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Autore: Flos Ignis    14/04/2017    3 recensioni
Vincitrice del premio "Migliore Coppia" al contest "Seconda chance- perché tutti ne meritano una" indetto da AriaBlack sul forum di EFP.
Seconda classificata al contest "keep calm e... fatemi amare la vostra otp II edizione", indetto da eleCorti sul forum di efp.
Di come i peccati di Vincent siano stati perdonati da Ada, e a cosa l'amore che ha permesso questo atto avrebbe potuto portare.
Dal testo: "Il timore di perdersi e cedere nuovamente era sempre in agguato, pronto a tentarlo sulla strada che per tanti anni era stata la sua unica opzione, o almeno l’unica che ritenesse valida; ma poi era arrivata lei, con quegli occhi verde speranza che aveva tanto odiato nel suo antenato, ma perfetti per la loro limpidezza sul suo viso innocente, e gli aveva mostrato un’alternativa, cominciando a percorrerla insieme a lui."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Vessalius, Vincent Nightray
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nickname EFP: Flos Ignis ; Nickname sul forum: Fiore di Cenere

Titolo: The Angel and the Sinner: the miracle of Forgiveness

Fandom: Pandora Hearts

Personaggi: Vincent Nightray, Ada Vessalius; Ada/Vincent

Raiting: verde

What If: E se Vincent avesse deciso di non abbandonare Ada, alla fine di tutto? Se avesse deciso di amarla e lasciarsi amare?

Note dell'autore: La prima volta che ho visto Vincent raggiungere Ada per un appuntamento, devo ammetterlo… sono caduta dalla sedia. Sul serio: cosa mai potevano avere da spartire due personaggi come loro? Poi però ho pensato che fosse destino che entrambi i fratelli Vessalius amassero i fratelli Nightray. Ho trovato interessante, almeno prima di scoprire la verità dietro le due casate, come si completassero a vicenda, con le loro luci e oscurità. Lo confesso: la dicotomia tra luci e ombre fa sempre effetto su di me.

Ma il principale motivo per cui ho scelto proprio questi due personaggi per questo contest, è che Ada è stata una specie di angelo della redenzione per Vincent, e il fatto che questo evidente legame tra i due non abbia avuto risvolti mi ha lasciata con l'amaro in bocca.

Perciò, spero vivamente di non aver deluso le aspettative di altri che, come me, avrebbero amato vedere qualche sviluppo.

Flos Ignis


 


 


 

The Angel and the Sinner: the miracle of Forgiveness


 


 

Rosso… è tutto rosso… il colore del sangue, il colore delle fiamme… il colore del mio occhio destro maledetto… *


 

Un lago di sangue si allargava sempre di più, e al suo centro Vincent stava annegando insieme alla sua sanità mentale, fatta a pezzi da tutto quel rosso che lo circondava. C’era sempre più sangue che fluiva velocemente dalle ferite, ricordi e immagini reali che si sovrapponevano così velocemente da provocare una nausea insopportabile, sommando dolore ad altro dolore, in un circolo vizioso che gli rodeva l’anima.

Il caldo, denso liquido vitale che correva sulla sua pelle gli procurava solo brividi e terrore; si sentiva come un bambino, quando si risveglia terrorizzato da un incubo con il sudore a coprirgli la schiena ed il piccolo cuore che batte all’impazzata, convinto che le sue paure abbiano preso corpo per attaccarlo con il favore delle tenebre. È a quel punto che solitamente i genitori abbracciano dolcemente i loro figli, e assicurano loro che i mostri non esistono.

Per Vincent, però, non c’erano mai state le rassicuranti mani di un padre a carezzargli la testa, né i dolci baci di una madre. Tutto ciò che da bambino aveva da usare come scudo contro i suoi demoni erano le coraggiose, fragili mani di Gilbert che l’avevano protetto per tanti anni da ogni cosa; amava suo fratello maggiore, che lo consolava con le lacrime agli occhi, ma un perenne sorriso a piegargli le labbra secche e pallide per non farlo preoccupare troppo.

Avevano sofferto così tanto, e tutto per cosa? Per la sua maledizione, per la sua condizione di bambino della sfortuna, per il suo dannato occhio destro. Per colpa sua.

Aveva odiato il suo occhio rosso per tutta la vita, il fato avverso l’aveva designato come sua vittima sacrificale per quando Gilbert sarebbe diventato un mero contenitore. Se in quell’occasione a spegnersi avrebbe dovuto essere solo la sua vita, probabilmente nulla di ciò che era accaduto in seguito sarebbe mai avvenuto, ma era stato suo fratello, la persona più importante della sua vita, ad essere stato a rischio.

Di nuovo, a causa sua.

Era stata quella volta, per la prima volta, che aveva desiderato non essere mai nato.

Ed era stato in quell’attimo di pura disperazione che i lunghi capelli rossi di Miranda Barma gli erano sembrati, per un secondo, una fune di salvezza: aprire la porta dell’Abisso, per salvare la vita di suo fratello.

Non aveva esitato nemmeno un secondo nel prendere la sua decisione.

Era solo un bambino debole e terrorizzato all’epoca, ma aveva a cuore la vita di Gilbert più di quella di chiunque altro al mondo, e con quei sentimenti ben impressi nella mente aveva compiuto la sua scelta, macchiandosi per sempre le mani di sangue e condannando la sua anima a portare il peso di un peccato incancellabile.

Aveva raccolto tutto l’amore che provava per lui, tutto il coraggio che il suo piccolo cuore poteva sopportare senza esplodere, e li aveva usati per aprire la porta che aveva trascinato Sablier nelle profondità dell’Abisso.

Si era affidato alle parole di quella donna, e la sua lunga chioma scarlatta, che era stata un bagliore di speranza, alla luce di ciò che era accaduto in seguito si era rivelata per quello che era: un sentiero intriso di sangue, dal quale non si può tornare indietro.


 

*****


 

-Vincent, dove sei?-

La bionda figura di un uomo si volse al richiamo di quella voce, abbandonando finalmente il turbinio di ricordi che gli avevano impedito di dormire serenamente.

-Sono qui. Non è nemmeno l’alba, dovresti tornare a riposare.-

-Non ti ho trovato al mio risveglio, mi sono preoccupata.-

-Perdonami, non volevo turbarti.-

Lei si lasciò andare ad un sorriso assonnato, seguendo con il volto la carezza leggera che le aveva lasciato sulla guancia. Lo faceva sempre, ricordandogli terribilmente quei gattini che lei tanto adorava.

-Torna a dormire ora.-

-Solo se tu vieni con me.-

Dopo tutti quegli anni, trovava ancora difficile abituarsi alla dolce testardaggine di quella donna. Perciò si limitò a fare come sempre: sorrise, per poi farsi trascinare ovunque lei volesse, perché una delle poche certezza della sua vita era quella piccola mano che lo incoraggiava a camminare con sé lungo una via illuminata da un sole splendente, che lui vedeva incarnato nella chioma dorata della sua giovane sposa.

Il timore di perdersi e cedere nuovamente era sempre in agguato, pronto a tentarlo sulla strada che per tanti anni era stata la sua unica opzione, o almeno l’unica che ritenesse valida; ma poi era arrivata lei, con quegli occhi verde speranza che aveva tanto odiato nel suo antenato, ma perfetti per la loro limpidezza sul suo viso innocente, e gli aveva mostrato un’alternativa, cominciando a percorrerla insieme a lui.

Le augurò un buon riposo, donandole un lieve bacio a fior di labbra: era bello vederla arrossire ancora dopo tutto quel tempo, e gli venne spontaneo tornare con la mente a quando tutto era iniziato mentre la abbracciava lievemente per non turbare il suo sonno.


 

*****


 

Era apparsa proprio quando i frammenti taglienti della sua anima lo stavano facendo sanguinare così profondamente che credeva sarebbe morto di terrore. Le parole di Gilbert non erano state abbastanza per scuoterlo del tutto, e quella situazione aveva gravemente provato la sua fragile mente.

L’aveva vista ansimare, con il vestito strappato e sporco di sangue, evidentemente spaventata dalla battaglia che proseguiva intorno a loro, avanzare imperterrita verso di lui, con nello sguardo una decisione ferrea.

Non si era mai arrabbiato tanto con lei come in quell’occasione, mentre continuava ad avvicinarsi, incurante dei colpi che subiva e delle sue urla per tenerla lontana.

Perché doveva sempre andargli contro?

Eppure più la colpiva, più cercava di allontanarla, più l’ostinazione della giovane Vessalius cresceva. Lei era così coraggiosa, così maledettamente imprudente da mettere a rischio la sua vita pur di salvarlo: era stato in quel momento che, semplicemente, si era arreso a lei.

-Se desideri così ardentemente che la tua vita svanisca, allora dammela! Se lo farai, ti mostrerò un sacco di cose meravigliose che non conosci, ti insegnerò ad essere grato alla vita!- **

Ada aveva vinto, le aveva offerto quella vita che gli aveva chiesto in dono. Perché per lei fosse così importante non gli era chiaro allora, ma persino lui aveva percepito la sincerità delle sue parole quando gli aveva confessato che, per lei, ogni singola memoria che condividevano era preziosa e non voleva perderle per nulla al mondo.

Quelle parole gli erano entrate in circolo insieme al sangue, filtrando fino alle ossa, tanto in profondità che aveva provato un paura indicibile. Quanto potere aveva, quella ragazzina, su di lui? Era arrivato così vicino a perdere del tutto il controllo del suo Chain… si era fermato appena in tempo, ad un soffio dal togliere la vita alla sua futura moglie. Per un attimo aveva temuto di non aver ripreso il controllo in tempo, mentre guardava in preda allo shock cadere lunghe ciocche bionde a terra, prive di vita; ma poi lei aveva rialzato il volto, gli occhi pieni di lacrime e determinazione che avevano inchiodato i suoi, impedendogli di muovere un muscolo.

C’era stato il sollievo di saperla viva, ma poi tutta la sua attenzione era stata attirata da quelle parole che gli avevano salvato l’anima.

-Mi dispiace, non mi importa quanto è forte il tuo desiderio di scomparire. Ho ancora voglia di conoscerti. Anche se l’intero mondo ti odiasse, per un tuo qualsiasi crimine compiuto nel passato, io comunque perdonerei tutto. Ti perdono! Quindi non c’è più bisogno di piangere da solo.- **

Aveva pianto tutte le sue lacrime tra le braccia di lei, la luce quasi sacra che aveva emanato aveva dissolto il legame con Miranda Barma, tramutata dall’Abisso nel suo Chain. Gli era sembrato di venire avvolto dalle ali di un angelo, mentre per la prima volta si lasciava travolgere da un ciclone di emozioni inarrestabili, contrastanti e persino dolorose per la loro intensità.

Non aveva mai avuto paura di morire, e non aveva mai desiderato vivere. Ma da qualche parte dentro di lui, aveva sempre desiderato un perdono che pensava non sarebbe mai arrivato. Ma poi era giunta Ada, l’angelo che gli aveva donato una seconda possibilità.


 

*****


 

-A cosa stai pensando?-

Immerso com’era nei ricordi, non si era accorto che lei si era nuovamente destata, salvandolo dal vortice del passato. Capitava fin troppo spesso che rimuginasse sulle sue azioni e si perdesse tra intricati grovigli di pensieri, ma lei era sempre accanto a lui per riportarlo al presente con tutta la gentilezza che la caratterizzava.

-Ben svegliata. Ripensavo a quando mi hai gentilmente imposto di donarti la mia vita- e l’espressione imbarazzata della sua consorte valeva tutti i pensieri negativi che l’avevano preso nella loro morsa in quelle ore.

-Avevo timore per la tua vita, non ho ragionato in quel momento, ti ho solo parlato con il cuore.-

-Hai trovato le parole giuste per farti ascoltare. Ma spesso, credo ancora che non avrei comunque dovuto cedere alla tentazione di farti portare il peso di ciò che comporta essere la moglie di un Baskerville. Lo sai, Ada: viviamo due linee temporali differenti, io sono spesso a contatto con il Nucleo dell’Abisso, ed ora tu sei persino…-

Lo zittì mettendogli un dito sulle labbra, capendo al volo tutte le sue preoccupazioni: -Non c’è nulla da preoccuparsi, perché io sarò sempre dalla tua parte.-


 


 

Ada prese le mani del marito tra le sue, per poi posarle sul suo ventre arrotondato. Come ogni volta che lui entrava in contatto con il loro bambino non ancora nato, vide nei suoi occhi bicolori un bagliore di gioia che la riempiva di felicità. Era così raro vederlo entusiasta per qualcosa, che ogni volta vederlo così vivo la faceva sentire completa e realizzata nel suo ruolo di moglie.

-Non temere, quando nascerà ci penseremo noi a proteggerlo da ogni cosa. Ed anche lui proteggerà noi dalla tristezza! Perciò non ti angosciare, te ne prego. Sii felice insieme a noi.-

Vincent le donò un bacio sulla fronte, per poi adagiarsi tra le sue braccia. Lo fece riposare sul suo cuore, cercando di trasmettergli tutto l'amore che gli portava, e mantenne ben salda la presa sulla sua mano, per essere certa che sentisse insieme a lei i movimenti del bimbo che tra pochi mesi avrebbe visto la luce.


 


 

Quel bacio sulla fronte era diventato il simbolo di tutto ciò che erano: c’era tutta la loro storia in quel gesto, i loro sentimenti, la disperazione e le lacrime di Vincent, il coraggio e il perdono di Ada.

Era il bacio che gli aveva donato per confortarlo quando aveva visto la sua città cadere per mano sua, quando era stato investito dalla colpa e dal dolore di aver causato la morte di tutte le persone che la abitavano. Era la dolcezza, il conforto e la protezione che Ada aveva donato ad un bambino disperato che non poteva nemmeno toccare.

Non le aveva mai detto di amarla. L’unico sentimento che riconosceva come ‘amore’ era diretto verso suo fratello Gilbert, ed era fatto da lingue di fuoco bollente, alimentato dal sangue che aveva versato pur di salvarlo.

Il trasporto che sentiva per quella fanciulla era più simile al desiderio di protezione che si prova verso una creatura fragile ed indifesa, alla meraviglia che i bambini provano davanti alla bellezza che il mondo offre, alla devozione che un credente offre alla sua divinità.

A lei non era mai importato di sentirselo dire.

Quando gli aveva confessato di essere in dolce attesa l'aveva fatto con un sorriso brillante come il sole in volto e le lacrime a rigarle le guance. Non aveva smesso per molto tempo, sopraffatta dall'emozione, e tra un singhiozzo ed una risata gli aveva ripetuto numerose volte di amarlo con tutta se stessa.

Per la prima volta si era sentito terribilmente in difetto, chiuso nel suo silenzio. Si era sentito scioccato, felice, impaurito, confuso, sopraffatto da una miriade di emozioni diverse; le gambe gli avevano ceduto, mentre le braccia non volevano saperne di staccarsi dalla vita di quella donna straordinaria che, per qualche incomprensibile volere divino, aveva accettato non solo di condividere la sua vita con lui, ma ora l'avrebbe persino reso… un padre.

Lui, invece, non riusciva neppure a rispondere alle sue sincere parole, e mai come allora avrebbe tanto voluto esserne in grado.

In qualche modo era riuscito ad esprimerle la gioia selvaggia ed il primordiale terrore che lo avevano colto alla notizia che avrebbero avuto un figlio, ma nuovamente non le aveva espresso a parole i suoi sentimenti.

Quella stessa sera le aveva domandato per quale motivo non le desse fastidio il suo silenzio, e la risposta di lei venne spontanea, incorniciata dal meraviglioso sorriso che ancora le piegava le labbra.

-Non è mai stato quello che dicevi ad attrarmi, ma quello che traspare dai tuoi occhi: sono davvero belli ed espressivi. Non è importante che tu me lo dica, so che lo provi perché lo vedo.-

Non aveva saputo cosa risponderle in quel momento, ma come sempre, lei aveva capito. Gli aveva baciato la fronte con un tocco leggero, per poi abbracciarlo il più stretto possibile, forse temendo una sua fuga. Il dolce profumo dei suoi capelli gli aveva invaso le narici, calmando la violenza con cui le sue emozioni gli stavano straziando l'anima.


 


 

Erano rimasti a lungo avvolti l'uno dal calore dell'altra, sentendo scendere nei loro cuori una pace nuova, fatta di vecchie ferite ormai cicatrizzate, per quanto eternamente presenti, e di speranza per un futuro di felicità, che in quel momento restava sospeso tra loro, ignaro di quanto la sua minuscola presenza già fosse così tangibile da arrivare a toccare due cuori così fragili, un po' ammaccati ma ancora funzionanti.

Due cuori che avevano creato una nuova vita.


 


 


 


 

*Questa citazione è tratta direttamente dal manga, capitolo 95. Il momento il cui il Vincent bambino vede le conseguenze del suo gesto, ed il Vincent adulto ritornato nel passato rimane sconvolto nel rivivere quelle stesse vicende.

Ho trovato il rosso un modo perfetto per iniziare questa fanfiction, in quanto per la redenzione si deve partire dal peccato.

** Frasi prese dal capitolo 97 del manga.

  
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