Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AlekHiwatari14    15/03/2017    1 recensioni
[Jelsa]
Crossover: Frozen/Le 5 leggende.
Elsa si ritrova di fronte a qualcosa di inspiegabile dove il paradosso e lo stupore ha la sua parte. Ha la febbre e i suoi poteri sono fuori controllo ritrovandosi catapultata nel mondo di Dreamworks dove si ritrova ad affrontare un'avventura straordinaria per ritornare a casa. Ed è proprio lì, in quel mondo sconosciuto, che incontrerà Jack Frost. L'iniziale amicizia con il ragazzo e le varie situazioni in cui si ritroveranno li spingeranno a scoprire un nuovo sentimento chiamato "Amore".
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2




Eccomi qui, sdraiata su questo divano. Ero arrivata in questo mondo a causa dei miei poteri e della febbre alta che non mi rendeva possibile controllarli.
Qualcuno dal cuore caldo e le braccia gelide mi aveva portato qui, al coperto, prendendosi cura di me.
Ero stata lì svenuta per più di due giorni e quel tipo non si era perso d’animo. Mi ha tenuto con se nonostante c’erano persone che dava fastidio la mia presenza lì.
Mi risvegliai, incrociando il suo sguardo azzurro e gelido, ma dalla personalità calda e rassicurante. Aveva i capelli bianchi come la neve e il volto giovane e fresco di colui che dalla vita ne ha passate di tutti i colori e ancora continua a sorridere.
Quell’incrocio di sguardi, dovuto al mio risveglio, mi spiazzò. Trovare degli occhi di qualcuno simile ai miei, mi lasciava perplessa.
“Dove mi trovo? Perché mi hai portata qui? E tu chi sei?” Iniziai a domandare. Stranamente il mio disagio sembrava farlo sorridere.
“Ehi, dolcezza. Calmati! Sei al sicuro.” Mi disse con quel tono tra lo scherzoso e l’euforia. 
Quel comportamento lo trovavo così infantile e inadeguato a tal punto che mi arrabbiai incominciando ad alzare il busto per dirgliene quattro:“Come osi chiamarmi dolcezza? Chi ti credi di essere?”
Peccato che ero senza forze e il mio atteggiamento lo fece solamente ridere. Mi girava la testa e lui se ne accorse. Mi prese per le spalle facendomi rimanere sdraiata ancora un po’ per poi rassicurarmi: “Calmati. Di certo alzarti così, non ti fa per niente bene. Inoltre essere spaventata ti fa perdere il controllo dei poteri. Dovresti saperlo.” 
Quelle parole mi sorpresero ancor più di quella situazione. Sapeva dei miei poteri ed ero devastata. Come poteva sapere di me? Comprendevo benissimo che ormai non era più un segreto ad Arendelle, ma quell’abbigliamento mi faceva pensare che non mi trovavo a casa. Era una tragedia. Qualcun altro si era accorto dei miei poteri e per giunta non del mio regno. 
Sentivo che ero finita in una zona remota del pianeta, ma non sapevo ancora che ero su un altro mondo completamente diverso dal mio.
“Come sai dei miei poteri?”
“Beh… sarebbe un po’ assurdo non saperlo visto che ti ho trovato tra la neve a formare bufere e pupazzi.”
Continuò a riferirmi con quel sorrisetto stampato in faccia.

La situazione era più grave del previsto e me ne rendevo conto.  
Non sapevo le intenzioni di quel tipo.
Probabilmente mi aveva rapita e portata con se sapendo che ero la regina di Arendelle, ma non sembrava avere l’aspetto di un rapitore.
Comunque sia, i miei pensieri erano a casa. Credevo che Anna si sarebbe preoccupata e che sarebbe venuta a cercarmi non vedendomi. Inoltre, me ne ero andata proprio il giorno del suo compleanno il che non riusciva a darmi pace: “Com’è possibile? Io… non dovevo perdere il controllo. E… Anna? Oh no! Che penserà quando non mi troverà a casa.” 
Alzai nuovamente il busto mettendomi le mani in fronte. Ero preoccupata e allo stesso tempo disperata.
Volevo comprendere perché ero finita lì, ma anche se Anna stava bene e mentre ero avvolta da queste mie preoccupazioni e dubbi, sentii il ragazzo chiedermi: “Chi è Anna? Anche quando ti ho trovato non facevi altro che ripetere quel nome.”
In quel momento realizzai la cosa. Non ero stata rapita come stavo ipotizzando, ma ci ero finita io per i miei poteri. Mi voltai lentamente verso il tipo domandandogli: “Cosa? Mi hai trovato tu?”
Inaspettatamente annuì e si presentò a me: “Molto piacere, io sono Jack Frost. E tu? Qual è il tuo nome?”
“Sono Elsa. Elsa di Arendelle.”
Feci altrettanto, ma non comprendevo come mai non mi conoscesse. In fondo ero pur sempre la regina di quel regno e tutto sembrava rientrare in quella prospettiva sovrannaturale che non ero più nel mio mondo.
Non comprendevo perché, ma lo vedevo fissarmi con uno sguardo strano.
Volevo sbagliarmi, ma sentivo che c’era qualcosa che ci accomunava.
Non sapevo cos'era. 

Il tempo incominciò a passare e parlando intuii come ero arrivata fin lì.
Era stata colpa mia, dei miei poteri e del ghiaccio che avevo creato. Probabilmente i pilastri e la luce mi avevano condotto in quel mondo.
Dovevo trovare un modo per ritornare a casa. Volevo rassicurare Anna che stessi bene e qualche giorno più tardi accadde l’impensabile.
“Se vuoi posso portarti nel luogo in cui ti ho trovata.” Mi offrì Jack vedendomi continuamente perplessa riguardo l’accaduto.
Quelle parole furono come uno spiraglio di luce ed io non riuscii a fare almeno di annuire. 
Mi condusse lì, in quel bosco. La neve continuava a scendere ed io non comprendevo come facesse quel tipo a farsi trasportare dal vento. Sembrava divertirsi a farlo.
Arrivai vicino ad un lago ghiacciato e lui iniziò a sorridermi, fermandosi di colpo dinanzi a me.
“È questo il posto.” 
Mi guardai attorno e non vedevo nulla.
Credevo che potesse esserci qualche pilastro di ghiaccio o qualcosa che mi poteva condurre a casa, ma niente.
Non c’erano spiegazioni su come ero finita lì.
Sentivo la tristezza prendermi. Tutti i miei sogni, tutta la mia realtà era svanita nel nulla. 
Come faccio? Come avrei fatto in quella realtà a me sconosciuta? Era questo quello che mi chiedevo.
Continuavo a preoccuparmi per Anna e dei suoi pensieri riguardo la mia scomparsa.
Mi sentivo così impotente di fronte a quella verità che non avevo realizzato il vero motivo per cui ero stata catapultata lì.

Inconsapevolmente, qualcuno aveva voluto regalarmi qualcosa che mi mancava, forse l’unica e quel tipo se n’era reso conto.
Sentii fischiare e voltandomi ebbi una palla di neve in faccia. Chiusi gli occhi a contatto con quella neve.
“Ehi!” Gli urlai quando notai qualcosa che mi lasciò stupita.
Solo in quel momento mi accorsi che anche Jack aveva i miei stessi poteri.
Lo vedevo creare palle di neve con una tale facilità che mi sorprendeva. 
Oltre ad Anna, non ho conosciuto altre persone che possedessero i miei stessi poteri. Incominciai a pensare che probabilmente c’era un legame tra di noi. Forse… qualche vincolo familiare, qualche fratello scomparso prima della mia nascita, ma non ci vedevo nessuna somiglianza. 
Era come se quel tipo fosse uscito fuori dal nulla, creato dal destino. Era qualcosa di inspiegabilmente sorprendente che mi prendeva ogni secondo sempre di più.
“Cosa c’è? Perché ti sorprendi? Non hai mai visto nessuno fare palle di neve?”
Quel tono scherzoso, accompagnato dalla magia della neve con cui creava quelle palle, mi fece ridere.

Sembrava così semplice. Per lui era la cosa più banale del mondo quella magia ed io riuscivo a comprenderlo bene, perché anche per me era così.
“Anche tu…?” Tentai di dire, ma sembrava non dovessi neanche parlare che lui intuì annuendo.
Sorrisi, ma quella guardia abbassata e l’umorismo del ragazzo non fu una bella mossa.
Mi tirò un’altra palla di neve. Voleva scherzare e giocare. In quel momento non so cosa mi prese. 
“Vuoi la guerra?” Gli chiesi ridendomela e sfruttando i miei poteri.
Iniziai a creare anch’io la neve divertendomi con lui e perdendo di vista il mio scopo, ovvero cercare il motivo per cui ero arrivata in quel luogo e andarmene.

Inconsciamente, senza sapere, quella tristezza provata per mia sorella, la paura di non poter tornare a casa che aveva interrotto Jack, aveva risvegliato qualcuno di terribile.
Non sapevo cos'era, ma probabilmente era colui che mi raccontavano da bambina i miei genitori, ovvero l’uomo nero, l’essere che faceva tremare chiunque e faceva avere incubi.
Si era risvegliato per colpa mia e della mia paura di non tornare da Anna, ma stranamente, quando stavo con Jack, riuscivo a non pensarci.
Quel ragazzo aveva il potere di rendermi felice.
Nessun uomo era riuscito a farmi sentire così.
Era come se avessi trovato il tassello mancante della mia vita. 
Devo ammetterlo. Vedere Anna e Kristoff insieme mi rendeva felice.
Volevo anch’io qualcuno con cui condividere i miei poteri e sentirmi completa. Volevo amare ed essere amata.
Forse… è per questo che i miei poteri mi hanno condotto da lui.
Non avevo mai provato qualcosa di simile. Riusciva a leggermi dentro. Non avevo neanche bisogno di parlare che lui intuiva come mi sentivo.
Persi di vista la mia missione di ritornare a casa. 

Giocare a rincorrerci, a tirarci palle di neve e stare sdraiati sull’erba innevata a guardare il cielo era qualcosa di stupendo. Non credevo di poter provare anch’io un emozione del genere.
Ci ritrovammo a guardarci negli occhi.
Aveva uno sguardo dolce e rassicurante. Con lui mi sentivo tranquilla e non avevo bisogno di nient’altro, ma non ero ancora a conoscenza di ciò che mi avrebbe aspettato.
Non sapevo che guardarlo negli occhi avrebbe fatto palpitare il mio cuore così velocemente e avrebbe innescato qualcosa di irrimediabile.
Qualcosa chiamato... amore.










   
 
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