiamò lui. Lei continuò a dare indicazioni e non si preoccupò di chi stava cercando di attirare la sua attenzione.

" Sofia! " urlò. Lei si bloccò per un attimo, intimorita sotto quel tono, ma poi mosse addirittura qualche passo, in direzione opposta a Fabio.

Ma improvvisamente si sentì afferrare un braccio, che con un movimento, la costrinse a voltarsi. Ora erano a faccia a faccia.

" Perché fuggi? " le chiese.

" Io..."

" Sofia, io ti devo dire una cosa, ma mi devi promettere che non scapperai " lei annuì, e Fabio rallentò la presa al polso, fino a lasciarla. Si allontanò di mezzo passo e la guardò dritta negli occhi, e per un attimo la paura ebbe il sopravvento. Ma la scacciò immediatamente.

" Sofia, io da quando ti conosco, non ho bisogno d'altro...mi sono accorto che tu sei importante per me e di quale donna stupenda sei...sono stato stupido a non dirtelo subito, ieri, ma ero...spaventato "

Sofia non poteva credere alla sue parole...finalmente l'aveva ammesso.

" Non ti voglio costringere, ma mi devi almeno permettere di proteggerti, o di pensarlo solamente. Quando io ti ho vista veramente per la prima volta, io...sentivo che qualcosa in me stava cambiando...non lo volevo dire, ma era così, e lo è tutt'ora. Non è da me dichiararmi ad una ragazza, in realtà non l'ho mai fatto. Ma, ti giuro che sono cambiato "

Sofia lo ascoltava incantata e sapeva che quell'occasione non le sarebbe mai più capitata, almeno da lui.

" Io, Sofia...ti amo, Sofia! " gridò.  

Quelle parole arrivarono a Sofia come una pugnalata. Un coltello avvelenato d'amore. Sentì una lacrima formarsi all'angolo dell'occhio, e non fece nemmeno in tempo ad alzare il palmo, che essa scivolò lungo la guancia destra.

Sofia si gettò fra le braccia di Fabio e abbandonò la testa sul suo petto. Lui la strinse forte a sé e le dimostrò tutto il suo amore. Sofia si staccò delicatamente dall'abbraccio. Fabio le prese il mento fra l'indice e il pollice e avvicinò le labbra alle sue.

Erano morbide e calde, cariche d'affetto e passione. Sofia gli cinse le braccia al collo e lui le mise le mani ai fianchi. Si staccarono lentamente, come al rallentatore. Si guardarono fisso negli occhi. Quel bacio era stato di gran lunga migliore del primo, dato frettolosamente. Ora non si potevano nascondere niente, e ognuno si sarebbe dovuto prendere le sue responsabilità.

Sarebbero rimasti uniti, anche se quella maledetta battaglia li avrebbe separati, sarebbero rimasti insieme anche durante la loro futura vita da angeli. Se quella battaglia avrebbe separato la loro mente, il cuore sarebbe rimasto un unico e pulsante cuore. 
   
 
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