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Autore: Lilla Wright    07/04/2017    4 recensioni
- Ancora? -
A Steve era parsa più una affermazione che una domanda ma decise di non replicare.
Bucky, dal canto suo, decise di lasciar perdere, non volendo tornare sull'argomento per l'ennesima volta.
- Se ti dicessi che sta volta io non c'entro? -
- Ci crederei poco -

[Storia dedicata alla mia carissima amica Chrisevanstan_ perchè ama la Stucky e perchè le voglio un mondo di bene :3]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica
Buona lettura :D

 
 
 
 
- Ancora? - 
A Steve era parsa più una affermazione che una domanda ma decise di non replicare. 
Bucky, dal canto suo, decise di lasciar perdere, non volendo tornare sull'argomento per l'ennesima volta.
- Se ti dicessi che sta volta io non c'entro? - 
- Ci crederei poco - 
Lo aveva detto con un sorriso, cercando di far capire al biondo che in fondo non gli interessava il come e il perché dell'ennesima rissa, sapere che stava bene era ciò che più gl’importava. 
- E' vero!! - 
Steve non sembrava aver colto il tono scherzoso nelle parole del moro e si era risentito che proprio lui non gli credesse. Faceva tremendamente male sapere che il suo compagno non si fidasse di lui, molto più di quel maledetto taglio sotto l'occhio, ora coperto da un piccolo cerotto bianco. 
Bucky, che conosceva Steve meglio di sé stesso, capì al volo cosa passasse per quella testolina bionda del suo compagno, e decise di agire. 
- Stevie, andiamo.. – iniziò tranquillo, un sorriso a smorzare la tensione creatasi.
- Tu non ti fidi di me! – gli urlò contro l’altro risentito, lo sguardo duro ad incorniciargli il volto.
- La stai facendo più grande di quanto non sia - 
La situazione stava andando fuori controllo. 
Steve, impegnato ai fornelli, si era girato di spalle, lasciando alla sua mente di vagare oltre i confini della sua coscienza. Era così concentrato sulla sua pietanza a base di pollo che non si era reso conto di quello che aveva detto, teneva il muso e intanto mescolava le patate del contorno.
Bucky, seduto al tavolo della cucina, aveva abbandonato il giornale e ora fissava la schiena del suo fidanzato, chiedendo aiuto a qualsiasi divinità del cielo per farlo uscire da quella situazione.
Stava riflettendo e nel mentre il suo sguardo passò in rassegna il piccolo appartamento.
Abitavano insieme a casa Rogers da ormai tre mesi. Nonostante vi abitassero due uomini, era ben pulita e ordinata, e questo solo grazie a Steve che era particolarmente suscettibile al disordine.
L’avevano resa un po’ loro, sostituendo ai quadri che vi erano appesi prima dei disegni fatti da Steve, oltre ad una piccola cornice con i biglietti delle partite di baseball che avevano visto allo stadio, e in salotto avevano tolto le molteplici foto di famiglia per mettere le poche foto che avevano insieme e un paio delle rispettive famiglie.
In sala da pranzo, Bucky aveva fatto sparire buona parte delle stoviglie accumulate nella credenza e aveva fatto una sorpresa a Steve, facendogli trovare all’interno alcuni degli oggetti della loro infanzia. Il biondo aveva apprezzato il gesto ma aveva anche intimato al moro di riportare tutto quanto al suo posto, particolarmente affezionato ai piatti dipinti a mano dalla madre.
Si erano sistemati bene e, nonostante i pochi soldi che aveva, erano felici così.
Bucky aveva trovato un lavoro in una fabbrica lì a Brooklyn e passava quasi dieci ore al giorno là dentro mentre Steve, non fortunato allo stesso modo, cercava di arrangiarsi con alcuni lavoretti saltuari e tenendo in ordine la casa, salvo qualche piccola discussione con qualche cretino che portava alla solita zuffa.
A quel pensiero, Bucky rise.
Steve, cucchiaio alla mano, si girò minaccioso.
- Che hai da ridere? –
- Ma guardaci – rise ancora – ma guardati! -
Steve si accigliò. Sopra la camicia, indossava un grembiule color corda con dei fiorellini ricamati, alcune macchie a prova del fatto che fosse quasi sempre lui a cucinare, il cucchiaio stretto in mano e i capelli tutti arruffati.
Cosa ci trovasse l’altro di così divertente non lo aveva capito.
- Si può sapere cosa c’è di così divertente? – chiese rassegnato.
- Sembri una casalinga – l’altro gli sorrise dolce.
- Ah ah, spiritoso. – Steve tornò al suo pollo, non accorgendosi che il moro si era alzato – se non ci penso io qui dentro, chi? Chi lo fa il bucato? Tu?! Anzi, vai! Vai a fare il bucato che è meglio –
Bucky lo cinse da dietro, stringendosi il suo Stevie al petto.
- Non ti sembriamo tipo marito e moglie? – soffiò quelle parole nell’orecchio del biondo che rabbrividì.
Si lasciò completamente andare tra le braccia del compagno, facendosi cullare da quelle braccia forti che lo stringevano, quasi timorose che se ne potesse andare da un momento all’altro, e dal calore che il suo corpo gli restituiva.
Aveva una certezza in quella vita.
Gli era nata nel petto nel momento in cui aveva rivelato a Bucky i suoi sentimenti, forte della determinazione che si portava dietro anche nei vicoli della città. Non aveva pensato che per l’altro non potesse essere lo stesso ma quando il moro gli aveva appoggiato dolcemente le labbra sulle sue in un tenero bacio, aveva sentito dentro di sé nascere la convinzione che per tutta la sua vita avrebbe sempre avuto il suo Buck al suo fianco.
Quando Bucky era andato a vivere con lui, poco dopo la morte di sua madre, Steve aveva apprezzato la presenza dell’altro tra quelle mura che gli portavano un sacco di ricordi. Era bello vedere come il moro cercasse di creare una casa tutta loro, come quando aveva riposto con cura tutte le cose dei suoi genitori nella sua camera e aveva sistemato la camera matrimoniale per lui.
Aveva ridipinto tutta la stanza con un colore chiaro, simile a quello del cielo, e con un pennello aveva disegnato nell’angolo vicino al suo comodino due omini stilizzati mano nella mano. Quando gli aveva mostrato la stanza, Steve aveva sentito un senso di leggerezza pervaderlo ed era scoppiato a ridere. I mobili erano macchiati di vernice in vari punti, così come la camicia e i capelli del moro, le lenzuola nuove erano state piegate male e creavano delle pieghe nella trapunta e quel piccolo disegno sembrava stato fatto da un bambino. Inoltre Bucky aveva spostato sulle mensole della libreria tutti gli oggetti che qualche giorno prima gli aveva fatto trovare nella credenza in salotto.
Era davvero magnifica.
Si era sentito a casa perché, adesso, la sua famiglia era Bucky.
- Fammi indovinare – sussurrò, cercando un po’ di contegno – io sarei la moglie, vero? -
L’altro ridacchiò nel suo orecchio e a quel puntò il biondo si lasciò andare, ridendo anche lui e girandosi verso il compagno.
- Si, la mia mogliettina – un piccolo bacio – potrei anche chiederti di sposarmi -
- Davvero? – un’idea si formò nella mente del più piccolo.
- Certo - un altro bacio a fior di labbra.
- E faresti tutto per rendermi felice? – un altro bacio.
- Ovviamente -
Bucky prese possesso delle labbra di Steve, assaggiandone il sapore e accarezzandogli piano la guancia coperta dal cerotto. Lo mandava fuori di testa e voleva di più.
Peccato che Steve lo allontanò da sé, facendosi leva sulle spalle larghe del compagno, che lo guardava interrogativo.
- Bene – disse con un sorrisetto malandrino – se vuoi farmi felice, vai a fare il bucato –
Bucky rimase di sale a quelle parole ma Steve era fin troppo serio, tanto che si allontanò dal compagno per tornare a mescolare la cena con il suo fidato cucchiaio.
- Forza vai – continuò il biondo – altrimenti niente cena –
Il moro sorrise. Moglie o no, riusciva comunque a fargli fare quello che voleva.
Mentre si dirigeva in bagno a prendere la cesta dei panni sporchi, tentò il tutto per tutto.
- Sicuro di non voler venire in lavanderia con me, mamma chioccia? –
Appena vide il cucchiaio arrivare a pochi centimetri da sé, corse per il corridoio ridendo.
In cucina, il biondo se ne stava davanti ai fornelli, ridendo anche lui, convinto che non era una brutta idea seguire l’altro in lavanderia.. giusto per vederlo fare un po’ la casalinga anche lui.
 
 
   
 
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