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Autore: slenderguy93    18/03/2017    3 recensioni
Ormai sono passati due mesi da quando la vita di Dante è stata stravolta.
E' stato costretto ad accettare che nascosto dal nostro, esiste un altro mondo, violento e spietato, abitato da creature antiche e potenti oltre l'umana immaginazione.
Tuttavia sembra che sia riuscito a raggiungere un equilibrio... destinato a spezzarsi nuovamente con l'arrivo di vecchie e nuove conoscenze.
Dal testo:
“La promozione si è esaurita, ed anche il mio BB è al limite.
Inizio a planare verso il suolo, lo sguardo fisso verso terra; non riesco ad incrociare quello degli altri. Ero la carta vincente del piano, ma non sono riuscito a compiere il mio dovere…
“…Ho perso il conto dei complimenti che ho fatto stasera, ma questi sono davvero sinceri e soprattutto meritati. Era da un paio di secoli che non subivo un colpo del genere.” Kokabiel è atterrato poco prima di me, e mi concede il primo sorriso privo di follia e derisione che gli abbia mai visto fare.
Peccato che non me ne freghi un cazzo che provi rispetto per me. Avrei dovuto sconfiggerlo ad ogni costo…”
Seconda parte di DxD Tales. E' consigliato di leggere prima Knocking on Hell's Doors.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Yuuto Kiba
Note: Cross-over, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD Tales'
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Io non possiedo i diritti di Highschool dxd e dei personaggi in esso contenuti. Possiedo solo quelli dei personaggi da me creati.
 
 
 
La sala sotterranea è ampia, spoglia, e illuminata fiocamente solo da alcune candele. L’unico arredo è un semplice tavolo ingombro di vecchi libri, acqua santa, rosari, ed altri paramenti religiosi.
Proprio al centro di essa, si trovano un ragazzo seduto a terra a gambe incrociate, ed un prete inginocchiato dietro di lui che con le mani appoggiate alla sua schiena, recita una lunga serie di versi.
Il giovane sta iniziando a dar segni di impazienza: dopotutto sono quasi due ore che è bloccato in quella posizione. Per sua fortuna, dopo pochi minuti l’altro rimuove le mani dalla sua schiena riponendo il rosario d’argento avvolto attorno ad esse.
“Fatto figliolo. Puoi alzarti.”
“Era ora. Oggi il trattamento è durato il doppio del solito… Allora, ci sono novità?”
“Nulla che già non avessi capito… e che non ti avessi già spiegato. Comunque ora dovrei aver raccolto abbastanza dati per procedere.” L’altro fa una faccia seccata.
“Ancora quella storia… e va bè. Quanto ci vorrà perché quel rituale sia pronto?” il prete sospira.
“…Se fosse un esorcismo direi che basterebbe una settimana o due per ridurre al minimo i rischi di effetti collaterali… ma ti ho già detto nel tuo caso non funzionerebbe. Per quel che ho in mente, temo ci vorrà qualche mese.” il ragazzo prende a sbuffare.
“Mesi… perfetto. Qualche altra buona notizia? Perché ora avrei proprio bisogno di farmi una maratona di Tarantino, o almeno vedermi qualche altro film dall’altrettanto grande contenuto filosofico.”
“E la scuola? Devi studiare molto per poter dare quegli esami… Quanto tempo hai passato sui libri ultimamente?”
“…Abbastanza. Ora, posso andare? Non vorrei che il mio pc iniziasse a soffrire di solitudine.”
 “…Solo se prima passi a salutare quell’altra testona. Negli ultimi giorni non mi pare vi siate parlati molto.”
“E vuole farmene una colpa?! Sono abbastanza sicuro sia “in quei giorni”! Già di suo non è che sia facile da approcciare, ma ultimamente è davvero intrattabile! Mi vuole forse morto?” il prete sorride divertito.
““Tu, non temere, perché Io sono con te; non ti smarrire, perché Io sono il Tuo Dio,; Io ti fortifico, ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia”.* Vai e fatti valere.” Il ragazzo impreca tra i denti, quindi dopo un respiro profondo, lascia la sala.
Il prete, dopo aver sistemato il materiale usato per il rituale, lo segue attraversando il portico.
Si trova all’uscita che porta al giardino posteriore, mentre osserva nervosamente una figura seduta contro un grosso albero. Alla fine, fa un rapido segno della croce seguito da una strizzata allo scroto.
 “Ciao Xenovia, come va? Tutto bene?” la ragazza si volta appena, lanciando uno sguardo freddo ed indifferente al giovane in avvicinamento.
“Saluti anche te, miscredente. Sto bene… ho forse l’aria di aver qualche problema? Perché se è così…”
“Ma figurati… era solo per fare conversazione. Sai, le solite battute…” quella stringe gli occhi.
“Quindi hai tempo da buttare se fai domande inutili… che ne dici invece di approfittare di questa occasione per metterti un po’ in forma? Sei sempre chiuso nella tua camera, ed è davvero deludente che un ragazzo con la tua costituzione sia così poco atletico, dovremmo proprio…” mentre il suo interlocutore, ora chiaramente terrorizzato, inizia a cercare disperatamente di svicolare il discorso, il parroco si allontana lasciando loro un po' di privacy.
“Ah, la gioventù…”
 
Otto mesi dopo.
 
……………………………………………………tunf,Tunf,TUNF.
“Mmph. Chi sarà a quest’ora…”
È quasi l’una di notte, perciò il rumore sordo rimbomba per tutta la chiesa.
TUNF,TUNF,TUNF!
“Ho sentito, sto arrivando!” finalmente il prete raggiunge il portone, che qualcuno sembra voler sfondare a suon di bussate.
Una volta aperto, si trova davanti una figura incappucciata, con un lungo oggetto fasciato caricato su una spalla.
“Padre Vincent…”  
“Avanti, entra.” le fa strada fino alla canonica, dove la fa accomodare al tavolo e le offre un bicchiere d’acqua.
Appoggiato a terra il fagotto, lei scosta il cappuccio, rivelando una zazzera blu su cui spicca una singola ciocca verde.
“È un piacere rivederti Xenovia! Sembri in ottima forma, e quel nuovo taglio ti sta sorprendentemente bene. Avevi voglia di rifarti il look?”
“Grazie, è un piacere anche per me. Per questi… diciamo che ho scoperto qualche inconveniente nel tenere i capelli lunghi. Ma le ho forse mai dato motivo di credere di essere interessata a cose così frivole?” lui lancia casualmente uno sguardo alle mesh verdi, al che la ragazza lo fulmina con i suoi occhi dorati.
Per poi distendere il volto in un sorriso.
“Lei invece come sta?”
“Tutto a posto, eccetto che il vinsanto è di nuovo tragicamente finito prima dell’arrivo delle scorte... Comunque, hai fatto qualcosa di interessante ultimamente?” l’occhio della ragazza ha un leggero tic, mentre si focalizza in un angolo della stanza dove si possono notare diverse bottiglie vuote.
“Giusto una caccia al vampiro ed a una a un diavolo deviato. Ordinaria amministrazione. Piuttosto… volevo ringraziarla nuovamente per avermi aiutata in quest’ultimo anno. Senza di lei dubito che sarei riuscita a farmi accettare da quell’arma così esigente, non così velocemente almeno…”
“Quanto riesci a brandirla ora?”
“Un ora e venti minuti usandola normalmente, ma ovviamente se rilascio l’aura il tempo si accorcia in proporzione al suo utilizzo. A tal proposito…” Solleva l’oggetto bendato, e rimuove il marchio posto su di esso lasciando scivolare a terra la protezione.
“Questa è la mia nuova arma primaria. In queste ultime missioni ha dimostrato di essere un piccolo gioiellino…” osserva compiaciuta una lunga ed ampia spada a tripla punta, accarezzandola neanche fosse un gattino.
“Capisco, ti hanno fornito uno di quegli “elementi”, eh? Beh, i miei complimenti, ormai sarai il terrore delle creature oscure…” il suo sorriso si smorza in modo appena percettibile.
“Questo lo verificheremo a breve: sto per iniziare una nuova missione. Stavolta era su base volontaria, anche se per qualche motivo hanno escluso Fratello Dulio. Probabilmente, avranno in serbo per lui un altro compito… In ogni caso l’area bersaglio è in Giappone, pare siano coinvolti i Grigori.” Il prete stringe i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi.
“Suppongo che questa sia una visita di passaggio allora. Hai intenzione a di andare a trovare anche Sorella Griselda?”
“…dopodomani io e la mia partner abbiamo il rendez vous a Roma, ma prima della partenza dovrei avere qualche ora libera…”
“Allora salutamela. Anche se è un po’ troppo rigida, ammiro molto la sua dedizione al dovere e soprattutto, all’aiutare il prossimo.” Lei annuisce.
“Va bene. È stato bello rivederla ancora una volta.“ ricopre nuovamente l’arma, quindi si alzano e si dirigono al portone.
“Padre… se dovesse sentirsi ancora con quel tipo, può riferirgli un messaggio da parte mia?”
“Certamente. Quale?”
“Non battere la fiacca, lingualunga.” Lui ridacchia.
“Dovresti essere tu stessa a dirglielo. Gli chiederò se per le vacanze estive ripasserà da queste parti.”
“Lo spero… cioè, spero di riuscire a dirglielo e basta, perché… sa cosa succede quando noi due iniziamo a discutere, no?” un ghigno molto poco professionale si disegna sulla faccia di Padre Vincent.
“Eccome se lo so.  Ora vai. Per il tuo ritorno avrò trovato il modo di trascinare qui quel cazzone.” Xenovia fa un espressione esasperata.
“Voi due… va bene, conto su di lei Padre. Arrivederci.” Dopo essersi rimessa il cappuccio, supera il portone. Ogni traccia di allegria svanisce dal volto dell’uomo.
Raggiunge rapidamente la sua stanza: sullo scrittoio, una lettera firmata “Il tuo caro ex-collega” lo fissa beffarda accanto ad una gemma blu. Stacca il cellulare dal carica-batterie e fa partire una chiamata.
“Chiamata rifiutata dal destinatario.” Il messaggio automatico risuona familiare nel suo orecchio.
Osserva il registro chiamate: trentadue telefonate perse risalenti fino ad un paio di settimane fa , ventuno rifiutate; tutte allo stesso numero.
“Ragazzi miei… Vi prego, sopravvivete.”
 
 
[Dante]
 
 
“Sei proprio sicuro che questa sia un buon metodo per migliorare le mie capacità strategiche?” Ravel Phenex mi guarda dubbiosa, mentre equidistante da noi, Izabella fissa grattandosi la testa il piano del tavolo attorno a cui siamo seduti. 
Su cui è disteso un cartone variopinto coperto da numerosi pezzetti di plastica e bandierine colorati, mentre degli altri sono ammassati dinnanzi a noi.
“Certo che sì. Risiko è da sempre uno dei migliori metodi di addestramento per i generali del domani.” Faccio annuendo con aria saputa.
“Ma io non ho mai detto di voler diventare generale!”
Se ripenso a come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione…
 
Tre settimane fa.
 
“Dunque, ricapitoliamo: ancor prima del Rating avevi preparato una lettera per Ruval-sama in cui ti scusavi per il comportamento offensivo nei confronti della sorella che sapendo pericolosa, avresti fatto uscire dai gangheri per renderla meno lucida. In aggiunta a ciò, hai proposto di diventare lo sparring partner di Raiser in modo che poteste entrambi trarre giovamento dai vostri scontri?” annuisco alla mia master che mi fissa scettica.
“Esatto, era da considerarsi un gesto di pace, dopotutto per uno che punta al successo nei Rating come lui sarebbe stato utile avere un rivale con le mie capacità. A causa però di un non meglio specificato malessere, non ha potuto accettare, e al suo posto Ruval-sama mi ha proposto di incontrarmi periodicamente con Ravel-sama per aiutarla a tirar fuori il suo pieno potenziale. Anche se non hanno specificato in che modo…”
“Ed avresti fatto tutto questo…”
“Per il bene della mia master ovviamente! Dopo quello smacco, i rapporti con il casato Phenex avrebbero potuto deteriorarsi irrimediabilmente, perciò ho deciso di lasciarle godere la vittoria con gli altri mentre prendevo delle contromisure.” Lei inarca le sopracciglia.
“E il fatto che tu abbia scritto quella lettera a titolo personale, e che tu abbia già un giovane nobile che vuole la tua testa, é solo una coincidenza vero?"
"Ma chiaramente! La seconda, almeno…" Rias sospira, mentre Akeno ridacchia.
“Sei la canaglia più spudorata che abbia mai conosciuto, Dante Nandini."
"Quindi devo rifiutare?"
"Rifiutare cosa? Se ci tiriamo indietro ora, dopo questa lettera, sembrerà tutta un enorme presa per i fondelli! E allora sì che le cose potrebbero precipitare!  Avevi calcolato anche questo, vero?"
"La sua mancanza di fiducia é un colpo al cuore, master! Coinvolgere anche lei, dopo il suo rifiuto e la vittoria su Raiser, quello sarebbe sembrato di cattivo gusto e umiliante... Avendola fatta passare per una mia iniziativa personale, essendo reincarnato da poco sarei stato l'unico a subire le conseguenze di un eventuale rifiuto, e in caso di successo, essendo la mia padrona,  anche lei ne avrebbe tratto benefici. È un piano perfetto!"
"Beh, non ha tutti i torti... se non altro per ora Raiser non si farà vedere. Che dici Rias?" In risposta alla sua regina, la nostra padrona sbuffa esasperata.
“E va bene, ma dovrai occuparti tu della nostra ospite, chiaro? Dopotutto questa é stata una tua idea..." sorrido in modo rassicurante.
“Tranquilla, Buchou: la tratterò con la dovuta cura e rispetto..."
 
Ora.
 
"Ma porca di quella-- tredici armate! Come ho potuto non riuscire a schiacciare un singolo carroarmato con quello spiegamento! Kamtachka di mer--" Un colpo di tosse da Izabella mi frena in tempo dal partire per la tangente davanti a Ravel, che mi osserva incuriosita.
Fortunatamente per questi incontri ha iniziato ad indossare qualcosa di più sobrio di quella che aveva addosso al Rating… perché affrontare a Risiko l’equivalente infernale di una principessa Disney sarebbe stato quantomeno strano.
Anche se ha ancora quelle dannate trivelle… beh, in effetti sono state proprio quelle ad ispirarmi la tecnica con cui ho steso suo fratello.
“Volevo dire... in effetti ci sono altri modi per migliorare le sue capacità. Che istruzioni le ha dato la sua famiglia?" faccio tirando fuori un sorrisone.
"Solo di confrontarmi con te, non hanno specificato come o su cosa. Comunque, noto che la fortuna non è una delle tue più grandi risorse; sai, non credo sia tanto normale ottenere dei tripli uno così spesso…" …lascia perdere, guarda.
In quel momento fa il suo ingresso una giovane donna dall'aria severa vestita da segretaria.
“È ora di cominciare l'allenamento. Ravel-sama, Dante-san, seguitemi." Esatto, oltre ad un’oretta di svago e amene discussioni, con la giovane Phenex seguo anche un corso settimanale di magia demoniaca.
Visto che l'allenamento con Raiser non era al momento attuabile, al suo posto c’è un addestramento sulla magia del vento e del fuoco.
Da quel che ho capito, Ravel finora ha sfruttato prevalentemente il proprio retaggio infernale per controllare il suo elemento, mentre sarebbe meglio che imparasse ad usare adeguatamente anche la vera magia.
Per quanto riguarda me, cambiare istruttore per un po' senza dover dipendere sempre da Akeno, non mi dispiace affatto.
Raggiungiamo l'area preparata appositamente per il nostro allenamento, quindi la nostra insegnante, ovvero una degli alfieri di Ruval Phenex, inizia a darci le istruzioni.
Alfieri... se Rias vuole sperare di poter vincere nei Game ufficiali, farebbe meglio a mettersi d’impegno nel riempire la sua scacchiera...
 
Poco dopo la partenza dei Phenex, incrocio un altra faccia nota.
“Ehilá, quindi sei qui anche tu!”
“Proprio così. Oggi c'é stato l'ultimo incontro per il progetto di questo trimestre del club: abbiamo finalmente finito il compendio sul soprannaturale." fa Nathan raggiungendomi con poche falcate.
"Davvero? Ne sono felice. Mi dispiace di non aver potuto dare una mano, ma la Buchou ultimamente mi riempie di altri impegni." Mi gratto la testa imbarazzato.
In effetti sembra strano che sia data precedenza a delle visite di cortesia, mentre ad aiutare il club al mio posto sia un esterno, per quanto regolarmente coinvolto nel progetto. Strano dal punto di vista umano, intendo.
"Non preoccuparti, me ne avevano già informato. Piuttosto… questo week end sei libero? É una vita che non facciamo una serata videogame."
"Una volta tanto, sì. Preparati: ti restituiró con gli interessi la batosta dell'ultima volta!" gli scocco un occhiata provocatoria.
"Ah ah... certo. Hai in mente le zampogne, amico?" Mentre discutevamo, abbiamo raggiunto il cancello della scuola, dove troviamo l'ultimo membro del nostro gruppo.
"Vedo che avete finito. Nat-kun, ti ricordi quello che dobbiamo fare ora, vero?" Kyoko oggi pare un tantino impaziente...
"Tranquilla, i miei muscoli sono sempre a tua disposizione!" Lei si agita ancora di più.
“Scemo, se lo dici così la gente..."
"Potrebbe fraintendere? E cosa di grazia? Sembra tutto fin troppo chiaro..." faccio sorridendo sornione.
“Tu tappati quella dannata boccaccia, che come al solito la tua utilità si è dimostrata pari a quella di un culo senza buco!"
"Una mano per lo shopping. Tra amici ci si dovrebbe aiutare a vicenda, no? E poi anche lui è stato molto impegnato ultimamente." ci interrompe Nathan.
"Senza dubbio, peccato che la mano ormai sia diventata entrambe le braccia. Va bene, vi lascio alle vostre... faccende. A domani!" Mi allontano salutando con la mano la mia allegra ed amichevole compagna di classe che ricambia con un dito medio alzato, e il suo fedele ed amorevole facchino.
 
Notte, bosco ai confini della città.
 
"Ore 9, Kiba!” al mio avvertimento il nostro cavallo mi guarda stupito costringendomi, imprecante come uno scaricatore di porto, a fiondarmi addosso al mostruoso millepiedi gigante che lo stava per attaccare, attirando così la sua attenzione su di me.
Questo perché quella bestia, lunga almeno una quindicina di metri e larga quasi due, si sta dimostrando particolarmente coriacea e resistente alla magia.
Sospetto sia una torre, e che sia necessario un potere di alta classe per stenderlo: finora il suo esoscheletro ha respinto tutti i miei attacchi magici, che sono stati bellamente ignorati.
Davvero maleducato da parte sua.
Avrei dovuto effettuare una promozione ad alfiere, invece che cavallo… ma in questo caso non avrei potuto arrischiarmi in raid di salvataggio come questo.
L’insettone abbassa la testa su di me e fa ticchettare le mandibole cercando di inghiottirmi, ma con una rapida serie di scarti laterali e balzi all’indietro riesco ad evitarlo.
È una vera fortuna che ultimamente abbia preso abbastanza confidenza anche con questo pezzo, altrimenti qui avrebbe potuto finire male…
Koneko balza su di lui dalla cima di un albero atterrandolo con un mega cazzotone in testa, quindi lo afferra e lo sbatte contro degli altri, che in pochi secondi si riducono in trucioli a causa dei suoi movimenti nevrotici.
[Explosion!]
Io nel frattempo ho già caricato a dovere il SG, e gli lancio dritto nel ventre indifeso un raggio di energia di un metro di diametro, la cui forza di concussione lo scaraventa nel mezzo della radura vicina dove lo stanno aspettando Rias ed Akeno.
“Ma che bel bigolo che abbiamo! Però non è ancora al dente…”
KRA-BOOM!
Un potente fulmine lo stampa contro il terreno, lasciandolo bello fumante  alla mercé della nostra padrona.
“Diavolo deviato Keshilgultag, per ordine dell’Arciduca noi… beh, immagino che tu non mi capisca, eh? Uff, mi chiedo chi sia quella cima che ha reincarnato una bestia così violenta e senza cervello…” Un lampo della Distruzione ben piazzato, e quell’orrore ambulante finisce polverizzato. Noi tre intanto le raggiungiamo.
“Kiba, cosa ti prende? Se prima Dante non ti avesse soccorso, avresti rischiato di rimanere ucciso!” ora è voltata verso il nostro compagno, e ha un’aria sia preoccupata che irritata.
“Mi sono distratto un attimo. Mi dispiace.” il nostro cavallo ha un aria sfasata, come se tutto ciò che lo circonda lo toccasse solo lontanamente.
SCIAFF!
“Solo un attimo?! Oltretutto nel bel mezzo di uno scontro! Kiba, che ti succede?” lui si massaggia la guancia arrossata dallo schiaffo.
“Mi sono ricordato il vero motivo per cui ho iniziato ad impugnare la spada. Ora se non vi dispiace, vorrei ritirarmi.” Dopo il riluttante permesso di Rias, inizia ad allontanarsi. Mi congedo rapidamente anche io, e lo seguo.
“Non sono in vena di chiacchere, Dante-kun… comunque grazie per prima.”
“In tal caso farai meglio a dirmi cosa può averti scosso fino a quel punto. Così poi ti lascerò in pace.”  Sospira.
“Non hai intenzione di mollare, vero? …Hai in mente l’esorcista che ho trovato morto ieri? Dicevo di non aver idea di chi lo abbia ucciso, e non mentivo. Ma sono quasi certo di sapere COSA lo ha fatto. L’aura che emanavano le sue ferite è inconfondibile per me. Ti basti sapere che quelle cose sono l’unico motivo per cui ancora vago per questo mondo, quindi ti do un avvertimento: non immischiarti oltre. Mi spiacerebbe dover levare la spada su uno di voi.” Detto ciò, riprende ad allontanarsi il più in fretta possibile.
…Sono quasi certo che non stia andando a casa…
[Poco ma sicuro, partner. Pare che stiamo per scoprire qualcosa sul passato di quel ragazzo.] 
 
 
[Grigori]
 
 
Un uomo dai capelli argentati si alza lentamente dal letto, stiracchiandosi placidamente.
“Mmmrrrrphhh! ….Tesoro?” osserva il lato vuoto del matrimoniale su cui è seduto. Quindi caracolla in bagno, dove resta per qualche minuto. Dopo aver finito di lavarsi, si veste e scende in soggiorno.
Vicino al divano, un macchinario stantuffa del liquido rosso lungo delle flebo, in un ciclo continuo. Ad essere collegata a quel congegno, una donna castana accasciata sul divano.
“Anastacia?! Tutto bene?” l’uomo si avvicina rapidamente alla figura, che gli risponde con un sorriso fiacco.
“…Sì. Nulla di nuovo.” Lui osserva i valori nel display della macchina, quindi le lancia uno occhiata di rimprovero.
“Hai ridotto ulteriormente le dosi di antidoto… vuoi forse ammazzarti?! Sai bene che la dialisi* da sola non basta per garantire la tua sicurezza.” Lei sospira.
“E tu invece sai bene cosa ci ha detto il medico. Rimuovere la luce non è un problema, ma usare l’antidoto rischia di influenzare la formazione del suo nucleo. Io--”
“Apri le ali.* Fammele vedere.” L’uomo la fissa inflessibile.
“Shemz…” di fronte alla testardaggine del compagno, non le resta che accontentarlo.
Due nere ali da pipistrello le si spalancano sulla schiena; però sono un po’ afflosciate, e alcune vene sono in evidenza e pulsano debolmente.
“Dannazione, cosa pensi di ottenere così?! Non sarà d’aiuto per nessuno se continui in questo modo…” le si inginocchia vicino stringendole le mani.
“So quel che faccio, non rischierei mai la vita di nostro figlio: se dovessi iniziare a manifestare sintomi seri, ritornerò ad assumerne quantità maggiori. Però voglio che cresca forte e in salute, perciò se ne ho la possibilità, mi assicurerò di non scombinare il suo sviluppo.” Shemhazai la fissa angosciato, poi, sospirando, poggia l’orecchio sul suo ventre.
“In queste ultime settimane il ritmo di crescita sembra essersi normalizzato, perciò pare che stia funzionando. Di questo passo forse, tra qualche mese…”
“Qualunque sensazione strana tu senta, chiamami, anche durante l’orario di lavoro. Non potrei mai perdonarmi di non esserti vicino mentre stai male.”
“Non sto “male”. Sono solo un po’ fuori forma.” Lui le si siede accanto.
“E Azazel è solo un "po’" approssimativo nel suo lavoro. Promettimelo.”
“Va bene. A più tardi amore.” Si baciano intensamente per qualche minuto, poi il caduto si alza in piedi.
“A dopo, tesoro.”
 
Il portone del terrazzo del Palazzo del Consiglio sbatte alle spalle del vicegovernatore. Si alza in volo, spiegando le sue dieci ali piumate, e inizia a fluttuare tranquillamente sulla città.
Mentre la attraversa diretto verso una montagna vicina, osserva la gente per le strade. I suoi occhi si soffermano su una ragazza bionda vestita da suora, accompagnata da una caduta mora dalla gioia di vivere di un condannato a morte.
“Almeno ha iniziato a coprirsi come si deve.” Pensa, notando che ora indossava i classici abiti scuri della loro gente.
Arrivato sulla cima del monte, apre una tasca dimensionale e fa per estrarre il pranzo, quando un’aura familiare compare alle sue spalle.
“A cosa devo il piacere, collega?” si volta. Di fronte a lui si trova un uomo alto dai capelli neri lunghi e mossi, che indossa una toga color notte.
“Uh, passavo da queste parti… e ho sentito qualche succosa novità. Pare che alcuni gruppi di teppisti stiano iniziando a farsi sentire, in giro. Uno di essi ha lo stesso obbiettivo del nostro stimato leader: dici che è la volta buona che tiriamo qualche legnata?” Shemhazai sbuffa.
“Qualcosa faremo, ma si tratta solo di un gruppetto di umani con degli SG, per ora ci limiteremo ad osservarli.”
“Vedo che sei ben informato… Ah, giusto: il nostro agente di contatto nel mondo umano è un caro amico tuo e della tua dolce metà, immagino ve ne abbia parlato di persona. A proposito… c’è un nuovo pettegolezzo sulla tua misteriosa compagna: si dice che sia in dolce attesa. Se è così, le mie congratulazioni! Un giorno però spiegherai almeno a noi sette perché non esce mai di casa? Se è per motivi di salute, sarebbe meglio che stesse all’ospedale…” Shemhazai fa una smorfia seccata, come se avesse inghiottito qualcosa di avariato.
“Dove hai sentito questo pettegolezzo?” l’altro si limita a sorridere in modo irritante.
“…Capisco. Vedi di non farmi perdere altro tempo, Kokabiel.”
“…Questo dovrei essere io a dirlo. Due secoli! La guerra è stata interrotta da due secoli, ed ancora nessuno fa nulla per porre fine a quest’impasse. Azazel è un cazzone, ormai è assodato, ma mi aspettavo che almeno tu e Barachiel faceste qualcosa per dargli una smossa, e invece niente. Per quanto tempo volete ancora restare sul filo del rasoio?!”
“Qualcosa è stato fatto: la missione di spionaggio è in atto, e quando avremo abbastanza informazioni sul casato del Maou cremisi e coloro a lui legato, potremo fare la nostra mossa.”
“Ah, già. Infiltrare un reincarnato tra i servitori della sorella di Lucifer, che probabilmente lo vede si e no un paio di volte l’anno. Parlavo di qualcosa di concreto che possa dare dei frutti in tempi non biblici. Ad esempio… se uno dei pilastri più influenti scoprisse che un loro esiliato, in cima alla lista dei ricercati da diversi secoli è di nuovo in circolazione…” l’aria intorno a loro inizia a vibrare, mentre una potente energia si risveglia nel suo interlocutore.
“Hai il coraggio di dirmelo in faccia?!” il volto di Shemhazai è contratto dalla rabbia, mentre nel cielo dietro di lui si materializzano un centinaio di lance di luce.
“Allora quando vuoi le sai tirare fuori le palle… ovviamente sì, però… sicuro di voler dare il via ad un duello all’ultimo sangue con me? Oltre al rischiare di scatenare uno scontro tra le due legioni meno compatibili tra loro, una certa diavoletta potrebbe doversi trovare a crescere da sola il suo… tesoruccio.” L’aura omicida inizia lentamente a svanire, mentre il suo proprietario continua a perforare con lo sguardo l’altro leader. 
“Vedi di sparire dalla mia vista. ORA!” ridacchiando, Kokabiel si alza in volo diretto verso la città.
“Presto avrai quel che meriti, stronzo.” Pensa furente Shemhazai, ignaro del fatto che anche l’altro stava pronunciando le stesse identiche parole.
 
 
[Kuoh Town]
 
 
La pioggia continua a cadere, trasformando i canaletti di scolo in rigagnoli, e inzuppando l'unico individuo ancora in giro a quell'ora tarda.
É un ragazzo biondo che indossa una divisa scolastica dall'elaborazione ricercata, e cammina lentamente e incurante di tutta quell'acqua.
All'improvviso esegue un balzo all’indietro evitando il fendente di una figura uscita dall'ombra di un vicolo. Materializza istantaneamente una spada, assumendo la posizione di guardia, ed inizia a studiare il nemico.
Quest'ultimo é un giovane albino che brandisce una curiosa spada dentellata, e lo fissa con uno sguardo colmo di desiderio.
"Guarda un po' chi si rivede! Il mio caro merdoso amico, diavolo-kun! Era da parecchio che speravo di reincontrarti, sai, non mi capita spesso che le prede mi sfuggano da sotto il naso."
"…Freed Selzen. Credevo fossi stato ucciso durante lo scontro con Astaroth. Pare sia vero che la malerba non muore mai." L'altro ride istericamente.
“Non darti tante arie, schifoso demone! Siete scappati come conigli all'arrivo di un paio di caduti di basso livello, e hai pure il coraggio di guardarmi dall'alto in basso?! Impara qual'è il tuo posto: sotto tre metri di terra!" Freed inizia ad attaccare furiosamente il cavaliere, che gli tiene testa in un serrato scambio di colpi.
“Sei più rapido di quanto ricordassi. E quella spada..." l'arma di Kiba si frantuma in mille pezzi fumanti, che si dissolvono in pochi istanti.
“Oh oh, l'hai notato! Pensavo che l'avresti capito solo dopo l'esserti ritrovato la mia lama dentro, ma mi hai stupito! Ah, tu sì che sai come soddisfare un uomo... É proprio come pensi, questa è una spada sacra. Excalibur Rapidly!" Udendo quelle parole, Kiba si chiude in un'espressione di puro odio.
“Allora é stata davvero una di queste cose ad uccidere il prete dell'altra sera... che fortuna! Non avrei mai immaginato che il mio obbiettivo mi si sarebbe presentato dinnanzi agli occhi da solo." Il folle esorcista assume un’aria sorpresa e incuriosita.
"Allora hai un conto in sospeso col Progetto Spada Sacra! Ma quindi... non me ne fotte un cazzo. Muori!!!" Riassunto istantaneamente il suo solito sguardo da maniaco omicida, riprende ad assaltare Kiba.
I due continuano ad incrociare le lame, alternando fendenti, stoccate, schivate, e nel caso di Kiba, creazione di spade di ricambio.
Dopo un paio di minuti però, Freed si allontana balzando fino la sommità di un lampione, e si porta una mano alla testa.
"...Sì vecchio, ora sono impegnato con un amico. Come, di già?! Che palle, hanno un vero tempismo di merda quelli! Va bene, adesso arrivo..." rivolge a Kiba quello che vorrebbe essere un sorriso di scusa.
“Come hai sentito ora avrei un altro impegno, ma sono sicuro che ci divertiremo ancora insieme. Ci vediamo stronzetto!" Incurante dei rabbiosi richiami del diavolo, l'esorcista balza via sparendo nella pioggia.
 
Ad alcuni chilometri di distanza...
 
"Accidenti, siamo finalmente arrivate dopo così tante ore di viaggio, e guarda che tempaccio! Non è così che me lo immaginavo il ritorno nella mia città natale..." una voce squillante ed allegra risuona nella stazione di Kuoh Town.
La sua proprietaria, una figura ammantata in una cappa bianca dalle cuciture dorate, si sta stiracchiando con forza proprio accanto all'uscita.
“Mi spiace per te. Spero che la tua concentrazione non risenta di questo tuffo nel passato, sai bene che razza di missione ci attende." Viene raggiunta da un'altra incappucciata, che porta sulle spalle un grande oggetto bendato.
“Eddai Xen, non fare l'ammazzagioie! Non sono stupida, so cosa ci aspetta... ma dovremmo apprezzare al meglio ogni bel momento donatoci dal Signore!"
*scoppio di tuono*
"...Hai davvero un modo originale di vedere le cose, Irina. Forza, faremmo meglio a raggiugere il campo-base il prima possibile." La seconda ragazza apre la strada, immergendosi incurante in quel diluvio.
"Yay!" la prima la segue, puntando gli occhi violetti verso il colle su cui, grazie alla luce dei lampi, si intravede una vecchia chiesa.
“…Sono tornata.”
 
 
 
1 Isaia 41:10
2 Dialisi: processo che prevede il filtraggio artificiale delle impurità nel sangue, di solito usato su persone con problemi di fegato.
3 Le ali, che siano di pipistrelli o di uccelli, sono un punto nevralgico in cui passano moltissimi nervi e vasi sanguigni, quindi ritengo possano essere un ottimo rilevatore della salute dei loro possessori.
 
 
 
NdA
 
Ben ritrovati!
Ci ho impiegato un po’ più del previsto, ma sono di nuovo in pista. Siamo arrivati alla saga delle spade sacre, e posso assicurarvi che d’ora in poi le cose si movimenteranno sempre di più.
Passando ai protagonisti… ecco rivelato il motivo per cui Dante ha preparato la lettera per Ruval. Per una spia sarebbe meglio non inimicarsi troppi Pilastri, eh?
Chi si ricordava invece che la compagna di Shemz era una diavola? Veniva accennato alla fine del volume 4, poi lo spunto non è più stato ripreso… Comunque nella mia fic sia lei che ovviamente il vice-governatore avranno un ruolo molto importante nella storia.
Come con la fic precedente cercherò di tenere una cadenza bisettimanale, detto questo… pareri di qualunque tipo saranno molto graditi.
Saluti da Slenderguy!
 
 
   
 
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