Recentemente ho rieditato e ripubblicato la storia su un altro sito, e ho deciso infine di fare altrettanto qui su EFP, dove ha visto la "luce". Farò naturalmente la stessa cosa con le altre storie della serie, almeno fin dove sarà necessario.
Ergo, la trama non avrà cambiamenti sostanziali, né introdurrò personaggi sconosciuti o modifiche importanti. Semplicemente ho ampliato i capitoli, ho corretto gli errori, creato una copertina (l'immagine l'ho presa da internet, non è mia) e sistemato un po' i dialoghi e le dinamiche della storia, per renderla più vicina al mio stile attuale. In questo modo è più completa, più lunga e, secondo me, più interessante da leggere.
Bene, è tutto. Spero che vi piacerà. Buona lettura.
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Il ragazzo crollò in ginocchio, artigliandosi il petto con le dita. I muscoli, tesi fino allo spasimo, tremavano come se fossero percorsi da scariche elettriche. La testa gli scoppiava, un ruggito lontano che riecheggiava negli anfratti più nascosti e selvaggi della sua mente.
- No!- esclamò Elizabeth, correndo al suo fianco - No! Resisti! È come le altre volte! Respira, respira profondamente! Non cedere!-
Alzò lo sguardo su di lei, sentendo una collera che non gli apparteneva e che al tempo stesso sentiva come estremamente familiare montargli dentro. Sapeva che cosa sarebbe successo di lì a poco, se non si fosse imposto di controllarsi.
Non voleva ucciderla. Non poteva.
Non avrebbe mai lasciato che succedesse, non di nuovo. Non poteva perderla, non lei. Non quella donna.
La amava.
- So che puoi farcela.- disse lentamente Elizabeth Addley, passandogli delicatamente una mano tra i capelli ispidi - Tesoro, sei più forte di lui. Lo hai sempre tenuto a bada. Ora alzati e riproviamo.-
- Non… posso…- ringhiò a denti stretti.
Aveva già avuto altri attacchi come quello in passato. Pochi, ma li aveva avuti. Tuttavia, ogni volta sentiva di essere sul punto di cedere, di lasciarlo uscire.
- Sì che puoi.- insisté lei, in tono dolce, senza smettere di accarezzarlo - Io ti conosco. Tu…-
- TU NON SAI NIENTE!-
Mosse il braccio con violenza, colpendola al petto. L'urto la spinse indietro, facendola cadere, e per un attimo fu certo che le avrebbe fatto del male.
Tuttavia, proprio mentre stava per alzarsi e avventarsi su di lei, riuscì a ricacciare il desiderio di uccidere in profondità, lontano dalla superficie, lontano dal mondo.
Mentre la collera scemava, la tensione la seguì di conseguenza, abbandonando il suo corpo tutta insieme. Subito dopo si accasciò, flaccido come un calzino bagnato.