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Autore: Lola1991    25/02/2017    3 recensioni
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« Tornerai da me stanotte? » chiese raggiante, guardandolo negli occhi.
« E tu mi aspetterai? » disse lui, perdendosi nel mare verde dei suoi.
« Io ti aspetterò sempre. »
« E io tornerò sempre da te. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il primo incontro
 
Ancora prima di potersi lamentare, gli avevano cacciato quel marmocchio urlante tra le braccia. Sua madre, arrossendo per l’emozione, l’aveva afferrato per i già lunghi capelli scuri, l’aveva fatto sedere con poca grazia e, senza tante cerimonie, gli aveva consegnato la bambina, che in quel momento il giovanissimo Thorin teneva come fosse un piatto di porcellana, che al minimo movimento avrebbe potuto andare in mille pezzi.
 
« Hai visto, Thorin? Lei è Laswynn, e sarà anche tua responsabilità occuparti di lei, quando crescerà! » sibilò estasiata la madre.
Thorin fece una smorfia disgustato, mentre gli adulti presenti nella stanza battevano le mani e sghignazzavano alla vista di quei due.
 
Ma io ho già un fratello e una sorella, ecco cosa avrebbe voluto rispondere. Si morse il labbro, e in quella posizione scomoda, guardò la bambina tra le sue braccia, che per un attimo si era calmata e che iniziava lentamente ad aprire gli occhi in quel nuovissimo mondo.
Le iridi azzurro vivo di Thorin indugiarono per qualche istante su quelle ancora senza colore di Laswynn, mentre la bambina sbadigliava vistosamente e lasciava cadere il braccetto fuori dalla coperta. Dopo qualche breve istante, ecco tuttavia che il neonato prese a urlare più forte di prima, reclamando attenzioni.
 
« Ma non le ho fatto nulla! » esclamò Thorin indignato, guardando la madre e pregando che lo liberasse al più presto da quella situazione scomoda.
« Ha solo fame tesoro, non hai fatto nulla di sbagliato. » sentenziò lei, afferrando la bimba e restituendola alla madre, poco distante.
« Ora va, ci vediamo più tardi ».
 
Thorin non se lo fece ripetere due volte, abbozzò un breve inchino alla madre e agli altri nani, come gli avevano ben insegnato, e corse fuori dalle stanze.
Non gli ci volle molto per scendere le scale; nonostante molti lo salutassero rispettosamente, cercò di velocizzare il passo per raggiungere l’ingresso principale del salone del regno di Erebor, regno che – come spesso gli ricordava suo nonno, re Thr
ór – un giorno sarebbe stato suo per diritto di nascita.
 
La vita del giovane principe Thorin sembrava già decisa da tempo; prendeva già lezioni con i due istitutori assunti dal padre e adorava accompagnare il nonno nelle visite ufficiali, anche se spesso le trovava lunghe e faticose.
 
Nonostante la giovanissima età, Thorin sembrava già essersi fatto carico di un numero considerevole di responsabilità. La prima venne, ovviamente, quando nacque il suo fratellino, Frerin. Suo padre Thrain gli aveva fatto promettere e giurare che lo avrebbe sempre protetto, in qualità di fratello maggiore.
Poco dopo, come se non bastasse, arrivò Dìs, la sua sorellina, sempre attaccata alla gonna della madre e vezzeggiata dal nonno e da tutti i familiari.
A Thorin non piacevano affatto i bambini, soprattutto quando piangevano o si lamentavano. Evitava di restare a lungo con il fratello e la sorella, di cui si occupava, in via principale, sua madre.
 
Per questo si era tanto lamentato quando era stato chiamato e senza nessuna spiegazione si era visto mettere fra le braccia l’ennesimo neonato. Eppure questa volta, per sua fortuna, non si trattava di un’altra sorellina. Laswynn era infatti la primogenita del cugino di secondo grado del padre, e quindi sua lontana parente, seppur alla lontana, cosa di cui Thorin era enormemente grato.
La madre di Laswynn, Heron, sorella di Náin, loro parente dei Colli Ferrosi, era diventata molto amica della madre di Thorin, in seguito che questa venne data in sposa al cugino della madre con il fine di rinsaldare il legame tra i due clan di nani.
Da quando la nana aveva deciso di stabilirsi a Erebor, dimora del marito, Thorin se la trovava sempre tra i piedi, e la situazione di certo non sarebbe migliorata, ora che una nuova neonata faceva parte di quella strana e numerosissima famiglia allargata.
 
Tuttavia Thorin non se ne curò, e in breve il pensiero della bambina fu dimenticato. Era infatti appena giunto all’ingresso principale della città-fortezza, e dal portone aperto poteva vedere la luce del sole di quel caldo pomeriggio d’estate che faceva capolino tra le mura del salone.
« Andiamo fuori a giocare ai soldati? » propose una voce dietro di lui.
« Certo! » rispose immediatamente Thorin, che aveva riconosciuto il suo migliore amico Dwalin.
I due amici corsero a perdifiato fuori dal portone, mentre sorrisi e cenni educati li accompagnavano fuori, verso quella meravigliosa e calda giornata di spensieratezza.
   
 
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