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Autore: k_Gio_    05/03/2017    4 recensioni
Questa è una versione diversa di quello che succede nella realtà dove la Regina Cattiva spedisce Emma.
La storia parte da dove Regina risveglia Emma, sono pronte per tornare a casa ma qualcosa non va come previsto.
Non dico altro nel caso qualcuno non abbia ancora visto le puntate della sesta stagione, quindi cerco di limitare gli spoiler. Per altre informazioni mi trovate a fine primo capitolo. Saranno solo due capitoli
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.
 
«Sei così diversa Emma, così...così indipendente» le disse Killian mentre metteva la legna per il fuoco al centro dello spiazzo.
«Dovevo essere una smidollata...» sorrise lei mentre si ricordava i pochi momenti in cui era stata la Principessa Emma e di cui si vergognava, era talmente diversa da come lei era veramente.
«No eri dolce...» disse sovrappensiero lui, poi si corresse «Non che tu ora non lo sia, almeno credo, ma....è diverso.» tagliò corto lui provando ad accendere il fuoco.
A Killian lo animavano sensazioni contrastnti. La storia che lei gli aveva raccontato era fin troppo assurda, lo sapeva bene, ma era anche vero che lei era completamente diversa. E lui non era stato via molto. Provare a crederle era il minimo, se fosse stato solo una messa in scena o uno stupido scherzo alla fine sarebbero tornati a casa tutti insieme perlomeno.
Il vento si era alzato notevolmente e per quanto Killian fosse in gamba poco poteva competere con le forze della natura.
«Vuoi che ti dia una mano?» offrì Emma.
«No, ce la faccio non preoocuparti.» il suo orgoglio maschile non gli avrebbe permesso di sfigurare in tale modo davanti alla sua non Emma.
Ma cominciava a farsi sempre più buio e del fuoco solo scintille.
«Andiamo Killian, ci penso io, c'è troppo vento»
«E allora non vedo come tu possa fare meglio di me»
Emma agitò la mano e la fiamma si accese immediatamente.
Le spalle di Killian si abbassarono di qualche centimetro. Una smorfia sbigottita. «Non pensavo avessi la magia»
Emma scrollò le spalle.
Erano lì da un po' ormai e di Regina ed Eva non c'era traccia. «Possiamo fidarci vero?» domandò preoccupato Killian.
«Certo». Erano vicini, entrambi fissavano il fuoco godendo di quel calore. Sembravano così loro, non era come come quando lei e Killian erano tornati nel passato dal vecchio pirata. Questo Killian era come il suo, e questo acuiva solo di più la voglia di tornare da lui e da Henry.
Uno scalpiccio di passi provenienti dai cespugli alla loro destra attrasse la loro attenzione. Erano pronti entrambi, chi con la spada chi con la magia, ad attaccare in caso di pericolo.
Eva fuoriuscì dalla vegetazione continuando a saltellare per quei bei vestiti nuovi. I due buttarono fuori l'aria che avevano trattenuto.
«Ma come sei vestita Eva?» le chiese Killian mentre la bimba gli si avvicinava.
«E' stata Regina, visto che belli! Posso tenerli vero? Posso?» nessuno le negava mai nulla, era la piccola di casa e viziarla veniva facile.
«Va bene...» acconsentì il padre, poco convinto di quella magia. Emma non disse nulla non era sua madre, ma all'occhiata di Killian annuì.
Eva si gettò su di loro accomodandosi, quegli abiti così moderni l'affascinavano. Emma invece si trovò un po' irrigidita da quel contatto inatteso. Se tutto era irreale non poteva affezionarsi, anche se doveva ammetterlo, non prendere in simpatia quella bambina era difficile.
«Dov'è Regina» chiese allora Emma.
«Poco fa abbiamo sentito un rumore. Poi è uscito fuori un uomo che ci voleva derubare. Regina è rimasta ferma con la bocca aperta, un po' sorpresa. Ma quell'uomo aveva un arco, forse è il fuorilegge ricercato, papà. E voleva lanciarci una freccia! Ma Regina con la sua magia lo ha steso a terra! È stato fantastico! E ora è con lui che è svenuto. Mi ha detto di tornare qui» concluse lei, le piaceva stare al centro della scena.
Gli occhi di Emma si spalancarono alla storia nonchè alla descrizione di un ladro fin troppo conosciuto da lei stessa.
«Vado a vedere» fece per alzarsi lei ma Killian le posò una mano sulla spalla.
«Vado io, tu resta con Eva» e s'avviò da dove era uscita la figlia.
Rimasero in silenzio per un po', Emma non sapeva cosa dire. Eva le si era accocolata meglio coprendosi con il mantello della madre.
Poi però si discostò da lei, in preda ad un dubbio. «Sei arrabbiata con me mamma? Mi dispiace, anche a papà, se ci siamo persi la cerimonia di Henry ma c'è stata una tempesta e abbiamo fatto tardi» era sentitamente dispiaciuta, gli occhioni azzurri e tristi la fissavano attendendo un qualche conforto.
Emma si ritrovò acon la bocca socchiusa e con una faccia che sicuramente manifestava il suo turbamento e perplessità. Ma si ricordò anche che l'indomani sarebbe finito tutto, quella parentesi strana che era stata quel desiderio della Regina Cattiva.
«Non ti preoccupare, non sono arrabbiata con te o con Killian. Va tutto bene» sorrise tranquilla sfiorandole i capelli che le ricadevano sulle spalle. Eva parve crederle e tornò ad abbracciarla, stringendosi a lei più forte di prima.
«Mi sei mancata mamma, non vedevo l'ora di stare con te» le confidò quasi a bassa voce temendo che qualcuno potesse ascoltarla «Ma non dirlo a papà e nemmeno ad Henry, altrimenti mi prende in giro. Poi non mi fa giocare con lui se pensa che sono una fifona.»
Gli occhi di Emma luccicarono alla luce delle fiamme che giocavano davanti a loro riflettendosi sui loro volti. «Non penso che ti prenderebbero in giro» obbiettò lei cercando di rallegrare un po' l'atmosfera.
«Forse no» constatò lei «ma non diciamoglielo comunque» rise Eva.
«Va bene» concordò lei, non avrebbe infranto le speranze di una bambina solo perchè non era davvero sua figlia. Era tutto così assurdo, tutto si era aspettata fuorchè questo, si sentiva impacciata mentre con le braccia stringeva Eva coprendola il più possibile con il suo mantello da quell'aria pungente.
«Questa donna è una pazza! Regina Cattiva o no è davvero fuori di testa!» Killian era tornato all'accampamento di fortuna particolarmente sconcertato mentre si trascinava il corpo di un uomo che doveva essere quella del famoso ladro della Foresta Incantata.
Le due si voltarono guardandolo interrogative. Spuntò fuori anche Regina subito dietro di lui.
«Non so come tu possa averlo sposato Emma, è un lamento continuo! Spero che l'altro non si riveli così!» disse scocciata la mora mentre si sedeva accanto ad Emma e Killian deponeva il corpo di Robin dal lato opposto.
«Il mio papà non si lamenta mai!» corresse Eva prendendo le difese di suo padre.
«Ha atterrato quest'uomo e ha voluto che lo portassi qui, senza darmi una spiegazione! È normale?» si difese lui.
«Come dicevo, un lamento continuo» ribadì Regina. Poi si rivolse ad Emma, e la bionda vide cosa animava gli occhi dell'amica.
«Cosa vuoi fare?» le domandò piano. Killian intanto si accomodava ad un tronco caduto poco distante dal fuoco ed Eva gli lanciava un sorriso mentre lui faceva altrettanto.
Prima di parlare aspettò che Eva si addormentasse sul petto di Emma, guardò Killian che cercava di mantenersi vigile nonostante la stanchezza. Era ancora scombussolato, non capiva appieno, era tentato di tramortire quella Regina e portare Emma via di lì. Ma non era stato educato così, era diventato Capitano per merito non per il suo bel faccino, anzi con il suo carattere era stata dura non farsi buttare fuori.
Mentre le due donne parlavano sommessamente lui pensava. Fin dal primo momento in cui l'aveva vista si era fidato, maora, in un momento di tranquillità, tutta quella storia aveva preso una piega così strana che si chiedeva se davvero potesse fidarsi di quelle due. Più che per lui si preoccava per sua figlia. Reale o meno quelli erano loro, quella che mentiva per ora era Emma. Sarebbe dovuto andarsene con sua figlia subito. Ma la vide dormire così serena, abbracciata a quella che diceva non essere sua madre, che non se la sentì di svegliarla.
Regina guardava il corpo incosciente dell'uomo che aveva amato, cioè la versione di quel mondo, appena lo aveva visto era rimasta senza fiato. Rivederlo, vivo, era stato un colpo al cuore. Lui le aveva puntato l'arco contro ma non appena aveva visto Eva che si era nascosta dietro di lei si era distratto e lei non sapendo come reagire lo aveva fatto svenire.
«Non lo so» disse Regina. Continuarono a fissare le fiamme accordandosi sui turni da fare. Meglio che qualcuno fosse rimasto sveglio nel caso il ladro si fosse svegliato.


Non appena Regina si svegliò cercò subito Robin non trovandolo «Dov'è?!» balzò in piedi scuotendo forte un ignaro Killian addormentato.
«Ma sei completamente fuori di testa?!» si alzò anche lui «e toglimi le mani di dosso»
Sia Emma che Eva si svegliarono con il cuore in gola sentendo le urla dei due.
«Ma siete impazziti?!» disse Emma.
«Robin è sparito!» fece Regina andando avanti e indietro lanciando occhiate truci all'uomo.
«Non è sparito, qualche ora fa si è svegliato e l'ho lasciato andare. Non voleva farci del male» spiegò lui.
«E ti sei fidato?! E poi chi ti ha detto che dovevi lasciarlo andare, pirata!?»
«Pirata?! Io?! Sono un Capitano della marina, non ti permetto di parlarmi così»si fronteggiavano, furiosi.
«Ok, basta così» Emma si alzò tenendo per mano Eva che ancora non del tutto sveglia si era alzata controvoglia e si era appoggiata al fianco della bionda. «Ora non abbiamo bisogno di arrabbiarci tra di noi. Regina» si voltò «mi dispiace, ma ora dobbiamo pensare a Tremotino» le dispiaceva per Regina e per quell'occasione mancata ma non potevano perdere altro tempo. Lei annuì, consapevole di cosa era giusto fare, le occhiatacce verso Killian tuttavia non cessarono.
Tutti finalmente svegli e dopo aver trovato qualcosa da mangiare si misero in cammino verso il lago. Regina era chiusa in se stessa, pensierosa e arrabbiata.
Emma aveva rivestito Eva dei suoi abiti facendo rimanere stupita la bambina che fino a quel momento era rimasta all'oscuro dei poteri della madre. Aveva iniziato a farle domande a non finire, ed Emma suo malgrado, si era trovata felice a conversare con lei e a rispondere a tutte quelle curiosità. Killian chiudeva il gruppo, rimanendo indietro per osservare tutto e controllare eventuali pericoli.
Rimasero lì sulla sponda del lago ad attendere l'ora stabilita. Eva lanciava i sassi nel lago come gli faceva vedere Killian ; Emma si era fatta vicina a Regina mettendole una mano sulla spalla, un po' impacciata, per confrontarla. Quella scrollò le spalle, come a dire che andava tutto bene. Anche se non era proprio così.
Il tempo passò stranamente velocemente e si ritrovarono di fronte al terribile Tremotino. La sua risatina lo precedette.
«Bene bene bene, eccovi qui» vide Eva e Killian « e avete compagnia, a quanto pare!» di nuovo la risatina che lo contrastingueva.
«Si va bene, dacci questo fagiolo e finiamola qui» Regina porse la mano, impaziente di finire quell'avventura.
Lui si ritrasse, agitò un dito « A-a, no, ora voglio qualcosa in cambio»
«Ma se ti ho concesso la libertà per quel fagiolo!» disse spazientita la ex Regina Cattiva.
«Ma era prima che mancaste all'appuntamento. Ora le cose sono cambiate»
«Non c'era scritto nulla del genere sul biglietto» entrò in causa Emma, avanzando di un passo.
«Principessa, le cose cambiano, lo dovresti sapere bene» lanciò un'occhiata alla bambina che spaventata alla vista di quel demone di cui sentiva parlare solo nelle favole della buonanotte, stringeva la mano del padre. «Spero che la mano vada bene Capitano». Killian fece per tirar fuori la spada ma Emma gli trattene la mano con la sua.
«Cosa vuoi?» chiese Emma.
«Emma!?» lo guardò eloquente Regina, aveva fatto lei stessa un'accordo con Tremotino ma ora non avevano altro da offrire. Lei, impassibile, continuò a guardare il demone.
Lui rise «Molto bene Principessa, ciò che chiedo è la principessina» il suo dito squamato, che sembrava brillare alla luce del sole, indicò la bambina .
I quattro impallidirono, andando alla piccola Eva che aveva preso a tremare come una foglia. Emma vide puro terrore negli occhi di quella che doveva essere sua figlia. Era tutto finto. Era tutta una realtà irreale. Loro nemmeno esistevano. Quella bambina non esisteva.
E allora perchè non voleva accettare quell'accordo? Perchè si sentiva un mostro solo al pensiero di cedere quella figlia che sarebbe sparita non appena saltata nel vortice del fagiolo? Regina aveva ucciso i suoi finti genitori e non avevano fatto drammi, all'inizio forse, ma poi aveva capito che non erano davvero loro. E allora perchè ora era così difficile.
Gli occhi di Eva la imploravano di proteggerla. Talmente impaurita che non aveva emesso un suono, i suoi occhi non si staccavano da quelli di Emma.
Lei non poteva. Non sapeva nemmeno ciò che stava pensando Regina, o se addirittura le stesse parlando. Aveva preso la sua decisione.
«No»
«No?!» disse sorpreso lui. «Come no?! Come pensate di fare per tornare a casa? Eh ?! Avete detto voi stesse che questo posto non esiste! Che è un'illusione» ora era arrabbiato, quasi isterico, non si era aspettato un rifiuto. Guardò Regina cercando obiezione ma trovando solo impassibilità. «Bene, se questa è la vostra decisione ci vedremo in giro. Perchè non troverete un altro fagiolo. Siete bloccate qui. Spero vi piaccia il vostro nuovo mondo» scomparve così come era arrivato, il tempo di sbattere le ciglia e lui non c'era più.
Eva fece per avvicinarsi ad Emma, ma questa si scostò e prese a camminare di nuovo verso il bosco. Regina le si affiancò.
Killian aveva pensato che avrebbe accettato, se quello che lei aveva detto era vero non capiva la sua decisione. Lui avrebbe obiettato certo, ma perchè non accettare quell'accordo?
Eva aveva ricacciato indietro le lacrime e aveva allontanato la mano del padre che voleva confortarla. S'avviò dietro le due donne mantenedosi a debita distanza, non volendo parlare con nessuno. Killian la seguì in silenzio.
«E ora?» domandò Regina, non se la sentiva di giudicarla, probabilmente avrebbe fatto lo stesso se ci fosse stato Robin o Roland al posto di Eva, ma ormai era inutile pensare a ciò che avevano fatto, dovevano trovare una soluzione.
Emma era arrabbiata, non per la scelta che aveva fatto, su quello non aveva cambiato idea, ma lo era perchè avevano perso tempo. E ora si trovavano punto e a capo.
«Non lo so» sospirò pesantemente mentre rientravano nella vegetazione «Ma dobbiamo trovare qualcosa, non possiamo rimanere qui» pensò ad Henry, i suoi genitori e a Killian. Le mancava, tanto.
Si chiusero entrambe nei loro pensieri, alla ricerca di soluzioni che non sembravano esistere. Tornarono all'accampamento di fortuna della sera precedente. Ognuno per i fatti propri.
«Eva hai fame?» provò Killian accostandosi alla figlia che seduta poco distante da loro guardava un punto imprecisato della foresta. Scosse la testa. Lui le si sedette accanto. «Cosa c'è?»
«Niente»
«Cosa abbiamo sempre detto? Niente bugie» le sfiorò la punta del naso in fare scherzoso. Ma lei non voleva giocare.
«Papà voglio tornare a casa» una lacrima le sfuggì ma la asciugò subito. Killian sospirò.
«Ci andremo, ma dobbiamo aiutare Emma e Regina prima. Ormai siamo qui, non sarebbe giusto andarcene»
«Lei non è la mia mamma vero?!» domandò in un fil di voce. La sua bambina era troppo intelligente lo sapeva. Tuttavia aveva sperato non lo intuisse.
«Già. Ma dobbiamo aiutarla lo stesso» sorrise sperando di vedere ciò che era sempre presente nella sua piccolina: coraggio e amore.
Eva annuì, occhi bassi, nessun sorriso. Era la cosa giusta da fare non quello che avrebbe voluto però. Lei voleva solo la sua mamma.
«Vediamo» iniziò Regina dando voce ai suoi pensieri che non paravano da nessuna parte «Non abbiamo fagioli»
«E questo lo sapevamo già»
«Zitta, sto riflettendo. Dicevo non abbiamo fagioli. Aprire portali non è facile e non abbiamo tempo, dobbiamo tornare il prima possibile per elimanre la Regina Cattiva. Quindi dobbiamo pensare a qualcosa che ci permetta di andare nella nostra realtà senza l'utilizzo di tanti ingredienti.» era complicato lo vedeva da sè, ma non si sarebbe fatta di certo scoraggiare. Non sarebbe stata lei.
Rimasero a pensare per un periodo imprecisato, Regina era maestra in maledizioni e incantesimi ma non trovava nei recessi della sua mente qualcosa che poteva fare al caso loro.
«Regina!» Emma era saltata come una molla facendo sobbalzare la stessa Regina che si portò una mano al petto sgranando gli occhi per lo spavento.
«Che ti prende Swan? Mi farai prendere un colpo così» la guardava stralunata.
«La teca! La teca Regina! Possiamo usare la teca!» era così chiaro per Emma quanto incomprensibile per Regina.
«Di cosa stai parlando?»
«La teca dove i miei genitori mi hanno messa per salvarmi dalla tua maledizione! In questa realtà non l'hanno usata quindi potremmo usarla noi per tornare a casa!» magicamente la soluzione era apparsa e non poteva fare a meno di pensarci. Anche Regina iniziava a pensare che quella poteva essere la loro via di fuga ma ancora non si sentiva sicura di essere al sicuro. Sapeva per esperienza che gli ostacoli erano sempre dietro l'angolo.
«Va bene, ma dove troviamo questa teca?»
«Non lo so...ma non penso che ci sia proprio una teca. Se ricordo bene era un albero, magari se troviamo Marco lui potrà aiutarci» disse speranzosa lei, volendo davvero sperare che quella fosse la loro via di fuga. Ne aveva abbastanza di tutta quella storia.
Eva e Killian le videro parlare animatamente, non avevano capito di cosa parlassero ma Regina fece cenno di riavvicinarsi.
«Dov'è Marco?» chiese senza troppi preamboli Regina.
«Chi?» domandò Killian spaesato.
«Geppetto! Dov'è Geppetto» si corresse subito lei spazientita.
«E' morto» rispose questo « Molto tempo fa ormai, quando ho sposato Emma era già deceduto»
Le due crollarono di nuovo, erano a tanto così dal risolvere il loro problema che subito erano ritornate al punto di partenza.
«Papà ma suo figlio Pinocchio è bravo quasi quanto lui, magari a loro va bene lo stesso» disse Eva facendo sì che i volti delle due riprendessero colore.
«Si, va benissimo. Almeno credo» disse Emma sorridendo felice ad Eva, ma stavolta fu la piccola a non contraccambiare. «Potete portarci lì?».
Killian guardò intorno a sè, scrutando la foresta che li circondava cercando di orientarsi «Non dovremmo essere troppo lontani...o almeno credo. Non ci siamo mai andati di persona, ma da quello che so dovrebbe essere in queste zone»
Si misero in cammino, aggirando tronchi caduti, oltrepassando grandi radici, schivando rami. Erano tutti visibilmente affaticati e stanchi, speravano di arrivare presto per fermarsi e riposarsi.
«Eva sei stanca?» Emma arretrò per stare al passo con la bambina; Killian procedeva in avanscoperta seguito da una Regina più irritata che mai.
«No» rispose semplicemente lei, non guardandola nemmeno in volto. Era arrabbiata, stanca e affamata una combinazione micidiale per un bambino. Emma la guardava incerta, non voleva instaurare nessun legame con Eva ma non interessarsi le era difficile, era pur sempre una bambina, reale o meno che fosse.
«Se vuoi possiamo fermarci un momento»
«No»
«Beh magari possimao fermarci un momento per Regina che pare stanca» le sussurrò in tono cospiratorio cercando di farla sorridere ma non sfuggendo all'orecchio dell'ex sovrana che agitò un dito in segno di diniego.
«Ho detto di no!» urlò Eva arrabbiata. Tutti e tre si voltarono a guardarla. Killian scambiò un'occhiata con sua figlia per poi riprendere a camminare seguito da Regina.
Eva si rimise in cammino subito dopo.
«Scusa non volevo farti arrabbiare.» si scusò Emma guardandosi i piedi e seguendola.
«Tu non sei la mia mamma. Non devi prenderti cura di me» forte e testarda come una persona di sua conoscenza, ad Emma però fece un po' male. Ed Eva sapeva a quanto pare.
«Come lo hai capito»
«Quando Tremotino ha proposto lo scambio non ti sei opposta subito.» un cipiglio scuro sul suo bel volto di bambina.
«Ma io non avrei mai...» iniziò lei venendo interrotta.
«E poi lei avrebbe pianto subito. La mia mamma piange per tutto. Ma è buona» cercò di difenderla. Emma tacque. In effetti era vero, per quel poco che era stata la Principessa Emma aveva versato più lacrime in quel posto che in tutta la sua vita..d'accordo forse non porprio ma ci si avvicinava parecchio.
Camminarono in silenzio per un altro po' ma alla fine Eva interruppe il silenzio «Però possiamo essere amiche, assomigli alla mia mamma, non posso essere arrabbiata con te» le sorrise di nuovo contenta per poi stringerle la mano e proseguendo assieme. Sorrise anche Emma.
«Spero che in mare tu non abbia lo stesso senso d'orientamento, ci siamo persi o quantomeno stiamo girando intorno!» disse sprezzante Regina che ne aveva fin sopra i capelli di tutto quel camminare senza una direzione precisa.
«Taci Strega, non mi sto certo divertento a far stancare mia figlia e a sentire i tuoi insulti! Se prefeite continuare da sole andate! Io ed Eva ce ne andiamo!» si avvicinò a sua figlia che non stava ben capendo la situazione ma il frusciare dei cespugli intorno a loro fece cessare il loro battibeccare. Sia Emma che Killian fecero scudo ad Eva, Regina si avvicinò guardinga.
Momenti di tensione, occhi che scrutavano la foresta intorno a loro. Robin sbucò fuori.
«Ancora voi?! Se provate ad avvicinarvi non perderò tempo a trapassarvi con le mie frecce» disse minaccioso verso le quattro figure.
Regina continuava a guardarlo scossa, indecifrabili le sensazioni che l'attraversavano.
«Ehi, ti ho lasciato libero ricordi? Non ti faremo nulla. E saresti pregato di fare altrettanto» si scostò un minimo per far vedere la figlia.
Quello la vide e tolse l'arma «Cosa ci fate qui?» poi li osservò meglio «Ehi! Ma voi siete la Principessa Emma e voi suo marito!» gli occhi brillarono per un momento e l'arma ritornò ad essere puntata contro di loro.
«Ehi ma che ti prende?» domandò incredulo Killian che non capiva il repentino cambiamento.
«Voglio l'oro. Datemi tutto quello che avete» non scherzava, affatto.
«Non abbiamo nulla con noi» si intromise Emma. L'arma non si abbassò, la freccia incoccata meglio. «D'accordo ,d'accordo. Ascoltami, ora non abbiamo nulla ma se ci aiuti appena torneremo al castello ti daremo tutto quello che vorrai» scambiò uno sguardo con Killian al suo fianco. Lui acconsentì tornando a guardare l'uomo di fronte a loro.
Il ladro mise di nuovo giù il suo arvo rimettendo nella faretra la freccia «Perfetto come posso aiutare i fututri sovrani del regno?»


Robin li stava accompagnando alla casetta nonchè bottega di Pinocchio, si stava dimostrando una buona guida e in pochi minuti si ritrovarono nei pressi dell'abitazione. Non era il ladro che conoscevano, come ovvio che fosse, ma Regina era diventata piuttosto taciturna, in preda ad una lotta interiore non destinata a diventare pubblica.
Giunsero alla bottega velocemente, avevano girato intorno perchè era proprio lì a pochi passi da loro.
«Salve, posso aiutarvi?» andò loro incontro un uomo.
«August!» Emma era lì lì per abbracciarlo quando si ricordò di dov'era e di cosa stavano facendo.
«Chi?» chiese quello senza capire.
«Devi essere Pinocchio, giusto? Il figlio di Geppetto. Noi siamo» iniziò Killian quando uno sguardo stupito si dipinse sul volto dell'uomo.
«Voi siete la Principessa» guardò Eva «E voi la principessina» fece un inchino teatrale, ignorando completamente Killian. Le due sorrisero lusingate.
«Sono il Capitano Killian Jones, marito della Principessa Emma e avremmo una richiesta da farvi» disse duro lui, nessuno si doveva permettere di ignorarlo.
«Cosa desiderate Principessa» ancora una volta si rivolse alla donna anzichè a lui.
Prima che ribattesse Emma spiegò la situazione «Avremmo bisogno della teca in cui i miei genitori avevano intenzione di mettermi prima che la Regina Cattiva fosse bandita e la maledizione non fosse in questo modo scagliata» spiegò lei scambiando un'occhiata con Regina per capire se era stata credibile. Quella annuì.
«Oh,» disse Pinocchio improvvisamente triste «mio padre me ne aveva parlato. Beh la teca non venne mai finita Principessa.»
«Sapete dove si potrebbe trovare?» domandò allora Regina. Lui parve un po' restio a parlare.
«Ha un gran potere» guardò Emma facendole intuire che lui sapeva
«Lo sappiamo bene. Dove si trova?» chiese gentilmente lei.
Lui sospirò «E' qui. Mio padre l'ha tenuta da quel giorno, quando la fata gliela diede. Ma non è completa. Non può essere utilizzata»
«Puoi finirla?» chiese Robin che si stava interessando sempre di più a quella faccenda.
«Immagino di si» rispose confuso lui non capendo perchè premessero così tanto. «Ve la farò avere tra due settimane»
«No!» urlarono Emma e Regina all'unisono «Ci serve ora!»
«Ma è impossibile» rise quello suscitando lo sconforto nelle due. Erano tutti provati da quella camminata e per aver dormito all'aperto. Il loro morale non poteva essere più a pezzi. «E poi non sono come mio padre, non so se ce la farei a finirla, come avrete visto le mie opere sono ben diverse da quelle di mio padre»
«Ascoltami» iniziò Killian «Mia moglie ha davvero bisogno di questa dannata teca quindi non andremo via finchè non la concluderai. Hai capito?!» chiaro e diretto. Gli occhi di Emma saettarono alla figura di Killian ,le aveva fatto strano quando lo aveva sentito chiamarla moglie. Spazzò via quel pensiero concentrandosi sul momento.
Pinocchio scrutò attentamente i suoi visitatori. Erano pur sempre i suoi sovrani, almeno un tentativo doveva concederglielo «D'accordo, posso provarci. Ma prima di domani non aspettatevi nulla. Devo prima tirarla fuori ed è pesante»
«Ti aiuteranno loro» Emma indicò gli altri due uomini, che annuirono controvoglia.
«Bene, voi potete accomodarvi. Sarete miei ospiti per stanotte» e si diresse insieme a Killian e a Robin sul retro.
Eva chiese il permesso ad Emma di poter gironzolare e iniziò a guardare le sculture della bottega.
Le due si sedettero su una panca aspettando che gli altri tornassero.
«E' così diverso» iniziò Regina guardando nel vuoto e con gli occhi improvvisamente lucidi «non pensavo fosse così difficile. Vorrei parlargli ma» represse quel pianto non versato.
«Se vuoi parlargli lo dovrai fare ora perchè se tutto va come speriamo domani ce ne andremo da qui» le strinse una mano per infonderle un po' di coraggio. Sapeva che era un tasto dolente e ancora fin troppo fresco, non immaginava come dovesse sentirsi. Regina annuì ricomponendosi.
«Ci sono un sacco di sculture buffe sapete?» Eva tornò da loro entusiasta per quel piccolo giro turistico.
«Davvero?» domandò interessata Emma, August versione falegname non riusciva ancora ad immaginarselo.
«Si, alcune sono un po' spaventose ma altre sono carine» si accomodò tra le due donne, le gambe che dondolavano non riuscendo a toccare per terra.
I tre ricomparvero spingendo un grosso tronco su cui Geppetto aveva messo mano molto tempo addietro. «Mi ricordavo che fosse messa molto peggio in realtà» confidò Pinocchio sorpreso, più a se stesso che ai suoi ospiti.
«Bene, allora meglio che inizi no?!» incitò Killian un pò irritato. Pinocchio sapendo chi fossero le persone davanti a lui represse il commento poco felice che gli passò per la mente.
Regina si alzò andando vicino al ladro, accomodatosi su delle radici poco distanti da lì.
«Ti serve qualcosa?» fece lui guardandola.
Regina scosse la testa, non sapendo nemmeno lei cosa dire.
«Vuoi stendermi un'altra volta?» chiese lui con tono di sfida. Sembrava flirtare con lei, o aveva preso un abbaglio?
«No no, e scusami» gli si sedette accanto.
«Come ti chiami?»
Incassò il colpo. «Regina»
«Come la Regina Cattiva? Non deve essere facile conviverci» scherzò lui.
«Già» concesse lei ridendo insieme a lui.
Killian non poteva sopportare di vederle così assorte nel fissare quel bell'imbusto lavorare su quel pezzo di legno «Non mi pare così interessante»
«E invece è bravissimo, papà» disse Eva continuando a guardare Pinocchio.
«Così tanto da sbavare?»
Le due si voltarono. «Non stiamo sbavando!» disse Emma con le guance leggermente imporporate.
«E non siamo cani!» lo riprese Eva dandogli un pizzicotto. Risero tutti e tre.
«Non sarai geloso» sollevò un sopracciglio Emma con fare indagatore.
«Pff, e perchè dovrei?! Non ha nulla più di me. Sono meglio io, giusto Eva?»
La bambina strinse le labbra con fare di scuse «Beh...»
«Eva?!» non ci poteva credere. Emma rise seguita da Eva e infine dallo stesso Killian che, come se fosse normale, cinse le spalle di Emma. Lei fece finta di non averlo notato, ripetendosi che sarebbe tornata a casa l'indomani.


Per la notte Pinocchio aveva ceduto il suo letto alle donne che si erano andate a coricare subito, aprofittando di un letto comodo su cui riposare anzichè il tortuoso suolo.
Gli uomini avevano fatto compagnia a Pinocchio per un po', mentre lui, alla luce del caminetto continuava a scolpire quel tronco. Non era per lui quel lavoro, non lo era mai stato, ma aveva imparato per amore del padre. E quello fu un buon modo per ricordare il genitore che si accorgeva solo ora di quanto realmente gli mancasse.
Nella piccola stanza da letto Eva si era già addormentate, girata su un fianco dava le spalle a Regina tenendosi stretta ad Emma che pur non essendo sua madre gli dava una sensazione di protezione.
«Sei sveglia?» domandò di punto in bianco Regina.
«No» Emma guardava Eva dormire, i capelli biondi sparsi sul cuscino, la manina stretta tra la sua. Le sposto una ciocca dalla guancia, una carezza celata. «Ci hai parlato» non era una domanda, li aveva visti.
«Si. Qui non si è mai sposato nè ha avuto Roland o figli in generale. Nessun compagno di viaggio o buoni propositi. Ruba perchè lo vuole» era tranquilla mentre ne parlava.
«Mi dispiace»
«A me no. Sarebbe stato peggio se fosse stato come il mio Robin. Questo qui non ha nulla a che fare con lui. Meglio così» si mise comoda, con il cuore più leggero finalemente «Buonanotte Emma»
«Buonanotte» mormorò anche la bionda. Ma dovette attendere ancora un po' prima che il sonno la prendesse del tutto.


La mattina corse veloce. Emma, Regina ed Eva si svegliarono riposate e serene. Gli altri tre tutt'altro. Pinocchio aveva dormito forse poco più di tre ore, troppo preso da quel compito affidatogli dai sovrani che gli aveva ricordato i bei momenti con suo padre. La teca era quasi finita. Poco meno di un'ora e sarebbe stata completa.
Avevano mangiato quello che Pinocchio gli aveva offerto: Regina scambiava qualche parola con Robin; Eva faceva domande sul suo lavoro a Pinocchiio.Emma era uscita per prendere un po' d'aria. Non voleva ammetterlo a se stessa ma gli sarebbero mancati. Non era logico nè razionale ma era così, non poteva farci nulla.
«Quindi tra poco ve ne andrete» Killian le si avvicinò, non se ne era accorta, e di solito i suoi sensi erano sempre all'erta.
«Già» sospirò sorridendo. «Mi mancherete»
«Certo» sbuffò lui, ma non era arrabbiato, si era arreso alla realtà dei fatti.
«Guarda che è vero!» rispose lei. «Ma penso che mi mancherà più Eva»
Lui non disse nulla, sorridendo sotto i baffi, conscio di come era facile affezionarsi alla sua bambina. Si sentirono chiamare e tornarono indietro.
La teca faceva bella mostra di sè nello spiazzo davanti alla casetta. Non era ben rifinita, certo, ma l'importante era che fosse completa.
Regina salutò Robin, lui le disse di farsi rivedere ogni tanto, da quel che aveva capito quell'aggeggio serviva per spostarsi in altri luoghi non in altre realtà. Lei annuì discostandosi in fretta, anche se era venuta a patti con se stessa il cuore le giocava brutti scherzi. Salutò Killian con un cenno del capo. Eva la strinse forte in un abbraccio che la donna corrispose. Ringraziò Pinocchio e attese davanti alla teca che Emma facesse i suoi saluti.
Ringraziò anche lei sia Robin che Pinocchio per l'aiuto. Poi si rivolse a il suo finto marito e alla sua finta figlia.
«Magari potresti tornare a farci visita» tentò Eva che aveva intuito che non l'avrebbe più rivista. Le lacrime che minacciavano di uscire.
Emma si morse un labbro, gli occhi un po' lucidi. Annuì non volendola deludere. La bambina le saltò letteralmente in braccio dando il via libera a quelle lacrime. Killian le abbracciò entrambe baciandole sulla fronte. Prese Eva dalle braccia di Emma.
«Penso che sia arrivato il momento di andare» Emma si asciugò una lacrima, tornando in sè. Killiana ed Eva le sorrisero. Udì un flebile ''ciao'' fuoriuscire dalla bocca di Eva. Poi si girò e andò accanto a Regina.
Quest'ultima aprì l'anta, sperando con tutto il cuore che funzionasse. «Sai Emma è strano»
«Mmh...cosa?» fece lei non capendo.
«Dico, è strano che ci sia Eva, abbiamo incontrato solo persone che esistono, che sono reali nella nostra realtà...» spiegò entrando nella cavità dell'albero. Emma la seguì all'interno, cercando di capire dove volesse andare a parare l'amica.
«Non è che tu e il pirata...» lasciò intendere lei sogghignando mentre Emma rivolgeva un ultimo sguardo, ora sorpreso, alla volta della bambina e dell'uomo che la stavano salutando. Le ante vennero chiuse.


Così come erano sparite, all'improvviso ricomparvero. Eccole là, a poca distanza dalle persone che amavano di più. Tutti increduli ma con sorrisi che sapevano di casa.

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Or bene! BUON ONCE UPON A TIME DAY!!!!!!!!
Sono assolutamente troppo contenta, voi non potete immaginare, è pur vero che la puntata di stanotte la vedrò solo domani ma sono contenta lo stesso xD poi  ho deciso di cimentarmi nel fare dei cupcake con decorazioni stile once, se riusciranno come li avevo pensati è tutt'altra faccenda,ma va be xD ci si prova.
Passando a noi, spero che anche questa seconda ed ultima parte vi sia piaciuta. È una storia senza pretese, non penso si avvererà la mia teoria, perchè ,come  già detto,  non si avverano mai xD ma in caso si avverasse io vi avevo avvertito fin da subito u.u. L'ho scritta la settimana scorsa questa ''cosa'' quindi spero almeno che sia un po' credibile.
Altro punto su cui mi sono fermata a pensare è stato Robin. Io all'inizio non ci avevo pensato ma perchè lui non è invecchiato? Essendo questa mia, una storia senza pretese, non ho voluto indagare, altrimenti ne sarei uscita pazza xD lascio agli autori la spiegazione. All'inizio avevo pensato di fare Robin simile al vero, ma non me la sono sentita, sarebbe solo stato più duro per Regina, certo avrei voluto portarmelo nella realtà eh, ci avevo fatto un pensierino ma volevo tenermi sul verosimile xD certo ho poi letto una specie di spolierone su Robin, ma lasciamo stare .-. voglio prima vedere la puntata.
Altra cosa che mi ha fatto ridere, e lo so che la storia l'ho scitta io, è quando Regina ipotizza la gravidanza di Emma hahahaha oddio non potete capire, mi sono messa a ridere da sola, ma magari fosse hahahaha non so quanto avrebbero potuto concepirla visto che a stento vivono insieme ahhaha speriamo nel matrimonio va, sembra più concreta la cosa x'D
Spero vivamente che non vi abbia annoiato troppo, grazie a chi ha commentato la prima parte, siete state un incentivo pazzesco, ero molto restia xD
E nulla, aspetto di sentire chiunque abbia voglia di manifestare il suo pensiero. Io vado a scrivere il capitolo dell'altra storia che ho trascurato un pò .-. ma prima i dolci x'D perchè anche se piove nulla mi impedirà di essere felice x'D
Alla prossima e grazie ancora a tutti!
Gio
  
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