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Autore: ThorinOakenshield    19/02/2017    3 recensioni
Il clan di Merida è sempre stato in ottimi rapporti con i nani di Erebor. Un giorno, re Fergus decide di invitare re Thorin nel suo regno, e...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Deporre le armi

“Zio, ti abbiamo detto che noi non c’entriamo niente!”
“Fili, sappi che, continuando a mentire, state solo peggiorando la vostra situazione.”
“Ma zio! Te lo giuro, questa volta non siamo stati noi!”
“Non ti credo, Kili. Ogni volta che mi succedono cose del genere, guarda caso, c’entrate sempre voi due! Quand’è che vi deciderete un po’ a crescere?”
Merida si trovava nella sala dei banchetti e, mentre aspettava che la colazione venisse servita, ascoltava la sgridata che Thorin stava facendo sorbire ai suoi nipoti.
La ragazza si sentiva in colpa: erano stati i suoi fratellini a mettere del pesce negli stivali del nano, e l’avevano fatto solo perché lei aveva detto loro di fargli uno scherzo.
Thorin era fermamente convinto che fossero stati i suoi nipoti a fargli quella burla, mentre loro, poveretti, non c’entravano proprio niente.
La principessa era quasi tentata di dirgli la verità, ma lui già la odiava, dopo questa avrebbe potuto seriamente farle del male! Però non era giusto che Fili e Kili si beccassero tutta la colpa…
La ragazza si distrasse da questi pensieri quando vide i suoi fratelli fare irruzione nella sala. Avevano un’aria pienamente soddisfatta, fieri di essere riusciti un’altra volta a scamparla, dopo averne combinata un’altra delle loro.
“Ragazzi, siete stati grandi!” disse loro Merida, dopo averli raggiunti. Si era sforzata di parlare il più piano possibile, per non farsi sentire da Thorin Scudodiquercia. “Certo, potevate fare di meglio, ma mi accontento.”
Nella sala giunsero anche la regina Elinor, re Fergus e le due amiche di Merida. I genitori della ragazza andarono ad accomodarsi a tavola insieme a Thorin, Fili, Kili e i tre demonietti, mentre Jasmine e Belle andarono incontro alla loro amica.
“Dormito bene?” chiese loro Merida con un sorriso raggiante stampato in faccia.
“Sì,” rispose Jasmine, “togliendo il fatto che mi sono svegliata prestissimo perché Re Thorin si era messo a urlare di tutto ai suoi nipoti,” aggiunse a voce bassa.
“Già, si è ritrovato del pesce negli stivali.” La principessa dai capelli rossi si mise le mani davanti alla bocca, per evitare di prorompere in una fragorosa risata, facendo inorridire sua madre
e dando a Thorin un motivo in più per ritenerla una selvaggia che i genitori non sono riusciti a educare.
Dopo aver sgranato gli occhi, Belle assunse un’espressione indagatrice. “Non so perché, ma ho come l’impressione che Fili e Kili non c’entrino niente con questa storia… vero mia cara?”
Merida si grattò la nuca. “Beh… ecco...”
“Ragazze, insomma! La colazione è servita, stiamo aspettando solo voi tre!” Dopo queste parole rabbiose del padre, Merida e le sue due amiche decisero finalmente di andare a sedersi con gli altri.


“Mi dispiace non essere stato lì quando il drago ha attaccato” disse re Fergus parlando con la bocca piena, come sempre, senza badare alle occhiate di rimprovero della moglie. “Se io e il mio clan ci fossimo trovati a Erebor, potete star certo, sire Thorin, che vi avremmo aiutati a far fuori quell’orribile bestia.”
“Di questo ne sono certo, re Fergus” disse il nano con la sua voce profonda e virile, la quale aveva il potere di far attorcigliare lo stomaco di qualsiasi fanciulla che l’ascoltava. “Ma voi vi trovavate lontani da Erebor, erano altri quelli che sarebbero dovuti intervenire.” Il suo sguardo si indurì e la sua mente si perse in ricordi lontani, in torti che mai avrebbe dimenticato, finché sarebbe stato in vita avrebbe portato rancore, l’avrebbe portato con sé nella tomba.
“Re Thranduil si è comportato proprio in un modo vergognoso, sire Thorin, il mio clan ha perduto la stima per lui già da tempo.”
“E non è il solo.” L’espressione e il tono di Thorin non cambiarono, rimasero duri e cupi proprio come quando aveva tirato fuori l’argomento, e Merida non poté fare a meno che essere d’accordo con lui: conosceva quella storia, era al corrente di come si erano comportati gli elfi, e pensava che il nano avesse avuto tutte le ragioni del mondo per prendersela. Anche lei si sarebbe arrabbiata se la sua gente, la sua famiglia, fossero state in pericolo, e le fosse stato negato aiuto da persone che avrebbero potuto tranquillamente correre in loro soccorso.
“Per questo abbiamo deciso di invitarvi nel nostro regno” continuò Fergus. “Per ringraziarvi per tutte le volte in cui ci avete aiutati in battaglia, e per farci perdonare di non essere stati lì a soccorrervi quando il drago ha attaccato Erebor.”
“Non dovete farvi perdonare nulla, davvero.”
“Quando avevate deciso di andare a riconquistare la Montagna Solitaria, potevate chiamarci, vi avremmo accompagnati senza esitare.”
“Di questo ne sono certo, re Fergus” disse Thorin con un sorriso, facendo diventare paonazza Merida. “Ma era una faccenda del mio popolo, non potevo rischiare la vita anche della vostra gente per una causa che non era la vostra, sarebbe stato scorretto da parte mia.”
“Beh” iniziò Fergus, pulendosi la bocca con il braccio. “Da oggi in poi, le cause del vostro popolo saranno anche le nostre.” Alzò in alto il boccale. “All’amicizia tra la nostra gente! Che possa durare fino alla fine dei tempi.”
Thorin Scudodiquercia alzò in alto anche il suo boccale. “Alla nostra amicizia! Da oggi in poi, anche le cause del clan Dun Broch saranno le nostre!”


Durante la colazione, quando fu sceso un po’ di silenzio, qualcuno decise di interrompere la quiete…
A Thorin arrivò un pisello dritto dritto sulla guancia destra. Il nano alzò lo sguardo dal suo piatto e indirizzò un’occhiataccia al nipote più giovane, il quale si trovava seduto alla sua destra. “Kili, per favore, comportati da persona adulta!”
Il nano sgranò gli occhi. “Zio… ma che hai adesso? Io non ho fatto niente!”
Merida guardò i suoi fratellini: erano stati loro a lanciare un pisello al Re dei Nani. La ragazza dovette compiere uno sforzo indescrivibile per non scoppiare a ridere.
I tre demonietti non si arresero, quindi ne lanciarono un altro, questa volta sulla guancia sinistra del nano.
Thorin guardò suo nipote Fili, seduto alla sua sinistra. “Ti ci metti anche tu?” Stava cominciando ad alzare la voce, mentre Elinor, Fergus e le amiche di Merida stavano iniziando a sentirsi un po’ a disagio, lo stesso disagio che si prova quando ci si trova in compagnia di certe persone che iniziano a discutere fra di loro, e tu non c’entri assolutamente niente e non hai la più pallida idea di cosa dire.
“Zio, guarda che non ho fatto assolutamente niente...”
Merida si mise le mani davanti alla bocca e ridacchiò. Tornò seria solo quando sua madre la guardò con aria interrogativa e accusatoria allo stesso tempo.


Quando la colazione terminò, Merida non ebbe il tempo di andare fuori dal castello, che si ritrovò Belle e Jasmine davanti. Entrambe avevano le braccia incrociate sul petto e la stavano guardando con aria severa.
“Dobbiamo parlare” le disse Belle.
La principessa sbuffò. “Così sembrate mia madre...”
“Fili e Kili non c’entrano niente con il pesce negli stivali e i piselli volanti… vero?” le chiese Jasmine con l’aria di chi la sa lunga.
Merida non ebbe il tempo di rispondere, che Belle aggiunse: “Qualcosa mi dice che ci sia tu sotto tutta questa storia.”
“In realtà sono stati i miei tre fratelli.”
“E chissà chi è stato a dire loro di fare queste cose!” disse Jasmine.
La rossa rimase un attimo in silenzio, pensando se fosse stato il caso di confessare tutto. D’altronde, Belle e Jasmine erano le sue migliori amiche, poteva fidarsi. “E va bene” si arrese abbassando le spalle. “Sono stata io a dire ai miei fratelli di fare uno scherzo a Thorin Scudodiquercia.”
“Merida...”
“Ma hanno fatto tutto loro!” La principessa mise le mani avanti. “Il pesce e i piselli sono state delle loro trovate!”
“Merida,” iniziò Belle, “posso capire che Thorin Scudodiquercia non sia l’essere più simpatico del mondo, ma comportarti così non ti porterà da nessuna parte, servirà soltanto a fare arrabbiare tua madre e a metterti contro quel nano.”
“E fidati, non credo proprio che sia consigliabile mettersi contro un nano del genere...” aggiunse Jasmine.
“Tuo padre ha giurato fedeltà ai nani di Erebor, e loro l’hanno giurata al tuo clan, avere un regno in più come alleato può fare la differenza...” riprese Belle. “Thorin Scudodiquercia, per quanto mi riguarda, sarebbe capace di stroncare l’alleanza e l’amicizia solo per i tuoi scherzi.”
Le frasi sagge dell’amica avevano lasciato Merida senza parole. Belle aveva ragione, la principessa dai capelli di fuoco non aveva nessuna argomentazione per controbattere.
Improvvisamente, la ragazza si sentì terribilmente stupida e infantile, proprio come lo era stata quando aveva dato quella pozione a sua madre. Sono davvero così sciocca e orgogliosa da giocarmi un valido alleato per il mio popolo solo per fargliela pagare a un nano?
“Merida, vorrei parlare un attimo con te.”
Ci si mette pure mia madre! A quanto pare, oggi si sono messi tutti d’accordo per farmi notare quanto sia stupida…
Belle e Jasmine le lasciarono sole.
“Merida...” disse Elinor dopo un sospiro. “Devo pregarti di piantarla con questi giochetti infantili, sei grande ormai! Credevo che fossi maturata, ma a quanto pare mi sbagliav...”
“Non serve che tu me lo dica, mamma” la interruppe la figlia con tono pacato, sorprendendo non poco la madre. “Ho già deciso di darci un taglio: chiederò scusa a Re Thorin, e pure a Fili e Kili per essere rimasta in silenzio e averli fatti apparire come i veri colpevoli.”
La regina Elinor rimase senza parole, non si aspettava che sua figlia avrebbe detto una cosa del genere, ma non poté che esserne lieta.
Così, Merida ordinò ai suoi fratelli di smetterla di accanirsi su Thorin, di non andare più avanti con questi scherzi.
E per quanto riguarda lei, decise che avrebbe portato fede alle sue parole: avrebbe chiesto scusa, e confessato tutto.

L’Antro di Lucri:

Ragassuoliiiiiiii <3.
Scusate per il ritardo!! Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare un po’ più puntuale, perché ho già un’idea.
Comunque sì: Merida ha deciso di deporre le armi, e scusarsi con il nostro bel nano… ma lo sappiamo tutti com’è fatto Thorin: credete che perdonerà Merida così facilmente quando scoprirà che c’era lei sotto tutte queste marachelle? AHAHAHAHAHAHAHAHAH.
No.
Quindi ne vedremo ancora delle belle :P!
Al prossimo capitolo pischelli! <3
Con affetto

Lucri

 

   
 
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