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Autore: Akrois    03/06/2009    3 recensioni
L’Ospedale Santa Maria di Atene era un meraviglioso polo unico dove medici, infermieri e visitatori si muovevano con una cartina gentilmente concessa dall’ente del turismo.
In un solo edificio erano stati raggruppati cinque piccoli ospedali e ben tre cliniche private.
Nell’enorme costruzione, tutta vetro metallo e cemento si trovava solo un misero 3% di mattoni che, poveri piccoli, erano stati relegati nei sotterranei, luoghi stupendi dove la puzza di polvere, muffa e marcio erano in grado di stecchire anche un elefante.
In quest’ospedale erano raccolti i medici migliori che Atene avesse mai visto.
Costoro erano…
[c’era un motivo in fondo, se quell’ospedale era detto degli “occhibelli"]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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[11]

Fiori, bambini, Milo e Aldebaran.

 

 

- Dottor Marakis, è permesso?

 

Milo alzò lo sguardo dal proprio numero di Topolino verso la donna che era entrata nel suo ufficio.

 

- Prego, prego, entra. Che succede?

 

Domandò, sorridendo disponibile.

 

- Bhe, c’è una signora che chiede di lei…. Vuole che la porto qui?

- Oh, certo, certo! Portala pure qui, cara…

 

“Così posso finire di leggere Topolino.”

 

Pensò mentre la donna se ne andava. Speranze vane, visto che la porta si riaprì in un nanosecondo, mentre un bambino dai capelli biondi entrava di corsa, travolgendo tutto quello che incontrava e buttandosi tra le braccia di Milo.

 

- Eh?!

 

Milo osservò attentamente il bimbo.

 

- E tu chi sei bambinetto?

- Ma cosa dici, Milo?

 

Domandò una donna, immobile sulla porta. Portava uno stretto tubino nero che fasciava le forme generose, scoprendo le gambe e le braccia chiarissime. I capelli biondi (per qualche motivo a Milo oscuro ma invidiato dall’alto dei suoi capelli a NidoDiRondineAlienaPiovutoDaMarte) ricadevano in dolci onde precisissime e perfettisime, incorniciando il volto ovale e gli occhi azzurri e scoprendo il bianco collo di cigno.

 

- Marie Claire!

 

Esclamò Milo, estasiato.

 

- Da quanto tempo non ci vedevamo! E quindi tu sei..

 

Abbassò lo sguardo verso il bambino. Aveva i capelli biondi a sua volta, solo abbastanza ribelli da farlo somigliare ad un Super Sayan con gli occhi blu.

 

- Phimie, anzi, Seraphine?

 

Il piccolino tolse la faccia dal suo stomaco e sorrise allegro. Circa otto anni prima, Milo aveva fatto da padrino al suo battesimo, ma poi non l’aveva più rivisto. C’è da dire che lui e Marie Claire erano vecchi amici (la bionda faceva parte della simpatica comitiva di Camus –un gruppo di snob musoni con la puzza sotto il naso -cof cof- ed era quella che probabilmente aveva dato più grane a Camus che sentiva in dovere d’impedirle di finire la vita prematuramente o altre cose così.). Marie Claire si avvicinò alla sedia, accomodandosi. Prese la mano abbronzata di Milo tra le sue e lo guardò con quegli occhi.

Quegli occhi erano superiori agli Sguardi Pucci di Aiolos, alle occhiate truci di Angelo o allo sguardo languido di Aphrodite. Erano gli occhi che dicevano “io ho bisogno di un favore e tu me lo accorderai.”. Erano anche gli occhi che aveva fatto a Camus per convincerlo a mettersi con lui…- cof cof-

 

- Milo, sono qui per chiederti un favore…

- Dimmi, Mariuccia.

- Bhe, ultimamente mi ero sistemata bene…

 

Mi ero trovata un uomo vecchio e ricco che mi manteneva.”

(traduzione di Milo)

 

- Ma purtroppo ho avuto dei problemi…

 

Il vecchio mi ha sgamato l’amante.”

(è sempre Milo che traduce)

 

- Che stò risolvendo..

 

Ho pagato i migliori avvocati della Grecia per spennargli più soldi possibili nella causa di divorzio

 

- Ma ho bisogno di qualcuno che tenga Phimie.

 

Purtroppo sono riuscita a farmi odiare da metà delle persone che mi conoscevano e mi sei rimasto solo tu.”

 

- Ma tempo una settimana tutto si sistemerà.

 

Quando l’avrò lasciato in mutande fuggirò col mio amante in una qualche località marittima alla moda e invecchierò vivendo di rendita

 

- Non ti preoccupare, Mariuccia, ci pensiamo io e Camus, d’accordo?

 

Assicurò sorridendo. Marie Claire sembrò decisamente sollevata.

 

- Allora vado a prendere le valigie di Phimie!

- Ah, certo, le valigie di Phimie.. come le valigie di Phimie?!

 

Il povero Milo aveva pensato di avere almeno un giorno o due per convincere Camus…

 

 

 

 

 

 

 

- Dottor Aldebaran!

 

Al si voltò verso un volto sorridentissimo. Una ragazza vestita di bianco era immobile in mezzo a vari tipi di fiori, sotto un cartello che recitava “Nuova Luxor”, il negozio dove la ragazza lavorava come fioraia.

 

 - Da quanto tempo che non ci vedevamo dottore!

 

Esclamò, sollevandosi per dargli un bacio sulla guancia…

E non arrivandoci.

 

- Santo cielo, Dottore, è una mia impressione o è cresciuto? Beato lei che è così alto!

 

Al scoppiò in una risata tonante.

 

- Dai, Yuri, anche tu crescerai fino a diventare alta quanto me!

 

Yuri rise in maniera più aggraziata, coprendosi la bocca con una mano.

 

- Certo, Dottore… siete voi uomini che crescete fino a millemila anni, io donna, sviluppata, crescerò di un centimetro o due.. se non mi rimpicciolisco!

 

Al ristoppiò a ridere.

 

- Comunque, fammi vedere cosa stai facendo, dai.

 

Al si chinò fino all’altezza del tavolo della ragazza, osservando il cestino in cui questa stava riponendo i fiori. La composizione era sui toni pastello molto graziosa a vedersi e dal profumo delicato.

 

- È molto bella questa composizione.

 

Disse sorridendo. Yuri sorrise a sua volta, arrossendo un poco.

Silenzio.

Al guardò a destra e a sinistra, prima di tirare fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un portafoglio in pelle marrone.

 

- Bhe, allora la comprerei…

- Eh?!

- È in vendita, no?

- Oh! Sì, certo! Sono sedici euro!

 

Yuri cominciò a far cadere le monetine del resto e a fare un gran macello. Ma in qualche modo riuscì a restituire i quattro euro ad Al e a dargli lo scontrino.

 

- Allora, arrivederci dottore!

- Sì. Ripasserò preso Yuri!

 

Al sorrise salutandola e si avviò per la via fischiettando.

 

- Assurdo.

 

Ad Al prese un colpo.

 

- M-M-M-M-M-Mikail! Che cosa ci fai qui?!

- Oh, sono un cliente abituale di quel neozio. Hanno ottimi rimedi per i parassiti.

 

Disse Mikail, smuovendo dolcemente i propri capelli biondo miele con una mano.

 

- Comunque trovo assurdo che tu non ti sia dichiarato ad una ragazza che ti piace così palesemente!

- Eh?!

- Al, santo Cielo, anche un cieco se ne sarebbe accorto!

- Ma-Ma-Ma-Ma- io……!

- Ma io che?

- Niente…

 

Al mise il broncio, cominciando a giocherellare con un fiore viola chiaro.

 

- Però sono contento di sapere che ti piace una ragazza così dolce. Sarai un marito e un padre splendido.

 

Al lo guardò speranzoso.

 

- Davvero?

- Ovvio.

 

Mikail tentò invano di battergli una pacca sulla spalla. Senza perdere la propria eleganza, glie la batté con nonchalanche sul gomito.

 

 

 

 

- Dai, Camus non è una tragedia!

 

Milo aveva chiamato Camus nel suo ufficio appena Marie Claire se n’era andata.

 

- Mariuccia mi ha chiesto un favore… neanche tu gli avresti detto di no!

- Probabilmente non le avrei detto di no, ma almeno ci avrei pensato! Come faremo un bambino in casa?

 

Camus si portò le dita alle tempie, massaggiandosele, mentre Milo proponeva vari sistemi per tenere il bimbo in casa senza lasciarlo solo 22 ore su 24.

 

- E poi…

 

Disse Milo, guardandolo.

 

- Non sarà poi così difficile tenere un bambino! Ti ricordi com’era con Teo?

- Teo non era un bambino Milo, era un palloncino a forma di unicorno alato rosa shock.

- Ma era nostro figlio!

- Che è volato via. Tutta la Grecia si ricorda l’idiota che corse per quasi venti chilometri gridando “Teooo! Torna qui figlio degenere!”.

- Camus, avevi giurato che non me l’avresti rinfacciato!

- Ops.

 

 

A.Corner_____________

 

Al è tornato!*O* da quanto tempo! Quasi quasi mi mancava!XD ora devo far tornare dall’oblio Dokho e Sion e poi più o meno siamo a posto xD

Sob, però è brutto questo capitolo  ç______________ç

Molto sob ç___ç

Pluri sob ç_______ç

Sembra tirato via ç_ç

Non uccidetemi, vi prego ç_ç


l'episodio di Teo è liberamente ispirato ad una scena di vita reale ù_____________ù

 

Yuri è il nome sotto lo © della Pucchy ma non mi veniva in mente di meglio §Wù

Ah, una nota per la Pucchy: la _Pain_ dell'Another Dimension sono io XDXDXD è un secolo che mi riprometto di dirtelo ma me lo dimentico ogni volta ò.o

 

Capitolo Extra ( L’ennesimo)

 

La Moka.

Milo&Camus + Phimie

 

Phimie dormiva beatamente nella camera degli ospiti e Milo se ne stava beatamente seduto in salotto a leggere una rivista e mangiucchiare biscotti, quando Camus entrò in cucina.

Con la stessa rapidità con cui era entrato, ne uscì, per poi dirigersi verso di lui. Milo lo vide prendere un gran respiro e poi dire queste semplici tre parole: - Milo, amore mio.

Ebbene, Milo si sentì incredibilmente spaventato, tanto che si riflesso chiuse la rivista e se la pose in grembo.

Perché, ormai aveva capito bene, ogni discussione che inizia con “Milo, amore mio” con la paura dopo “Milo” e il silenzio impenetrabile dopo “mio” voleva dire solo una cosa: guai.

 

- Si, Camus…?

- Posso chiederti una cosa?

- Certo, tutto quello che vuoi.

- Come funziona una moka?

 

Milo si sentì profondamente offeso. Non sapere come funzionava una moka! Non era certamente così idiota!

 

- Metti l’acqua nel pezzo sotto, il caffè in quello intermedio, chiudi col pezzo sopra e poi metti tutto sul fuoco.

- Bene, ora ripeti la seconda parte.

- Metti il caffè in quello intermedio.

- Ancora.

- Metti il caffè in quello intermedio.

- Ancora.

- Metti il caffè in quello intermedio.

- Ancora.

- Camus, non capisco che significa tutto questo!

- Voglio sapere che sei convinto che nella moka vada messo il caffè.

- Certo che ne sono convinto!

- Allora perché nella nostra cucina c’è una moka esplosa Milo? Non ricordo che il caffè abbia di questi effetti.

 

Milo rimase in silenzio. Calcolò di non avere possibilità di fuga. Occhieggiò la porta-finestra aperta sul davanzale, ma erano all’ottavo piano ed uno volo di quel tipo poteva essergli fatale (togliendo il “poteva”, gli sarebbe stato sicuramente fatale), tornò quindi a guardare Camus.

 

- Bhe, io e Phimie stavamo giocando…

- A cosa…?

- Al Piccolo….

- Piccolo?

- Bombarolo.

- Milo.

- Sì?

- Hai tre secondi di vantaggio. Fossi in te li sfrutterei.

 

   
 
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