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Autore: teeni    30/03/2017    1 recensioni
"In questo palazzo ci sono quattro piani, ogni piano ha due stanze. La stanza a destra è la stanza della Luce. E’ sicura, ma una volta entrato non puoi più andare avanti. La stanza a sinistra, è la stanza del Buio. E’ terrificante, raccapricciante, stressante. Se sarai abbastanza coraggioso, potrai uscirne, e salire."
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rimango seduto per molto tempo. Forse ore. Lo scorrere del tempo non mi è chiaro in questo luogo bizzarro.
Penso a tutto ciò che mi era successo: prima mamma, poi Anne, infine Eric. Che ci facevano in quelle stanze? Perché mi chiamavano? Perché erano così arrabbiati con me?
Mi do la risposta da solo: non ho mai smesso di sentirmi colpevole per le loro morti.
Ed è giusto che mi senta colpevole, penso. Mamma non è forse morta perché non pregavo, la notte, affinché guarisse? Anne non è forse morta perché non l’ho accompagnata a casa, quella sera? Eric non è forse in coma perché non gli ho mostrato mai affetto?
Tutti questi pensieri mi offuscano la vista: piango rannicchiato. Sono un assassino, e merito di morire.

Mi alzo in piedi, debole, e salgo le scale.
Mi trovo all’ultimo piano, e mi viene posta la stessa domanda: stanza della Luce o stanza del Buio?
Mi giro verso destra. Voglio andare nella stanza della Luce, voglio porre fine a questo cammino infernale.
Tocco la maniglia di quella porta candida, e sento freddo: un freddo che mi paralizza, che si estende dentro le mie vene.
Mollo la presa. Il gelo di quella stanza mi spaventa ancora più della stanza del Buio: la stanza della Luce simboleggia la fine, il nulla, l’assenza di tutto. Rappresenta il gelido niente, la fredda mancanza di un elemento chiave, l’assenza di speranza, l’assenza di vita. Guardo la stanza del Buio, determinato a superarla, per l’ultima volta.

Entro nella stanza.
Non è calda, non è fredda.
Non ci sono suoni. Non c’è nessuna luce, nemmeno lontana.
I miei passi echeggiano.
Cammino molto. Non so quanto, non vedo nulla in questa stanza. Inizio a sentirmi stanco, rallento, fino a fermarmi.
Mi guardo intorno: nulla.
E’ forse una trappola? Sono rinchiuso qui per sempre, perché non sono altro che un assassino?
L’entrare nella stanza del Buio è stata forse una scelta arrogante?
Mi sento stanco, debole, sporco. Merito solo questo, penso.
Sono contento di vederti qui.
Alzo la testa, vigile. Di chi era questa voce?
Mi dispiace di averti fatto soffrire.
E’ lontana, ma riesco a sentirla. Non capisco ancora chi sia.
E’ per colpa mia se ti trovi qui.
La voce si avvicina, si fa più chiara.
Mi dispiace, Charles. Non potevo fare altro.
Ora la voce è chiara. Rifletto un attimo. “E’ per colpa mia se ti trovi qui”?
Non mi riconoscevo più, Charlie. Alcol, droga, gioco… niente era più lo stesso per me.
Cado in ginocchio.
Nessuno di quei gruppi di supporto sembrava funzionare. Quindi…
Piango. Singhiozzo.
Era mio fratello, morto due settimane fa. Suicida.
Non fare così… non è colpa tua. Solo mia.
Non posso andare avanti. Non posso.
“Vengo da te” dico tra mille singhiozzi.
Cosa stai dicendo?
Mi alzo e corro in direzione della sua voce.
Charlie, no!
“Voglio porre fine a tutto questo, Darren. Sono un assassino! Perché dovrei continuare a vivere?”
Darren si ammutolisce.
“Non è per questo che sono qui? Per porre fine alla mia esistenza?”
Ovvio che no!
“Come no? E allora mamma? Anne? Che mi pregavano di seguirle? Sono qui per morire.”
Charles, non è per questo che sei qui!
Sei qui per salvarti. Sei qui per dimostrare al mondo che puoi farcela. Che sei forte abbastanza.
Mi fermo un attimo.
Non è colpa tua se mamma morta. Non è colpa tua se Anne è morta. Non è colpa tua se io sono morto.
E’ facile rinunciare a tutto. Troppo facile. Io l’ho già fatto.
Ma tu sei più forte. Tu sei più coraggioso. Tu puoi superare tutto.

Alzo la testa, vedo una leggera luce in lontananza.
Vai verso quella porta e continua a vivere. Continua ad essere forte. Corro, la luce si fa sempre più vicina.
“Grazie, Darren” dico prima di aprire la porta.

Luce, luce e solo luce. E’ tutto luminoso, ma gli occhi non mi fanno male. Sento un suono in lontananza, un lontano bip.
Inizio a vedere qualche colore: verde, marrone, grigio.
“Charles, è tutto ok, Charles” sento una voce tranquilla dire. La mia vista si schiarisce.
Mi trovo in una camera d’ospedale, come un’infermiera accanto.
“Finalmente sei di nuovo tra noi” dice con voce pacata.
La testa mi fa leggermente male. Mi guardo i polsi: grandi bende avvolgono tutti i tagli che mi sono procurato. Respirare mi fa leggermente male. Il collo mi brucia dove il cappio ha stretto.
Io sono forte, penso.


Nota della scansafatiche: ehy, bella gente!
Dopo, quanto, un anno? Ho finalmente concluso questa storia!
C'è da dire che il mio stile è cambiato un po' dall'ultimo capitolo. Sono molto soddisfatta di questa chiusura: ho optato per un tema forte, e una chiusura altrettanto forte.
Spero che il mio racconto vi sia piaciuto, e che non vi siate mangiati troppo le mani per la mia pigrizia!

~teeni
  
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