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Autore: colinred_    28/02/2017    1 recensioni
“Quindi, voi volete che io vi porti lì per questa notte?” Magnus sembra pesare la questione.
“Si, sarebbe fantastico” sorride il più piccolo dei tre.
“D’accordo, vado in bagno a sistemarmi” annuncia lo stregone allontanandosi entusiasta.
[Accenni Malec]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di questa storia non mi appartengolo e la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Inoltre, questa one shot si può considerare il continuo di "Need the sun to break" e "Sweaters and sweatshirts", ma potete benissimo leggerla indipendentemente dalle altre. 
 
Quei dannati portali!

Raphael sta attraversando i corridoi dell'hotel per andare da Simon.
Da tutto il pomeriggio provenivano rumori dalla sua stanza.
Non riusciva ad immaginare cosa stesse combinando il vampiro, mentre lui cercava di dormire beatamente insieme a tutto il suo clan.
Non si sarebbe meravigliato se lo avesse trovato appeso a testa in giù o a nascondersi dagli altri che come lui si erano svegliati nel bel mezzo del giorno a causa del rumore.
Si chiese come non potesse lasciarlo un attimo solo che già combinava guai e riceveva minacce di morte.
Quello era stato l'unico giorno che non aveva dormito nella camera di Simon o che l'altro non avesse fatto lo stesso nella sua.
Aveva delle cose molto importanti da sbrigare e di certo non gli serviva un logorroico che gli facesse perdere, in un battito di ciglia, tutta la pazienza che aveva accumulato in quei lunghi anni.
 
Lo aveva gentilmente escluso per questione di ore dalla sua misera non-vita, Simon si era rabbuiato e con una scusa e l'altra si era dileguato dalla sua stanza cercando di non darlo a vedere; ma Raphael se n'era accorto.
Dopo qualche ora passata a leggere documenti su documenti, che non capiva ancora il motivo per cui dovesse occuparsene lui, aveva deciso di dormire, giusto per riposare qualche ora prima di cominciare un'altra nottata.
Si era alzato dal letto qualche momento dopo in preda ad una crisi di nervi dovuta ai continui colpi che provenivano dalla stanza del piccoletto; così aveva alzato gli occhi al cielo e indossato la felpa che poco tempo prima gli aveva regalato.
 
Raphael apre la porta della camera di Simon senza scomodarsi a bussare e in un attimo si trova alle spalle del ragazzo.
Il vampiro più giovane ha la testa e parte del busto immerse dentro l'armadio.
"Cosa stai facendo, idiota?"
Simon trasalisce e l'altro alza gli occhi al cielo. "Affinerai mai i tuoi sensi?"
Il ragazzo dà le spalle all'armadio mentre lo chiude e fa cadere a terra una maglietta dall'aspetto vecchio e trasandato.
"Adesso mi puoi dire cosa stavi facendo?" Chiede ancora l'anziano, questa volta con più calma, portandosi il pollice e l'indice della sua mano sinistra a posarsi sul dorso del naso; quasi volesse concentrarsi per evitare di commettere qualche danno a discapito dell'altro.
"Io...io sto facendo pulizia. Si, sto facendo pulizia. Mi dà fastidio la polvere e quindi, sai...pulisco..."
"Tu pulisci..."
"Pulisco...si, la polvere."
"Pulisci la polvere."
"Smettila di ripetere."
"Smettila di ripetere."
"Sei insopportabile..."
"Oh, mai quanto te" Raphael sorride mentre afferra il mento di Simon. "Ma dimmi, sicuro che non stavi facendo rumore per innervosirmi?"
"Cosa? Io...io mi considero offeso."
"Sentitelo, si è offeso...suvvia, oggi è la nostra festa. Sii felice."
"La nostra festa? Di che parli?"
"E' il due novembre, es el día de los muertos, amigo."
"Ah... non ho mai festeggiato o fatto qualcosa durante questo giorno, sono ebreo. So che in Messico è una tradizione, tu sei messicano, giusto?"
Raphael annuisce "in realtà non è soltanto una festa cristiana, in Messico ha radici antiche...mi sarebbe piaciuto tornarci qualche volta" Simon lo vede perdersi fra i suoi pensieri mentre ne parla.

Passano alcuni attimi quando Simon quasi distrugge i timpani dell'altro. "Ho trovato un modo per andare in Messico!"
"E' impossibile, credi non ci abbia provato?"
"Potremmo chiedere un favore a Magnus, lui fa quelle cose...strane, può portarci ovunque...sono stato anche in India!" Esclama il giovane, ma il suo volto trionfante viene spento da un non mi sembra il caso da parte di Raphael.
"Perché? Non gli costerebbe nulla."
"Costa a me però" quasi urla e Simon mette in atto ancora quello stupido sguardo che lo aveva fatto sentire in colpa solo poche ore prima "perché non mi sembra il caso di scomodarlo per una cosa non importante..."
"Ma è importante per me, tu sei importante."
Raphael abbassa lo sguardo, mentre l'altro lo mantiene alto e fiero per ciò che era stato capace di dire.
"Anche tu lo sei..."
"Cosa?" Gli fa il verso Simon.
"Hai sentito benissimo, idiota" mormora.

Appena calato il sole i due si fanno strada fra le vie della città, fino a raggiungere l'appartamento di Magnus.
Lo stregone sta fissando loro da un paio di minuti dall'alto dei suoi secoli, con le braccia conserte e la camicia da notte fucsia che sembra una strobosfera a causa delle paillette argentate sparse lungo la stoffa.
"Allora! Vi decidete a parlare o volete che vi mandi fuori così come vi ho fatti entrare?" Magnus sbuffa mentre guarda i due vampiri rigidamente seduti sul suo divano di pelle nera.
"Ci serve un piccolo favore, saremmo davvero onorati se tu accettassi."
Lo stregone non fa caso al parla per te che era uscito dalla bocca di Raphael, quel ragazzo è davvero incorreggibile. "Di cosa si tratta?" chiede quasi avendo paura della risposta.
"Vorremmo andare in Messico, es el día de los muertos, amigo !" Simon cerca di imitare la stessa cadenza spagnola dell'altro vampiro.

"Quindi, voi volete che io vi porti lì per questa notte?" Magnus sembra pesare la questione.
"Sì,  sarebbe fantastico" sorride il più piccolo dei tre.
"D'accordo, vado in bagno a sistemarmi" annuncia  lo stregone allontanandosi entusiasta.
"Oh, sicuramente adesso arriveremo prima dell'alba in Messico" Raphael si alza dal divano.
"Perché? E' solo andato a darsi una sistemata" afferma Simon e l'altro alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta; solo lui può sapere quante ora passa in bagno Magnus e quante ore l'aveva aspettato fuori dalla porta.

Dopo quelli che parvero davvero secoli, bussarono alla porta principale e Raphael, che faceva su e giù per la stanza, si ritrovò ad aprire.
"Raphael?"
"Alec? Che ci fai qua?" Il vampiro assottiglia gli occhi mentre Simon lo raggiunge alle spalle.
"Magnus, mi ha chiesto se volevo uscire...lui dov'è?" Domanda infine tentando malamente di nascondere il rossore sulle guance.
"In bagno" comunica pietosamente Raphael e sul volto di Alec compare lo stesso volto afflitto.
Finalmente qualcuno che riesce a capire i suoi drammi adolescenziali (questo infatti si colloca subito dopo il dramma di esser diventato un vampiro).
"Lui usa...magia per sistemare i suoi capelli" Alec parla mentre si spostano verso il centro del salotto.
"Non me ne parlare...e poi tutta quella brillantina."
Intanto Simon si limita a seguire con lo sguardo i due interlocutori, che mai come in quel momento vanno d'accordo.

Magnus spunta dalla porta in cui lo avevano visto entrare un'ora prima; si era cambiato d'abito e sistemato come da copione anche i suoi capelli.
"Ho invitato anche Alec, spero non vi dispiaccia."
Lo shadowhunter e il vampiro non avevano smesso un attimo di parlare degli strani passatempi dello stregone che Alec si era pure dimenticato di chiedere il motivo per cui Raphael e Simon fossero lì.
"E per la cronaca" riprese Magnus "tu occupavi il bagno per le tue inutili docce e consumavi tutto il mio shampoo."

Quando attraversarono il portale, Simon quasi non diede di stomaco.
Il ragazzo si ricompose e cominciò a tossire vedendo gli sguardi su di lui. "La saliva, mi è andata di traverso, tutto bene." Poi le coppie si divisero.
Magnus aveva fatto sopraggiungere loro nei pressi di un piccolo cimitero da cui provenivano già i canti e le urla di festa della folla.
Superarono il cancello e Raphael sentì su di sé gli occhi di Simon.
Si stava chiedendo probabilmente come lui potesse girovagare per un terreno sacro.

I cimiteri sono tutti pieni di addobbi dai colori sgargianti e le tombe sono circondate da scheletri di tutte le dimensioni.
Raphael e Simon a volte fanno fatica a muoversi tra la gente.
Tutto è un caleidoscopio di colori che allietano ogni punto di quel luogo e di suonatori che animano la notte con le loro melodie; ci sono gruppi di persone che danzano e altre che stanno in disparte mangiando piccoli dolci a forma di teschi.
"E' bellissimo" parla Simon e Raphael sorride.
Ad un tratto il vampiro più grande sente tirare la sua felpa e si volta; mentre Simon non è più accanto a lui ma continua a blaterare non accorgendosi di star camminando da solo.
E' una bambina , forse di nove o dieci anni, che se ne sta con le mani dietro la schiena.
"Che c'è, piccola?" chiede mentre le dà un buffetto sulla testa e si inginocchia.
La bambina, da i lunghi capelli neri, porta le mani avanti mostrando alcuni pennelli e delle tempere. Ha intenzione di dipingergli la faccia.
Raphael si alza in piedi e si guarda intorno  per cercare quell'imbecille di Simon e lo trova assorto mentre osserva la festa.
"Simon, vieni qua" lo chiama "c'è qualcuno che voglio farti conoscere."

"Non ci credo, hai usato l'encanto su quella bambina solo per non farti truccare! Sei una persona deplorevole."
"Guarda il lato positivo" continua l'altro vampiro, trattenendo una mezza risata "almeno ha truccato te."
Camminano ancora per qualche metro, poi Simon va a sedersi sotto un piccolo albero, lontano dalla folla urlante.
Raphael si accomoda e stende la sua schiena sulla corteccia.
Guarda Simon di sottecchi mentre questo si passa una mano fra i capelli, il suo viso è pallido più del dovuto.
"Stai bene?"
"Uhm...si, sto bene" risponde incerto "mi dà solo un po' alla testa, così tante persone...il loro profumo."

"Come hai imparato a camminare su un terreno consacrato?"
Raphael non risponde subito, passano alcuni secondi in cui Simon si chiede se abbia sbagliato a porgli quella domanda.
"Non è una cosa che impari un po' alla volta" si schiarisce la voce "sai che prima o poi dovrai affrontarlo, volentieri o non" abbassa il suo sguardo giocando con alcuni ciuffetti di erba "e tu?"
"Io non sono mai tornato in un cimitero ebraico da quando sono così."
Anche Simon si appoggia all'albero, portando distrattamente la sua testa sulla spalla di Raphael che pare irrigidirsi per l'imbarazzo.
Quel ragazzo lo sta trasformando in uno zucchero filato!

"Simon, dobbiamo andare. Fra meno di due ore comincerà ad albeggiare."
Il piccolo si tira su dando una sistemata ai suoi pantaloni e tende una mano verso Raphael.
Tornano indietro da un'altra stradina per evitare la confusione, di Magnus e Alec ancora nessuna traccia.
Nella mente di Raphael prende forma il pensiero di loro due che cercano un posto dove ripararsi dai raggi del sole; ma l'immagine viene presto scacciata via da delle labbra che si incollano alle sue.
Simon lo sta baciando e dopo qualche attimo di disorientamento lui ricambia.

"Mi hai lasciato quell'impiastro di trucco sulla faccia" si lamenta il più grande mentre tenta di levare lo sporco con la manica della felpa.
Magnus e Alec arrivano dopo qualche minuto, Simon nota con piacere che anche lo stregone ha del trucco sbavato sulla faccia mentre Alec ne ha un po' sulla punta del naso e sul mento.
"Vogliamo andare?" chiede Raphael.
Magnus apre di nuovo il suo portale e senza problemi – per i tre, perché Simon sta ancora cercando di mantenersi in piedi – arrivano all'appartamento dello stregone.

"Magnus, non è che faresti una delle tue magie per…" Simon si indica il viso mentre Raphael lo aspetta già alla porta.

Angolo Autrice
Salve!
Sono tornata, purtroppo per voi.
Piccole note:
-Non sono mai stata in Messico e men che meno ho partecipato al “Dia de los muertos”, ma sono stata sempre affascinata da questa festa a tutti gli effetti che adesso ho trovato l’occasione di parlarne e si, si festeggia anche nei cimiteri.
-Le usanze ebraiche e tutti gli annessi e connessi le ho trovate su Wikipedia, se ho sbagliato qualcosa vi prego di farmelo notare.
-Gli aneddoti sui capelli di Magnus e le lunghe docce inutili di Raphael sono prese dalle Cronache.
Detto questo, spero di non essere stata noiosa, ma erano appunti che dovevo fare.
Inoltre spero, come di consuetudine, che mi facciate sapere il vostro pensiero.
Vi lascio i link alle altre Saphael che ho scritto:

"For eternity",
"Awake",
"Need the sun to break",
"
Sweaters and sweatshirts".
Bacii-Angela
  
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