Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Padmini    28/03/2017    3 recensioni
Sono trascorsi diciannove anni dalla fine della guerra ... ma è davvero finita per tutti?
Dopo tutta la distruzione molti sono riusciti a rinascere dalle ceneri, altri sono rimasti ancorati al passato e, tra rabbia e risentimento, cercheranno di riportare le cose come un tempo, quando la paura regnava sovrana ed era legittimo odiare ...
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.
Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.
Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.
Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Grifone e Serpente'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccoci alla fine di questo racconto! Scriverlo è stato molto divertente, mi è piaciuto creare e sviluppare i rapporti tra i vari personaggi e i dettagli del caso.

Questa storia è finita, ma i nostri maghi continueranno a vivere la loro vita … e chissà, potrei continuare a scrivere di loro, magari in modo più gioioso!

Ron purtroppo resterà ad Azkaban, ma mi sembra giusto, dopo quello che ha fatto. Niente Imperius, ha fatto tutto perché voleva farlo, anni e anni di emozioni represse sono esplosi in questi omicidi e lui pagherà per le sue colpe.

Per il resto … che dire? Vi ringrazio tutti per essere arrivati fin qui! Un abbraccio soprattutto a chi mi ha sempre recensito, aiutandomi e spronandomi ad andare avanti!

Alla prossima!

 

Mini

 

 

 

 

 

Un giorno finisce, un nuovo giorno inizia

 

 

 

 

Ginevra Weasley in Potter aveva sempre saputo che essere la moglie del “Bambino che è sopravvissuto”, il “Prescelto”, il “Salvatore del mondo magico” e “Signore della Morte” non sarebbe mai stato facile, soprattutto quando il sopracitato marito aveva deciso di intraprendere la pericolosa e imprevedibile carriera di Auror.

Ginevra Weasley in Potter era ormai abituata al peggio, a veder arrivare Harry a casa coperto di fango, detriti, polvere, sangue – non suo se andava bene – o addirittura a non vederlo arrivare a casa per giorni interi. In questo ultimo caso, però, lui si faceva sempre vivo, in un modo o nell'altro le faceva sapere che stava bene. Se poteva inviava un gufo, se doveva comunicarle un messaggio più urgente le telefonava – Harry aveva insistito tanto per installare in casa un telefono come mezzo di comunicazione alternativo – e, in caso di emergenza, inviava il suo Patronus.

Da una settimana, però, Ginny non aveva sue notizie, di nessun tipo. Sapeva che Ron ed Hermione si stavano impegnando per trovarlo, ovunque fosse, ma nemmeno loro si erano più fatti sentire.

La sua ansia cresceva di giorno in giorno, e se non fosse stata occupata a fingere di essere tranquilla per non spaventare la piccola Lily probabilmente sarebbe impazzita, ma anche la presenza di Astoria l'aiutava a mantenere la calma. La sua amica aveva chiesto e ottenuto il permesso di restare con loro, sia per dare e ricevere supporto morale, sia perché Narcissa le aveva apertamente chiesto di lasciarla sola nel suo dolore.

La sera stava calando, ormai era ora di cena. Lily stava giocando tranquilla in salotto mentre le due donne cominciavano a preparare da mangiare.

“Ormai è quasi una settimana, Astoria.” disse Ginny, approfittando di tagliare le cipolle per nascondere le lacrime che faceva sempre più fatica a reprimere “Non è mai scomparso per così tanto tempo! Solo quando viaggiò con Ron ed Hermione per distruggere gli Horcrux, ma almeno lì sapevo che non poteva contattarmi! Adesso … adesso invece temo che gli sia successo qualcosa di grave ...”

Astoria le si avvicinò. Era preoccupata per Draco e il fatto che non ci fossero più Dissennatori ad Azkaban sembrava una magra consolazione, ma se almeno lei sapeva che suo marito era vivo, seppur rinchiuso, Ginny stava vivendo nell'ansia e nel dubbio.

“Tornerà.” disse, guardandola negli occhi “Ti ama troppo per morire senza poterti dire addio … lo so, l'ho visto, lo vedo ogni volta in cui ti guarda ...”

Ginny sorrise e l'abbracciò di slancio. Si erano appena separate, quando videro, fuori dalla finestra, un bagliore argenteo, una nebbiolina che attraversò la finestra e prese una forma ben definita.

“È un cervo!” gridò Ginny “È il cervo di Harry!”

Le due donne si guardarono e Ginny prese in braccio Lily, che le aveva raggiunte. Aspettavano che il cervo riferisse il messaggio di Harry, ma quando parlò, riconobbero la voce di James.

“Mamma! Lily! Dovete venire a Edimburgo! All'ospedale! Subito!”

Ginny guardò Astoria, poi Lily, la quale gridò di gioia.

“Mamma!! Quella era la voce di Jamie! Ha evocato un Patronus e lo ha fatto parlare! È stato bravissimo, vero? Dobbiamo fare come ha detto lui! Dobbiamo andare!”

Ginny era letteralmente senza parole per l'emozione, il primo Patronus di suo figlio … ma … perché era a Edimburgo? All'ospedale poi! Cosa era successo? Bastò uno sguardo e lei e Astoria iniziarono a prepararsi per la partenza. Spensero i fuochi sotto le pentole, si vestirono e andarono al camino per usare la Metropolvere. Nel giro di dieci minuti, le due donne e la piccola Lily comparvero nel camino dell'ospedale di Edimburgo.

Scrollandosi la cenere di dosso, si avvicinarono alla segreteria.

“Buongiorno, sto cercando ...” iniziò a chiedere all'infermiera che stava dietro al bancone, ma lei la precedette.

“Lei è Ginny Potter, giusto? La moglie di Harry Potter!” esclamò con un gridolino eccitato.
“S-sì … sono io … ma ...” rispose lei incerta, lanciando un'occhiata ad Astoria, che rise piano.

“Suo marito si trova al quinto piano. La sta aspettando con i suoi figli e sua cognata e … be', c'è un sacco di gente lassù.”

“La ringrazio.”

Le tre raggiunsero il piano e non fecero quasi in tempo ad uscire dall'ascensore, che due furie gli corsero incontro, urlando insieme.
Ginny si inginocchiò e James e Albus si fiondarono tra le sue braccia, mentre Scorpius correva tra quelle di Astoria.

“Mamma!” disse il giovane Malfoy “Hai visto il cervo? È stato James a farlo!”

“Hai visto, mamma? Hai visto? Sono stato bravo?” chiese James, stringendola forte.

“Ho visto … ho visto ...” mormorò Ginny, accarezzandolo “ Sono fiera di te, Jamie! Deve essere successo qualcosa di molto bello allora!”

“Sì!” rispose Albus “Papà si è svegliato e sta bene!”

Ginny si rabbuiò. Se Jamie era così felice per la salute del padre, significava solo che era andato molto vicino alla morte.

“Sta bene, mamma! Devi essere felice!” la incoraggiò Albus.

“Anche se ...” iniziò James.
“Anche se, cosa?” chiese lei, preoccupata.
“Te lo spiegherò dopo, con calma, Ginny.”

Era stata Hermione a parlare. Li aveva raggiunti tenendo Rose per mano e sul suo viso erano ancora chiari i segni di un pianto recente.

“Hermione ...” Ginny sciolse l'abbraccio con i figli e le si avvicinò “Cosa è successo?”

“Dopo.” rispose lei “Ora vai da Harry.”

James prese la mano della madre e Scorpius fece altrettanto, mentre Albus si occupava della sorellina, e insieme le scortarono nella stanza dove riposava Harry.

La stanza era occupata solo dal suo letto, ma era piena di gente. C'erano la Professoressa McGranitt, Neville e Dean. Harry era steso a letto, pallido ma sorridente.

“Ginny ...” la chiamò, mettendosi a sedere.

Sembrava molto provato, ma fortunatamente i medici erano riusciti a salvarlo. La donna corse verso di lui e, facendo attenzione a non stringerlo troppo, lo abbracciò.

“Amore mio! Amore mio!” gridò “Ero così in ansia! Dove sei stato? Cosa ti è successo?”

Harry ricambiò l'abbraccio, ma non rispose, il che fece innervosire Ginny.

“Davvero, cosa è successo?” chiese ancora.

Il silenzio calò nella stanza, nessuno osava parlare.

In quelle ore erano successe molte cose. Hermione aveva inviato un Patronus a Hogwarts per comunicare l'arresto di Ron e il ferimento di Harry. John e Gregory si erano dunque recati al Maniero Malfoy, mentre la Professoressa McGranitt, Neville, James, Albus, Scorpius e Rose l'avevano raggiunta in ospedale, dove Jane aveva portato Harry. L'intervento dei medici era stato rapido e nel giro di poco tempo Harry era stato dichiarato fuori pericolo. Aveva dormito qualche ora e, quando si era svegliato, la felicità di James era stata tale che aveva evocato un Patronus completamente formato.

“Sono fiero di te …” gli aveva sussurrato Harry, osservando il cervo argenteo “Adesso se vuoi ti insegno qualcosa che farà piacere anche alla mamma …”

Così, seppur affaticato per gli sforzi delle ultime ore e per la ferita, gli aveva insegnato a mandare un messaggio.

Ginny e Astoria aspettavano, ma nessuno sembrava disposto a raccontarle le vicende che gli avevano portati lì. Fu Lily, con l'innocenza tipica dei bambini, a introdurre involontariamente il difficile argomento.

“Dov'è lo zio Ron?” chiese, non vedendo la sua testa rossa da nessuna parte.

Hermione si voltò di scatto verso la nipotina e anche Rose, che fino a quel momento non era stata aggiornata sugli avvenimenti, la guardò interrogativa, in effetti aspettava risposte alle sue domande da quando l'avevano trascinata fuori dal dormitorio di Grifondoro.

“Sì, mamma. Dov'è papà?” chiese.

“Papà!”

Questa volta a gridare fu Scorpius, alla vista di Draco, scortato da John e Gregory.

“Papà! Sei libero! Sei innocente e sei libero!” gridò il ragazzino, correndo ad abbracciarlo.

“Draco!” esclamò anche Astoria, stringendolo forte.

Draco avvolse tra le sue braccia moglie e figlio.

“Mi siete mancati tanto ...” mormorò “Non avete idea di quanto … La cosa più triste non era essere rinchiuso, ma essere lontano da voi ...”

Ginny, accanto ai suoi figli, osservava incantata la scena, ma Hermione, che teneva stretta Rose, non sembrava altrettanto serena.

“Ciao, Draco ...” sussurrò Harry “Sono felice che tu stia bene ...”

“Anch'io sono lieto di vederti.” rispose lui “Però mi hanno detto che ti sei rammollito e ti sei lasciato infilzare, eh? Hai abbassato la guardia?”

“A quanto pare sto invecchiando!” rispose lui facendogli l'occhiolino “Hai saputo chi …?” chiese, guardando per un istante Hermione.

“Sì, ho saputo.” rispose Draco, serio in volto.
“Insomma, dov'è papà?” chiese Rose, che ormai cominciava a temere il peggio.

“Rose … dobbiamo parlare ...” rispose Hermione “Dobbiamo andare dai nonni e da Hugo.”

“Papà sta bene, vero?” chiese la piccola, allarmata.

“Sta bene … sta bene … ma ...” Hermione esitò, ma Harry la aiutò.

“Ci andremo insieme.” disse “Domani mattina mi lasceranno uscire. Non potrò fare sforzi ovviamente, e dovrò restare a riposo, ma avrò abbastanza energie per raggiungere la Tana. Ginny” aggiunse poi, rivolgendosi alla moglie “dovrai venire anche tu.”

Ginny strinse la mano che lui le tendeva ma non rispose. Era preoccupata per suo fratello, intuiva che qualcosa non era andato per il verso giusto, ma Hermione aveva assicurato che stava bene, quindi … cosa era successo davvero?

In quel momento entrò l'infermiera, che si avvicinò a Harry per controllare che stesse bene.

“Il paziente deve riposare, vi chiedo di uscire.”

“Vorrei che mia moglie restasse con me.” disse Harry, stringendole la mano.

La donna guardò Ginny, poi sorrise e annuì.

“Va bene, credo che sia una buona idea.”

“Noi cosa faremo?” chiese Albus, che voleva a sua volta restare con i genitori.

“Andremo tutti al Maniero.” rispose Draco “Mia madre ci sta aspettando. Dormiremo lì stanotte e domani mattina, insieme a Harry e Ginny, andremo alla Tana.”

“Oh! Dovrò inviare un messaggio a Molly!” esclamò Hermione “Hugo è lì con lei!”

“Ci ho già pensato io.” la rassicurò Draco “Ora però andiamo, tutti noi abbiamo bisogno di riposo.”

Uno alla volta, tutti salutarono Harry e Ginny e poi, ordinatamente, uscirono dalla stanza.

Ginny si distese al fianco del marito e lo accarezzò dolcemente sulla fronte. Lo osservava, cercando di carpire dal suo sguardo la risposta alla sua domanda. Vedeva che Harry era turbato da qualcosa, ma non riusciva a capire cosa fosse. Avrebbe voluto chiedergli ancora dove fosse suo fratello, ma era evidente che lui non ne voleva parlare, almeno non in quel momento. Qualcosa dentro di lei scattò e l'ombra di una risposta le passò davanti, ma la scacciò. Se fosse stato davvero quello, le si sarebbe spezzato il cuore. Non poteva, non voleva credere che Ron … I suoi pensieri furono interrotti da una carezza di Harry, che le sfiorò dolcemente il viso. Anche lui, come lei, aveva intuito i suoi tormenti. Ginny accompagnò lo sguardo di Harry fino a quando lui, esausto, non chiuse gli occhi e si addormentò. Solo allora, quando fu certa che lui stesse dormendo e il suo respiro si fu fatto regolare, si lasciò andare e sprofondò nel sonno.

 

 

 

Il mattino seguente il cielo era limpido. Il freddo e l'umidità del giorno precedente erano stati spazzati via da un vento gentile e il sole riscaldava tiepidamente l'aria. Harry fu dimesso dall'ospedale e, come concordato, lui e Ginny usarono la Metropolvere per raggiungere direttamente gli altri alla Tana.

Molly e Arthur erano stati avvertiti da Draco e avevano chiamato tutta la famiglia per una riunione straordinaria. Tutti i figli con le loro famiglie erano arrivati nella vecchia casa e attendevano spiegazioni da parte di Harry, Hermione, Draco e Narcissa. James, Albus e Scorpius, che già sapevano tutto, se ne stavano in disparte, mentre gli altri aspettavano, temendo il peggio. Ron non c'era e questo, per loro, poteva significare solo che era stato rapito, dal momento che Hermione aveva assicurato a tutti che stava bene.

Tutti erano presenti, seduti in cucina con una fumante tazza di tè.

Fu Harry a parlare, era stato lui a seguire il caso di Jack il Mangiamorte fin dal principio, perciò raccontò ogni dettaglio, trascurando ovviamente di descrivere in modo dettagliato le condizioni delle vittime. Narrò di come erano sorti in lui i primi sospetti, di come aveva raccolto gli indizi, di quando aveva sentito Ron minacciare Narcissa, riportò il racconto dei figli e di Scorpius e della loro disavventura a Hogwarts, infine descrisse ciò che era successo il giorno precedente.

Tutti ascoltarono con il fiato sospeso, increduli. Nessuno di loro avrebbe mai sospettato che quel tontolone avrebbe mai potuto organizzare una serie di omicidi solo per vendicarsi in modo così subdolo.

Molly, distrutta, scoppiò in lacrime e si gettò tra le braccia del marito, che restò in silenzio, pallido e tremante di rabbia e dispiacere.

Anche Fleur pianse e Bill l'abbracciò dolcemente, sussurrandole qualcosa all'orecchio.

Charlie si incupì, ma dal suo sguardo si poteva intuire quanto rimpiangesse la sua solitudine e la compagnia dei draghi al posto di quella degli umani.

Percy, come il padre, fissava dritto di fronte a sé, per una volta senza parole. Ogni tanto apriva la bocca, come per iniziare un discorso, ma sembrava un pesce fuor d'acqua, che boccheggia in cerca d'ossigeno o, in quel caso, di una spiegazione a ciò che aveva sentito, mentre Audrey, al suo fianco, gli stringeva la mano, preoccupata per la sua sanità mentale.

George strinse i pugni quando sentì Harry riportare le giustificazioni di Ron circa il suo comportamento, il solo sentir associare Fred a una così bieca vendetta lo fece infuriare contro il fratello minore e Angelina era altrettanto tesa.

Ginny era seduta accanto a Harry, ma riuscì a mantenersi calma fino alla fine, dando ancora una volta prova della sua straordinaria tempra morale, e solo quando Harry ebbe finito, si lasciò andare e si fece accogliere dalle sue braccia per sfogarsi in un lungo e liberatorio pianto di dolore.

Lily guardava la madre, pallida per lo stupore e l'ansia, ma quando Scorpius le strinse la mano si voltò verso di lui e gli sorrise.

Hermione non c'era, era fuori con Rose e Hugo, e anche lei, con parole diverse gli aveva spiegato dove si trovava il loro papà. Il pianto straziante dei due bambini si sentì anche dalla cucina.

James lanciò un'occhiata ad Albus e, senza dover parlare, si alzarono e uscirono per andare dai cugini.

Rose e Hugo erano seduti sotto un albero, abbracciati. Hermione vide i due fratelli arrivare si allontanò per permettergli di parlare da soli.

James e Albus si sedettero davanti a loro e restarono in silenzio, attendendo che fossero i cugini a parlare per primi.

“V-voi lo sapevate?” chiese Rose, rompendo il silenzio, ma senza alzare lo sguardo.

“Sì, lo sapevamo.”

“N-non mi avete detto nulla!” protestò “Perché?”

“Lo abbiamo scoperto solo ieri” spiegò Albus “Prima avevamo semplicemente dei sospetti, ma ci sembrava crudele venire a dirti che probabilmente tuo padre ...”

“Ho capito, ho capito.” tagliò corto lei.

“Inoltre non era proprio facile avvicinarti ...” disse James con un sorriso “Eri sempre in biblioteca ...”

In realtà Rose li aveva evitati come la peste, non tanto per studiare, quanto perché era stato proprio suo padre a dirle di stare lontana da Scorpius e dai Serpeverde e, di conseguenza, da suo cugino Albus e, dal momento che stavano sempre insieme, anche da James. I due Potter lo sapevano, ma evitarono di sottolinearlo.

“Non avrei mai creduto che mio padre potesse essere cattivo.” mormorò Hugo.

“Lui non è sempre stato cattivo” lo consolò Albus “Gli sono successe tante cose brutte … e non è stato capace di andare oltre.”

Rose e Hugo si guardarono negli occhi, travolti da troppe emozioni.

“Noi non possiamo sapere cosa state provando in questo momento” disse Albus “Vostro padre è anche nostro zio e scoprire ciò che ha fatto è stato terribile, ma per voi deve essere mille volte peggio … ma ci saremo sempre per voi.”

“Esatto.” confermò James “Vi chiediamo soltanto di non chiudervi in voi stessi e di chiedere aiuto.”

“Hanno ragione loro.”

La voce di Draco fece voltare tutti. L'uomo era pallido, anche se era riuscito a riposare a casa la notte precedente, era ancora provato dalla prigionia.

“Posso sedermi con voi?”

Rose e Hugo annuirono timidamente, più che altro perché troppo spaventati per rifiutare, mentre fu il turno di James e Albus di lasciarli soli con Draco.

“Io so cosa state passando, l'ho provato sulla mia pelle. So cosa significa amare il proprio padre ma essere spaventati da chi è e da cosa ha fatto.”

“Suo padre era un Mangiamorte e ...” iniziò timidamente Rose.

“ … e ha torturato e perfino ucciso molte persone, è vero.” confermò Draco “Questo non significa però che abbia smesso di volergli bene e di considerarlo mio padre. Esistono dei sentimenti che vanno oltre queste cose.”

“Lei però non è d'accordo con quello che ha fatto! Anche se lui era un assassino, lei non lo è diventato … vero?” chiese Hugo, spaventato di diventare un giorno come suo Ron.
“No, non sono un assassino e non potrei mai esserlo. Sono stato testimone di molte atrocità, la maggior parte compiute da mio padre, ma questo non mi ha fatto diventare come lui. Io ho sempre pensato di essere stato troppo debole, ma vostro zio Harry mi ha fatto capire che invece ero più forte. Amo mio padre, ma non lo ammiro più come un tempo. Lui è un uomo con la sua storia, le sue scelte e le sue pene. Io sono un uomo diverso, ho scelto di percorrere una strada differente e, dopo molti tentativi e sofferenze, l'ho trovata.”

I due lo ascoltavano incantati, pendendo letteralmente dalle sue labbra.

“State vicino a James e ad Albus … e anche a mio figlio. Avete bisogno di aiuto, di qualcuno che vi ricordi chi siete, che vi guidi. Anche vostra madre vi starà accanto e voi starete accanto a lei. Tutta la vostra famiglia ha subito un lutto perché, anche se Ron non è morto, è come se lo fosse. Ha scelto di allontanarsi da voi, di prendere una strada diversa, credendo di essere nel giusto. Non dimenticate però che è sempre vostro padre e questo non potrà cambiare e nessuno potrà mai portarvi via questo legame. Quando tutti lo verranno a sapere probabilmente vi guarderanno in modo diverso, vi additeranno, avranno dei pregiudizi su di voi, ma voi non lasciatevi schiacciare da questo peso, cercate di reagire e di vivere tranquillamente la vostra vita. Non è giusto che le vostre spalle portino un peso così gravoso, ricordate che voi non siete come lui, ciò che ha fatto non deve condizionarvi e non lasciate nemmeno che i giudizi degli altri vi dicano chi siete. Siete intelligenti e forti, come vostra madre, ma anche generosi e fedeli, come vostro padre. Avete preso le migliori qualità dai vostri genitori. Siatene fieri.”

Rose sorrise e prese la mano a Hugo.
“La ringrazio, signor Malfoy. Lei è molto saggio.”

Draco sorrise.

“Che ne dite di entrare?” chiese.

I due bambini annuirono e seguirono Draco in cucina.

 

Il resto della giornata trascorse abbastanza tranquillamente. Pian piano ogni membro della famiglia Weasley si riprese e tutti uscirono in giardino. Il sole splendeva alto in cielo. La notte e il terrore erano finiti, un nuovo giorno era iniziato.

Trascorsero la giornata tutti insieme, senza preoccuparsi del lavoro o della scuola. Furono ore di pace, di guarigione e di accettazione. Quando il sole iniziò a tramontare, si riunirono per una grande cena, tutti insieme, Weasley, Potter e Malfoy. Sembrava incredibile come un evento drammatico avesse potuto riunire quelle tre famiglie, eppure era successo. Nessuno aveva dimenticato Ron né ciò che aveva fatto, tutti sentivano il peso di quei pensieri, ma sorreggere tale fardello insieme era decisamente più facile.

Dopo cena, Molly e Arthur salutarono ad uno ad uno tutti e anche Draco, Astoria e Scorpius.

“Sarete sempre i benvenuti” disse, baciando sulle guance Astoria “Vi aspettiamo. Ormai non potrete più fuggire, fate ufficialmente parte del Clan Weasley!”

Draco rise, anni prima sarebbe inorridito di fronte a una simile affermazione, in quel momento però sentiva il cuore scoppiare di gioia. Si avvicinò a Harry e lo abbracciò senza preavviso.
“Ti ringrazio, senza di te non ...”

“Non dirlo nemmeno.” lo interruppe Harry “Sei parte della mia famiglia.”

Draco lo lasciò e gli sorrise.

“Direi che sarebbe il caso di portare i nostri figli a Hogwarts, che ne dici?” chiese.

“Ci penso io.” rispose Draco “Tu devi riposare. Ci materializzeremo a Hogsmeade e da lì prenderemo il treno notturno. Ho già mandato un gufo per confermare il viaggio. Arriveremo prima di colazione.”

Harry annuì, lasciò che Ginny e Lily lo salutassero, abbracciò a sua volta James e Albus, mormorandogli all'orecchio di fare i bravi e sparì con la Metropolvere. Anche Ginny e Lily lo seguirono, a quest'ultima fece in tempo a lanciare un bacio a Scorpius, che arrossì, prima di sparire con la madre.

“Hermione, ti va bene se porto Rose con noi? Anche tu avrai bisogno di riposo ...”

“Ti ringrazio.” acconsentì lei, abbracciando per l'ultima volta la figlia e osservandola salutare il fratellino “Fai la brava, mi raccomando.” sussurrò, poi a sua volta svanì tra la cenere.

Scorpius prese la mano al padre e si lasciò abbracciare dalla madre, prima che anche lei seguisse Ginny a casa Potter. Salutarono ancora una volta i nonni e si allontanarono dai confini della casa per potersi materializzare.

“Andiamo, papà?” chiese, felice di poterlo chiamare, di averlo al suo fianco.

“Sì, direi di sì. James, Albus?” chiese, rivolgendosi a quello che erano ormai i suoi nipoti “Siete pronti?”

“Sì!”

“Rose?”

“Sì … signor Malfoy.”

“Puoi chiamarmi Draco … o zio Draco se vuoi.” le disse gentilmente lui.
“Allora … sì, zio Draco.” rispose lei, sorridendo timidamente.

“Andiamo allora! Prendetemi il braccio.”

Draco sorrise. Era felice di poterli portare a Hogwarts, vivi e uniti. Quello che era successo era stato terribile, ma i loro figli erano forti e coraggiosi e l'avrebbero superato. Tese le braccia verso i ragazzini e attese che tutti fossero pronti, ma prima di sparire lanciò un'ultima occhiata alla Tana, la sua nuova casa.

Sì, era iniziato un nuovo giorno.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Padmini