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Autore: TaliaAckerman    29/03/2017    3 recensioni
L'ultimo atto della saga dedicata a Fheriea.
Dubhne e Jel si sono finalmente incontrati, ma presto saranno costretti a separarsi di nuovo. Mentre la minaccia dal Nord si fa sempre più insistente, un nemico che sembrava battuto torna sul campo di battaglia per esigere la sua vendetta. Il destino delle Cinque Terre non è mai stato così incerto.
Dal trentaquattresimo capitolo:
"Dubhne si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ricordò quando, al suo arrivo a Città dei Re, l'avevano quasi rasata a zero.
- Quando ero nell'Arena... - mormorò - dovevo contare solo su me stessa. Un Combattente deve imparare a tenere a bada la paura, a fidarsi solo del proprio talento e del proprio istinto. Non c'è spazio per altro.
Jel alzò gli occhi e li posò su di lei - E che cosa ti dice ora il tuo istinto?
- Sopravvivi. "
Se volete sapere come si conclude il II ciclo di Fheriea, leggete!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
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Come mi è stato suggerito da qualcuno, visti i miei ritardi secolari, vi faccio un piccolo riassunto di dov'eravamo rimasti: Dubhne è nel Nord mentre l'esercito Ariadoriano, dopo la disfatta a Hiexil, tenta di riorganizzarsi, anche grazie all'aiuto delle truppe delle Cinque Terre. Gala non è più nel Consiglio, mentre Jel è alle prese con l'addestramento per imparare a padroneggiare la Magia Antica.
Buona lettura :)



17








Il ritmo delle ultime giornate si era fatto davvero insostenibile.
Jel trascorreva ogni minuto non occupato da riunioni del Consiglio nel sotterraneo del custode Kryss, completamente assorbito dall'insegnamento delle pratiche della Magia Antica, ma nonostante quell'addestramento lo stesse logorando fino allo sfinimento, molte volte era lui stesso ad insistere affinché gli incontri fossero più lunghi, più frequenti. Più la fatica lo sfiniva, più la frustrazione cresceva, più desiderava mettersi in gioco: aveva imboccato quel difficile percorso e l'avrebbe portato a termine.
Durante le poche sedute del Consiglio in cui era riuscito a mantenersi vigile, dominando l'istinto di appoggiare la testa sul tavolo e abbandonarsi alla stanchezza, non aveva fatto altro che udire nuove, allarmanti notizie. Ormai vi era talmente abituato da aver smesso di sobbalzare ogni volta.
L'unico argomento che riuscisse davvero a catturare la sua attenzione erano i discorsi che coinvolgessero direttamente la "strega rossa", a cui solo lui nel Consiglio poteva permettersi di riferirsi come "Sephirt".
Non aveva più visto Gala a palazzo: la ragazza aveva mantenuto i suoi propositi rinunciando al proprio posto nel Gran Consiglio. Jel non sapeva con esattezza quali accordi avesse preso con il maestro Anérion, ma di fatto lei non aveva più preso parte a nessuna riunione, né si era più fatta vedere nell'ambiente del palazzo di Grimal. In un clima di tanta pressione Jel non aveva avuto modo di razionalizzare a proposito, ma la verità era che, in fondo in fondo, Gala gli mancava terribilmente; sia dal lato umano che come compagna sul lavoro. Per lui era sempre stata cristallina leggerezza in grado di smorzare la pesantezza degli oneri che il ruolo di Consiglieri imponeva loro.
Fu per tutta questa serie di motivi che Jel si presentò al Custode con cipiglio particolarmente cupo, quel giorno. Insomma, non l'umore perfetto per accogliere le parole che il suo maestro gli avrebbe rivolto di lì a poco, ossia che lo riteneva pronto per cimentarsi con la lettura del pensiero.
Kryss dovette accorgersene quasi subito, perché lo apostrofò pacatamente:- Forse dovresti prenderti una pausa, oggi. Ho bisogno che tu sia nel pieno delle tue forze fisiche e mentali per cominciare l'argomento.
Non fosse stato per il rispetto quasi reverenziale che Jel continuava a provare nei confronti di quell'uomo, probabilmente avrebbe alzato gli occhi al cielo. A volte le lezioni con Kryss gli riportavano alla mente i ricordi di quando era bambino e un magistro di Grimal era chiamato a impartirgli un'istrizione in letteratura e storia dell'Isola.
Il Custode Kryss indossava la consueta tunica di canapa color beige, ma ne stava reggendo un'altra che sembrava essere più leggera, al che il giovane mago la guardò con occhi interrogativi.
- Siete sicuro che sia una buona idea farmela indossare? - domandò con tutto il rispetto possibile. Più l'inverno si avvicinava, più il suo clima rigido sembrava approssimarsi a Grimal, cingendo la città dello Stato dei Re meridionale in una morsa di venti e freddi e cieli sereni quanto gelidi. Città dei Re era anche peggio. La perenne aria secca e tagliente gli ave seccato le labbra e fatto screpolare le mani fino a riempirle di tagli e macchie rossastre.
Era per questo che, inizialmente, Jel si era riproposto di non trascorrere lì l'interezza del suo tempo, ma dopo un certo numero di viaggi avanti e indietro dalla capitale alla sua città natale, Jel aveva deciso di rimanere stabilmente a Città dei Re per dedicarsi interamente all'addestramento con Kryss, le cui sedute erano divenute troppo frequenti per permettergli di tornare a casa.
Quel giorno Jel si era svegliato disturbato da spifferi di aria particolarmente fresca che si infiltravano nella stanza che occupava attraverso le imposte delle finestre e da sotto le porte, motivo per cui era stato incentivato a coprirsi parecchio prima di uscire; si era recato a palazzo avvolto nel mantello invernale da Consigliere, la gola protetta da una spessa sciarpa grigia.
Per cui, fissando la tunica sottile che Kryss gli porgeva, il giovane si morse l'interno della guancia. Devi farlo anche se non ti va. Non dargli motivi per farti perdere tempo.
Il Custode aveva parlato di lettura della mente: era decisamente un passo avanti rispetto a quelli che erano stati i temi degli incontri precedenti, incentrati soprattutto sulla ricerca individuale e a quella che Jel aveva incautamente definito "meditazione". Questo suo atteggiamento, a suo dire, qualunquista, era costato al giovane una mezz'ora in più di spiegoni, un'infinita sequela di parole che Jel, pur avendo un'idea del loro valore, non era riuscito a seguire del tutto. Onestamente non era sicuro che conoscere la terminologia più adatta in materia fosse il punto cruciale di quell'addestramento.
Presuntuoso, cantilenò una voce nella sua testa, rammentando quel momento.
Avendo l'impressione di aver già perso fin troppo tempo, Jel cominciò a levarsi di dosso la tunica elegante e la camicia. Infilandosi dalla testa quella leggera, che al tatto sembrava lino, si accorse che sembrava profumare lievemente di incenso. Non soffermandosi sul curioso particolare, preferì rivolgersi al Custode: - Se posso, a che cosa è dovuto questo cambio d'abito?
Kryss mantenne la sua espressione serena. - C'è la possibilità che durante i primi tentativi la tua temperatura corporea si innalzi notevolmente. Ho pensato che avresti preferito indossare dei vestiti adatti. La fatica sarà già abbastanza grande anche senza che tu cominci ad inondare di sudore la mia cripta. La lettura della mente è una delle pratiche più complesse della Magia Antica.
Stupito da quell'inedito gesto di gentilezza, Jel si concesse ancora una domanda: - Se è una tecnica così avanzata, perché vi ci soffermiamo così presto?
- Perché, a differenza di altri incantesimi, non rappresenta una minaccia per la tua incolumità, almeno nelle prime fasi dell'appremdimento.
Jel preferì non soffermarsi su quelle ultime parole. Almeno per il momento. - Allora, cominciamo? - chiese con la fronte aggrottata.
- Se sei pronto.
Jel si sedette sul pavimento a gambe incrociate. Era diventata una consuetudine, ormai: ogni "seduta" con il Custode cominciava in quel modo. Mentre Kryss lo imitava, così leggero che la sua figura sembrava galleggiare a pochi centimetri dalle lastre di pietra, il giovane si impegnò a liberare, per quanto possibile, la mente. I problemi che lo assillavano là fuori non dovevano costituire un'ostacolo nella cripta. Anche se in realtà, nonostante Kryss non facesse altro che rimproverarglielo, lui aveva l'impressione che a volte la rabbia e la paura accumulati fossero sì destabilizzanti, ma in qualche modo accrescevano la sua motivazione.
All'inizio fu come tutte le altre volte. Applicò i gesti rituali, cercò di distaccarsi dalle percezioni che potevano ingannarlo. Alla fine, forse più facilmente del solito, riuscì a raggiungere una condizione di calma sufficiente per iniziare a lavorare.
Quando Kryss parlò, la sua voce giunse ovattata alle orecchie di Jel, ma perfettamente distinguibile.
- Cominceremo con qualcosa di semplice. È troppo presto perché io ti chieda di leggere la mia mente, motivo per cui oggi dovrai solo cercare di entrare in contatto con me emotivamente.
Jel quasi non credeva alle parole che stava ascoltando. Davvero l'uomo aveva intenzione di partire così, a tappe bruciate? Senza nemmeno un briciolo di teoria?
Nonostante lo sgomento, però, il giovane riuscì a mantenersi concentrato; almeno quello era un buon segno. Cominciava a calarsi maggiormente in quella condizione di assoluta fermezza che il Custode sembrava reputare indispensabile per praticare un incantesimo della Magia Antica.
- Cosa... cosa devo fare?
- Pensi di avere la mente libera in questo momento?
- Sì.
- Non basta. Non per questo. Devi abbandonare ogni percezione terrena.
Gli stava chiedendo troppo. Jel non aveva idea di come potesse fare in modo di separarsi dal suo stesso corpo. Si accorse di avere le labbra secche.
- Dovete dirmi cosa fare, maestro.
- No. Devi arrivarci da solo. Stai andando bene.
Il complimento non fu di aiuto.
Con lo scorrere dei secondi, il Consigliere avvertiva la concentrazione scemare; i pensieri avevano ricominciato ad affollare la sua mente, e con essi la pressione. Era solo il primo tentativo e lo sapeva, ma non poteva impedirsi di domandarsi se sarebbe mai stato in grado di venirne a capo.
Non pensare, Jel. Smettila di pensare.
Ma quello non era possibile, persino il Custode l'aveva ammesso.
Forse dopotutto la soluzione non era quella. Forse doveva solo pensare a qualcos'altro. Soffermarsi su qualcos'altro.
E fu proprio allora che la avvertì. Più forte di ogni altra volta.
Percepiva la Magia dentro di sé. Non la sentiva attraversare il proprio corpo come succedeva di solito, bensì sgorgare da un punto indefinito nel suo cuore, o nei polmoni, o nelle viscere, non riusciva a capire e non gli importava. Finalmente comprese appieno le parole che Kryss gli aveva rivolto decine di volte negli ultimi tempi.
Realizzò anche quale fosse l'elemento su cui doveva concentrarsi. Non su un pensiero, non su un oggetto, ma su di lei, sulla sua Magia. La sentiva bruciare scaldandogli il petto e la gola, più incandescente di qualunque bevanda alcolica.
Non poteva vederlo a occhi chiusi, ma poté giurare che Kryss stesse sorridendo. Seppe che Kryss stava sorridendo. Avverti il suo compiacimento come fosse proprio...
- Bene così. Direi che come primo tentativo è un successo.
Il mago fu riportato bruscamente alla realtà dalla voce del Custode. - Ce l'avevo quasi fatta! - inveì contro di lui.
- Lo so bene, ed è per questo che ti ho fermato - rispose il vecchio tranquillamente. - Ho pensato che tu avessi speso abbastanza energie per oggi.
Jel si guardò intorno e si accorse di essere steso a terra. Solo in quel momento cominciava ad avvertire il sudore scorrergli sulle braccia. Non aveva mai avuto così caldo in tutta la sua vita. Si accorse anche che qualcosa di caldo gli gocciolava dalla nuca giù per il collo.
Tastandosi la testa, spalancò gli occhi nel constatare che era sangue.
- Quando sono caduto? - domandò allibito.
- Circa mezz'ora fa.
- Che cosa?! - Jel non riuscì a trattenessi. - Quanto... quanto tempo è passato da quando sono arrivato?
Il Custode non sembrava toccato dal suo sgomento. - Poco più di un'ora. Ora capisci perché ti ho interrotto?
Jel annuì; si sentiva spaesato e al tempo stesso molto stupido.
Doveva iniziare a fidarsi del Custode, per quanto gli risultasse difficoltoso e la sua mentalità indecifrabile. Ogni parola da lui pronunciata in quel sotterraneo era intenzionale e perfettamente ragionata.
Mentre indossava nuovamente i suoi abiti abituali, Jel si permise di porgli un'unltima domanda: - Quello che ho provato oggi... Il calore, la perdita del controllo... sarà sempre così?
La risposta del Custode lo rassicurò almeno in parte. - No. Se il tuo corpo e la tua mente risponderanno bene all'addestramento un giorno diventerà una cosa naturale. Ma non dimenticare che siamo solo all'inizio. Sarà sempre più complicato d'ora in avanti.
Jel dovette ammettere che se l'aspettava.
Rivolse al suo maestro un cenno di rispetto e si voltò verso l'uscita della cripta, protetta e celata da consueto incantesimo per il quale il varco poteva essere aperto solo dall'interno. Stava per pronunciare la parola d'ordine, quando la voce di Kryss lo fermò.
- Jel, quasi dimenticavo. Data la complessità dell'argomento e le nozioni di teoria di cui necessiti, ti consiglio di dare un'occhiata a questo titolo.
Non era la prima volta che il Custode gli assegnava una lettura da portare avanti al di fuori delle lezioni. E il giovane sapeva che per lui "dare un'occhiata" significava affrontarne la lettura completa e attenta.
Allungò una mano e prese delicatamente fra le dite la sottile striscia di carta che il Custode gli porgeva. Doveva aver scribacchiato il titolo poco prima che lui arrivasse.

Trattato sulla Magia Antica - Volume II: Legilmanzia; Maestro John Voss

Era la seconda volta che Kryss sceglieva di assegnargli un'opera del Maestro del Bianco Reame vissuto più di due secoli prima, quando ancora l'utilizzo della magia era confinato all'interno della nazione più orientale di Fheriea.
Jel risalì in superficie e attraversò le sale del palazzo reale in direzione dell'ingresso. Perse qualche manciata di secondi quando una delle guardie ai lati del portone face un passo verso di lui per perquisirlo.
Era incredibile la scrupolosità delle misure di sicurezza che imponevano loro di perquisire ogni persona mettesse piede nel palazzo - eccetto i maestri e i Consiglieri più importanti - sia al momento della sua entrata che della sua uscita, in modo da essere sicuri di aver controllato anche coloro che fossero eventualmente sfuggiti alla prima perquisizione.
Lasciatosi alle spalle la reggia di Città dei Re il giovane si diresse speditamente verso la biblioteca. Voleva sbrigare quella faccenda il più rapidamente possibile, per poi concedersi finalmente qualche ora di riposo.
La struttura che ospitava il maggior numero di testi antichi dell'intera Fheriea era di dimensioni decisamente ridotte rispetto al palazzo del Re, ma ugualmente maestosa. Era innalzata rispetto alla vie lastricata per un'altezza di tre gradini; sullo stilobate di pietra poggiava un colonnato imponente quanto bastava per non scadere nel pacchiano.
Una volta dentro, Jel si ritrovò davanti ad un elegante tavolo di legno posizionato di traverso. Dietro di esso, proprio nel centro, stava seduta la figura di una vecchia canuta. La custode Jhar indossava un paio di occhiali dalle lenti spesse almeno un centimetro, il capo reclinato e gli occhi rivolti ad un testo su pegamena che si muovevano rapidi da sinistra a destra. Stava seduta placidamente, ma con una certa grazia, le gambe accavallate.
Conscio del fatto che il galateo fosse essenziale in quell'ambiente più di quanto non accadesse nel palazzo reale, Jel si schiarì la voce. Jhar non alzò il capo.
- Che cosa cercate qui, Jel Cambrest?
- Il Custode Kryss mi ha consigliato le lettura di questo volume - spiegò in tono contenuto. Appoggiò sul piano la sottile striscia che recava il titolo del libro.
L'anziana donna alzò lo sguardo, ne lesse rapidamente il contenuto e per un attimo Jel fu pronto a giurare che avesse sorriso.
- Reparto dieci B, al piano terra. Blocco quattro. - disse con la consueta voce gracchiante. - Purtroppo custodiamo meno volumi di quanto desideremmo sull'argomento, per cui solamente una metà del reparto ha a che fare con la Legilmanzia - si schiari la voce, come se ammetterlo le avesse provocato una punta di fastidio. - Dunque, avete la necessità di prelevarlo per una lettura approfondita?
- Sì signora.
- Molto bene.
Jhar estrasse un altro rotolo di pergamena da un cassetto e scarabocchiò un rapido permesso.
Lieto che la custode della biblioteca non avesse fatto troppe storie, il Consigliere si avviò verso il reparto designato. Per quanto l'ambiente fosse vasto, non era difficile orientarvisi; impiegò solo un paio di minuti per raggiungere gli scaffali che cercava. Doveva essere un reparto poco frequentato: non c'era anima viva che vi si aggirasse, né traccia di volumi che fossero stati prelevati dai loro ripiani. I tavoli sui quali si appoggiavano coloro che conducevano ricerche in biblioteca erano vuoti.
Il "Trattato sulla Magia Antica - Volume II: Legilmanzia" era un manuale meno spesso di quanto Jel si sarebbe aspettato, ma comunque imponente. Rassegnato all'idea che, probabilmente, avrebbe dovuto rimandare il proprio riposo ad un altro giorno - o forse ad un'altra vita - Jel lo prese in mano con delicatezza e fece per voltare le spalle al reparto.
Fu allora che qualcosa catturò la sua attenzione.
  
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