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Autore: Christine_Heart    18/03/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 4: Il primo sorriso

 
 
3° mese

 
 
Il Dottore sorrise felice, aprendo la porta del Tardis. Finalmente era tornata la primavera, una delle stagioni più belle, ed era il periodo giusto per portare fuori suo “figlio”. Per quanto il Dottore sapesse che quel piccolo frugoletto non era sua figlio, ormai non riusciva a definirlo in altro modo. Era troppo importante per lui, da ignorare un tale attaccamento, il bimbo stava diventando fondamentale per lui, una ragione di vita.
Tranquillamente il Dottore si avvicinò a lui, che sereno stava giocando con alcuni peluche sul pavimento del Tardis, e prendendolo in braccio gli chiese:
«Che ne dici piccolo, ti va di uscire fuori per una passeggiata?!?» domandò felice.
Il piccolo stava masticando l'orecchio di un simpatico coniglio blu, mentre fissava gli occhi del padre, che attendeva paziente.
«Dai Acheron, non torturare questo povero coniglio.» gli disse calmo, togliendogli l'orecchio dalla bocca, senza fargli male.
Il piccolo piagnucolò appena tendendo le manine verso il suo giocatolo.
«No, niente capricci, in bocca non si mette.» lo rimproverò buono il Dottore.
Il bimbo si lamentò di nuovo, allungando di più le manine.
«Ehi!» lo riprese calmo il Dottore, sistemandolo su di un braccio solo.
«Ti ho detto di no, è sporco e in bocca non si mette.» spiegò facendogli di no, con il dito.
Il bimbo arricciò le labbra offeso, mentre chinava gli occhi dispiaciuto.
«Dai dai, amore del papà, non fare così!» gli disse il Dottore, con un sorriso carico d'affetto.
Sì avvicinò alla cesta dei giochi, e vi lasciò cadere dentro il coniglietto, che Acheron salutò con la manina, come per dirgli ci vediamo dopo.
«Allora tesoro, vogliamo uscire un pochino, ormai il freddo è finito, e poi il sole fa bene hai bimbi come te!» gli disse avvicinandosi al passeggino.
Il bimbo rispose con un lungo versetto dolce, e si tuffo verso quel trasportino blu notte.
«Va bene va bene, andiamo andiamo, solo fai piano!» sorrise il Dottore, sistemandolo a sedere.
Gli legò la vita con attenzione, e lo coprì con una coperta leggera, per evitare che il vento fresco potesse dargli fastidio, sistemò la cappa sulla testa del piccolo, e si avviò verso l'uscita.
Appena fuori, un odore dolce e fresco di primavera invase entrambi.
Il Dottore sorrise nel intravedere, la faccina sorpresa e curiosa di suo figlio, si voltò un attimo per chiudere il Tardis, poi prese il manico e s'incamminò sereno.
Il sole era caldo e piacevole, e Acheron non si lasciava sfuggire niente, per ogni cosa aveva un commento da fare, e un sorriso da donare.
«Allora ti piace?!?» chiese ad un certo punto il Dottore, sentendo il piccolo applaudire con le manine, mentre il sonaglino legato al bracciolo suonava.
Il bimbo gli rispose con una serie di paroline dolci, poi si sentì un lungo e meravigliato uh!
Il Dottore sorrise di nuovo, fermò il passeggino, e si avvicinò al piccolo.
«Che c'è tesoro, che cosa hai visto?!?» chiese vedendolo allegro e con le manine tese.
Il bimbo continuava a guardare il suo oggetto di curiosità, e con una serie di mhm, cercò di spiegarsi, e di atterrare a se, quella cosina così graziosa che continuava a volare.
Il Dottore seguì, la manina del piccolo, e capì.
«Ah, è vero...è la prima volta che ne vedi una, hai ragione.» disse il Dottore, intuitivo.
Il bimbo applaudì di nuovo quando quella creaturina si spostò su di un'altro fiore.
Il Dottore rise dentro di se, e tranquillo slegò il piccolo e lo prese in braccio, senza che Acheron spostasse la sua attenzione. Il Dottore poggiò il primo piede sull'erba fresca, poi l'altro, ed infine si accovacciò, sistemando il piccolo su di una gamba.
«Ti piace cucciolo?!?» chiese guardando la sua reazione.
Il bimbo allungò di nuovo le manine verso quello strano esserino, e con un versetto dolce cercò di attirare la sua attenzione.
«Sì chiama farfalla Acheron, non piccolo cane!» rise divertito.
Il bimbo annuì e cercò di nuovo di prenderla. Ma quella farfallina blu, sembrava ignorare il bambino che voleva solo giocare con lei.
«Guarda, ti faccio vedere una cosa.» gli sussurrò il Dottore allungano la mano.
«Però mi devi promettere di non toccarla!» gli disse guardandolo serio.
Il bimbo annuì con il capo, rimanendo a fissare la mano del padre.
Il Dottore fissò la farfalla blu, e delicato allungò la mano verso di lei. L'insettino da prima rimase a guardare quella strana cosa rosa, ma poi una volta preso fiducia, sia avvicinò.
Il Dottore sentì le piccole zampette, sfiorargli il palmo e una volta al centro esatto della sua mano, l'accostò agli occhi del piccolo.
Acheron rimase a fissare l'esserino con la bocca aperta, e gli occhi che gli brillavano per la meraviglia nel vederla così da vicino.
«E' bella vero?!?» chiese il Dottore guardando prima la creaturina, poi il bambino.
«Guarda che bei riflessi celesti che ha, e le rifiniture nere sono proprio carine, vero?!?» chiese ancora, senza distogliere gli occhi dal bimbo che con le guanciotte rosse, non riusciva a smettere di guardare quell'esserino dai tratti delicati e le movenze dolci.
Il bimbo emise un lungo versetto tenero, inclinando il capo verso l'animaletto.
Per un attimo i loro occhi s'incrociarono, dopodiché, la farfallina volò via.
«Ora torna a casa.» spiegò il Dottore notando il faccino triste del piccolo.
«Gli facciamo ciao ciao?!?» chiese agitando la mano.
Il bimbo continuò a fissare la farfallina volare via, e intanto provava a chiudere ed ad aprire il suo pugnetto in un saluto un po' goffo.
Il Dottore lo trovò adorabile, tanto che rimase fermo su di lui il più lungo possibile.
«Hai visto che bella che era?!?» chiese alzandosi in piedi.
Poi con dolcezza prese i fianchi del piccolo, e lo tirò su, voltandolo con attenzione verso di lui, sollevandolo un po' sopra la sua testa.
Il bimbo sorrise contento, e il Dottore rimase imprigionato in quel gesto.
«Oh mio Dio!!!» esclamò stupefatto.
«E' un sorriso!» disse felice.
«Non uno qualunque, ma il suo primo sorriso!» affermò gioia.
«Non è più uno spasmo, ma un sorriso vero e proprio ed è rivolto a me...» disse ancora.
«Ed è così simile al mio!» si rese conto sussurrando quella verità.
Rimase a fissare il volto del piccolo, con bocca appena aperta.
Il piccolo aveva sorriso davanti alla normalità, non c'era nulla di speciale, solo un semplice gesto, in braccio al Dottore, che era abituato allo straordinario.
«E' il suo primo sorriso!» sussurò felice.
Il Dottore fissò ancora il piccolo che ormai considerava suo figlio, e si rese conto che non c'era cosa più bella in tutto l'Universo.
«Voglio vederti sorridere sempre piccolo mio!» gli sussurrò con dolcezza.
«D'ora in poi qualunque cosa accada, voglio vederti ridere sempre!»
Il bimbo sorrise di nuovo, quasi come se avesse capito, mentre la sua felicità invadeva il luogo.
 
«E' il suo primo sorriso di gioia ed è tutto per me!»

 

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