Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: vale ronron    27/02/2017    1 recensioni
La guerra è finita, katniss e Peeta sono entrambi al distretto dodici, ma cos' è accadutto negli anni precedenti alla nascita dei loro due bambini...Vedremo un Peeta insicuro, Impacciato e confuso, ama ancora la ragazza di fuoco? o il depistaggio ha mutato irreparabilmente i suoi sentimenti?!...vedremo una katniss impulsiva, pensierosa e in cerca di attenzioni...insomma spero di avervi incuriosito...buona lettura, spero vi piaccia!!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV Katniss
Tornare alla normalità non era stato facile, inizialmente, sotto il consiglio del dottor Aurelius,  mi limitavo a fare le cose in maniera meccanica. Mi alzavo , mi preparavo per andare a caccia e prima di uscire di casa aspettavo Peeta e le sue meravigliose focaccine al formaggio, facevo colazione con lui, Sea la Zozza e sua nipote e poi  passavo tutta la mattinata nei boschi, tornavo in tempo per  pranzare con Haymitch e Peeta e nel pomeriggio lavoravamo insieme al libro. Entrambi restavano con me fino a dopo cena, poi ognuno tornava a casa propria.  Ogni notte erano le mie stesse urla  a svegliarmi, mi ritrovavo tremante stesa  in un lago di sudore, sola.  Nonostante i mie numerosi inviti Peeta non si sentiva ancora pronto a dormire con me, erano passati due mesi dal suo ritorno e nonostante in quell’intervallo di tempo avesse  avuto pochi e lievi  episodi che era riuscito tranquillamente a  controllare, lui aveva ancora paura di farmi del male. Di conseguenza erano pochi e rari i momenti in cui restavamo da soli.

 Al terzo mese dal suo ritorno, ci fu qualche cambiamento positivo, Peeta dopo cena non andava più via subito insieme ad  Haymitch ma prese l’abitudine di rimanere a guardare con me lo spettacolo musicale di Plutarch in tv, io in realtà  non seguivo granché ,perché ero troppo impegnata ad ammirare i lineamenti del ragazzo del pane e quelle sue ciglia cosi lunghe e  bionde da sembrare quasi invisibili.

E cosi trascorrevamo finalmente un paio d’ ore da soli, inizialmente sedevamo nei due poli opposti del divano, e non per mia scelta, successivamente pian piano incominciammo a sederci sempre più vicini, fino a quando una sera, spinta dal desidero di avere un contatto più ravvicinato, presi l’iniziativa e accorciai definitivamente le distanze tra i nostri corpi. Le nostre spalle si toccavano, potevo percepire il calore del suo corpo, inizialmente lui si era irrigidito, aveva tutti i muscoli intensione ma  apparentemente sembrava tranquillo, decisi di procedere per gradi, prima lo feci abituare alla mia vicinanza e poi appoggiai la testa sulla sua spalla, sentivo il suo sguardo addosso, io fingevo di essere interessata al televisore ma in realtà la mia testa pensava a tutt’altro.

All’ improvviso lo senti muoversi, temevo si stesse allontanando o addirittura che se ne stesse andando invece mi aveva allontanata solo per sistemarsi meglio e per avvolgere il suo braccio attorno al mio corpo, mi stava offrendo il suo petto e io mi ci tuffai con gioia, appoggiai il viso sui suoi pettorali scolpiti, sorrisi e approfittai della tanto agognata vicinanza per poter finalmente tornare a sentire il meraviglioso profumo della sua pelle,che tanto amavo, cannella e pane fresco. Nessuno dei due disse niente, a parte la tv l’unico rumore che percepivo era il battito del suo cuore, che inizialmente era accelerato ma col passere dei minuti era tornato al suo ritmo naturale. per un attimo sperai che, l’ aumento dei battiti del suo cuore fosse provocati dall’emozione per la mia vicinanza, ma con tristezza subito dopo dedussi che sicuramente erano  dovuti all’agitazione  di avermi cosi vicino. Ci rimasi male ma non lo feci notare, avevamo finalmente fatto un passo avanti  e non volevo rovinare tutto, e poi dopo tantissimo tempo io mi sentivo finalmente a casa, il calore e il profumo che emanava il suo corpo e il suo petto per me rappresentavano casa, la mia casa, il suo profumo era il mio ossigeno, il suo cuore era l’unica cosa che mi teneva in vita. Solo avvolta tra le sue braccia io mi sentivo veramente protetta da tutti e da tutto, mi sentivo in pace con me stessa.

Non avrei mai creduto di poter  arrivare pensare una cosa del genere , non sono mai stata una ragazza sentimentale  ne tantomeno sdolcinata, anzi tutto l’ opposto, a dirla tutta non pensavo di essere capace di provare un sentimento cosi profondo per un ragazzo, e soprattutto non avrei mai immaginato di provarlo per il ragazzo del pane. Ma adesso lo so, per capirlo mi ci sono voluti due hunger games, e una guerra  ma ora so per certo che Peeta non mi è per nulla indifferente, e non lo dico solo perché lui è la persona che ritengo essenziale per la mia sopravvivenza(citazione Gale) ma lo so perche lui è il mio dente di leone, Peeta per me ha sempre rappresentato la speranza. Fu lui a darmi la speranza la notte in cui mi gettò il pane, lui mi ha spinto  a combattere e a non arrendermi e sono più che sicura che senza il mio ragazzo del pane non sarei mai riuscita a vincere e sopravvivere agli hunger games.
  Quando venimmo separati  nella seconda arena, dentro di me si ruppe qualcosa, ero spezzata irreparabilmente, mi nascondevo dentro gli armadi pensando a dove fosse e chiedendomi se fosse ancora vivo.

ti sei irrigidita a cosa stai pensando?” mi chiese interrompendo i miei ricordi di quando lo credevo morto, o torturato da Snow.

a niente” mentì, lo sentì irrigidirsi ma non me ne preoccupai.

mi stai mentendo…vero o falso?” mi chiese con tono serio ma tranquillo.

vero” confessi, Peeta stava per controbattere ma io lo anticipai e aggiunsi “tranquillo non sto pensando a come ucciderti, non è assolutamente mia intenzione farlo.”
Nell’esatto momento in cui lo senti sospirare capì che con la mia stupida frase istintiva avevo rovinato l’atmosfera intima che si era creata.

e meglio che me ne vada” disse cercando di liberarsi delicatamente dal mio abbraccio.

no aspetta, ti prego rimani un’altro po’” gli dissi agitata al solo pensiero di dovermi separare da lui e d di dover  andare in camera da sola a combattere i miei incubi.

scusami sono stata una stupida, non avrei dovuto risponderti così ” gli dissi fissandolo negli occhi.

perché non mi dici la verità?... è cosi tanto difficile rispondere sinceramente alle mie domande!!”mi disse con tono alterato.

scusami, hai ragione, avrei dovuto rispondere sinceramente, credimi peeta io non ho niente da nasconderti.

promettimelo.”

cosa?” gli risposi agitata

promettimi che da stasera in poi risponderai sempre ed in modo sincero alle mie domande, a prescindere dal fatto che le risposte mi possano far piacere o meno.

Ci fissammo negli occhi per un periodo che mi parve infinito, il suo sguardo era profondo e mi implorava massima sincerità, ma io ero disposta a dargliela?...i miei  pensieri non erano sempre piacevoli e senza alcun dubbio alcuni di questi lui non li avrebbe affatto graditi.
ti prego Katniss” mi prego disperato.

Non potevo deluderlo ancora una volta, se volevo che lui tornasse a fidarsi di me e soprattutto se volevo indietro il Peeta di un tempo avrei dovuto essere sincera e onesta con lui, basta bugie e inganni, io rivoglio il mio ragazzo del pane.

Va bene, te lo prometto” gli dissi ricambiando il suo sguardo indagatore, con una delle espressioni più sincere che abbia mai sfoggiato.

cosi va meglio” disse tornando a stringermi come prima.

quindi vuoi dirmi a cosa stavi pensando” mi incalzò
Decisi di rispondere con una mezza verità.

pensavo a quanto mi mancavano questi momenti  quando io ero al 13 e tu a Capitol”

dici sul serio?” mi rispose sorpreso e con tono che mi parve allegro?!

la notte della proiezione della tua prima intervista,  sognai di svegliarmi urlando in preda ad un incubo, mi mancava il respiro ed ero in preda al panico ma all’improvviso la porta della mia stanza si aprì e arrivasti tu, eri venuto a vedere perché avessi urlato, io mi scusai per averti svegliato e ti raccontai che avevo avuto un incubo, tu mi rispondesti di non preoccuparmi anche perche capitava anche a te, stavi per tornare nella tua stanza ma io ti fermai e ti chiesi di restare, senza esitare neanche per un istante tu ti sei sdraiato accanto a me, e abbracciandomi e mi sussurrasti che saresti rimasto con me per sempre ”e fu cosi che con molta fatica gli raccontai quasi sussurrando il mio sogno.

Avevo paura di guardarlo in viso, temevo quello che avrebbe potuto dire o fare, magari era solo questione di secondi prima che incominciasse a urlarmi contro dicendomi che  ero solo una bugiarda, ingannatrice e un assassina senza scrupoli.

Aspettai ma dalle sue labbra non uscì nessun suono, dal suo petto però i suoi battiti cardiaci accelerati erano ben udibili. Chissà se anche il mio cuore stava pulsando così forte. Ma sono piuttosto sicura che lo stesse facendo.

Inaspettatamente Peeta esordi con un semplice

E poi?” capì subito cosa voleva sapere.

e poi subito dopo il tuo per sempre mi svegliai, controllai istantaneamente i lati del mio letto ma tu non c’eri, eri lontano da me, eri a Capitol. Fino a poche ore prima dell’ intervista ti credevo morto poi invece ti vidi lì sullo schermo, non credevo possibile che tu fossi vivo, e che nonostante tu fossi prigioniero a capitol e che io ti avessi abbandonato di nuovo, se pur non involontariamente, tu mi stessi ancora proteggendo.”

io voglio ancora proteggerti Katniss.

e io voglio che tu non smetta di farlo.

 Speravo che mi rispondesse, che mi dicesse cosa pensasse del mio racconto o che mi dicesse qualsiasi altra cosa e invece niente, silenzio.
 Nonostante contrariamente alla mia indole stasera mi fossi aperta come non mai, lui non mi dava nessuna soddisfazione, come se quello che avessi detto non gli avesse fatto ne caldo e ne freddo, una crescente delusione si impadronì di me, e fu cosi che impulsivamente mi allontanai da lui e un improvvisa rabbia mi invase da capo a piedi, mi alzai dal divano senza rivolgergli il minimo sguardo e in silenzio incominciai a dirigermi  verso le scale. “ma cosa fai, dove vai?” mi disse allarmato alzandosi dal divano.

ti importa veramente Peeta” gli urlai contro.

certo che mi importa, mi sembra di non aver fatto o detto niente che non va? Perche sei andata via cosi?”

è questo il punto Peeta!! Tu non hai fatto e detto niente.

mi dispiace Katniss, ma io non so come comportarmi ho paura di dire o fare la cosa sbagliata.

tu pretendi che io sia sincera e onesta con te e in questi ultimi 10 minuti mi sembra di esserlo stata eccome

lo so, e credimi l’ho apprezzato molto.”

non mi sembra che tu l’abbia apprezzato dato che mi stai comprendo di giustificazioni false.
ma che cosa dici io non ti sto mentendo, non ti ho mai mentito” mi rispose alterato.

si invece” gli urlai ”perché la verità è che non importa quanto io sia onesta o sincera con te, non importa quello che io possa dire o pensare su di te e lo sai perche Peeta?”

Sorpreso, agitato e preso in contro piede dal mio repentino sbalzo d’umore e di comportamento,  indeciso mosse qualche passo verso di me e sicuramente avrebbe esordito con  un stupido, ma no Kattnis non è cosi, ma non ne ebbe  il tempo, perché le mie parole sovrastarono pure il suono della tv e  tagliarono l’ aria come una freccia lanciata con l’arco.

la verità Peeta è che a te non importa più niente di me, mi stai accanto solo perche ti faccio pena e compassione , tu non provi più niente per me, tu non sei più il Peeta di una volta, lui non si sarebbe comportato così, lui mi amava.” urlai  le ultime parole piangendo e singhiozzando, gli voltai le spalle e correndo salì le scale.

Terminate le scale prima di sparire definitivamente dalla sua visuale, senza voltarmi, gli urlai stremata di andarsene e di lasciarmi in pace.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: vale ronron