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Autore: Heart    27/03/2017    1 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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XXIII
“Le forze alleate”


 
 
Il cielo si stava dipingendo di rosso e di blu. Un dolce venticello rinfrescava l’aria dopo una torrida giornata di calore.
Nulla avrebbe potuto interrompere quel momento di pace. Una giovane fanciulla era rannicchiata con le spalle sul rugoso tronco che la sosteneva, i lunghi capelli color dell'ebano svolazzavano spensierati e giocosi. Tuttavia il suo sguardo era tutt'atro che libero. Nei suoi grandi occhi si leggeva tanta paura e sconforto. Non riusciva a fare altro che non fosse pensare a lui, al suo amore, all'amore per quella testa bacata di Inuyasha... gli mancava così tanto che aveva persino paura che respirare troppo forte lo avrebbe portato ancora più lontano.
Aveva cercato in ogni modo di rintracciarlo, anche attraverso la meditazione, consigliata da Miroku, ma non era valsa la pena, non era arrivata a nulla.
Si alzò, raddrizzò il busto e fissò un punto indefinito dell’orizzonte.
- Mi manchi Inuyasha. –Disse sottovoce, come se il vento potesse portare quel sussurro al suo destinatario.
 
Se dall’oriente provenivano arie depresse, ad ovest c’era tutto l’opposto.
Il grande principe dei demoni non si dava pace per il rifiuto di quella sciocca di Dafne e ancor di più riguardo al palese coinvolgimento di suo padre, che per lui sapeva fin troppo di quelle questioni.
Perché veniva sempre oberato di tali inutili faccende?
Si girò di 90° e sferzò un colpo con la spada che però non colpì nulla, solo l’aria stagnante.
Quella palestra era diventata umida e nauseabonda. Ritornò alla sua posa originale e piegò il braccio flettendo la spada, distese le gambe per farle rilassare e infine chiuse gli occhi. Focalizzò un punto preciso e allungò di scattò la lama che colpì il muro senza che si spostasse di un millimetro dal punto che aveva prefissato di colpire. Un colpo netto, preciso al millimetro... alla fine era valsa la pena di quei stupidi allenamenti con il padre.
Chiuse con uno scatto Bakusaiga nel suo fodero e la pose vicino al muro per riprendere la sua veste; la notte era calata e gli umani dormivano.
Era in quel momento che si concedeva il lusso di meditare e sentire il bisbiglio delle anime perdute. Con la sua sorprendente velocità si recò sul luogo sacro e depose le due spade al suo fianco; infine si chiuse a guscio per formare una barriera che lo avrebbe protetto dagli attacchi esterni.
L’aveva appresa agli inferi, quella tecnica, quando Dafne gli era apparsa dal nulla e gli aveva ridato Tenseiga; aveva memorizzato ogni movimento della ragazza e, dopo numerosi tentativi, alla fine ci era riuscito, anche se usarla comportava il privarsi della sua yuki. Quando avvertì il corpo rilassato e in armonia con la natura, iniziò a mormorare parole senza un senso logico e pian piano il suo corpo iniziò ad illuminarsi.
Era come stare in trance, non capire  più nulla. La sua anima viaggiava nel tempo alla ricerca di quell’obbiettivo e sarebbe ritornata solo se lo avesse raggiunto. Era una tecnica pericolosa, ma il grande demone non temeva.
Viaggiare tra lo spazio ed il tempo era come affondare e riprendere fiato dopo una lunga apnea. Sentivi i polmoni in fiamme e la vista annebbiata, la testa che martellava e il fiato scarso. Cercò con tutto se stesso di respirare con calma e di andare avanti.
Ad un tratto non avvertii più nulla: né la presenza né il corpo, l’anima si era separata da esso e stava viaggiando senza remore. Più si allontanava e più percepiva il nulla. Si domandò come facesse lei a non smarrirsi in quelle dimensioni, sembrava che ogni volta che superava un tunnel fosse risucchiato e doveva lottare contro la tentazione di abbandonarsi. Fu difficile, ahimè anche doloroso, ma alla fine giunse a destinazione, ed era tutto come se lo ricordava.
Sul trono di fiamme regnava un solo re, anzi una regina dall’animo battagliero e forte. La sua figura snella era avvolta da una strana tunica avorio e sul capo era appoggiata una corona di alloro e spine.
-Che cosa farai a riguardo? –Chiese all'improvviso una voce conosciuta, mentre una figura evanescente compariva di fianco al trono.
Suo padre aveva un timbro di voce roca, autoritaria, ma in quel frangente sembrava tutt’altro, come se fosse preoccupato.
-Le alte sfere si sono già riunite, la seconda grande guerra sta per iniziare. Non credevo che loro possedessero quel dannato cristallo. Credevo di poterlo individuare. –Sentenziò con vigore la voce femminile.
Sesshomaru cercò di azzerare la propria volontà, sapeva dei numerosi poteri che i due possedevano e  per questo si nascose dietro un masso, tentando di mascherare la sua presenza ai due interlocutori.
Quella donna lo aveva spazientito come un matto, lo aveva deriso davanti a tutti e fronteggiato senza temere. Era una donna che meritava il suo titolo, solo allora capì il suo valore. Quel ruolo le addiceva, anche se non aveva dato fondo a tutte le sue risorse, il suo spirito guerriero voleva quella testimonianza. Tuttavia i suoi pensieri furono fermati da una nuova apparizione, che si palesò con tante piccole lucciole che conferivano al tutto una luce accecante.
-Madre che ci fate qui? –Domandò Dafne scendendo dal suo trono.
-Noi siamo pronti a combattere, penso proprio che sia arrivato il momento di usare l’artiglieria pesante. I tuoi fratelli ti daranno man forte. Non sarai sola. –
-No, mamma. Loro staranno con te, tu ne hai più bisogno, dobbiamo proteggere ad ogni costo la colonna portante. Se ti succedesse qualcosa il mondo impazzirebbe, non possiamo essere avventati o azzardare. Mamma sei troppo importante, abbi fiducia in me. –Affermò allungando la mano verso quella della donna.
A quel contatto una scia di luce si formò facendo illuminare un quarto del trono. Il principe dei demoni rimase a fissare quelle due.
Lo sapeva, ne aveva la conferma loro possedevano un potere che andava oltre, erano delle Dee. Allora non era così per gli altri figli? Che ci fosse dell’altro?
-Presumo che la decisione sia stata presa, che cosa faremo con Inuyasha e la piccola Rin? Dovremo ...-iniziò a dire il generale, ma la mano di Dafne lo fermò.
-Abbiamo un ospite. –Disse ironica, per poi alzare un braccio e portarlo al mento, Sesshomaru capii solo alla fine l’impiego di quella mossa, perché come se fosse stato spazzato da un colpo di vento, si ritrovò inaspettatamente di nuovo dentro al suo corpo.
Quando riaprì gli occhi si sentiva spossato e scombussolato. Allora le decisioni erano state prese, Dafne sapeva dov’era Rin?
Si alzò con un poco in difficoltà e si allontanò. C’era puzza di bruciato in tutta quella faccenda.
 
 
-Padron Sesshomaru i generali voglio sapere quali siano le vostre intenzioni –Disse Jaken cauto.
Se ne era accorto che il suo signore era fin troppo calmo, il suo istinto gli diceva di starsene al suo posto, perché il grande demone poteva straripare da un momento all’altro.
-Quando sarà il momento, saranno avvisati. –Rispose monocorde. Il suo sguardo era rivolto verso l’orizzonte, un nuovo giorno stava per terminare e da quella notte non era più riuscito a varcare lo spazio e tempo. Che fosse colpa di quella donna?
 
 
Il rumore dei sandali rintoccavano sul pavimento lucido. Le colonne greche ornavano quello spazio immacolato. Una ragazza si fermò e si fissò le mani che le tremavano. –Ce a posso fare. –Si disse. Aprì il grande portone e si ritrovò dinanzi a numerosi uomini che sedevano nei loro piccoli troni.
-Bentornata Dafne-sama. –Disse un folletto dall’aria molto vecchia.
-Mekai-sama... allora, che avete deciso? –La interpellò uno degli anziani riuniti.
La fanciulla si sentì un attimo timorosa, era un mondo inesplorato per lei, si era preparata da tutta la vita per quel momento e adesso... Adesso sperava di fuggire, ma non lo avrebbe fatto, c’erano troppe anime a repentaglio.
Chiuse gli occhi e cercò di respirare con calma. Appena riaprì gli occhi individuò la sua famiglia e fu in quel momento che si sentì fiera di essere quella che era.
Risoluta, parlò: -Presumo che le parole adesso servino a poco, dobbiamo agire e salvare più vite possibili. I nostri nemici sono molto scaltri e non si faranno ingannare facilmente. Propongo di dividerci in squadre per arginare i nostri punti di forza. Dobbiamo sorprenderli. Abbiamo molti soldati altrettanto scaltri ed efficienti, loro ci aiuteranno ad affrontarli al meglio. –Si fermò.
Fissò tutti quanti e nessuno parlò, -vi ho sempre reputati come una grande famiglia, se siamo uniti riusciremo a vincere. Io credo in voi. –Terminò, richiamando Mekai e alzandola come segno di sfida.
Nessuno fiatò, come se non fossero impressionati, ma bastò un attimo che iniziarono ad alzarsi.
Il primo fu Eddy che affiancò la sua signora, poi i suoi fratelli e infine tutti quanti.
-Siamo con voi Dafne-sama. Voi sarete il nostro generale. –Concordò il più anziano.
-Per l’equilibro dei mondi e per la famiglia. –Affermò una voce ben conosciuta.
Dafne sorrise a sua madre e si avviò verso il sentiero infernale.
-Mia signora siete proprio sicura di non aver bisogno di una mano? –Chiese preoccupato Eddy.
-Mio caro Eddy, non sarò mai sola. Me lo hai detto anche tu, voi vivete in me e poi ho la compagnia di un vecchio generale. –Disse ironica.
-Figliola non sono così vecchio. –Rispose sarcastico.
Dalla folta nebbia di calore apparve Inu no Tashio con la sua armatura e spade al seguito.
-Toga non fare il sarcastico, stiamo per andar riprendere tuo figlio e tua nuora. –Borbottò lei, mentre il suo corpo s’illuminava e comparve un nuovo abito più comodo.
-Nuora, eh? In realtà speravo in qualcosa tra te e mio figlio, mah…- iniziò Toga, ma Dafne lo fermò. – I sentimenti non posso essere cancellati, lui avrà una compagna forte al suo fianco, ma non sarò io. –Disse un poco giù, ci aveva sperato davvero tanto in quei sentimenti, ma il demone era già preso per un’altra donna e non era lei. Purtroppo non poteva biasimarsi o biasimarlo  la vita andava così.
Si risvegliò da quei pensieri e prese il mantello che il suo guardino le porgeva.
-Non ho mai intravisto questa porta. –Disse il generale, vedendo che davanti a sé si stagliava una piccola porticina.
-E’ normale, non è concesso a nessuno di varcarla, nemmeno alle alte sfere, solo al signore degli inferi. Per favore non allontanarti, potresti rimanere qui per l’eternità. –
-Non ci tengo troppo. – Affermò il demone.
Dafne chiamò Mekai e la trafisse il suolo, un forte scossone li fece tremare da capo a piedi, ma ella non dimostrava paura.
Fu infatti tutt’altra cosa quella che il demone avverti: una forte energia oscura trapelò e da lì apparve un vortice oscuro che l’inghiottì senza far rumore.
 
 
 
 
Il villaggio dove risedeva Kagome era un comune posto, con molta vegetazione attorno e umani che erano privi di consapevolezza per ciò che stava accadendo. Da diverse notti era tormentata da sogni, benché ne avesse parlato con i suoi amici, anche se le prime volte se ne era stata in silenzio, alla fine aveva pensato che non era il caso di tenersi quei segreti per sé.
Non sapevano che pesci prendere, Miroku si era sbilanciato in qualche teoria assurda, ma non combaciava nulla.
Erano riuniti nella piccola capanna della Divina Kaede quando un forte scossone mise in allarme tutti quanti. Non era un semplice terremoto, poiché gli animali non lo avevano neppure avvertito, era qualcosa di diverso e non portava buone notizie. Si alzarono di fretta ed uscirono furi dalla capanna. Gli abitanti si fissavano tutti spaventati, chi gridava da una parte e chi dall’altra. I quattro si spostarono verso l’albero sacro che si era illuminato ed emanava una strana luce smeraldina.
-Che cosa sta succedendo? –Chiese Shippo spaventato, mentre saltava sulle spalle di Kagome.
-Non lo so piccolo, ma nulla di buono. Avverto un’energia che si sta risvegliando. –Proruppe Miroku.
Kagome, che aveva lo sguardo terrorizzato, si premette una mano sul petto come se quell’energia fosse familiare, ma un altro boato si manifestò e caddero al suolo.
-Sembra che l’equilibro del mondo si stia inclinato. –Urlò Sango e per poco non rimase senza parole vedendo la sfera dei quattro spiriti galleggiare davanti ai loro occhi.
-Kagome? –Chiamò la sterminatrice, ma la sacerdotessa non rispondeva, aveva gli occhi interamente bianchi.
Che cosa successe non si capì, ma all’improvviso un forte vento si alzò dalla sua parte, Kaede cadde indietro come Shippo, i grandi si ripararono dietro Hiraikotsu, notando dietro alla sacerdotessa un buco ovale. Da esso proveniva tutta quella tempesta, non ci fu il tempo di dire o fare qualcosa, ma Kaede gridò di seguire la ragazza e proteggerla. In un battibaleno tutto terminò. 
Tuttavia l’albero sacrò rimase illuminato, la sacerdotessa anziana unii le mani a forma di preghiera e si avviò verso il suo villaggio.
 
Al castello dell’ovest tutti i demoni erano allarmati per quel forte boato che avevano percepito da est. Il loro fine udito li aveva scossi e adesso aspettavano notizie dei loro messaggeri. Sesshomaru era dentro la sala riunioni e fissava il cielo. Esso stava diventando scuro, come se una tempesta a breve stesse per sconvolgere tutto quanto.
-Padron Sesshomaru … -Jaken non finì neppure di parlare che uno strano vortice sbucò dal nulla facendo indietreggiare tutti quanti.
Sesshomaru sguainò gli artigli pronto ad attaccare, quando apparvero i tre umani, ma ciò che li fermò fu la sfera che galleggiava sopra le loro teste, come se li proteggesse.
 
 
Quando aprì gli occhi, la prima cosa che Miroku vide fu il sorriso rassicurante di Toshi, il demone orso.
Il monaco fissò per un lungo minuto il soffitto e cercò di riprendersi, anche perché si sentiva tutto scombussolato. Si alzò con calma per poi afferrare la testa che sembrava una pallina da ping-pong. Che cosa gli era successo? Aveva la mente confusa, cercò di alzarsi, ma ricadde nella lettiga.
-Ehi, stai buono qui, mentre vado a vedere come stanno le due ragazze. –.
A sentire quelle parole, Miroku trovò la forza di reagire e seguire il demone per vedere la sua Sango. La trovò ancora addormentata, dopo essere sicuro che non avesse nessuna ferita, fissò l’amica che non aveva una bella cera. Infatti Kagome era sudata e tremolante come se avesse la febbre.
-Siete apparsi all’improvviso, nessuno si aspettava che la famosa sfera fosse integra, credevamo che ce ne fosse solo metà. Tuttavia non ci ha permesso per un lasso di tempo di rimanere in quella stanza senza poter uscire, una reazione insolita. –Disse il demone pensieroso.
Miroku riflette su ciò che gli era stato detto ed aveva diverse ipotesi.
A distoglierlo dal suo pensiero fu il mormorio di Sango che si stava risvegliando.
Rabbracciato l’amore della sua vita, la sterminatrice rimase seduta ed al calduccio per poi fissare i due che avevano unico punto fisso, Kagome.
-Penso che Kagome sia collegata a tutto ciò che sta accadendo. Lei è la custode della sfera e in questo momento sta combattendo per essa, forse quella minaccia che aveva accennato Dafne si sta facendo spazio in questo mondo, forse è proprio così, ecco perché l’albero sacro si è illuminato. –Cominciò a dire sottovoce il monaco.
Non si accorse nemmeno dell’entrata di Sesshomaru che fissava la sacerdotessa con uno sguardo gelido, ma anch’egli sentiva qualcosa vorticare nel suo animo... Che fosse per Rin? La piccola era in pericolo? Strinse i pugni e si maledì per non averla protetta meglio.
-Miroku di che cosa stai parlando? L’albero sacro emette luce? –Domandò il vecchio demone.
-Esatto, in primo luogo abbiamo sentito una scossa di terremoto e poi abbiamo avvertito una forte energia scaturita da quel posto. –Parlò Sango.
-Padron Sesshomaru! Padron Sessh…-terminò Jaken dopo aver corso per tutto il tragitto.
Aveva il fiatone, ma si ricompose dopo aver fatto due passi indietro, il suo padrone era infastidito dalle sue urla. Con un colpo di tosse riportò il silenzio aspettando il consenso di colui che aveva di fronte.
-Parla. –Lo esortò Sesshomaru.
-E’ successo qualcosa di strano sia a Sud che a Nord. –Blaterò.
Il demone volle sapere di più e per poco al povero Demone lucertola non venne un infarto. –Alcune spie dicono che i pilastri sacri si siano illuminati all’improvviso ed hanno eretto una barriera intorno a tutto il villaggio. –Finì.
-Che cosa può significare? –Disse Toshi allarmato.
Non era mai successo qualcosa del genere, mamanon ci fu nemmeno il tempo che uno scossone fece traballare tutti quanti e poco dopo nel giardino adiacente una scia luminosa si formò fino a toccare il cielo.
-Penso che tutto sia collegato a ciò che stiamo vivendo, Dafne ne aveva parlato a lungo. Loro tentano di attaccarci, ma noi possediamo qualcosa. I pilastri energetici si sono attivati nel momento del pericolo, ciò che ci aspetta ci travolgerà. –Affermò Miroku mentre delle gocce di sudore gli scendeva dalle tempie.
-Stai dicendo che siamo in pericolo, bonzo? –Lo afferrò Sesshomaru.
-Si. E se non troviamo il punto in cui compariranno saremo finiti. –Terminò.
Sesshomaru rimase impassibile dopo averlo lasciato, tutti erano immersi nei loro pensieri –Jaken convoca tutti i generali nell’arena. –Sentenziò l’albino.
-Inuyasha! –Gridò all’improvviso Kagome tenendosi il cuore. Stava soffrendo era palese, ma nessuno immaginava di cosa stesse soffrendo realmente.
-Ka-chan stai tranquilla. –Disse con dolcezza Sango, mentre le asciugava il sudore.
-Dovremo anche noi prepararci, avverto una forte energia avvicinarsi. Qualcosa di oscuro si è risvegliato. –Chiuse gli occhi Miroku.
 
La riunione era terminata, ogni generale aveva un compito ben preciso.
Sesshomaru si spostò verso il raggio luminoso e lo fissava con intensità, ripensava a quelle parole che Dafne aveva detto a suo padre, che tutto fosse pronto alla distruzione? No! Non era il momento, lui doveva regnare per tutto l’ovest. Si voltò, ma si fermò. C’era qualcosa nell’aria che lo metteva in allarme.
All’improvviso sentii una voce piccola, la riconosceva perfettamente. Il suo timbro era giovane, dolce, squillante.
-Signor Sesshomaru…-la voce era incrinata dal pianto.
-Rin. – Pensò il demone, che cercò di individuarla, ma non la trovò da nessuna parte.
-Signor Sesshomaru, aiutate Rin. –Blaterò la piccola, spaventata.
-Dove sei? –Chiese al nulla.
-Rin ha paura, è tutto buio. Ahhh! –E’ tutto svanì.
Le era successo qualcosa lo sentiva dal profondo del cuore.
Fu in quel momento che captò qualcosa nel suo petto. Il suo cuore stava battendo forte, come se gli volesse dire qualcosa.
 
-Non può essere. –Affermò e in un attimo si spostò verso la sua zona di meditazione, cercò di tentare con la tecnica, ma fu respinto brutalmente.
Le cose si stavano mettendo male e quella stupida non gli voleva dire nulla.
Un nuovo giorno si aprì, ma il cielo era nero come la pece, il castello si era imbottito di demoni pronti per affrontare un nemico a cui non sapevo nemmeno dar nome.
Presto iniziò a cambiare il tempo.
Miroku avverti chiaramente la paura della natura e richiamò l’attenzione anche del demone maggiore, consigliandogli di stare in allerta; in un attimo un urlo sovrumano si espanse e tutti quanti fissarono il cielo.
Sembrava una scena apocalittica, una marea di soldati in tenuta scura piombarono al suolo, non si distingueva il corpo dal viso da come erano scuri.
Si avvicinarono pericolosamente, ma ben presto si scontrarono contro le barriere che si erano attivate per quella battaglia.
-La mia supposizione era giusta, tuttavia penso che sia meglio che la barriera protegga i villaggi piuttoato che qui, presto o tardi la loro energia si spegnerà. –Affermò Miroku fissando il cielo.
-Ma come faremo? Mica possiamo comandare una cosa del genere. –Dichiarò la sua donna.
-L’umana potrebbe avere quel potere, essendo la custode della sfera. –Parlò Sesshomaru.
-Ma dorme. –Parlò Sango, preoccupata per il suo villaggio.
-Monaco, riesci a prendere in possesso il potere della sfera temporaneamente? – Domandò il demone bianco, ma prima che Miroku potesse rispondere, Sesshomaru si voltò verso la figura che si stagliava dietro a loro. Kagome emanava una strana luce viola, i suoi occhi erano bianchi. Non era la solita ragazza.
-Kagome stai bene? –Cercò di avvicinarsi la sterminatrice, ma Miroku la fermò.
-Sango, quella non è Kagome. Chi sei? –Domandò, fissandola attentamente.
-Sono la sfera. Stai tranquillo monaco, la tua amica sta bene. In questo momento si sta riprendendo dal duro colpo che ha ricevuto. –Pronunciò, per poi voltarsi verso il demone. –Pregherò per stabilire una linea di comunicazione verso i pilastri dell’equilibro, nel momento in cui la loro luce diventerà debole, sarete allo sbaraglio. –Detto questo, s’incamminò verso l’area sacra e congiunse le mani.
-Sango, stai con lei. Noi penseremo a questi pazzi. Stai attenta. –Confidò il ragazzo abbracciando la sua amata.
-Anche tu. – e si lasciarono.
Tutti erano pronti per la battaglia, le spade si alzarono. Fu in quel momento che la barriera svani e l’attacco colpì.
 
 
La terra sanguinava, gli alberi sradicati, il silenzio sembrava un sogno impossibile. In ogni angolo si sentivano grida, urla soffocate.
La guerra era iniziata, le ore erano passate in fretta, non c’era distinzione tra giorno e notte e pian piano i demoni iniziarono a cedere alla stanchezza. Erano giorni che quell’incubo continuava, i loro avversari sembravano instancabili, tutto aveva preso una piega insolita.
Sesshomaru, che guidava l’esercito, fu costretto alla ritirata essendo stato ferito gravemente ad una spalla. I suoi uomini si erano ridotti a stracci, i possenti Inuyoukai si erano resi conto che quei cosi erano impossibili da uccidere. I loro poteri non valevano a nulla, solo grazie ad alcuni sacerdoti erano riusciti a devastarli, ma gli umani erano deboli e non potevano resistere più di tanto.
-Se solo sapessimo chi fossero, dannazione! –Urlò Miroku, mentre si bendava la mano.
-Ci hanno sconfitto…-aggiunse Toshi furioso.
-Dovete avere fiducia, la vostra amica non vi abbandonerà nel momento del bisogno. –Parlò la voce della sfera.
-Stai zitta! –La fermò Sesshomaru. Il suo ego era stato ferito brutalmente e non aveva nessuna intenzione di sentirla.
Si allontanò per guarire le sue ferite interne e lasciò il campo.
Per fortuna il castello era ancora agibile grazie a quella barriera che tempo prima Dafne e la sorella avevano eretto. Era potente, questo lo ammetteva, ma oltre le mura era tutto distrutto.
"Dove sei andata a finire?"  Si domandò.
Lei c’era sempre stata quando ne avevano bisogno, pian piano aveva imparato a conoscere il suo lato battagliero, quando sfoderava quella spada oscura ed estremamente pericolosa, lo aveva attratto. Tuttavia una parte di sé era preoccupata per la piccola Rin, se le avessero torto un capello gliela avrebbe fatta pagare cara.
Il suono del corno lo fece allarmare, corse verso le mura di cinta e non credette ai suoi occhi.
Era impotente. Avvertiva la sua forza da quella distanza.
Lui era lì che lo fissava con orgoglio. La sua lunga coda che lo avvolgeva come un mantello, il suo sguardo puntato verso il nemico.
Come se fosse sceso dal cielo, il demone atterrò con eleganza e con un fendente calcolato bruciò la massa di insetti che si trovava ai suoi piedi.
-Sesshomaru riorganizza l’esercito, abbiamo nuovi alleati che ci aiuteranno in questa Apocalisse. –
Nessuno fiatava.
Tutti gli occhi lo fissavano.
-Padre... voi siete morto. –Disse Sesshomaru.
Il generale rise –Beh i Kami mi hanno dato una possibilità, sono giunto qui per aiutarvi. –.
Detto questo, un coro di voce si espanse e tutti i demoni si portarono la mano al petto per dare omaggio al loro generale. Inu No Taisho era tornato.
 
-Salviamo il mondo, Sesshomaru, ma con una mano in più. – concluse.
Detto questo, il demone si spostò e rivelò la nuova figura che stava apparendo dietro di lui.
L’abito era di un blu elettrico, che arrivava fino al terreno, ma non era quello che fece rimanere Sesshomaru in uno stato di silenzio attonito.
L’armatura dorata che ella aveva indosso e il suo sguardo potente. Dafne era una Dea scesa sulla terra e stava aiutando tutti loro portando con sè gli esseri degli inferi.
La ragazza gli sorrise e, con un gesto, richiamò la sua arma, che apparve con un lampo di luce. Una luce che la invase di un fuoco vivo e che si estinse con un cambio di abito più comodo ed adatto a quel momento... ma era comunque stupenda, lo doveva ammettere. Sì, lei gli avrebbe dato una marcia in più.
-Soldati facciamo piazza pulita! –Gridò Dafne con grinta, per poi aprire le braccia e far defluire il suo esercito.
La flotta di quelle anime infernali si sparpagliò ovunque, dando man forte ai demoni e agli umani.
-Sesshomaru - lo chiamò, riservandogli uno strano sguardo complice - combattiamo insieme, mettendo da parte, per il momento, i nostri trascorsi? –propose Dafne.
-Tkz! Non illuderti donna, non ho bisogno di te. –Tuttavia non rifiutò quella proposta, affiancando il padre e l’amica.
Sopra un dirupo si stagliavano i tre, tutti i soldati alzarono le armi e lanciarono il loro grido di guerra.
Il momento era giunto, tutto poteva iniziare.
 
 
 
 
 
 
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Sotto una coltre di nuvole ritorno.
Salve. Beh è un bel po’ di tempo che non mi faccio viva e mi scuso, ma la vita è iniziata a girarmi più velocemente, ma non vi preoccupate che terminerò tutte le mie storie, anche se dovrei impiegare tutta la mia vita.
Allora vediamo che una nuova guerra ha inizio, ci sono nuovi alleati e proposte che pian piano usciranno fuori, voi che ne pensate di tutta questa situazione? I fuochi d’artificio ancora devono avvenire, ma con il tempo. Chi va piano va sano e lontano.
Ok. Vi lascio e alla prossima.
Heart
Qui troverete l'immagine del vestito di Dafne :https://www.facebook.com/groups/411746989000957/
  
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