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Autore: Xephil    07/03/2017    8 recensioni
Dopo aver salvato Asia, Zayden è stato 'costretto' ad unirsi al Club di Ricerca dell'Occulto da Rias.
Malgrado tutto, la loro vita sembra procedere tranquilla finché un certo diavolo di Alta Classe non si presenta nel mondo reale per portare via per sempre Rias.
Tuttavia, il Sekiryutei non è intenzionato a restare a guardare e il suo intervento sarà fondamentale per insegnare una cosa importante all'erede dei Gremory: la libertà è qualcosa che va difesa ad ogni costo e quella di un leader è legata irrimediabilmente a quella dei suoi subordinati, per questo egli deve comprendere che il suo destino è legato indissolubilmente al loro e che anche solo una sua decisione può cambiarli tutti radicalmente.
E mentre soffia aria di battaglia... Il drago addormentato sta finalmente per risvegliarsi.
Dalla storia:
[“Tu contro tutti noi? Sei disposto a metterti in gioco così? Devi essere pazzo! E comunque, chi ci garantisce che possiamo fidarci? E perché dovremmo accettare?”
...
“Allora, cosa dite? Accettate.. o una sfida palesemente svantaggiosa per me è troppo per voi?”]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Newlife: Terrore


 

Esterno POV:

“Lord Phoenix. Sono molto dispiaciuto che il fidanzamento sia finito in questo modo. Lo so che è scortese, ma questa unione...”


“Non dovete dire nient'altro, Lord Gremory. Per i diavoli purosangue era un'ottima cosa, ma pare che entrambi siamo stati troppo avidi. Entrambi abbiamo già dei nipotini purosangue, ma anche così ne bramavamo ancora. Forse perché l'avidità è nella natura di noi diavoli. O forse perché nell'ultima guerra abbiamo visto l'inferno.”

“...No. Ho anche imposto la mia avidità a mia figlia.”

“Cercate di non pensarci. Piuttosto m'interessa quel ragazzo. Il suo nome era Zayden Ward, giusto? Mi dispiace che se ne sia andato subito. Volevo ringraziarlo. Quello che mancava a mio figlio era la sconfitta. Ha sopravvalutato l'abilità del nostro clan. Questa sarà una buona lezione per lui. I Phoenix non sono assoluti. Solo capirlo era sufficiente per questo fidanzamento, Lord Gremory.”

“Lord Phoenix...”

“Vostra figlia ha trovato un buon alleato. Sembra che gli Inferi in futuro non saranno noiosi... Però non posso fare a meno di pensare: perché l'ha fatto? Non è un servo di vostra figlia e, a quanto ho capito, non le doveva favori particolari, giusto? Allora perché ha rischiato di inimicarsi addirittura ben due famiglie nobili dei diavoli?”

“...Non ho potuto fare a meno di chiedermelo anch'io. Eppure che ci crediate o meno, secondo quanto raccontatomi da Grayfia, non aveva nessun altro motivo se non il desiderio di dare una lezione ai nostri figli. Una lezione di umiltà, ha detto.”

“...Soltanto questo? Davvero?”

“Almeno a quanto ne sa Grayfia, sì. Mi ha detto che è un tipo.. piuttosto singolare.”

“Singolare è un eufemismo. Tuttavia, ammetto che m'incuriosisce ancora di più. Sarà interessante vedere a cosa porterà il suo legame con vostra figlia.”

“La curiosità è reciproca... Anche se non avrei mai pensato che sarebbe stata proprio mia figlia a incontrare un tale umano.”

“Welsh Dragon. Se non l'avessi visto, non avrei mai creduto possibile che quell'odioso essere potesse stringere un qualche rapporto con noi diavoli.”

“Sono d'accordo, ma temo sia ancora presto per capire se sarà un rapporto positivo o negativo. Da quanto mi è stato detto, non ha molto in simpatia la nostra razza. Persino il suo legame con mia figlia e i suoi servi è ancora difficile da definire.”

“Credete che possa diventare un pericolo per noi? Come il... Nero?”

“Non lo so. Tuttavia dubito che possa diventare addirittura come quella creatura...”

“Death Dragon. 'Il flagello degli Inferi'. Chi lo sa, forse un'eventuale alleanza col Sekiryutei potrebbe aiutarci a scoprire qualcosa di più sulla sua vera identità.”

“Questo se mai si alleerà con noi... Tuttavia, non dovremmo escludere una simile possibilità. Al tempo stesso non dobbiamo dimenticarci anche dell'altro. È molto probabile che sarà il prossimo...”

“Sì, deve esserlo. No, forse già esiste.”

“Vanishing Dragon. È solo questione di tempo prima che il Rosso incontri il Bianco. Tuttavia mi chiedo cosa potrebbe accadere se s'incontrassero anche col Nero.”

“I Draghi Celesti sono sempre stati due, in ogni secolo.. tranne quello attuale.”

“Il Nero non è un Drago Celeste.”

“Ma è indubbio che ha un potere paragonabile al loro. Forse centra qualcosa con essi. E forse uno dei due sa in realtà qualcosa di più sul terzo...”

“Ma chi sarebbe dei due in questo caso? E cosa significa la loro presenza in questo secolo?”

“Chi lo sa. Mi auguro solo che questo non sia il preludio a una futura catastrofe.”

 

*

 

Zayden POV:

“Così dobbiamo salutarci di nuovo, eh?” B aveva un'aria triste e sconsolata.

Ridacchiai e gli diedi una pacca scherzosa sulla spalla. “Ehi, bestione, non mi farai la tragedia greca ora, vero? Guarda che mica non ci vedremo mai più! Voglio solo che tu ti riunisca agli altri per continuare a dar loro una mano e prepararli a venire qui.” Mi feci più serio. “Fidati, ormai ho compreso una cosa: in questa città sono concentrati molti più poteri di quanti pensassimo e sai bene che il potere chiama a sé altro potere. Se ne concentreremo ancora, senza dubbio molti altri eventi si verificheranno, eventi che, probabilmente, potrebbero darci una mano non indifferente. Per ora voglio continuare a tenere d'occhio da me la situazione, mentre voi raccogliete quante più informazioni possibili dai miei contatti, ma ti assicuro che presto avrò bisogno di voi. Me lo sento. E per questo, ho bisogno che tutti voi stiate uniti e pronti, in modo che sia tu a guidare il gruppo qui quando sarà il momento.”

“E quando sarà il momento?” domandò B con altrettanta serietà.

“Prima di quanto immagini. Fidati di me.”

B annuì per poi infilare una mano in una tasca interna della giacca che indossava ed estrarne una lettera. “Tora l'ha preparata per te. Poco prima che venissi qua, ne avevamo trovati altri due e lui ha ritenuto che fosse meglio se te ne occupassi tu di persona. Tu sai perché.”

Presi la lettera e riconobbi il simbolo runico impresso sulla parte frontale. Senza perdere tempo, immisi un po' del mio Ki nella carta: il simbolo brillò prima di svanire e io sentii una serie di informazioni e immagini pervadermi la mente. “Ho capito” dissi qualche secondo dopo, quando il flusso informativo s'interruppe. “Come sempre, avete fatto un ottimo lavoro. Dì agli altri di non preoccuparsi e che da qui me ne occuperò io personalmente.”

B annuì di nuovo prima di sorridere malizioso. “Hai intenzione di riscuotere il tuo premio adesso?”

Ghignai. “Ci puoi scommettere. E non ti nego che sono impaziente di farlo.”

“Solo tu potevi pensare a qualcosa del genere come premio. Se fossi stato chiunque altro, avresti chiesto ben altro da una bellissima ragazza come quella.”

“Io non sono chiunque altro, infatti.”

“Suppongo di no.” Rise ancora e io lo seguii a ruota.
Quando smettemmo, B mi rivolse un altro sorriso, gentile ma triste. “Allora io mi avvio. Ci vediamo presto, Z.”

Feci un passo avanti e lo strinsi in un caloroso abbraccio che lui ricambiò subito. “A presto, B. Stammi bene e salutami gli altri, mi raccomando.”

“Saranno arrabbiati che vuoi tenerci ancora divisi da te. Soprattutto Akiko e Kayla.”

“Scusati da parte mia e dì loro che presto saremo insieme e stavolta niente più separazioni a lungo termine. È una promessa.”

“Lo farò.”

Rimanemmo così un altro po', poi B si staccò da me e indietreggiò di un paio di passi unendo le mani in vita ed emanando una lieve aura che formò sotto i suoi piedi un cerchio magico. “Alla prossima, Z!”

“Ci si vede, B!” E lo vidi sparire in un bagliore di luce.
Rimasto solo nella mia camera, ero sul punto di uscire per andare al Club di Ricerca dell'Occulto dove dovevo incontrarmi con Rias, ma non avevo fatto nemmeno il primo passo che sentii la porta dell'ingresso al piano di sotto aprirsi e chiudersi e dei passi risuonare nel salotto.

“Ehm... Zayden-san? Sei di sopra?” Era Asia. Sembrava nervosa dal tono di voce.

Sospirai immaginando già di che cosa volesse parlarmi. “Sì, sono in camera mia, Asia. Vieni pure!”

La sentii salire le scale e, qualche secondo dopo, la porta della stanza si aprì e la mia sorellina acquisita entrò. Come sospettavo, aveva uno sguardo chiaramente nervoso, il che non mi piaceva affatto. “Ciao” mi limitai a dire con un piccolo sorriso.

“Ciao” mi rispose lei con uno identico prima di tornare ad assumere l'espressione precedente.

Avevo compreso che voleva parlare, ma chiaramente non sapeva da dove iniziare né come iniziare. Decisi di venirle incontro e aprii io bocca: “Vieni qui, Asia. So che vuoi parlarmi, perciò mettiti comoda prima.” E mi sedetti sul mio letto battendo la mano accanto a me sul materasso per dirle di sedersi e sperando che non rifiutasse.
Per mio sollievo, lei si sorprese per un attimo, ma poi annuì e si sedette nel punto che le avevo indicato.
Sempre per aiutarla, presi di nuovo io l'iniziativa: “Dimmelo sinceramente, Asia. Tu ora provi paura verso di me?”

Lei mi guardò con uno sguardo a metà tra il dispiaciuto e l'imbarazzato. “Z-Zayden-san, ti ho g-già detto che...”

“Non provi rancore, lo so. Ma io non ho detto rancore, ho detto paura. Vorrei una risposta sincera... Devo saperlo, Asia, per favore.”

Asia esitò, chiaramente combattuta, ma alla fine parlò: “...Non è paura. O meglio, ammetto che ho avuto un po' di paura durante il Game, quando.. ho visto le fiamme avvolgermi... Ma ora non provo paura verso di te. Solo.. sono triste.”

...Questo non me l'aspettavo... “Triste? Perché?”

“Perché mi sono resa conto che non so praticamente nulla di te. Non solo: ho anche realizzato di non aver capito proprio niente di te. Ti chiamo mio amico, sei diventato praticamente la famiglia che non ho mai avuto.. eppure non so nulla di te. E questo o perché tu non ti fidi abbastanza di me per parlarmi e raccontarmi di te stesso, o perché sono io stessa incapace di capire davvero ciò che hai attraversato nel corso della tua vita e come sei veramente. So che mi avevi detto che mi avresti raccontato tutto con il tempo, ma credevo di averti compreso almeno in minima parte... Invece non avevo compreso niente.”

“Asia, ma tu-”

“Abbiamo sofferto un dolore simile, mi hai detto una volta... Ma la verità è che il dolore che hai provato tu è stato ben oltre quello che ho provato io e che è stato a causa di esso se sei diventato ciò che sei ora. Non ho mai realizzato veramente ciò di cui potevi essere capace e quale fosse davvero il tuo carattere... Finché non ho visto il tuo match contro Raiser Phoenix. Mentre ti guardavo, ho compreso solo in quel momento ciò di cui puoi essere capace se ti trovi di fronte a un reale nemico e quanto davvero ci sei andato piano con noi.. e ho anche capito quanto tu possa essere davvero terribile, se solo lo vuoi... Perciò, sì: sono triste. Triste di definirti la mia famiglia, ma poi non sapere nemmeno chi tu sia realmente...”

Non resistetti e, anche se sapevo che era un gesto un po' avventato in queste circostanze, le impedii di dire altro stringendola senza preavviso in un forte abbraccio. La sentii irrigidirsi tra le mie braccia, ma non fece nulla per scostarsi o allontanarmi.
“Non è colpa tua, Asia. La colpa è mia.” Lei provò a replicare, ma io la zittii stringendo la presa. “Ho passato undici anni a scappare dalle più disparate creature sovrannaturali e a ricercare il diavolo che ha distrutto la mia vita, e nel mentre osservavo tutto il male che ogni razza, umana o inumana che fosse, infliggeva ad altri più deboli, spesso subendone a mia volta. Questo mi ha reso diffidente nei confronti di tutto il mondo e ora faccio una fatica tremenda a fidarmi o aprirmi con gli altri. Blake, Tora, Akiko e Kayla sono le uniche vere persone di cui mi fido, ma mi ci è voluto tempo per conoscerli e riuscire a fidarmi di loro. Ora darei loro la mia vita senza pensarci nemmeno per un istante, ma all'inizio ero più o meno come sono con te in questo momento.” Mi scostai da lei per posargli le mani sulle spalle e guardarla dritta negli occhi. “Purtroppo.. io ho perso la capacità di riuscire ad aprirmi liberamente con gli altri, persino se sono amici... Con questo, non voglio dire che non mi fidi o che non ti voglia bene, Asia, ma fatico comunque a parlare di me stesso e questo non solo perché mi fa rivivere ricordi dolorosi, ma soprattutto perché non so mai come chi ascolta potrebbe reagire. Ho paura che possa cambiare atteggiamento verso di me, non vedermi più come chi sono davvero o addirittura.. avere paura di me...”

Per tutto il tempo in cui avevo parlato, Asia mi aveva osservato con uno sguardo sempre più sorpreso e incredulo, come se si fosse resa conto solo ora dello sforzo che avevo dovuto fare per parlarle a cuore aperto e del perché finora non l'avessi fatto. “Zayden-san, ma allora tu.. non volevi parlarmene.. perché credevi che avrei potuto guardarti in modo diverso? Perché temevi.. che potessi avere.. paura di te?”

Sospirai prima di rispondere: “Fondamentalmente sì. E a buon motivo considerando quello di cui sono capace... Hai visto con Raiser cosa sono stato capace di fare, vero? Come potevo dirti che, quando combatto sul serio, posso diventare un guerriero spietato e sadico? Come potevo dirti che non sono poi così diverso da quei mostri dai quali ti ho-”
Non potei continuare perché Asia mi si gettò contro, affondando la faccia nel mio petto e stringendo la maglietta che indossavo tra le dita; un secondo dopo, sentii la parte frontale del mio indumento inumidirsi. “Asia, perché piangi..?!”

“Sei uno stupido, Zayden-san!” Il suo strillo mi sorprese ancora di più delle sue lacrime. “Te l'ho detto fin dall'inizio! Da quando viviamo insieme te lo ripeto, eppure tu non sembri riuscire a comprenderlo! A me non importa ciò che tu hai fatto o sei capace di fare! Io so che, nel profondo, tu sei una persona buona e gentile come nessun altra! Lo so perché tu sei colui che mi ha aiutata quand'ero in difficoltà, che mi ha salvata quand'ero in pericolo, che mi ha offerto la sua amicizia quando ha saputo che non ne avevo mai avuta una e che mi ha reso parte di una famiglia quando non avevo più niente! Hai fatto così tanto per me e non hai chiesto mai nulla in cambio! E anche se tu l'avessi fatto solo per solidarietà verso un altro possessore di Sacred Gear, non cambia il fatto che tu mi hai letteralmente dato una nuova vita quando la mia vecchia era andata ormai in frantumi! Davvero non comprendi quanto questo sia importante per me?! Non importa cosa tu abbia fatto o farai... Io non potrò mai avere paura o non fidarmi di te! Zayden-san per me sarà sempre Zayden-san, la persona insieme alla quale voglio passare la mia vita! Ed è per questo che voglio che anche tu possa fidarti di me come io mi fido di te!”

Ero talmente sconvolto che non riuscii a proferire parola per diversi secondi. Davvero Asia pensava tutto questo di me? Era per questo che era triste?
Ora mi era tutto chiaro. Avevo sbagliato tutto con lei: a causa della mia istintiva diffidenza e paranoia verso tutto e tutti, non avevo realizzato fino in fondo quanto la sua vita fosse ora dipendente da me. Anzi, dal suo punto di vista, ora dovevamo essere io e il gruppo Gremory la sua vita. Tuttavia, Rias e gli altri erano stati capaci di aprirsi a lei, mentre io, colui che l'aveva introdotta a una famiglia e che lei riteneva essere diventato il suo fratello maggiore, non le avevo detto ancora praticamente nulla di me e lei aveva finito per interpretare questo silenzio come una sfiducia nei suoi confronti e una minore considerazione del nostro rapporto.
L'avevo ferita di nuovo quando avevo promesso che non avrebbe più dovuto soffrire dal momento della sua prima morte in poi. E meno male che avevo detto che ero riuscito a salvarla... Ha ragione, sono un vero stupido. Non posso e non voglio assolutamente che soffra ancora, non per colpa mia.
Per tutta risposta, la abbracciai ancora più forte accarezzandole delicatamente i lunghi capelli biondi con una mano e la schiena con l'altra, cercando di rassicurarla; dopo un po', la sentii calmarsi e smettere di piangere. “Hai ragione, Asia. Sono stato davvero uno stupido a non volerti parlare prima di me e a costringerti a scoprirlo nel peggiore dei modi. Ti chiedo scusa per questo. Non avevo compreso che potessi prenderla così... Ti ho fatto credere che non ti ritenessi davvero un membro di famiglia e che dunque non mi fidassi di te... Che idiota che sono. Ti prego perdonami, Asia. Posso assicurarti che non è così: per me tu sei davvero una persona importante, una cara amica e una preziosa sorellina. Il mio affetto per te è reale, puoi credermi. Non ho mai voluto che soffrissi così.. non posso sopportare che tu soffra ancora...”

“Dici.. davvero, Zayden-san? Mi.. sbagliavo, allora?” mugolò lei con un filo di voce.

Decisi di essere più convincente: mi scostai leggermente da lei per guardarla dritta negli occhi, le sorrisi e parlai con il mio tono più sincero: “Tu sei diventata una delle persone più preziose per me da quando hai accettato la mia amicizia e lo sarai sempre. Ho sbagliato a non aprirmi prima con te, ma ti giuro che non succederà più. Niente più scuse o dubbi: se vorrai sapere qualcosa di me, dovrai solo chiedere. Non voglio che ricapiti mai più che tu abbia dei dubbi sul mio affetto nei tuoi confronti. Tu sei e sarai sempre la mia amata sorellina, Asia.” E conclusi posandole un bacio delicato sulla fronte.

La vidi arrossire vistosamente ed era chiaramente sorpresa dal mio ultimo gesto, ma nel giro di qualche istante, la sua bocca si allargò nel sorriso più luminoso che mai le avessi visto fare e le lacrime ricominciarono a scendere copiose dai suoi occhi, anche se stavolta erano chiaramente di gioia. La lasciai posare di nuovo la testa sul mio petto mentre la abbracciavo di nuovo e sentii le sue braccia stingersi a loro volta intorno alla mia vita. “Grazie, Zayden-san...”

“E di cosa, Asia? È a questo che servono gli amici.. che serve una famiglia.”
Già. Una famiglia... E dire che dovrei essere il primo a sapere cosa vuol dire riaverne una dopo tanto tempo...

“Zayden-san?”

“Mh?”

“So che dovresti uscire tra poco per andare da Buchou-san... Ma potresti.. restare così ancora per un po', per favore?”

In tutta risposta sorrisi e rafforzai l'abbraccio, mentre ricominciavo anche ad accarezzarle la schiena in modo rassicurante. “Tutto il tempo che vuoi, Asia.”

 

*

 

“Alla fine ce l'hai fatta davvero.”

“Beh, te l'avevo detto che non avevi nulla di cui preoccuparti.”

“Sì, ma non mi aspettavo che l'avresti ridotto così male...”

“Oh, cosa succede? La nostra cara Rias Gremory ora prova compassione per il suo odiato ex-promesso sposo? Forse dovevo lasciare stare la cosa fin dall'inizio e permettere che vi sposaste?”

L'unica risposta che ottenni da Rias fu un'occhiataccia che sembrava significare: un'altra battuta come questa e ti disintegro l'attrezzatura che hai in mezzo alle gambe...
Sogghignai, ma non espletai i miei pensieri: Sì, certo. Come se ne fossi davvero capace, rossa...
Dopo il chiarimento con Asia e il nostro momento affettivo, avevo lasciato la mia sorellina acquisita a riposare a casa per dirigermi alla sede scolastica del Club di Ricerca dell'Occulto, dove Rias mi attendeva per chiarire i termini della mia vittoria contro lei e Raiser nei Rating Game. Gli altri membri erano momentaneamente assenti, proprio perché dovevamo discutere della faccenda solo noi due che eravamo i diretti interessati e questo mi faceva sentire meglio: meno gente partecipava agli scambi diplomatici e più facili e rapidi erano.

“Scherzi a parte.. mi spieghi perché all'inizio ti sei fatto picchiare in quel modo da Raiser? Mi hai fatto preoccupare terribilmente, credevo ti uccidesse a un certo punto!” disse poi Rias guardandomi con un misto di rabbia e tristezza. La diavola era seduta dietro la scrivania della sala del Club e, a giudicare da alcuni documenti su di esso, stava probabilmente sistemando alcune scartoffie della sua attività extrascolastica prima che arrivassi. Io, dal canto mio, me ne stavo appoggiato con la schiena a una delle pareti a lato alla scrivania e tenevo le braccia incrociate al petto.

Ancora una volta, il fatto che si preoccupasse tanto per me e le mie condizioni mi sorprese. Anche se ormai avevo intuito che provava un certo interesse nei miei confronti e che mi riteneva a tutti gli effetti un membro del suo gruppo pur senza essere un suo servo, non credevo che si sarebbe agitata tanto per il mio match, soprattutto dopo che le avevo detto di stare tranquilla. “Oh, solo per quello? Sul serio mi credi così debole da essere steso da quei quattro pugnetti da bimbo?”

“Ti stava pestando a sangue!” Si stava arrabbiando eccome.

“L'unico sangue che mi ha fatto partire è quello schizzetto dal labbro perché mi ha colpito mentre ridevo e così me lo sono morso accidentalmente. Persino senza l'elmo non erano niente di speciale, tutta forza e niente o poca volontà. Pugni così non vale nemmeno la pena schivarli.”

“Ma perché farti colpire in questo modo quando potevi sconfiggerlo in pochi minuti senza subire nemmeno un colpo?! Cosa ti ha spinto-”

“Per spezzarlo dentro.” A quelle mie parole, Rias si arrestò di colpo e mi fissò confusa. “Non ci vuole niente a spezzare un corpo esterno, ma per rompere qualcosa di interno ci vuole ben altro. Ricordi cosa avevo detto prima dei Game, Rias? Ciò di cui entrambi avevate bisogno era una lezione di umiltà e lui più di te. Era troppo arrogante e superbo, convinto di poter sempre vincere e avere tutto ciò che vuole per sé.” Indurii lo sguardo. “Un atteggiamento che io odio con ogni fibra del mio essere. La superbia, quando in misura eccessiva, è come una malattia. Una malattia molto brutta, aggiungerei... Per la quale esiste una sola cura: l'umiliazione.”

Rias mi guardò con sguardo assorto, probabilmente riflettendo su ciò che stavo dicendo. “Vuoi dire che anche farsi picchiare era parte del tuo..?!” Poi, di colpo, i suoi occhi si allargarono dalla consapevolezza. “Volevi che capisse di non poter fare nulla per sconfiggerti..!”

Sorrisi in risposta. “Brava, Rias Gremory! Molto perspicace! Vedi, per curare davvero un malato di superbia bisogna fare due cose: primo, mostrargli che ogni sua singola azione è assolutamente inutile, secondo, affermare e dimostrare la superiorità di qualcosa o qualcuno che invece lui credeva essere inferiore. Ed è ciò che ho fatto io.” Feci una pausa e il mio sorriso divenne un mezzo ghigno. “Anche se...”

“Anche se?”

“...Forse mi sono voluto divertire un po' più del dovuto...”

L'espressione di Rias divenne sarcastica. “Ma va', sul serio?”

“Diciamo che picchiare la sua faccia da galletto stronzo era davvero molto liberatorio e soddisfacente... C'ho preso gusto. Non puoi immaginare quanto piacere mi dia distruggere quell'ego da palloni gonfiati che quelli come lui si ritrovano.. vedere la faccia che fanno mentre il loro orgoglio viene fatto a pezzi. È proprio come bucare e sgonfiare un pallone, solo mille volte più soddisfacente...”

“...Lo sai che ti sono venuti gli occhi spiritati adesso, vero? Sembri un pazzo...”

“Non ho mai detto di essere sano di mente. Almeno non del tutto...”

“Sei davvero impossibile...” commentò Rias fissandomi con uno sguardo a metà tra l'esasperato e il divertito.

Per tutta risposta, feci spallucce e assunsi un'espressione fin troppo innocente.
Un paio di secondi dopo, ridevamo entrambi con un certo gusto.

“Allora... Dovevi parlarmi di qualcosa, o sbaglio?” chiese la rossa dopo aver smesso di ridere, assumendo un'espressione seria.

Smisi di ridere anch'io, ma il mio ghigno divenne se possibile ancor più largo. “Ah, giusto... Vedi, ho vinto entrambi i Game, no? Dunque ho diritto di riscuotere le mie ricompense adesso. Una l'ho già presa, visto che quel galletto di Raiser ha perso il suo diritto al matrimonio con te e si è anche preso il pestaggio della sua vita... Ma ora intendo riscuotere anche quella per la mia vittoria contro di te... Ricordi cosa avevamo stabilito?”

“Certo che ricordo. Mi avevi detto che, se tu avessi vinto, io avrei dovuto sottostare ad una determinata condizione riguardo il nostro attuale rapporto... O sbaglio?”

“No, affatto. Ricordi perfettamente.”

“Ordunque...” continuò Rias alzandosi in piedi e spostandosi alla mia destra, per poi incrociare le braccia sotto il seno. “Quale sarebbe questa condizione?”

Decisi di giocare un po': “Quanto entusiasmo nel voler sapere.. cos'è forse volevi propormi tu qualcosa? O speri che ti proponga io qualcosa di particolare?”

Rias sembrò agitarsi. “Ma-ma che stai dicendo?! Io non pensavo né volevo proporre proprio niente! Piuttosto ero sicura che sapessi già cosa volevi..!”

“Oh, infatti io lo so eccome... Ma tu sei sicura di volerlo sapere? Sai che posso chiedere qualunque cosa, vero?”

“Co-cosa stai dicendo?! Non ho mai detto che-”

“Giusto ed errato insieme. Non hai detto niente quando ho posto la mia condizione per la vittoria... Ma io non ho mai detto in anticipo quale fosse quella condizione, non te ne sei accorta? Tuttavia, poiché tu non hai avanzato domande o chiarimenti su che cosa io avrei chiesto, non mi hai automaticamente dato limitazioni su cosa chiedere.” Notai i suoi occhi allargarsi di colpo, chiaramente sorpresi e pieni di improvvisa consapevolezza e ghignai di nuovo. “Eri talmente presa dalla sfida e impegnata a concentrarti su come poter vincere e sul matrimonio da evitare che non ti sei accorta di non sapere proprio nulla sui termini della mia vincita... Un errore davvero molto grave, mia cara signorina Gremory... Non lo sapete? Non si devono mai firmare o stringere patti senza sapere tutte le clausole. Potrebbero saltare fuori conseguenze completamente impreviste...”
Mi staccai dal muro e iniziai ad avvicinarmi a lei, lento ma inesorabile.

Rias notò il mio atteggiamento e, come immaginavo, iniziò a indietreggiare, lo sguardo ora leggermente preoccupato e timoroso. “Un vero.. errore.. già, hai proprio ragione... Perciò, cos'è che vuoi? Qualunque cosa sia, se è in mio potere dartela, lo farò” disse mantenendo comunque un tono serio e deciso.

“Ripeto: sei davvero sicura di essere pronta? Potrei chiederti qualsiasi cosa e tu non potresti replicare od opporti in alcun modo...” Avanzai ancora.

Lei indietreggiò. “A che gioco stai giocando? Qualunque sia, non è divertente, Zayden... E smettila di guardarmi così...”

“E chi ti dice che stia giocando? Io sto solo dicendo il vero: posso chiederti davvero ciò che voglio senza che tu possa opporti... Perché ti agiti tanto ora?”

“Mi metti a disagio, ecco perché! Smettila subito!”

“Oh... E perché ora ti senti a disagio se fino a poco fa eri tranquilla? Forse ti stai rendendo conto di cosa potrebbe comportare il tuo errore?”

Avanzai di nuovo e lei indietreggiò a sua volta, per poi sussultare quando la sua schiena toccò la parete alle sue spalle. La sua espressione ora iniziava a essere spaventata, tuttavia replicò con sicurezza: “...Me ne sono resa conto, sì... Ma sono anche sicura che tu non chiederai niente di preoccupante o discutibile...”

Con un gesto rapido e improvviso, schiantai la mano destra al fianco della testa della rossa intrappolandola contro il muro; lei sobbalzò sorpresa prima che le prendessi il mento con l'altra mano e la costringessi a guardarmi in faccia. “Cosa te lo fa pensare, bellezza? Vorrei ricordarti che non mi conosci ancora così bene.”
Sempre sorridendo beffardo, mi abbassai fino ad arrivare all'altezza dei suoi occhi, le mie iridi che si riflettevano nelle sue e i nostri nasi separati solo da qualche centimetro scarso.

Nuova ansia e nervosismo riempirono gli occhi di Rias, eppure lei non fece niente per allontanarmi. Osservandola meglio, ebbi l'impressione che, oltre al timore, nel suo sguardo ci fosse anche una certa curiosità. Ma guarda... Vuoi vedere che un minimo le piacerebbe sapere che cosa potrei chiederle o farle?

“Perché ho l'impressione che tu sia interessata a ciò che potrei chiederti o farti?” chiesi avvicinandomi ancora un po' al suo volto, le punte dei nostri nasi che ormai si sfioravano.

“Non.. lo sono affatto..! E comunque cosa vorresti-” La replica di Rias fu bloccata dall'aumento dell'intensità del mio sguardo, mentre la mia mano sinistra le prendeva una ciocca di capelli e la rigirava tra le dita. Dio, se erano belli...

“E se ora volessi fare qualcosa di.. diciamo particolare.. e se volessi poi renderla parte del nostro patto.. tu cosa faresti, Rias?” chiesi con voce profonda e accarezzandole ancora quegli splendidi filamenti cremisi. Il suo volto era arrossito e il suo respiro sembrava essere diventato più pesante, dando origine ancora una volta a una combinazione di dolcezza e sensualità che mi rendeva davvero difficile non voler poggiare le mie labbra sulle sue.
Da quando guardarla mentre ha questo tipo di espressioni in volto mi dà questo effetto?

“...Non lo farai.” La sua voce mi distolse dai miei pensieri confusi. Il suo sguardo era ancora apparentemente perso e stava tremando leggermente, ma non vi era esitazione nella sua voce: “Non ti conosco ancora bene, vero... Ma so che non mi costringeresti mai a qualcosa che sai potrebbe andare contro la mia volontà. L'ho capito.. quella notte...”

Quella notte? Ah, intende quella... Uhm, in effetti non posso negare nulla qui senza passare per bugiardo o ipocrita e non intendo passare per tali individui. Tsk... Speravo di divertirmi un altro po', ma si è imbarazzata meno di quanto pensassi... Oh bé, a questo punto chissenefrega.
Sospirai prima di allontanarmi da lei. “Beh, bella risposta. Su questo non posso contraddirti, in effetti. Puoi pure rilassarti adesso.”

Rias mi guardò storto e.. era delusione quella? “Perché questa stupida commedia?”

“Perché era divertente” replicai io con un sorrisetto birbante.

“No, non lo era affatto.”

“Oh sì che lo era! E avresti dovuto vedere la tua faccia! Sembravi letteralmente persa in un tuo mondo immaginario... E credo che non ti sarebbe dispiaciuto, se avessi proseguito...” Aggiunsi con una risatina maliziosa.

“Ma tu..! Razza di... Vuoi smetterla?!” sbottò la ragazza battendo un piede per terra. Era diventata più rossa dei suoi capelli se possibile... Che divertimento!

“Attenta, diavoletta! Finirai per scoppiare se continui a scaldarti così! Fidati, io di calore me ne intendo...”

“Vuoi litigare, per caso?! Falla finita, non sei divertente!”

“Io penso di sì, invece...”

“...Vuoi arrivare al maledetto dunque, sì o no?! Dì cosa vuoi e basta!”

Sembrava davvero esasperata, così feci spallucce e allargai le braccia con fare rilassato. “Va bene, va bene. Adesso calmati, rossa. È bene che impari a resistere di più alle provocazioni e agli scherzi, altrimenti finirai per cadere in qualche trappola del nemico in caso di una vera battaglia...” Incrociai di nuovo le braccia e mi feci serio. “Ad ogni modo, non scherzavo quando intendevo che volevo qualcosa da te come condizione. Qualcosa legato a questo.” E mi picchiettai la testa con l'indice sinistro.

L'espressione di Rias passò da irritata a confusa. “Che intendi?”

“Io non cerco solo la forza e l'abilità fisica, ma anche la conoscenza e l'informazione, Rias, perché anche una sola goccia di esse può superare enormemente qualunque mare di forza o potenza. E io, al momento, ricerco in modo particolare l'informazione. Soprattutto quella riguardo un certo individuo...”

La vidi sgranare gli occhi, indubbiamente per aver realizzato qualcosa. “Vuoi dire che vuoi sapere su..?”

“Zamiel. Voglio sapere tutto quello che voi diavoli sapete a riguardo, visto che dopotutto lui è uno della vostra razza. Perciò, la mia condizione è questa: io rimarrò con il tuo Club e continuerò ad agire da suo membro come ho sempre fatto finora, aiutandovi in ogni modo che posso.. ma in cambio, voglio tutte le informazioni che puoi rimediare su Zamiel, anche la più piccola e apparentemente insulsa o insignificante. Non ti chiedo di andare contro le regole” aggiunsi subito quando la vidi assumere un'espressione preoccupata all'idea di dover raccogliere informazioni, magari non in modo legale, “non ho intenzione di farti mettere nei guai, non temere. Ti chiedo solo di fornirmi tutte le informazioni che sei in grado di raccogliere e tutte le eventuali notizie che acquisirai da ora in poi e che potrebbero essermi sfuggite. Tutto qui.”

“'Tutto qui' non mi sembra esattamente l'affermazione giusta... Dopotutto, spero tu ti renda conto che mi stai chiedendo molto costringendomi a indagare su un diavolo ricercato e pericoloso, con il quale la mia stessa famiglia non ha un buon rapporto passato...” Rias sospirò esasperata quando non mi vide cambiare minimamente espressione. “Suppongo che però non te ne importi granché di questo.. e come sono sicura che non cambierai idea o condizione, comprendo anche che sarebbe inutile provare a chiedertelo.. inoltre, ti ho dato la mia parola prima del nostro match e non intendo rimangiarmela, ne va del mio onore.. perciò, va bene. Così sia. Zayden Ward, io ti fornirò tutte le informazioni che mi sarà possibile raccogliere sul diavolo ricercato Zamiel, il Nero Cacciatore.”

Sorrisi soddisfatto. “Allora abbiamo finito, Rias Gremory. In cambio, come da condizioni, io continuerò a restare nel tuo Club di Ricerca dell'Occulto come suo membro e tuo sottoposto all'interno della sua attività.” Mi ricordai di una cosa: “Dimmi, hai detto a qualcuno del tuo gruppo del mio passato e di Zamiel, per caso?”

“No, non ho detto loro ancora niente. Siccome è qualcosa di molto personale per te e non mi avevi detto se potevo raccontarglielo o meno, ho ritenuto opportuno non dire niente a nessun altro. D'altronde, ritengo anche che non dovrei essere io a raccontare certi fatti della tua vita.”

La sua discrezione e il rispetto per la mia storia personale mi rassicurarono e rallegrarono al tempo stesso. “Meglio così. Ad ogni modo, so che di loro ti fidi e che sono persone di cui ci si può fidare, perciò, se mai dovessero chiederti che accordo abbiamo stretto, puoi dirgli qual è e perché, ma lascia pure che sia io a dirgli cosa mi lega a quel maledetto. Ah, e dì anche loro di non parlarne a nessuno. Meno persone lo sanno all'interno della vostra razza e meglio è: non voglio rischiare un'eventuale fuga di informazioni e perdere l'elemento sorpresa sul mio obbiettivo.”

“Ho capito. Allora, per questa volta, farò come vuoi tu.”

Annuì sorridendo in ringraziamento, mentre, con una certa fatica, soffocavo uno sbadiglio che minacciava di uscire. “Ora se permetti, vorrei andare a riposare. Usare tutta quell'energia a fine Game mi ha un po' stancato e domani è lunedì, dunque riprendono le lezioni.”

“Certo, vai pure” rispose Rias prima di farmi un sorrisetto malizioso. “Dopotutto dovrai essere in forma da domani, visto che ti toccheranno un bel po' di straordinari per rimediare al tuo giochetto e farti completamente perdonare...”

“...Sai, è in questi momenti che mi pento di non avervi fatto più male quando potevo...” commentai io incupendomi al pensiero che, come semplice membro, non potevo oppormi alle sue richieste come presidentessa del Club e per il fatto che se ne stesse chiaramente approfittando per farmela pagare per il Game. Alla fine sbuffai. “Beh, chissenefrega. Ho approvato di rimanere parte del tuo gruppo e dunque è giusto che ne segua le regole, almeno finché si parla della vostra cosiddetta attività scolastica. Tuttavia, non ti aspettare che m'immischi ancora nelle vostre faccende tra diavoli. Quelle non fanno parte del patto.”

“Non avevo la minima intenzione di chiedertelo” replicò la rossa, per nulla turbata. “Non voglio obbligarti a nulla del genere, soprattutto dopo quello che hai appena fatto. So che non centri niente con certe faccende.”

La guardai un attimo sorpreso, ma poi non potei non sorridere. “Grazie, Rias. Te ne sono grato.” Feci per andarmene. “Buonanotte, rossa. A domani!”

“Aspetta!”

Mi fermai e voltai verso di lei per chiederle cosa volesse, ma non riuscii a proseguire quando sentii due sottili braccia stringersi intorno al mio busto. Guardai verso il basso e la vidi premere il suo volto contro il mio petto. “Rias?”

“Grazie, Zayden.” L'umidità che prese a propagarsi sulla mia maglietta mi fece capire che stava piangendo. “Forse per te non è stato altro che uno svago, un capriccio o un semplice desiderio di darci una lezione.. ma per me significa davvero molto ciò che hai fatto. Sia per l'annullamento del matrimonio che per l'insegnamento su cosa vuol dire davvero essere un leader. Hai fatto più di quanto tu possa credere per me. Per questo, volevo dirti solo.. grazie. Grazie davvero.”

Non mi aspettavo un simile ringraziamento e ne fui in parte spiazzato.. tuttavia, dall'altra parte, non potei non sentirmi lusingato e felice più di quanto potessi credere. Quasi istintivamente, sorrisi e ricambiai l'abbraccio stringendola a me e affondando il volto in quel mare cremisi che erano i suoi capelli. Avevano un profumo inebriante, come quello di un campo fiorito in piena primavera. “Non c'era alcun bisogno che mi ringraziassi... Ma comunque.. non c'è di che, Rias. Spero solo che da ora tu riesca a vivere la tua vita come vuoi tu.”

“Ci riuscirò di sicuro.”

“Molto bene.”

Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione, ma inaspettatamente mi godetti talmente tanto quel contatto con quel corpo così morbido, caldo e gentile che, quando ci separammo, mi sembrò di aver perso un pezzettino di me.
Sarà solo una mia impressione dovuta al contatto con una ragazza con la quale ho ancora un rapporto abbastanza indefinito..., mi dissi, anche se non troppo convinto.
Salutai ancora Rias e stavolta lasciai la stanza sul serio. Mentre percorrevo la strada verso casa, tirai fuori e guardai di nuovo il messaggio di Tora lasciatomi da B, indurendo il volto mentre ripensavo a cosa mi aveva comunicato. Con un gesto secco, accartocciai la carta e ci soffiai sopra una lieve fiammata incenerendola.

[Dunque il tuo tempo di pace da normale umano è finito un'altra volta e forse stavolta in modo definitivo?] mi chiese di colpo la voce di Ddraig.

“Non ho mai pensato che quel tempo sarebbe durato. Ho voluto assaporarlo un altro po' solo per assecondare la richiesta dei miei cari, ma sapevo che sarebbe finito prima o poi. E, a mio parere, forse non è stato nemmeno così breve, in realtà” risposi io. “Dopotutto non l'hai detto tu stesso? La vita del Sekiryutei non potrà mai essere in pace.”

[Purtroppo è la maledizione del potere, partner. È sempre stato così e sempre lo sarà, anche nel futuro più remoto. Tuttavia, da quando ti conosco, non posso fare a meno di chiedermi se non esiste davvero una soluzione...]

“Per quanto mi riguarda, solo la realizzazione dei miei obiettivi mi porterà la vera pace. Dunque è bene tornare a darsi da fare per la loro realizzazione. Sei pronto a ricominciare, compagno?”

[Sono sempre pronto, partner.]

 

*

 

Rias POV:

Non appena Zayden uscì dalla sala del Club, non riuscii a fare a meno di stringermi le braccia; avevo l'impressione di avere i brividi, eppure non avevo affatto freddo.
Che cosa mi è preso? Volevo ringraziarlo, tutto qui! Allora perché mi sento così imbarazzata? E perché finché mi teneva stretta a sé il mio cuore batteva più forte? Possibile che mi faccia davvero tutto questo effetto? No, probabilmente al momento sono solo più emotiva del normale a causa dei recenti Game e del racconto sul suo passato... Sì, dev'essere così.
O almeno cercavo di convincermi che fosse così, ma dentro di me sentivo che non ero sincera con me stessa. Provavo qualcosa per lui, dunque? Forse no.. o forse sì...
Scossi la testa per liberarmi da quei pensieri e concentrarmi sulla situazione attuale. Ciò che mi aveva chiesto Zayden non mi aveva sorpreso più di tanto, tuttavia non era qualcosa di semplice, soprattutto se dovevo cercare e nel contempo mantenere un basso profilo sulle ricerche... Tuttavia questo mi aveva dato anche un'idea alquanto intrigante su ciò che potevo fare ora... E se avesse portato i risultati che speravo io, sarei riuscita, anche se non nel modo che avevo inizialmente sperato, a rendere Zayden un nostro alleato e compagno di gruppo al 100%.
Era meglio iniziare a muoversi subito: per mettere in atto la mia idea occorreva tempo e non potevo indugiare troppo.
Alzai la mano destra e vi creai un cerchio magico di comunicazione; dopo pochi secondi, un'immagine olografica in miniatura di Grayfia apparve sopra il mio palmo.

“Rias-ojousama. Desideravate parlarmi?” mi salutò con un inchino rispettoso.

“Sì, Grayfia. Avevo bisogno di un favore molto importante e urgente. Ho bisogno che contatti per me una certa persona.”

Se la mia richiesta l'aveva incuriosita, come al solito non lo diede a vedere. “Potrei sapere chi volete che contatti?”

Sorrisi. “Pheles Mephisto-san.”

 

*

 

POV Esterno:

La cupa oscurità della notte e il vento gelido e carico di neve della bufera infuriante avvolgevano la città in un abbraccio opprimente, le luci brillanti degli edifici a malapena visibili in mezzo alle forze della natura che imperversavano. Solo l'enorme piazza cinta da altrettanto imponenti palazzi spiccava per la sua incredibile luminosità in quell'atmosfera quasi soffocante. Al centro di essa, un'alta colonna monolitica pareva quasi svanire e ricomparire tra le fredde raffiche.
Due individui avvolti da pesanti cappotti scuri attraversarono la piazza, fermandosi sotto la colonna solo per qualche secondo, apparentemente per contemplarla, prima di riprendere il cammino e imboccare una delle strade vicine.

“Un meraviglioso spettacolo architettonico, non trovi?” chiese la figura più bassa.

“Bah! Non capisco mai che ci trovi di così interessante nelle opere umane. Certo, ammetto che alcune di esse, come quella, sono abbastanza impressionanti, o almeno lo sono per i loro standard.. ma non riesco proprio a capire il tuo entusiasmo” rispose il suo compagno in tono annoiato.

“Appunto per questo: mi sorprende che gli umani, nella loro semplicità e primitività, siano in grado di costruire opere monumentali come quelle. Non solo riescono a progettarle, ma anche a metterle in pratica senza alcun bisogno di aiuto da altre forze che non siano le loro semplici energie fisiche e mentali. Lo trovo.. intrigante” replicò il primo sorridendo sotto la sciarpa di lana avvolta intorno al suo collo.

“Ripeto che non capisco tutto questo interesse, soprattutto se paragoniamo questi edifici alle nostre città giù negli Inferi...”

“Forse sono molto meno imponenti, vero, ma dobbiamo tenere anche conto che noi diavoli abbiamo molte più possibilità e capacità di loro. In un confronto diretto possono non sembrare granché, ma ritengo meritino comunque un po' di credit
o. E San Pietroburgo è senza dubbio uno degli esempi più affascinanti, a mio parere.

“Oh bé, non che m'importi più di tanto. Come si dice in questi casi? Ah sì: contento te...” Detto questo, il secondo individuo si voltò verso il compagno, uno sguardo lascivo che compariva attraverso la fessura tra il collo chiuso alto del cappotto e il cappuccio sulla testa. “Facciamo un giro al nostro solito posto, allora? È stata una giornata stancante, ho bisogno di un bel goccetto e di qualche dolce compagnia per scaldarmi...”

L'altro sbuffò e si tenne il cappello che aveva in testa quando una raffica più forte delle altre minacciò di farlo volare via. “Ancora non ne hai abbastanza? È la quarta volta questa settimana.”

“Che ti devo dire, mi sto stancando parecchio ultimamente...”

“Sì, certo. Come no... Credo piuttosto che per te ogni scusa sia buona per andare a spassartela tra le umane...”

“Ehi, non fare l'innocente con me! So benissimo che piace anche a te, forse più che a me! Quindi, vedi di non rompermi le palle!” Con un grugnito seccato, l'incappucciato accelerò il passo, superando il compagno prima di voltarsi verso di lui. “Allora, tu che fai? Vieni o no?”

Sistemandosi di nuovo il cappello, quello sospirò. “Come ti pare. Va bene, andiamo. Un po' di svago farà bene anche a me...”

L'altro sogghignò. “Bravo, così mi piaci! Muoviamoci allora! Non vedo l'ora di uscire da questa bufera del cazzo...”

Ed entrambi allungarono il passo.

Fu un istante.
Senza preavviso, l'aria sembrò farsi improvvisamente più pesante e la bufera di neve rallentò fino a divenire nient'altro che una lieve brezza, permettendo così ai candidi fiocchi di cadere al suolo privi di impedimenti; sullo sfondo della notte ora placida, tuttavia, essi sembrarono più simili a fiocchi di cenere che di neve.
Quasi contemporaneamente, tutti i lampioni che delimitavano la strada ai lati lampeggiarono e sfrigolarono per poi spegnersi con acuti suoni di cortocircuito.
Prima che i due individui potessero chiedersi cosa stesse accadendo, qualcos'altro di imprevisto li agitò ancora di più: c'era qualcosa in quella strada apparentemente deserta insieme a loro. O qualcuno.
Qualcosa che non sapevano identificare.
Qualcuno che non conoscevano.
E che stava venendo verso di loro.
Sentivano i suoi passi sul tappeto nevoso sotto i loro piedi.

“Ma che cosa..?” iniziò l'individuo col cappello prima di bloccarsi nell'udire qualcos'altro.
Ma stavolta non erano passi. Erano parole. E intonavano qualcosa...

One, Two: The Black's coming for you

Quelle parole riverberarono nell'aria, cupe e metalliche, accompagnate dall'improvvisa emissione di un istinto omicida talmente intenso che entrambi gli individui si trovarono a faticare a respirare.

Three, Four: Your blood will taint the floor

Tutti e due iniziarono a guardarsi freneticamente intorno alla ricerca di chiunque stesse parlando. I loro occhi vedevano ogni dettaglio della strada sprofondata nell'oscurità assoluta come se fosse giorno. Eppure, quando nulla gli apparve alla vista, i due, per la prima volta in vita loro, iniziarono a chiedersi se non era questo che significava essere al buio.
“Dove sei?! Fatti vedere!” urlò l'incappucciato, seppur con voce tremante.

Five, Six: It'll shred you to bits

I passi aumentarono d'intensità e un rumore ticchettante fu percepibile in essi, come se fossero stati provocati da piedi artigliati, mentre la voce misteriosa divenne ancor più intensa e inquietante. Anche l'istinto omicida cresceva ad ogni secondo che passava ed era ormai diventato così forte che i due lottavano per non cadere in ginocchio. Si guardarono intorno con ancor più agitazione; ora iniziavano ad avere davvero paura.

Seven, Eight: The end will come for your fate

Finalmente, dalle tenebre in fondo alla strada, una sagoma emerse. Una sagoma più nera dello stesso buio notturno, la cui forma apparentemente umanoide era tuttavia lucida e spigolosa e dai contorni affilati, come se fosse stata avvolta da spesse scaglie. Diversi punti di quel corpo brillavano di una luce rossa, come se vi fossero stati incastonati dei rubini. Lunghi artigli scuri spuntavano dalle sue estremità e, mentre si avvicinava, due enormi ali spuntarono dalle sue spalle, simili a quelle dei pipistrelli ma la cui membrana era lacerata e sfregiata in più punti, dando l'idea di qualcosa di morto.
Quando fu a meno di dieci metri dai due individui, il suo volto divenne visibile: una terrificante testa draconica sulla quale erano visibili una chiostra di denti aguzzi e lunghe corna rivolte all'indietro. Senza preavviso, due occhi scarlatti, simili a tizzoni incandescenti e privi di pupilla e iride visibili, si aprirono e squadrarono i due con tale brama omicida che entrambi sbiancarono e aprirono la bocca per urlare.

Nine, Ten: You'll never be again

“AHHH!! È LUI!! IL NERO!! DEATH DRAGON!!!!” gridò terrorizzato quello con il cappello voltandosi per scappare, imitato all'istante dal suo compagno altrettanto atterrito.
Tentativo di fuga che si rivelò inutile quando si ritrovarono davanti alla stessa distanza la stessa creatura che avrebbe invece dovuto essere alle loro spalle, il cui corpo era ora avvolto da un'aura nera coi contorni cremisi, tanto intensa da far evaporare qualunque fiocco di neve cadesse a meno di mezzo metro di distanza.
A quel punto, dalla schiena del tizio col cappello, si aprì a sua volta un paio di ali da pipistrello nere e questi fece per spiccare il volo. Ma non aveva nemmeno fatto in tempo a batterle una volta che due mani artigliate si chiusero su di esse e le tirarono con tale forza e violenza da strapparle brutalmente via. Enormi fiotti di sangue schizzarono in aria e macchiarono di rosso il manto nevoso che ricopriva il suolo, mentre l'individuo mutilato crollava a terra, urlando e dimenandosi per il dolore.

“MALEDETTO BASTARDO!!” ruggì il tizio incappucciato guardando prima le ali ancora tremanti strette tra gli artigli della terrificante creatura e poi il suo compagno a terra, agonizzante. “ME LA PAGHERAI!!”
Malgrado l'estrema paura che provava in quel momento, l'incappucciato alzò le mani contro la minaccia e davanti ad esse comparve un cerchio luminoso ricolmo di simboli, nel quale prese subito ad accumularsi una notevole quantità di energia color bronzo.
L'istante prima di scagliare il colpo, tuttavia, il cerchio magico s'infranse e l'incappucciato si ritrovò a fissare i suoi polsi mutilati da quello che era stato di nuovo un attacco troppo veloce da vedere. Talmente fulmineo che non aveva sentito nemmeno il dolore, se non dopo aver realizzato che le sue braccia stavano sanguinando copiosamente e che non percepiva più le proprie mani. Urlando più per paura che altro, l'individuo crollò in ginocchio davanti al Nero, perdendo nel contempo anche il cappuccio e rivelandosi così come un uomo sui quaranta con corti capelli castani e una cicatrice da taglio sulla guancia destra.

Ti consiglio di non riprovarci più. Prova anche solo ad accennare una minaccia verso di me e saranno le tue gambe stavolta a rimetterci” disse questi con voce riecheggiante e metallica prima di spostare il suo sguardo di fuoco sull'altro individuo, ancora a terra rantolante e con la schiena sanguinante; il cappello gli era caduto rivelando un uomo anch'egli nei suoi tardi trenta, con capelli grigio-neri e la barba ben curata. “E questo vale anche per te. Non osate ribellarvi ancora.

I due lo fissarono con un misto di rabbia e paura, ma non provarono a fare altro; l'aura che quell'essere emanava era opprimente e, lo percepivano chiaramente, molto più elevata della loro. Se solo avesse voluto, loro sarebbero già morti.
“Che.. che cosa.. vuoi?” riuscì a domandare l'uomo a terra.

Dayu Botis. Bakin Abrahel” replicò il Nero guardando prima quello che gli aveva posto la domanda, poi il suo compagno che si teneva i moncherini stretti al petto. “Diavoli di Alta Classe. Ex-sostenitori della Fazione dei Vecchi Maou durante la guerra civile degli Inferi. Arresisi e convertitisi alla fazione avversaria poco prima della fine del conflitto, a causa della scomparsa di colui che consideravano come il loro vero signore. Ora semplici nobili che si tengono fuori dalle questioni politiche delle Tre Grandi Fazioni.” Fece una pausa, come per lasciare che prendessero consapevolezza di ciò che sapeva su di loro. “Voi sapete chi sono io?

Dopo qualche secondo, fu l'uomo chiamato Dayu Botis a rispondere: “Sei.. il Death Dragon... 'Il flagello degli Inferi'...”

E sapete perché mi faccio chiamare così?

“Perché.. ammazzi d-diavoli.. senza motivo.. perché s-sei.. un maledetto assassino!” rispose stavolta l'altro, Bakin Abrahel.
Un istante dopo, la vista dell'uomo -o diavolo, com'era stato identificato- venne parzialmente oscurata da qualcosa che entrò prepotente e fulminea nel suo campo visivo, poco prima che un dolore lancinante gli trapassasse il cranio e un caldo liquido prendesse a colargli lungo il volto.

Io non uccido mai senza motivo, farai meglio a ricordartelo. A meno che tu non voglia perdere anche l'altro, ovvio” disse il Nero mostrando stretto tra i primi tre artigli della mano sinistra, ora grondanti sangue, l'occhio destro di Abrahel. “Inoltre, se io sono un assassino, allora il vostro signore cos'era? Non era forse.. Zamiel.. il suo nome? Il Nero Cacciatore? L'Assassino Infernale?

A quel nome, Botis assunse un'espressione sconvolta e anche Abrahel, malgrado l'orribile ferita al volto, sembrò sorprendersi. “Che.. cosa vuoi?” domandò il primo con un filo di voce.

Sapere tutto ciò che sapete su di lui. Voglio sapere dov'è Zamiel.” L'istinto omicida del Death Dragon ebbe un improvviso picco e, in un istante, divenne tanto forte che i due diavoli annasparono e crollarono proni al suolo. Gli artigli si strinsero e l'occhio che reggevano divenne una disgustosa poltiglia insanguinata. “E, se siete intelligenti e tenete alle vostre miserabili vite da voltafaccia, vi conviene iniziare a parlare subito. O finirete molto peggio di quanto possiate immaginare.

Nonostante il dolore e il terrore fossero tali da farlo lacrimare dall'occhio rimasto e da rischiare di fargli perdere i sensi da un momento all'altro, Abrahel trovò la forza di gridare: “Non ti diremo un bel niente! Maledetto figlio di p-”

Il tempo sembrò quasi rallentare quando il diavolo fu sollevato in aria da un calcio del Nero e l'artiglio di quest'ultimo affondò nel suo stomaco, tenendolo sospeso a mezz'aria, il volto esattamente davanti a quello del suo aguzzino. “Forza. Finisci quella frase.

Abrahel ansimò sputando una grossa boccata di sangue, ma non riuscì a dire nulla, paralizzato dal dolore e dalla paura. L'orrenda sensazione di stretta all'interno del busto gli fece capire che gli artigli del Death Dragon gli stavano tenendo la colonna vertebrale in una presa ferrea, minacciando di romperla come un grissino da un momento all'altro.
Provò a sforzarsi a parlare, ma un aumento della stretta sul suo scheletro interno trasformò qualunque cosa volesse dire in un gemito strozzato.

Ti consiglio di iniziare a parlare se vuoi che le tue sofferenze abbiano fine” disse il Death Dragon sollevandolo ancora più in alto.

“Se.. io parlo e ti dico ciò che vuoi sapere...” parlò esitante Botis, tremante e terrorizzato dal supplizio che stava subendo il suo compagno “...tu ci.. lascerai andare?”

Gli occhi fiammeggianti del Nero si posarono su di lui, fissandolo silenti; per diversi secondi non disse nulla, poi abbassò lentamente il braccio e lo fece scivolare fuori dal corpo del malcapitato, il quale si accasciò al suolo annaspando come un pesce fuor d'acqua. Sanguinava copiosamente dalle varie ferite ed era chiaro che non se la sarebbe cavata di quel passo, tuttavia il fatto che l'avesse lasciato andare fu sufficiente a dare una speranza di salvezza ad entrambi i diavoli.
Quanto si sbagliavano entrambi.
L'improvviso schiocco delle dita del Death Dragon spense le speranze dei due insieme alla vita di uno di loro: nel momento in cui quel suono secco riverberò nell'aria, fiamme scarlatte esplosero dal busto di Abrahel, consumandolo completamente in poco tempo. Il diavolo non riuscì ad emettere nemmeno un fiato prima di morire.
Il suo compagno guardò la scena con occhi atterriti e sconvolti, quasi non sentendo il Nero che aveva ripreso a parlare:

Le tue parole mi fanno comprendere che tu sai davvero qualcosa e, anche se non so fino a che punto, tanto basta. Dunque, ora mi risponderai senza discutere. Puoi fare il duro se vuoi...” aggiunse notando che Botis stava per parlare ancora “...ma così facendo renderai solo le cose peggiori per te, perché io ti farò tante domande e, per ognuna alla quale non risponderai, soffrirai. Soffrirai e soffrirai ancora. E poi, quando non sarai più utile o in grado di sopportare il dolore.. solo allora morirai. Proprio come il tuo compagno.

Il diavolo non disse nulla, troppo terrorizzato per parlare, ma poggiò la fronte al suolo e lasciò nuove lacrime, stavolta di disperazione, uscire copiose dai suoi occhi. Ormai aveva capito fin troppo bene che non sarebbe uscito vivo dalle grinfie di quell'essere tanto misterioso quanto spaventoso e, di conseguenza, non era più in grado di controllarsi. “Sei.. un mostro...”

Sono un mostro che si nutre di altri mostri peggiori di lui.

Senza dire altro, il Death Dragon alzò una mano artigliata e lo afferrò alla testa prima di emettere da essa una notevole quantità di aura; Botis tremò qualche altro secondo prima di perdere i sensi. A quel punto il Nero lo afferrò e se lo mise sottobraccio prima di rivolgere uno sguardo al buio cielo notturno.
Con un rumore metallico, il suo volto si aprì, rivelandosi essere un elmo e mostrando un'altra faccia sotto di esso, una faccia umana dai capelli castani con le punte rosse e gli occhi verde smeraldo. Un cipiglio malinconico e distante rovinava i suoi lineamenti altrimenti affascinanti.

“Purtroppo, per quanto detesti ammetterlo, su una cosa avevi ragione quella volta. Io sono davvero un mostro.”
E scomparve in un cerchio magico di teletrasporto nero e rosso. In quel momento, il tempo sembrò tornare normale, la bufera riprese ad infuriare e i lampioni si riaccesero. La neve coprì presto qualunque traccia e macchia di sangue presente e sembrò che nulla fosse accaduto in quella strada.

Un mostro che divora altri mostri. Questo è il Death Dragon. Questo sono io.







Note:

Indovinate un po', minna? I'M BACK HERE TOO!!!
Lo so ancora una volta cosa starete pensando e vorrete dirmi sputandomi in faccia: “Sei in ritardo mostruoso, Xephil!! Sono tre mesi, TRE MESI, che attendiamo questa Newlife!! Quanto volevi metterci ancora, brutto stronzo?! Vergognati! E noi che ti abbiamo atteso finora! Non hai un minimo di considerazione per noi?!?!”. O almeno credo che sia questo quello che stiate pensando, almeno una parte di voi (spero sinceramente non tutti... XD)... E vi rispondo ancora una volta: mi dispiace tanto, ma davvero tanto. Come vi avevo scritto nell'ultimo capitolo pubblicato di Bleach, purtroppo il trasloco, la sessione esami, il lavoro, l'ispirazione altalenante peggio di un pendolo della morte e lo star lavorando su ben tre long diverse mi hanno tirato via molto più tempo di quanto credessi e non ho potuto fare altro che scrivere alla velocità di un'ameba.. le lumache mi sgommano vicino da quanto sono lento...XD
Comunque sul serio, non sapete quanto mi dispiaccia di avervi fatto attendere così a lungo... Non posso promettervi una pubblicazione regolare purtroppo, ma vi prometto che un periodo così lungo tra una pubblicazione e l'altra cercherò di non farlo più passare. Nel frattempo, spero che la qualità del nuovo capitolo (che non avete idea quanto sia stato difficile scriverlo in modo soddisfacente) sia all'altezza della vostra lunga attesa e che non vogliate abbandonarmi per questo...
E parlando proprio di quest'ultimo, come avrete visto, è una Newlife che chiude diverse questioni, ma nel contempo ne apre molte altre. Tralasciando un attimo la prima parte tra i due Lord diabolici, passiamo ai protagonisti: purtroppo Blake ci deve momentaneamente lasciare e vi anticipo che tornerà solo nel volume 4... Per chi di voi si era affezionato a lui, dico che dispiace anche a me doverlo togliere dalla scena, ma non preoccupatevi perché tornerà presto e stavolta per restare fino alla fine, per giunta insieme anche al resto della truppa di Zayden ;) . Per quanto invece riguarda quest'ultimo, vi sono piaciute le interazioni tra lui e Asia prima e con Rias poi? Con Asia, ho preferito rendere il suo disagio dovuto a una comprensione di quanto lei sapesse poco della persona che già sente praticamente di amare piuttosto che a paura per le sue recenti azioni, questo perché vi faccio presente che Asia, almeno per quanto riguarda il protagonista, è praticamente incapace di provare veri sentimenti negativi perché in primis non sono nella sua natura, in secundis perché lui è pur sempre colui che gli ha praticamente ridato la vita. È stata Rias a reincarnarla, vero, ma l'ha fatto solo su sua approvazione e complicità, altrimenti lei sarebbe morta in quella chiesa, perciò è come se fosse stato lui a chiedere che fosse resuscitata; inoltre, ricordiamoci che erano già diventati buoni amici da prima e che sta vivendo con lui come un membro di famiglia. In parole povere, il legame attuale tra Zayden e Asia è già più profondo di quello che c'era tra lei e Issei a questo punto della novel, dunque credete davvero che lei potrebbe essere mai capace di guardarlo con occhi di colpa o paura? Con tutto il rispetto, io non credo proprio... Con il suo sfogo, ho voluto evidenziare al massimo il suo pensiero e i suoi sentimenti per Zayden in modo da far valere le sue ragioni e, con quella discussione, ho rafforzato ulteriormente il loro legame. Vi è piaciuto come modo di buttare fuori tutto? Vi dico subito che da ora in poi Asia si rafforzerà molto e diventerà ben più forte e intraprendente che nell'originale, proprio come gli altri personaggi. Inoltre, conoscerà sempre di più del suo fratellone, anche le parti meno piacevoli... E chissà cos'altro accadrà in futuro... ;)
Tuttavia Rias non poteva certo restare indietro, no? XD Vi ricordo che sarà lei la prima e principale donna del pairing con Zayden, dunque deve mantenere un profilo crescente e in continuo sviluppo per poter rimanere in pari con le mie aspettative e poter finalmente infilarsi sotto la corazza indurita del nostro Sekiryutei... XD Ad ogni modo, vi aspettavate quella richiesta da Zayden come suo premio? Secondo me, qualcuno di voi, conoscendo l'obiettivo del protagonista, si era già fatto quest'idea e io ve la confermo in tal caso: in parole povere, ora anche Rias è un'informatrice per Zayden su Zamiel da dentro le fila dei diavoli. Vi anticipo che non è l'unica sua fonte d'informazioni tra quelli della sua razza, ma è l'unica nobile ovviamente, quindi può avere canali che molti altri non sarebbero in grado di reperire... E dall'altra parte, vi aspettavate che Rias decidesse alla fine di chiamare proprio Mephisto Pheles? Ebbene questa è una delle vere novità del capitolo. Per chi non ricorda, in DxD, Mephisto è il diavolo di Alta Classe che si occupa della stesura e della compilazione dei contratti e dei patti che vengono stretti tra i diavoli e le altre creature, i cosiddetti veri “patti col Diavolo” e appare solo dal volume 14. Mi chiedo se abbiate già capito cosa vuole Rias da lui (ma certo che l'avrete capito, no? XD)... Dall'altra parte, anche il legame tra lei e Zayden, come avrete notato, cresce visibilmente e ormai è palese che lei prova qualcosa per lui, anzi lo sta già iniziando ad ammettere. Lui invece è ancora molto insicuro sui suoi sentimenti e vi assicuro che questi non sono ancora al livello di amore, tuttavia si sente bene intorno a lei e ora apprezza la sua compagnia. Tuttavia, come avrete notato, ho deciso di far sì che Rias non ringraziasse Zayden con il suo primo bacio come nell'originale, questo perché lei, dopo ciò che è successo nella Life 0 di questo volume, ha l'impressione di azzardare troppo considerando come lui l'aveva presa e teme di sembrargli troppo sfrontata o facile, perciò ha deciso di esprimergli la sua gratitudine in un modo meno esplicito, ma forse anche più profondo. Quell'abbraccio conteneva tutto l'affetto che provano al momento l'uno per l'altra e ho voluto evidenziare che ora la presenza dell'uno fa stare bene l'altra e viceversa e questo, se ci pensate, la dice lunga. Se state attendendo con ansia il loro primo bacio, vi dico che dovrete attendere il prossimo volume, ma come vi ho promesso ogni vostra attesa sarà ben ricompensata, quindi attendete con fiducia i futuri sviluppi: sono certo vi piaceranno molto! ;)
Infine, ecco gli altri veri momenti clou: il dialogo tra i Lord sul Nero e l'apparizione di quest'ultimo alla fine. Avete capito chi è questo Death Dragon in realtà, vero? Per mettervela in breve sul pensiero attuale del mondo su di esso, invece, diciamo che si tratta di un'entità comparsa da alcuni anni, simile ai Draghi Celesti e potente forse quanto loro, che flagella ogni razza, in particolare i diavoli, prendendo di mira tipicamente malvagi o individui dal passato oscuro, come una sorta di cupo giustiziere dai metodi tuttavia brutali e paurosi. La stessa canzone che intona mentre arriva, l'avrete capito suppongo, è tratta dalla filastrocca che nei film della serie Nightmare accompagna l'arrivo del serial killer Freddy Krueger, modificata anche grazie alla lettura di un'altra novel e adattata alle mie esigenze, ed è fatta apposta per creare paura in coloro per i quali giunge. Maggiori spiegazioni su questa figura saranno date in futuro, perciò non preoccupatevi se per ora vi sembra poco.. e sarà anche spiegato il motivo per questa forma e soprattutto come l'ha creata. Perché voglio subito mettere in chiaro una cosa: quello non è il normale Balance Breaker colorato diversamente, è una variazione ad esso, quasi una sottospecie ma anche qualcosa di ben diverso. Se vi chiedete poi perché ho voluto rendere la sua vera identità subito evidente, l'ho fatto uno perché sarebbe stato abbastanza facile da capire considerando chi prende di mira e il suo essere legato ai Draghi Celesti, e soprattutto perché volevo far capire una cosa: il nostro protagonista potrà sembrare un buono, e in effetti lo è eccome, ma non è un eroe. Non si fa scrupoli a combattere l'oscurità con luce e oscurità all'unisono. Come dice alla fine, è un mostro che divora altri mostri. Penso che non potrei dargli definizione più azzeccata...
Tra parentesi, i cognomi dei due diavoli che sono stati attaccati li ho presi davvero dalla mitologia cristiana, mentre i nomi li ho inventati. Diciamo che, nella mia storia almeno, sono nobili parzialmente decaduti con la fine della guerra e che stavano coi vecchi Maou. Hanno evitato di decadere del tutto tramite il pentimento... Ma tutti pagano prima o poi, giusto?

Beh, direi che è tutto! Accidenti, credo sia tra le note più lunghe che abbia mai fatto... XD Spero comunque di aver risolto i vostri dubbi, che il capitolo vi sia piaciuto e di avervi intrigato a proseguire con la mia storia anche dopo un'attesa così lunga. Mi scuso ancora per essa e vi assicuro che farò del mio meglio perché non si ripeta visto che, come vi ho sempre detto, io potrò essere lento, ma non vi mollo!! È una promessa!!! ;)
Inoltre, con questa Newlife, dichiaro concluso anche il secondo volume della mia novel di High School DxD e vi do appuntamento al prossimo volume, il terzo, dal titolo: 'A Dragon's Fate – Swords And Fallen Angels' !!! E preparatevi perché da questo in poi le cose si scalderanno sempre più rapidamente!!! XD
Essendo inoltre la fine del volume, colgo l'occasione per i ringraziamenti ai miei amati lettori e recensori!!
Per le recensioni ringrazio: _Fedra_ (la mia amata e formidabile amazzone che non finisce mai di rendere luminosa la mia vita, della quale consiglio vivamente le sue meravigliose storie, prima tra tutte la saga del fandom di Claymore, 'Occhi d'argento'! Ti amo, mia amata <3 ), Death Crow e Re Nero (i miei simpaticissimi e geniali fratelli che con la loro storia di High School DxD, la saga di 'A DxD Chronicles', non finiscono mai d'intrattenermi e divertirmi al massimo! Consigliata al 100%!), fenris, Lorenxis94, Baris D Lawrence, Shenron87, nemesis47, Zephiel97 e Nefer666.
Per le preferite ringrazio: andres_x, Baris D Lawrenced4rkr4198, Death Crow e Re Nero, Nefer666, Rafael12, Wolf31187174 e Zephiel97.
Per le ricordate ringrazio: Death Crow e Re Nero.
Per le seguite ringrazio: Brmm24, d4rkr4198, Deader, fenris, Lorenxis94 e white_chaos_dragon.
Sul serio, ragazzi, siete tutti fantastici e scrivere per diletto mio e vostro è uno dei piaceri più grandi della mia vita!! Vi voglio tanto bene!!!
Ma aspettate ad andare via perché non ho ancora finito! Vedete, essendo una conclusione, per variare dal solito e avere anche un aiuto da voi, miei amati lettori, voglio indire un sondaggio: dal momento che sto progettando altre storie anche mentre scrivo quelle attuali, volevo chiedere un parere su quale iniziare a voi stessi. Sto elaborando circa tre nuove long delle quali ho già in mente lo scheletro e una quarta sulla quale però non so ancora bene come partire ed è dunque parecchio frammentaria. Siccome però non ho idea da quale nuova partire visto che mi piacciono tutte come opportunità di scrittura, vi voglio proporre direttamente questo sondaggio per informarvi sui miei progetti e sapere quale v'intriga di più. Perciò per stavolta vi chiederei veramente di lasciarmi una recensione, sia per sapere il vostro parere che per sapere cosa votereste. Come sempre, non importa se è positiva o negativa, a me farà sempre piacere sapere il vostro pensiero ;) .
Vi anticipo che queste storie le scriverò comunque tutte nel tempo, ma intanto mi piacerebbe sapere da quale vorreste iniziassi per sapere come regolarmi... Dunque a voi, miei lettori:
  • Long su Naruto: ambientata dopo la fine della guerra tra i capitoli 699 e 700 e dopo il film The Last, racconta della sfida più grande affrontata da Naruto e compagni contro un nuovo nemico, un nemico ancora più potente e pericoloso di Kaguya, per combattere il quale dovranno riscoprire alcuni dei più grandi misteri del loro mondo e delle forze ancestrali che l'hanno interessato. Storia a saga unica. Rating rosso.

  • Long su Naruto: stavolta una riscrittura totale della storia dalle origini fino alla fine del manga, dove riadatterò tutta la storia alle mie alterazioni e cercando di soddisfare diverse lacune che ho percepito in essa. Nuovi alleati ed eventi appariranno ed accadranno, in particolare un altro Uchiha scampato al massacro farà la sua comparsa come uno dei coprotagonisti, prendendo Naruto e Sasuke sotto la sua ala e cercando di aiutarli a dare un futuro diverso alla loro vita disastrata. Naruto e compagni avranno tutti dei potenziamenti maggiori nel corso del tempo, le squadre saranno forse cambiate e lui avrà un'abilità nuovissima tutta sua che gli permetterà di essere un avversario straordinariamente temibile anche senza per forza ricorrere al potere di Kurama. Storia a più saghe. Rating variabile a seconda della saga, rosso solo dall'arrivo allo Shippuden.

  • Crossover tra più manga: i protagonisti di 8 dei manga/anime più famosi di tutti i tempi (confermati per ora Dragon Ball, Naruto, Bleach, One Piece e Fairy Tail) sono trascinati da una misteriosa entità ad un misterioso torneo al quale dovranno prendere parte per decretare il più forte eroe delle varie dimensioni. Tuttavia, presto gli otto si renderanno conto che questo torneo nasconde ben altro obiettivo e dovranno unire le forze per sventare una minaccia ben più seria di quanto potessero anche solo immaginare. Storia a saga unica. Solo i protagonisti dei manga/anime scelti saranno presenti come loro rappresentanti, eccezion fatta per eventuali camei. Rating arancione.

  • (Questa non ero sicuro se metterla o no, visto che è la più incompleta al momento, ma voglio sentire la vostra opinione e, a seconda del vostro sostegno ad essa, potrei anche renderla la prima se v'intriga più delle altre) Long su Tokyo Ghoul, possibile crossover con un altro manga/anime: in un'altra era, un nuovo Ken Kaneki, nato come ibrido umano/ghoul tra due dei rappresentanti più forti delle due razze e addestrato da alcuni dei ghoul più forti esistenti, si muove in un mondo più pericoloso che mai in cerca di risposte su se stesso, sul suo mondo e sull'assassino della sua famiglia, colui che viene definito come il leggendario e temuto Re con un Occhio Solo, l'individuo che si dice essere il più terribile e potente essere presente sul pianeta. Ma rifiutato da entrambe le razze da cui è nato, riuscirà a trovare il suo posto nel mondo? Potrebbe essere magari lui quel ponte tra le due razze che potrebbe portare finalmente la pace tanto agognata tra di esse? E potrà davvero sconfiggere la minaccia del fantomatico Re? Numerose sfide e nemici lo attendono davanti a sé, ma per superarle potrà contare sull'aiuto di formidabili e fidati compagni, nonché di un affascinante e combattivo amore. Storia a una sola saga, possibile crossover. Rating rosso.

E con questo è davvero tutto. Per favore, se siete invogliati a saperne di più, ditemi cosa ne pensate e votate per la storia che preferite scriva per prima. La prescelta sarà ovviamente la più votata e potrete leggerne l'inizio tra qualche mese, quando mi sarò stabilizzato bene con le altre storie.
Io mi auguro di avervi intrigato e che il capitolo vi sia piaciuto! Come sempre, per domande, chiarimenti o altro, scrivetemi in recensione o un qualunque degli altri mezzi e ditemi pure!! A presto!! ;)
Ja naa minna!!!

   
 
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