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Autore: Nene_92    08/03/2017    7 recensioni
[INTERATTIVA - CONCLUSA]
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Antares Black aveva avuto tutto dalla vita.
Un cognome importante e prestigioso, ricchezza, potere, fama e anche una bellissima moglie, Lyra. Moglie che però era stata in grado di generare soltanto figlie femmine.
Ciò che gli mancava, era un erede maschio.
Avrebbe perciò aperto casa sua per un mese esatto. E, in quel periodo di tempo, avrebbe ospitato tutti gli interessati. Tra questi, avrebbe cercato il ragazzo giusto. Quello al quale affidare il suo cognome, in modo che fosse portato avanti: avrebbe adottato il ragazzo e gli avrebbe dato metà delle sue ricchezze - perchè l'altra metà, più la casa, sarebbe rimasta comunque a sua nipote Cassiopea.
I requisiti? Avere tra i 18 e i 25 anni, possedere un legame di sangue con i Black ed essere, ovviamente, purosangue. Pensi di averli? Allora fatti avanti!
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[Ps: visto che ultimamente qualche cretino si diverte a segnalare a caso le interattive, specifico che all'interno della storia sono presenti tre personaggi particolari: Altair ed Antares Black - MIEI OC - ed Elizabeth Abbott (dell'autrice Sesilia Black) che compaiono anche nelle storie "History" e "Magisterium" dell'autrice Signorina Granger. Entrambe le autrici lo sanno e sono d'accordo.]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La nuova dinastia dei Black'
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Sì, lo so, avevo detto niente OS.

Però non è giusto che per colpa di alcuni scomparsi ci rimettano tutti.
Per questo motivo ho scritto questa piccola sorpresa, che fa un po' da ponte di collegamento con la mia nuova storia "Un omicidio per i Black".

Buona lettura ;)


- Sorpresa! -

postimage Aidan Nott   postimage Hitoshi Malfoy



15 Settembre 2000, Francia, ospedale magico







Non ricordava l'ultima volta in cui si era messo a pregare.
Soprattutto con quell'intensità.
Eppure, in quel preciso momento, era l'unica cosa che riusciva a fare.
Sperare con tutte le sue forze che ogni cosa andasse per il meglio.
Pregare con tutto se stesso tutti gli dei possibili ed immaginabili che davvero le cose andassero in quel modo.


Quanto tempo era passato? Tre ore, forse quattro...
In ogni caso a lui parevano un'eternità.

Una porta si aprì alle sue spalle, ma Aidan neanche se ne accorse.
Non era quella, la porta che lui voleva si aprisse.
Quella che gli serviva era l'altra, nella direzione opposta, situata in fondo al corridoio.


Ma a quanto pareva quella porta era comunque destinata a lui.
D'altra parte in Francia non erano in molti a parlare inglese.
"Aid... come sta?"

Dietro al giovane Nott era appena comparso Hitoshi, con in mano due tazze di caffè bollente.
Una proprio per lui.

"Non lo so." Rispose tetro Aidan, vagamente sorpreso di trovarselo davanti così all'improvviso. "E' da ore che è là dentro... se succedesse qualcosa anche a lei io..." Riuscì appena a sbiascicare sentendo un profondo dolore al petto all'idea che Cornelia potesse fare la fine di Cassandra... o di Arn.
Con un gemito soffocato, nascose il volto tra le mani, mentre sentiva Hitoshi appoggiargli una mano sulla spalla con fare incoraggiante.

"Dov'è Hoshi?" Domandò dopo un po', giusto per spezzare il silenzio teso che si era venuto a creare.
"E' con mio fratello." Rispose Malfoy con un piccolo sorriso. "L'ho lasciata che stava giocando con il suo orsacchiotto preferito."


"Signor Nott?" Li interruppe una voce alle loro spalle.
"Sì?" Domandò lui girandosi di scatto, timoroso di sentire pessime notizie.

Ma il sorriso della donna era allegro. "Sua sorella vuole vederla... e anche suo nipote! Da questa parte prego."

Aidan neanche sentì la pacca sulla spalla che gli diede Hitoshi.
Era come se avesse messo di colpo le ali ai piedi.
In pochi secondi si ritrovò nella camera data in dotazione a sua sorella la quale, insieme al marito Francois, lo guardava con un sorriso radioso e un fagotto azzurro tra le mani.

Tremante di gioia, Aidan si avvicinò lentamente al letto, guardando per la prima volta suo nipote Arn e dandogli una leggera carezza sul piccolo testolino.
Un enorme sorriso fece capolino sul suo volto.

Ogni cosa era andata finalmente al suo posto.


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postimage Altair Black    postimage Aaron Morgan



 
Settembre 2000, Inghilterra, Dipartimento Auror



"Nostalgia del lavoro Black?" Domandò Aaron Morgan, gettando un'occhiata divertita all'uomo che gli aveva fatto da mentore alcuni anni prima.
"Perchè dici così Morgan?" Chiese Altair, comodamente seduto su una sedia in mezzo all'ufficio.
"Perchè è la seconda volta che la tua presenza in questo ufficio si fa sentire a poche settimane di distanza." Rispose l'Auror, appoggiando una pila ordinata di cartelle sulla scrivania e ridendo sotto ai baffi.
"Ho passato quasi cinquant'anni in questo posto." Rispose Black serafico, guardandosi attorno come per memorizzare ancora una volta i dettagli di quell'ufficio "Ogni tanto ne ho semplicemente nostalgia."

Aaron fece il giro della scrivania, si sedette e attirò la prima cartelletta verso di lui con un sospiro.
In teoria avrebbe dovuto leggerle tutta entro sera, in pratica non ne aveva affatto voglia.

"Lo sai che, se fosse per me, saresti ancora qua a fare il tuo lavoro." Commentò alla fine, desideroso com'era di fare altro. "Ma purtroppo hai un'età che non ti permette più di svolgerlo."
"La vecchiaia fa parte della vita." Rispose tranquillo Altair "E la preferisco di gran lunga alla sua alternativa." Commentò con un sorrisetto. "Ma questo non significa che non possa venire ancora qua a trovarvi giovinotto!" Concluse puntandogli un dito contro in maniera scherzosa.
"Se vuoi analizzare tu questi fascicoli, te li cedo volentieri!" Borbottò Aaron, indicando con un cenno della testa la catasta che si era ormai venuta a creare sulla sua scrivania.
"Come mai sono così tanti?" Si interessò l'ex Serpeverde allungando il collo.
"Perchè siamo a corto di personale." Si lamentò Aaron con un sospiro. "La Seconda Guerra Magica ha falciato il nostro ordine e, nonostante ci sia il boom di domande, in pochi passano le selezioni. Inoltre, anche chi le passa, necessita di tre anni di addestramento prima di diventare operativo. Così a noi tocca non solo la pratica ma anche la burocrazia. E' un gatto che si morde la coda!"

"Insomma, vi servirebbero degli Auror già addestrati." Commentò Altair con no chalance, attirando una cartella verso di lui e gettandole un'occhiata distratta.
"Quando inventeranno un incantesimo per crearli già pronti avvisami." Ironizzò Aaron prima di bloccarsi di colpo, capendo all'improvviso il perchè il suo vecchio maestro aveva intrapreso quel discorso con lui.
Una piccola "o" di comprensione si disegnò sulla sua bocca, mentre il vecchio Auror sfoggiava un sorriso angelico in risposta.

E lui c'era pure cascato.

"Incantesimi di quel tipo non ne ho. Però la mia figlioccia si è da poco fidanzata proprio con un Auror." Rispose infatti Altair "Un vero peccato che lui lavori in Russia - dovendo fare continuamente avanti e indietro - quando c'è una tale carenza di personale qui in Inghilterra."



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 10 Novembre 2002, Inghilterra, Villa Greengrass - Black




postimage Cassiopea Black   postimage Gillian Greengrass



"Non stai mangiando i biscotti!" Esclamò Gillian sorpresa, puntando il dito indice contro sua cugina. "Perchè non stai mangiando i biscotti? Sono i tuoi preferiti!" Continuò gesticolando "Nihal li ha fatti apposta perchè sapeva che saresti venuta!" Continuò concitata. "Non hai cambiato gusti durante la luna di miele vero?" Concluse leggermente preoccupata.

"No, non ho cambiato gusti durante la luna di miele." Rispose Cassiopea inarcando un sopracciglio, con la mano a mezz'aria che teneva ancora tra le dita il biscotto incriminato. "E se aspetti giusto qualche secondo mangerò il biscotto, visto che ci tieni così tanto!" Commentò divertita portandoselo alla bocca. "Anche se devo dire che questo ha davvero del comico... l'erede dei Black che si mette ad impastare biscotti!" Concluse ridacchiando, trascinando la Greengrass con sè.

Ma nonostante ciò che aveva appena detto, il suddetto biscotto non arrivò mai alla meta.
A metà percorso infatti, la mano di Cassiopea seguì la traiettoria inversa e il dolciume venne rimesso nel piatto.

Fu perciò il turno di Gillian di inarcare il sopracciglio. "Ok, cosa c'è che che non va?" Domandò diretta.
"Non c'è niente che non va Gilly." Rispose Cassy "Avrò diritto anch'io ad un giorno all'anno in cui non ho voglia di mangiare biscotti, no?"
"Cassy..." La ammonì la Greengrass.
"Davvero, è tutto ok." Ripetè però la Black scuotendo leggermente la testa.
"E io sono Morgana." Ribattè Gillian sarcastica.
"E dire che ero convinta di parlare con mia cugina! Accidenti..." Commentò Cassiopea provando nuovamente a svicolare.
"Cassiopea Lyra Black Levenvolde dimmi subito cosa c'è che non va!" Esclamò a quel punto Gillian perdendo la pazienza.

Per un po' il silenzio regnò sovrano nella stanza, mentre l'una guardava storta l'altra.
Poi, quando ormai Gillian aveva perso le speranze, arrivò la confessione di Cassiopea.

"E' che... sono incinta." Ammise con un sospiro. "E questa prospettiva mi terrorizza."

"E perc...?" Iniziò a chiedere Gilly prima di interrompersi bruscamente. "Oh."

Cassiopea era innamorata pazza di Darius.
Quindi di sicuro il problema non riguardava il loro rapporto di coppia.
E non era neanche di tipo economico.
Il problema era uno solo - e Gillian si diede della stupida per non esserci arrivata subito.

"Cassy: tu non sei tua madre." Affermò decisa, facendo il giro del tavolo per avvicinarsi alla Black e abbracciarla. "Non abbandoneresti mai tuo figlio."
"Ma non so neanche il perchè lei lo abbia fatto con me!" Si sfogò Cassy con voce acuta "E se...?"
"Tu non sei Selene." Ripetè Gillian paziente "E fino a pochi mesi fa non vedevi l'ora di sposarti per avere una famiglia tutta tua. Cosa sarebbe cambiato nel frattempo?" Tentò di farla ragionare con calma.
"Non ho un modello da seguire!" Iniziò a sfogarsi Cassiopea "Nessuno al quale chiedere che abbia già vissuto quell'esperienza! Non posso essere una buona madre se non sono mai stata una figlia!" Continuò agitata "E se mi viene una crisi post partum? Molte madri commettono atti orribili per..."

"Darius lo sa?" Domandò la Greengrass interrompendola.
"No, non gliel'ho ancora detto." Scosse la testa Cassy.
"Allora parti dicendolo a lui." Le consigliò la Corvonero "Sono sicura che ne sarà entusiasta. Così come sono sicura che sarai un'ottima madre. E se dovessi avere qualche dubbio... vorrà dire che andremo insieme a chiedere consigli alla mia." Concluse con un sorriso, portandosi una mano alla pancia e facendo sgranare gli occhi a Cassiopea. "Era per quello che ti avevo chiamato."

"Oh Merlino!"


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postimage Cecilia Weiss   postimage Miranda Fawley   postimage Hoshi Malfoy



2 marzo 2003, Inghilterra, Villa Malfoy




Cecilia, con un enorme peluche tra le mani, attraversò il cortile ben curato della casa di Hitoshi, cercando di evitare le buche che Charlie, il crup* appena preso dal ragazzo, aveva disseminato in giro.
Raggiunta la porta suonò al campanello e poi si mise pazientemente ad aspettare che qualcuno le venisse ad aprire.

Con sua sorpresa, dopo pochissimo tempo, fu la stessa Miranda a farlo.
Portandosi un dito sulle labbra per intimarle di non fare rumore, sua cugina la introdusse nella casa, facendole anche fare un veloce giro panoramico.

"Hoshi sta dormendo." Si giustificò la Fawley dopo un po', quando giunsero in cucina. "E non voglio che si svegli: ci ha messo molto ad addormentarsi perchè è stata male tutto il weekend." Spiegò preoccupata.
"Oh poverina!" Si allarmò subito Cecilia "Che cos'ha?"
"Niente di grave..." La rassicurò subito Miranda "Secondo i medimaghi è stato un semplice virus, ma non voglio ugualmente che si stanchi."
"E io che volevo farle conoscere Mr. Bunny!" Esclamò sua cugina agitando il peluche che teneva ancora tra le mani.
"Se rimani per un po' puoi sempre consegnarglielo dopo." Provò a rassicurarla la Grifondoro. "Vuoi un po' di the nel frattempo?"
"Al the non si dice mai di no." Rispose la tassorosso con un sorriso.


Stavano chiacchierando del più e del meno da circa un'oretta - con frequenti interruzioni che consentivano a Miranda di andare a controllare che Hoshi dormisse ancora - quando fu la stessa bambina ad interrompere le loro chiacchiere, arrivando trasportata in braccio da un elfo domestico.

"Mamma mi sento meglio... posso mangiare un biscotto al cioccolato?"

Forse il biscotto al cioccolato non era il massimo dopo un virus intestinale, si ritrovò a pensare Cecilia divertita, ma in quel momento sua cugina le avrebbe dato anche il permesso di distruggere casa probabilmente.

Era la prima volta che Hoshi la chiamava mamma.



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postimage Nihal Black  postimage North Jackson   postimagePerseus Black





5 Aprile 2005, Inghilterra, Villa Greengrass - Black




"Ehy fratellone mi avevi chiamato per caso? Quale sarebbe l'emerge...?"
Con la sua solita allegria, North entrò in cucina e, dopo essersi guardata attorno spaesata per qualche secondo, scoppiò fragorosamente a ridere, interrompendo così il discorso a metà.

"Ma sei tu che dai da mangiare a lui o lui che ne da a te?" Domandò quando riuscì finalmente a parlare, cercando di reprimere i singhiozzi per il troppo ridere.
Suo fratello, con le maniche arrotolate della camicia, i capelli scompigliati, le occhiaie e diversi schizzi di pappina per infanti ovunque, provò a guardarla male. Ma l'effetto finale fu solo ancora più comico.
Per quel motivo si arrese all'evidenza commentando semplicemente con un "In realtà stiamo facendo adeguatamente a metà... Ma Perseus si sente molto generoso oggi." Aggiunse ironicamente.

Sempre ridacchiando, North si avvicinò ad entrambi - fratello e nipotino - evocando con la bacchetta uno strofinaccio che passò a Nihal e subito dopo un tovagliolo col quale iniziò a pulire Perseus.

"Dov'era Gilly mentre vostro figlio combinava questo capolavoro?" Domandò divertita la Jackson, mentre finiva di detergere delicatamente la pelle rosea del bambino.
"E' a letto a riposare." Rispose immediatamente Nihal. "Ultimamente è sempre molto stanca. Per questo ti ho chiamato... dovrei andare al lavoro, ma non voglio lasciarli da soli in casa."
"Sì non c'è problema resto io." Rispose immediatamente North, ormai impegnata a fare le boccacce a suo nipote. "Tu vai pure."
Per un attimo Nihal si chiese se davvero sua sorella fosse così poco preoccupata per la debilitazione fisica di sua cognata, ma poi si rispose che probabilmente era solo troppo impegnata a intrattenere il bambino. Perciò, mettendo da parte le sue preoccupazioni, si smaterializzò.

Si era appena smaterializzato, quando nella stanza comparve Gillian in vestaglia, con una fialetta in mano. "Se n'è andato?"
"Giusto cinque secondi fa." Rispose North sorridendo mentre si impegnava a far mangiare Perseus, che aveva appena provato a dividere il pasto anche con lei. "La casa è tutta tua." Le comunicò con una strizzatina d'occhio.


Cinque minuti dopo, con un test di gravidanza positivo e di colore rosa, stavano entrambe festeggiando.


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 * per chi non lo sapesse il crup è un cane magico: assomiglia ad un Jack Russel Terrier ma ha la coda biforcuta

postimage
  
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