Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: lily winterwood    16/02/2017    5 recensioni
[Kimi No Na Wa/Your Name!AU |Victuuri |Traduzione by Class Of 13]
Per qualche strana, inspiegabile, fantastica ragione, Yūri Katsuki e Viktor Nikiforov si stanno scambiando di posto.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Minako, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7: Penso a te (ma non lo dico più).
 


Viktor.
Viktor, dove sei?
Mi hai chiesto di starti vicino, ma non posso farlo se non riesci a ricordarti di me.
Viktor, ti prego, non andare; ho paura di perderti…


«Viktor sta bene, Yuri, i dottori hanno detto che non ha riportato alcuna ferita. Nemmeno una slogatura. Sarà in forma per i campionati nazionali russi alla fine del mese, ne sono sicuro».

«Non è quello il punto. Hanno detto di averlo trovato privo di sensi fuori dalla pista dopo una caduta».
Viktor Nikiforov considera brevemente l'ipotesi di lasciare che le due persone nella stanza - Christophe Giacometti e Yuri Plisetsky, a giudicare da come suonano - sappiano che può udire ciò che stanno dicendo, ma non lo fa.
Invece rimane lì disteso con gli occhi chiusi, la sua mente che cerca di riottenere la percezione di dove si trova.

È vivo, innanzitutto. Disteso su un letto da qualche parte. Yuri e Christophe sono nei paraggi. Ma c'è qualcosa che manca, e la parte peggiore è che non sa chi o cosa sia.

«Però i dottori dicono che sta bene. Dovresti semplicemente lasciarlo riposare. Ad essere sinceri è piuttosto carino».
«Sei disgustoso», taglia corto Yuri. C'è il fruscio di qualche genere di involucro. «Tieni. L'ho preso dalla bancarella in fondo alla strada».

C'è un momento di pausa. «È delizioso».

«Sì, come ti pare». Yuri prende posto vicino al letto. «Sapevo che questo viaggio era una follia. Odio avere ragione».

«Sei solo indolenzito da tutto lo sforzo fisico che l'atto del ricostruire richiede».
«Ehi! Si tratta dell'idea stupida avuta da Viktor! Non aveva tempo per autocompiacersi per aver vinto l'oro alle finali del Grand Prix per sei volte di fila. No, è "andiamo a vedere come se la cava Katsudon", "andiamo a dare una mano a Katsudon nel ricostruire la città", "mi domando se Katsudon sarà felice di vederci", come se fosse innamorato del tipo o qualcosa del genere!».

«Te ne stai accorgendo solo ora che è innamorato?», ridacchia Christophe. «È come se fosse una persona completamente diversa in questi giorni. Il resto di noi se n'è accorto da un miglio di distanza».

«Sì, ed è disgustoso. Viktor Nikiforov è morto».
«Fuori il vecchio, dentro il nuovo», dice Christophe cantilenando. «Accettalo e basta, Yuri. La storia di Yūri Katsuki quest'anno lo ha davvero cambiato. Non sapremo mai davvero come o perché, ma lo ha fatto».

Viktor è appena cosciente della lacrima che scorre lungo la sua guancia nel sentir menzionare il nome di Yūri.

«Guarda, Chris. Lo hai fatto piangere nel sonno, mostro».

Christophe ridacchia. «Viktor, forse non dovresti origliare».

Viktor borbotta, tenendo gli occhi chiusi. «Yuri a te importa», bofonchia e il letto affonda bruscamente mentre Yuri si arrampica all'improvviso su di esso.

«Svegliati, vecchiaccio!», grida direttamente nell'orecchio di Viktor, come a voler compensare per il suddetto momento di preoccupazione.

Viktor strilla e apre gli occhi.

Si pente immediatamente della sua azione, perché le luci nella stanza sono fin troppo brillanti. Per prima cosa prova a sedersi, ma poi qualcuno lo preme nuovamente giù. Non appena i suoi occhi si abituano alla luminosità, si rende conto di essere in una stanza d'ospedale.

Yuri compare nel suo campo visivo, apparendo scontroso come Viktor si aspetta che sia. «Io ti ammazzo, razza di imbecille!», scatta Yuri. «Ti ho detto di tenere con te il cellulare! Immagina la mia sorpresa quando quella signora di nome Minako mi ha chiamato e mi ha detto che la gente della pista di pattinaggio ti stava portando in ospedale perché avevi avuto una caduta e poi sei barcollato fuori come se avessi ricevuto una concussione!».
«L'ho ricevuta?», domanda Viktor.

Yuri ribolle. «Sorprendentemente, no», dice. «Infatti non hai preso storte né ti sei rotto qualcosa. Cosa che penso che non sia niente di meno di un fottuto miracolo».

«Non ci saremmo mica voluti perdere i mondiali, no?», aggiunge la voce di Christophe da accanto a lui. Viktor volta il capo e lo svizzero agita la mano in segno di saluto.

«Saresti deluso dal vincere l'oro semplicemente perché ho ricevuto una concussione», sottolinea Viktor.

«Un punto», concede Christophe. «I dottori dicono che sei libero di andartene non appena ti senti pronto».
Viktor chiude gli occhi. Il corpo gli fa ancora male per via della caduta, ma almeno può riposare meglio sapendo che non aver ricevuto danni preoccupanti. Anche se tutto gli sembra peggio di quel che è realmente, perciò forse rimarrà qui un altro po'.

«Dove ci troviamo?», domanda.

Yuri borbotta l'ora familiare borbottio delle "vongole-andate-a-male". «Siamo in Giappone, stupido», dice.
«Hasetsu», aggiunge Christophe. «Sei venuto qui per trovare Yūri Katsuki».

Il nome gli dice qualcosa, ma Viktor non è del tutto sicuro del perché
«Forse dovrei richiamare il dottore e farti dare di nuovo una controllata. Potresti avere dei danni cerebrali, dopotutto», dice Yuri, e Viktor scuote il capo.

«No, no, sto bene», dice e si mette lentamente a sedere.

La mano di Christophe è immediatamente sul suo braccio, la preoccupazione evidente nella sua espressione. «Sicuro di stare bene?», chiede.

Viktor muove il braccio fuori dalla presa di Christophe e si mette testardamente in piedi. La testa gli gira un po' e si aggrappa al corrimano del letto d'ospedale per bilanciarsi.

«Ho fame», dichiara, prima che Christophe o Yuri possano spingerlo di nuovo sul letto. «Andiamo a mangiare il katsudon».
Viktor è ben cosciente delle strane occhiate che Yuri e Christophe si scambiano a cena.

Le ignora comunque, concentrandosi maggiormente sulla deliziosa ciotola di cotoletta impanata davanti a sé. Gli porta alla mentre distanti ma affezionati ricordi di tepore e risate. Non è sicuro del perché, ma lo assapora lo stesso.

Quando rimette giù la sua ciotola vuota e si guarda attorno, scorge un frammento di un poster familiare sul muro.

Si tratta di Yūri Katsuki, le braccia estese verso il cielo, il Castello di Hasetsu che brilla sullo sfondo. Viktor sente il suo cuore perdere un battito alla vista anche se, ancora una volta, non è del tutto sicuro del perché.

Minako Okukawa giunge a salutarli dopo il pasto, questa volta con una bottiglia di saké. Viktor ne rifiuta un bicchiere, però, perché la testa gli pulsa ancora leggermente. Perciò Minako versa un bicchiere a sé e a Christophe, e bevono l'uno alla salute dell'altro.

«Devo dire che siamo tutti davvero grati per la vostra visita qui», dice Minako dopo aver posato il proprio bicchiere. «È un gesto di solidarietà davvero commovente stare con Yūri durante la ricostruzione della sua città natale».

Viktor sbatte gli occhi. La cosa gli suona strana, per qualche motivo, eppure tutti la stanno trattando come se non fosse altro che la verità. «Come se la passa?», domanda, la voce esitante.

Minako sospira. «Potrebbe andare peggio», dice. «Hiroko e Mari dicono che non dorme molto, se non affatto.

«Quando tornerà?», domanda Yuri. «Devo ancora fargli il culo sul ghiaccio».

«Si spera in tempo per la prossima stagione», risponde Minako facendo spallucce. «Ma chi lo sa? La ricostruzione è ancora in corso, e Yūri si rifiuta di andare fino a che le cose non tornano nuovamente ad essere come prima. È testardo fino a quel punto».

«Potrebbe allenarsi qui, no?», domanda curioso Viktor.

«Avrebbe bisogno di un coach, qui, e non ci sono coach nell'intera prefettura che potrebbero essergli di qualche utilità», dice Minako. «Ecco perché in primo luogo è andato a Detroit».

Viktor annuisce mentre Christophe finisce il suo bicchiere di saké e se ne versa un altro. Yūri Katsuki. L'unica cosa chiara che ricorda su quell'uomo è il suo ballare ubriaco al banchetto della finale del Grand Prix e una promessa biascicata di cui non riesce proprio a ricordare le parole.
Viktor non riesce a dormire, quella notte. Si gira e rigira, fin troppo cosciente del russare di Christophe nel letto accanto al suo e di Yuri che borbotta qualcosa in russo nell'altro letto dall'altra parte della stanza.
Alla fine si tira fuori dal letto e si dirige verso la finestra, guardando la cittadina ancora in fase di recupero in basso.

Cerca le notizie sul terremoto e sullo tsunami di aprile. C'erano stati danni diffusi, ma le vittime erano state sorprendentemente poche (meno di cinquanta persone erano morte o ferite, infatti) per via di una richiesta di evacuazione largamente in anticipo e tempestiva. Maggiormente degno di nota era il miracoloso salvataggio della leggenda del pattinaggio artistico giapponese Yūri Katsuki, che in qualche modo era sopravvissuto al cuore del terremoto e conseguente tsunami mentre si trovava sulla cima della collina sotto il Castello di Hasetsu. Dopo essersi completamente ripreso, Yūri si è preso una stagione libera per aiutare nella ricostruzione della sua cittadina, e le numerose donazioni dai suoi fan in tutto il mondo hanno velocizzato il recupero del paese molto più di quanto previsto in origine.
Eppure, mentre Viktor cammina per le tranquille strade di Hasetsu, sulla strada per la Pista di Pattinaggio "Katsuki Yūri" riaperta di recente, nota che ci sono ancora molte costruzioni che sono poco più di pile di macerie. Hasetsu ha ancora una lunga strada davanti prima di poter essere dichiarata completamente ripresasi, ma almeno è sulla buona strada per esserlo.

Le porte della pista sono sbloccate. L'entrata è ricoperta di foto di Yūri nelle sue competizioni, e c'è perfino una teca di vetro che mostra dei trofei leggermente danneggiati dall'acqua proprio davanti alle porte centrali. Al bancone Yūko Nishigori sta completando delle scartoffie, con Takeshi Nishigori che spazza il pavimento dell'entrata. Le loro figlie sono distese su una delle panchine vicino alla teca dei trofei, rivolgendo degli "ooooh" e "aaaah" a qualcosa nei loro telefoni.

Quella in viola alza lo sguardo quando Viktor entra. «Ehi, è Viktor Nikiforov!», esclama.

Viktor sorride e rivolge un cenno di saluto. Le tre gemelle sciamano immediatamente verso di lui, scattandogli delle foto e chiedendo degli autografi.
«Ehi, ehi!», le sgrida Takeshi, «Lasciatelo respirare!».

«Ci scusi, le nostre ragazze sanno essere piuttosto entusiaste!», aggiunge Yūko mentre le tre gemelle corrono via con dei sorrisi trionfanti sui loro volti. L'espressione di Yūko si ammorbidisce nel momento in cui le ragazze sono fuori dalla portata d'orecchio. «Sta cercando un po' di tempo da trascorrere sul ghiaccio, Signor Nikiforov?».

Viktor annuisce. «Non riuscivo a dormire», ammette. «Perciò ho pensato di fare un salto qui e pattinarci su».

Yūko inarca un sopracciglio. «Abbiamo sentito che è stato in ospedale, prima», dice. «È sicuro di stare abbastanza bene da poter pattinare?».

Viktor ride. «Sì, va tutto bene!». Mette mano al suo portafogli. «Quant'è per un paio d'ore?».

«Oh, non ce n'è bisogno!», dice Takeshi con uno strano luccichio negli occhi. « C'è Yūri Katsuki all'interno; deve soltanto chiedere se potete condividere il ghiaccio».
Oltre le porte che conducono alla pista Viktor riesce a sentire lo scorrere dei pattini sul ghiaccio. Annuisce in ringraziamento ai Nishigori (che stanno sorridendo da orecchio ad orecchio, per qualche strana ragione) e si dirige attraverso le porte.

Di primo impatto la luminosità della pista lo acceca un po', ma una volta che i suoi occhi si abituano, gli si mozza il respiro.

Yūri è sul ghiaccio, con indosso la sua divisa della JSF e i guanti alle mani e i suoi vecchi pattini ai piedi. Il suo viso è più tondo rispetto ai poster, ma il suo fisico è ancora piuttosto snello. Probabilmente a causa di mesi di duro lavoro. Realizza Viktor con un sobbalzo. Si sta muovendo attraverso la coreografia di un programma, il corpo che si muove come un tutt'uno con la musica nella sua testa.
Viktor riconosce il pezzo quasi come se lo stesse pattinando lui stesso. Guarda, immobile nello stupore, mentre Yūri atterra sul suo quadruplo Salchow e si muove in una bellissima sequenza di pazzi, seguita da un triplo axel e un triplo flip. Anche se la canzone non è riprodotta da nessuna parte, Viktor giura di poter sentire il duetto del piano e del violino soltanto guardando i movimenti di Yūri.

Mentre Yūri scivola senza sforzo sul ghiaccio, le braccia distese come se stesse volando, Viktor si allunga e tocca il proprio volto, ed è sorpreso dal trovare le dita scivolare via bagnate. Le lacrime scorrono sulle sue guance e, per qualche motivo, non riesce a fermarle. Ma non riesce nemmeno a distogliere lo sguardo. Non da Yūri, mai più.

Yūri completa la sua combinazione successiva. Il cuore di Viktor gli balza in gola mentre Yūri si getta in una sublime sequenza di passi da capogiro, guadagnando più slancio con ogni giro, con ogni piroetta. Si sta preparando ad un altro quadruplo, Viktor lo sa. La coreografia originale aveva un quadruplo Salchow alla fine come un ringraziamento a Yūri, ma Yūri sta prendendo il volo sul bordo interno della parte posteriore delle lame-

È un quadruplo flip. E Yūri lo esegue correttamente.

Nel momento in cui Yūri atterra sul flip, tutto torna a Viktor in un'inesorabile onda di ricordi.
«Be my coach, Viktor!». Gli occhi di Yūri brillano guardandolo, e Viktor è piuttosto sicuro in questo momento di non aver mai visto nulla di più bello nella sua vita…
Viktor è in piedi davanti allo specchio di una stanza poco familiare, esaminando il suo corpo improvvisamente più basso e robusto. Tira appena i suoi capelli neri ora molto più corti, prima di voltarsi rispetto allo specchio e afferrare il proprio sedere con un ghigno soddisfatto…
«Che ti è preso ultimamente?», domanda Yuri Plisetsky mentre Viktor sorride ai nuovi selfie sul proprio cellulare che di sicuro non ha scattato e al resonconto su come Makkachin, il giorno precedente, avesse inseguito uno scoiattolo…
Viktor guarda le parole in giapponese scarabocchiate sulla sua guancia e il post-it attaccato al suo specchio, il suo sorriso che si allarga sempre di più mentre il suo cuore palpita come se stesse per prendere il volo…
«Mi dispiace così tanto; pensavo lo sapessi». La voce di Christophe è troppo gentile, troppo consolante, mentre Viktor piange sulla sua spalla e una serie di messaggi svanisce dal suo cellulare…
I piedi di Viktor bruciano e dolgono in protesta mentre si lancia in quel quadruplo flip in un paio di vecchi pattini…


Viktor si trova ad avere le vertigini, le lacrime che cadono con maggiore decisione dai suoi occhi mentre ricorda e ricorda e ricorda. È come se una parte di lui fosse stata risvegliata e adesso tutto sembra improvvisamente cadere in perfetta chiarezza.
Yūri.
Yūri, ti ho trovato.

Sono al tuo fianco, adesso, e non ti lascerò di nuovo.
Yūri, sto venendo da te!


Mentre Yūri allenta la tensione nella sua ultima trottola combinata, Viktor si sente come se il suo cuore stesse per esplodere. Alla fine non riesce più a sopportarlo e, mentre Yūri alza le proprie braccia nella sua posa finale, Viktor corre.

Non ha mai indossato i suoi pattini per poi dirigersi sul ghiaccio così in fretta nella sua vita, ma eccolo lì, improvvisamente al centro della pista, dove Yūri è situato, il cuore che palpita furiosamente nel suo petto.
«Yūri», soffia come se si trattasse di una preghiera.

«Viktor», sussurra Yūri, i suoi bei occhi castani spalancati per il disorientamento. «Cosa ci fai qui?».

«Sono venuto a vederti». Oh, Viktor desidera così tanto allungarsi e toccare Yūri, come a volersi assicurare che l'uomo non sparirà ancora una volta, ma si contiene. «Mi dispiace averti fatto aspettare così a lungo».

Yūri abbassa lo sguardo nel sentirlo, la sua espressione indecifrabile. Il cuore scalpitante di Viktor trema appena.

Dopo un lungo istante Yūri parla nuovamente. «Pensavo che fosse tutto un sogno», mormora, e Viktor è stupito nel trovare delle lacrime che scorrono sulle guance del giapponese, brillanti nella luce fluorescente della pista.

«Sono qui, adesso», risponde, allungando una mano. Il respiro di Yūri di ferma al gesto. Per un lungo momento la pista è in silenzio prima che Yūri scacci via le lacrime e guardi Viktor con occhi brillanti.

«Mi ricordo di te», dice, e posa la sua mano in quella di Viktor.

Il ballo gli sorge spontaneo come respirare, come se i loro corpi parlassero la stessa lingua. Scivolano assieme sul ghiaccio, fianco a fianco, mano nella mano, e ad un certo punto la visuale di Viktor viene offuscata nuovamente da lacrime che non si premura di scacciare. Sta inviando una preghiera disperata, e, miracolosamente, Yūri gli sta dando la risposta.

O forse Yūri è sempre stato la risposta.

Pattinano assieme sulla stessa sconosciuta eppure familiare musica, due fili scarlatti che si intrecciano finalmente in uno solo. Yūri traccia la guancia di Viktor con tutta la familiarità di un amante, il tocco leggero come una piuma che fa cantare il cuore di Viktor. Anche se sa che questa nuova possibilità di stare assieme è solo la loro prima riunione, sembra più come se si sia riunito a Yūri in migliaia di altre vite, migliaia di altre possibilità.

Mentre pattinano in cerchio l'uno attorno all'altro, senza mai togliersi gli occhi di dosso, Viktor prende la mano di Yūri e ne bacia l'anulare.

«Anche io mi ricordo di te», dice, e il sorriso di Yūri è più brillante di tutte le stelle nel cielo.

 
Note della Traduttrice a.k.a gli scleri di Class Of 13.

E siamo alla fine. E' stato un lungo viaggio pieno di feels, ma che mi ha lasciata davvero tanto soddisfatta, essendo questa la prima traduzione di una certa lunghezza in cui mi cimento. 
Questa parte finale è stata palesemente ispirata all'episodio 12, per questo mentre traducevo mi sono messa a sentire il duetto di "Stammi Vicino" in loop e... puff, mi sono commossa. Ho il cuore di marshmallows, mi sa tanto.
Innanzitutto ci tengo a ringraziare la stessa Lily Winterwood, l'autrice che mi ha permesso di tradurre la sua storia. Traducendo e vedendo le varie sfumature dei verbi da lei scelti, mi sono accorta di aver avuto la possibilità di trasporre nella nostra lingua un vero e proprio gioellino che si integrava splendidamente con il messaggio originale del film di Shinkai ( di cui io sono una fan sfegatata, se non si fosse capito).
In secondo luogo ci terrei a ringraziare le mie "sorelline" (anche se in realtà io sono la più ciofane del trio) Eli e Fang che hanno sclerato e pianto con me man mano che traducevo ( e fangirlavo in maniera oscena, aggiungerei ) su questa storia, e tutti i simpaticissimi fan di YoI con cui ho avuto il piacere di parlare su Telegram, che sono sempre stati gentilissimi nei loro pareri sul mio lavoro.
Spero che la storia e la mia traduzione vi siano piaciuti!
Alla prossima traduzione!
Ja ne~
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: lily winterwood