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Autore: Bankotsu90    11/04/2017    3 recensioni
1755: durante la guerra franco-indiana il generale inglese Edward Braddock inizia una spedizione verso la fortezza francese di Fort Duquesne. Durante il tragitto però si imbatterà in forze sovrannaturali, ben decise a fermarlo... Prequel di Kill Me.
Genere: Horror, Mistero, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sesshoumaru, Signora Madre
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Morte e resurrezione.'
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Ohio, 7 luglio 1755
 
La terra tremava sotto i passi pesanti di decine di soldati, sconvolgendo la quiete del piccolo villaggio indiano. Dalle tende facevano capolino donne e bambini, un misto di curiosità e paura negli occhi; la schiera inglese avanzò fino a quello che sembrava essere il centro del villaggio, poi si fermò bruscamente su ordine del comandante, Edward Braddock, un uomo robusto dal volto rubizzo coi capelli corvini. Quest'ultimo smontò da cavallo e andò incontro al capo del villaggio, una donna anziana (che era uscita frettolosamente dal suo tepee,  per accogliere i nuovi arrivati) fissandolo con durezza; il capo, una donna anziana dall'aria fragile ma dallo sguardo deciso, gli parlò in Irochese con voce rispettosa ma non umile; era chiaro che non intendeva lasciarsi intimidire. Braddock allora si rivolse a un suo tenente, Thomas Gage, che era originario del Sussex e comprendeva la lingua di quella gente:
 
 "Che cos'ha detto?"
 
"Vi ha porto il suo saluto e vi ha chiesto che cosa vi porta in questo luogo, signore. Che cosa volete che gli dica?"
 
Il comandante squadrò la vecchia, poi parlò con voce dura:
 
"Digli che sono qui in cerca di informazioni sui popoli che abitano questa zona, specialmente quelli che dimorano al di là di queste montagne di fronte a noi; in particolare voglio sapere quali di questi popoli nutrono sentimenti ostili nei confronti degli inglesi. Digli anche che non ho tempo da perdere!"
 
Gage  tradusse, e la Irochese rispose con lo stesso tono gentile, accompagnato però da una nota di ammonimento:
 
"Dice di non poterci aiutare, poiché il suo è un villaggio piccolo e poco importante che raramente intrattiene rapporti con le comunità vicine. Però ci ha dato un avvertimento: se teniamo alle nostre vite non dobbiamo oltrepassare quei monti, poiché nel farlo scateneremmo la collera degli dei del cielo.”
 
“Dei del cielo?”
 
“Sì. Giunsero qui in volo in tempi remoti, esplorarono la regione e poi se ne andarono; ma ogni tanto tornano… Prima erano tre, ma ora solo due.”
 
Braddock contrasse il volto in una smorfia di pura rabbia:
 
“Vecchia pazza! Pensi dunque di prendermi in giro con queste fantasie? Ti sembro forse un imbecille?? Dimmi subito ciò che sai se tieni alla tua lurida pelle!”
 
Sfoderò la pistola e la puntò alla fronte della donna, che sussultò ma rimase in silenzio. Il comandante inglese stava già per spararle, ma una voce lo fermò.
 
“Aspettate un momento signore! Non credo sia necessario ucciderla!"
 
Braddock si voltò.
 
A parlare era stato George Washington, suo aiutante di campo, un uomo sobrio, calmo e riflessivo che godeva di grande rispetto tra gli uomini ed era noto per la sua misericordia. Braddock lo guardò freddamente:
 
"Resta al tuo posto , Washington. Non possiamo permetterci di essere teneri con questi selvaggi; la Francia sta stringendo alleanze con le tribù locali in funzione anti-inglese. Siamo stati mandati qui per prendere Fort Duquesne, a pochi giorni da qui e per farlo abbiamo bisogno di tutte le informazioni possibili; dunque non contraddirmi più e pensa solo al tuo dovere, che è quello di servire l’Inghilterra!" Detto ciò si rivolse nuovamente all'anziana:
 
 "Ascoltami bene selvaggia, perché te lo ripeterò una volta sola; se non mi dirai la verità ucciderò tutta la tua gente e raderò al suolo quest'ammasso di tende! " Gage tradusse e la Irochese  impallidì.
 
Ogni traccia di determinazione svanì dai suoi occhi. Cadde in ginocchio ai piedi di Braddock e iniziò a proferire suppliche con voce tremante.
 
"Come avrete già intuito, vi scongiura di non attuare la vostra minaccia.”
 
 Disse Gage con un mezzo sorriso.  
 
“E vi assicura che non sa chi o che cosa si nasconda dietro quelle montagne; sa solo che , qualunque cosa sia, è estremamente pericoloso."
 
 Il comandante inglese fissò la vecchia per un lungo istante. Sembrava indeciso sul da farsi. Alla fine disse:
 
"Sei fortunata, selvaggia... il mio istinto mi dice che non stai mentendo... lo leggo nei tuoi occhi terrorizzati. Puoi smettere di tremare come una lepre. Non ti ucciderò."
 
 Poi rimontò a cavallo e si rivolse alla truppa:
 
 "Andiamo, uomini! Raggiungeremo Fort Duquesne e lo espugneremo!"
 
Un grido d'assenso più o meno convinto si levò dalla truppa che si mise in marcia, lasciando il villaggio e dirigendosi verso le oscure e nebbiose montagne che gli si paravano davanti.
 
*******
Nello stesso momento, in un luogo imprecisato, alcune figure stavano osservando i soldati in marcia.
 
“Caro, vecchio Eddie… Non è cambiato affatto dai tempo dell’assedio di Bergen op Zoom.” Commentò una voce femminile.
 
“Avete visto il suo comportamento? Non avrebbe esitato un solo istante a uccidere quella donna se Washington non fosse intervenuto.” Commentò un’altra voce di donna.
 
“Secondo te perché lo hanno soprannominato Bulldog? È un cane feroce, che uccide senza fare distinzioni tra amici e nemici, militari o civili.” Intervenne una voce maschile.
 
“Esatto, figliolo. Ed è per questa ragione che non possiamo lasciarlo vivere. Alla prima occasione lo uccideremo.”
 
“Avete già un piano, madre?”
 
“Te lo spiegherò al momento opportuno…”
   
 
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