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Autore: Fannie Fiffi    08/03/2017    4 recensioni
[Riverdale; Bughead; post 1x06; #TRADUZIONE]
« Non pensavo nemmeno ti piacessero le ragazze. »
« Non mi piacciono. »
« No? »
« Mi piace soltanto Betty. »
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Mi cimento in questo nuovo fandom con una traduzione di un'interessante e particolare fanfiction che ho avuto il piacere di leggere qualche giorno fa.

Dunque, essendo rimasta affascinata da questo lavoro, ho contattato l'autrice e ho ricevuto da lei il permesso di tradurlo.

Potete trovare il suo profilo qui:
zombiekittiez

E la versione originale della storia qui: So Talk

Sarei molto felice di sapere i vostri pareri al riguardo! Buona lettura.



 

 


So Talk





Tavola calda da Pop. Dieci di sera. Jughead non solleva nemmeno lo sguardo dallo schermo quando Archie scivola nel posto davanti al suo. Le sue dita continuano a muoversi con fermezza sulla tastiera. L’unica pausa che fa è per prendere l’ultimo sorso dalla sua tazza di caffè, e poi continua a lavorare.

« Quindi, » parla finalmente Archie. « Tu e Betty. »

Jughead permette ai suoi occhi di guizzare nella direzione del rosso prima di rivolgere nuovamente l’attenzione allo schermo.

« Insomma, è bizzarro. » Finisce l’amico, sbuffando un po’ con divertimento.

Jughead smette di scrivere.

« Non come… un bizzarro malvagio. Wow, okay, suonava da maleducati. Non è quello che intendevo. È solo che – sai, tu? E Betty? Lei è, sai… E tu sei così… Già. » La sua voce va a svanire. Si strofina il retro del collo con una mano. Sospira.

Jughead ricomincia a scrivere.

Dopo qualche momento, Archie si alza. Lui non lo guarda andarsene ma, quando ritorna con una soda e un’altra tazza di caffè, lo ringrazia con un cenno del capo.

« Non pensavo nemmeno ti piacessero le ragazze. » Dice l’altro, giocando con la propria cannuccia di plastica.

« Non mi piacciono. » Risponde il ragazzo dai capelli neri, mentre i suoi occhi incontrano quelli dell’amico oltre l’orlo della sua tazza.

« No? » Domanda Archie, un piccolo stralcio di speranza che crepita dalla sua voce.

« Mi piace soltanto Betty. »

Il giovane Jones mette giù la tazza e chiude il suo computer. I due ragazzi, migliori amici, forse rivali, si guardano l’un l’altro per un istante. L’unico figlio di casa Andrews è il primo a crollare. Jughead sa che sarebbe stato così.

« Siamo sempre stati io e te ed io e lei. Quindi, questo mi sembra… »

« Inaccettabile? » Propone Jughead seccamente.

« Inaspettato. » Lo corregge Archie. « Dovrebbe esserlo? Inaspettato, intendo. »

« Per te, certo. »

« Ma non per voi due? »

« Non posso parlare per lei. »

« Allora parla per te. »

A quel punto Pop si avvicina e lascia sul tavolo due piatti – panini formato gigante, patatine al formaggio.

La rigida postura di Jughead si addolcisce lievemente alla vista del cibo – un’offerta di pace. Prende una patatina. L’ultimo arrivato lascia andare un respiro che non aveva realizzato di star trattenendo.

« Per tutta la vita, Archie, hai avuto questa storia: tu e Betty, la ragazza della porta accanto. Perfetta. Dolce e profonda e meravigliosa. Sai tutto di lei – sai da dove proviene la cicatrice sopra il suo gomito sinistro. Sai com’è con la varicella. L’hai vista nuda – anche se solo quando avevate sei anni. Probabilmente un giorno la sposerai. »

Archie sobbalza di poco sul posto – le mani che stringono il panino restano immobili anche mentre la cipolla e il pomodoro scivolano dal pane e sul piatto. Sembra quasi ipnotizzato.

« Ma oggi non è quel giorno. » Jughead fa una piccolo pausa per prendere un sorso di caffè e Archie sa, nel retro della sua mente, che questo è soltanto un modo per ottenere un effetto drammatico, ma non può fare a meno di lasciarsi trasportare.

Jughead è uno scrittore mozzafiato.

« Sei al liceo. Chi vuole trascorrere tutta la propria vita insieme alla ragazza della porta accanto? Tu vuoi avventura. Vuoi conoscere e conquistare e amare abbastanza donne così, quando tu e Betty sarete insieme? Sarai pronto a farla durare. Nessuno vuole rompere con una ragazza come Betty. »


Archie inizia a parlare, ma Jughead agita una patatina fritta in aria, interrompendolo.

« Ecco il problema, Arch. » Accenna un sorriso sardonico.

« Io so che si è fatta quella cicatrice gettandosi nel lago per una scommessa e tagliandosi il braccio con un pezzo di metallo, e l’ha fatto perché così non avrei dovuto farlo io. Avevo paura dell’acqua e Reggie stava facendo il coglione. Io mi ricordo quanto rosso e gonfio e striato fosse il suo volto in seconda elementare – perché io le ho attaccato la varicella. Per una settimana potevamo passare del tempo solo l’uno con l’altra, perché tutti gli altri avevano paura di ammalarsi. Che è anche quando ci siamo fatti un bagno alla farina d’avena insieme.  »

Jughead solleva un sopracciglio e l’azione gli risulta così aliena – ragazze, e bagni, e Jughead – ché nemmeno registra il fatto che Archie dovrebbe perlomeno sorridere o reagire in qualche altro modo.

 « E la sposeresti. » Dice l’amico. La sua voce è più piatta di quanto voglia.

« Probabilmente. »  Ammette il moro, agguantando il panino, ora che le sue patatine sono finite.

« L’hai sempre…? » Domanda, scostando di lato il suo cibo mangiato a metà.

« Mmh. » Mormora Jughead pensosamente mentre mastica un boccone. « Più o meno. Ma pensavo – Archie e Betty. Finiranno insieme? Affatto. »

Archie scuote la testa, ma più per confusione che per rifiuto.

« L’ho baciata. » Dice l’aspirante scrittore d’un tratto.

Il giovane Andrews si abbandona a una risata tremolante. « Okay, questo è davvero da maleducati, ma non riesco davvero ad immaginarti baciare nessuno. »

Jughead si lascia andare controvoglia a un ghigno. «  Fa molto commedia per ragazzi degli anni Ottanta. Il reietto affascinato dalla perfetta cheerleader.  »

« Betty non è così. Lei non pensa in quell modo. » Dice Archie, smettendo di ridere.

« Allora forse sono io. Lei non mi vorrà. Forse, il fatto che io la conosca abbastanza da innamorarmi di lei è abbastanza per lei per vedere cosa c’è che non va in me e starmi alla larga. Io non sono granché parte di questo –» Indica con un gesto delle mani lo spazio attorno a loro.

« Jughead– »

 « No, lo so. So già cosa stai per dire. L’hai detto con il panino. » Il ragazzo accenna un sorriso e spinge via il suo piatto vuoto.

« E ora? » Chiede, spingendo il resto del contenuto del proprio piatto verso l’amico. Jughead afferra il cibo.

« Qualsiasi cosa lei voglia. » Dice, aggiungendo il ketchup al panino.

« Saresti, cosa, il suo ragazzo? L’accompagneresti all’armadietto? Ai balli scolastici? » Archie sembra scettico, ma Jughead gli rilancia uno sguardo che, anche con il cibo davanti al volto, dice: per Betty? Per Betty, partecipare a queste inutili messe in scena sociali?

Ma lui si sta sedendo al loro tavolo, per pranzo.

Sta scrivendo per il giornalino della scuola.

Sta frequentato regolarmente le lezioni, e sta arrivando puntuale.

Sta cambiando.

Tutto sta cambiando.

« E se lei volesse essere soltanto amici? » Lo interroga il rosso. E questa volta nella sua voce c’è preoccupazione – sincera preoccupazione – nei confronti di qualcuno che non ha avuto il cuore spezzato.

E i suoi occhi, quando lo guardano, sembrano dire: Non voglio che tu venga ferito. Non voglio che tu ti senta nel modo in cui io ho fatto sentire lei.

« Qualsiasi cosa lei voglia. » Risponde Jughead, ma la sua voce si abbassa un po’.

Ed entrambi capiscono cosa voglia dire, senza dirlo.

I migliori amici capiscono.



 
  
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