Polvere
Capisci
di essere diventata una donna, quando cominci a provare una strana gioia nel
brandire una scopa, manco fosse una spada gloriosa. Alla faccia del “Se solo
avessi dei figli…”: al momento ne faccio volentieri a meno, dato che sto già
tribolando abbastanza nella situazione in cui mi trovo. Tengo particolarmente
alla mia salute mentale – già di per sé corrotta –, io.
«Scendi
dal letto».
Una
massa informe di sonno e lenzuola mugugna: «Che ore sono?».
Il
bell’addormentato finge di non aver sentito la sveglia. Gliela farei suonare
volentieri nelle orecchie, se solo non avessi già le mani occupate – non ho
voglia di posare i prodotti per il pavimento solo per questo. Prima o poi,
rompendogli opportunamente le scatole, scenderà dal letto.
A
volte so essere molto – poco democratica – persuasiva.
«Ora
di pulire questa camera» replico, alzando gli occhi al soffitto. «Si può sapere
perché non hai ancora aperto la finestra? Non si respira qua dentro».
Ovviamente
non mi calcola un granché. È sufficiente il fatto che abbia colto la prima
parte di ciò che ho appena detto: «Perché dobbiamo pulire?».
Uomini.
«Perché
ormai ci sono i gatti di polvere!» sbraito. Se solo non lo amassi così tanto,
questo bozzolo di coperte, probabilmente lo avrei già trascinato giù con la
forza. «Così tanti, che abbiamo anche le cucciolate».
Mi
piacerebbe scherzare, davvero. Purtroppo per me, ho visto che cosa c’è sotto i
mobili e da allora ho sentito il bisogno impellente di sistemare questo
disastro. Viviamo in un appartamento, non in un letamaio. Certo, tutto
l’arredamento è molto vintage, ma non serve la polvere per “fare atmosfera”.
Peccato
che qualcuno faccia fatica a capire. «A me piacciono i gatti» è la risposta
molto intelligente e decisamente appropriata.
«Ne
abbiamo già due» ora capite perché non abbiamo figli? «Lascia che sia lo Swiffer ad adottarli, su. In
questi ultimi giorni deve essersi sentito molto solo, lì nell’angolo dello
sgabuzzino».
Finalmente
la farfallina decide di mostrarsi a me in tutta la sua sfattezza
mattutina. Mi guarda con occhio vacuo, per poi spalancare le fauci come un
ippopotamo. Sta per dire qualcosa, quindi spero si tratti di qualcosa di sensato,
ma forse pretendo troppo dai suoi neuroni dormienti.
Infatti:
«Che tristezza. Mi ci ero quasi affezionato».
Ora
capite perché non abbiamo figli?
Note
inutili che probabilmente nessuno leggerà:
A questo giro propongo una Flash,
perché questo affare è stato scritto all’alba delle 23:10 di un qualsiasi
giorno d’università, quindi il mio cervello non è riuscito a produrre qualcosa
di più lungo. Mi piace fare le pulizie di camera, ma non quando mi accorgo di
avere i gatti di polvere in giro, specialmente dopo aver fatto due rapidi
calcoli e… macomecacchioèpossibile,
ho pulito la settimana scorsa—
Voglio tanto bene al mio bozzolo di
coperte, nel caso non si fosse capito.