“Now there's no point in placing the blame
And you should know I suffer the same
If I lose you
My heart will be broken”
 
FRANCIS’S POV
 
Sono passate due settimane dall’attacco al castello.
Dal giorno in cui Mary non mi rivolge la parola, se non per dirmi cose riguardanti il regno.
Dal giorno in cui si è trasferita nelle sue vecchie stanze.
Dal giorno in cui il suo sguardo non incontra più il mio.
Dal giorno in cui non la vedo più sorridere.
 
Sto così male, non riesco a concentrarmi su nulla.
Lei si sta avvicinando a Condè, li vedo spesso insieme. Fanno lunghe passeggiate nei giardini e chiacchierano. Ma la cosa che più mi fa stare male è che lei riesce a toccarlo.
 
L’altro giorno erano fuori in giardino. Stavano parlando ed io ero uscito per cercarla, e in quel momento ho visto lei che toccava il braccio di lui. Vedere quello, mi ha fatto così male. Lei non riesce a toccare nessuno, nemmeno me che sono suo marito. Ci conosciamo da quando eravamo bambini, siamo cresciuti insieme, ci siamo innamorati e ci siamo amati come può adesso a malapena sopportare il mio sguardo su di lei?.
 
Lei incolpa me per quello che le è successo. Incolpa me per i nostri continui litigi e tutti i segreti che le ho nascosto.
 
Come ho fatto a spingerla così lontano da me?
Come ho fatto a rovinare il nostro matrimonio e, peggio, il nostro amore?
 
Se riuscisse a capire che ho solo cercato di proteggerla, se capisse che ho fatto quello che ho fatto perché la amo.
Se potessi non prenderei di nuovo le stesse decisioni, mi fiderei di lei, e avremmo cercato una soluzione insieme. Se potessi tornare indietro ucciderei Narcisse alla prima occasione.
 
“Non importa come sarebbe stato, tu non ci hai mai dato una possibilità”
 
Lei me l’aveva urlato, con un tono di voce che non le avevo mai sentito e con uno sguardo di dolore negli occhi.
Ma aveva ragione, aveva pienamente ragione.
 
Devo rimediare, devo riuscire a riconquistare mia moglie.
Se la perdessi, mi si spezzerebbe il cuore.
 
“You waste your time with hate and regret
You're broken
When your heart's not open”
 
MARY’S POV
Pensavo che la distanza ci avrebbe fatto bene, o meglio mi avrebbe fatto bene. Credevo che vivere vite separate mi avrebbe fatto ritrovare la serenità.

Ho pensato tante volte di star sbagliando, che Francis non ha nessuna colpa di quello che mi è successo. Ma poi penso a quella notte, la notte in cui mi è stato portato via tutto, la mia forza e il mio orgoglio e la mia voglia di combattere.

Lui non ha creduto in noi, non ha creduto che avrei potuto combattere al suo fianco. Avrei potuto essere accanto a lui, ad escogitare un modo per liberarci dalla minaccia di Narcisse.
Mi rendo conto che anche lui sta soffrendo. Lo leggo nei suoi occhi, quando lui crede che non lo guardi. In realtà lo guardo eccome, ma non voglio che lui se ne accorga, non voglio dargli la speranza che tutto potrebbe tornare come prima perché sono sicura che anche se le cose potrebbero migliorare, nulla tornerà come prima.

Non riusciremo più ad avere quell’intimità, quella fiducia reciproca e quella complicità che abbiamo sempre avuto.

Io lo amo, lo amerò sempre ma non so se sarò in grado di perdonarlo.

I miei pensieri vengono interrotti dal bussare della porta, mi alzo dal divano dove sono seduta e vado ad aprire. L’oggetto dei miei pensieri è qui davanti a me.

Francis è davanti alla mia porta, mi guarda con quegli occhi azzurri così dolci, ma un’ombra di tristezza ha ormai preso posto negli occhi di mio marito.

“Francis… cosa c’è?” gli chiedo.
“Mary, devo parlarti.” Mi risponde. Il suo tono di voce è basso e la voce è incrinata, come se fosse disperato.
“Certo, entra.” Gli dico facendolo passare per farlo entrare nella stanza.

Sembra che non dorma serenamente da giorni, ma d’altronde non lo faccio nemmeno io. Non ci riesco.
Quando chiudo gli occhi rivedo l’orrore che ho vissuto. Lo sguardo di quell’uomo, il dolore e la paura che ho provato.
Per non tormentarmi ancora con brutti ricordi, lo faccio accomodare.

“Allora, dimmi. È successo qualcosa?” gli chiedo sedendomi sulla poltrona di fronte alla sua.
“No Mary, non è successo nulla tranquilla. Ma devo dirti una cosa” mi risponde lui con lo sguardo verso il pavimento. “Mary io ti amo, tu lo sai. Non ho mai voluto farti soffrire, credimi quando ti dico che è l’ultima cosa che voglio.”

“Francis ti prego ne abbiamo già parlato io non…” lo interrompo io con le lacrime agli occhi. “Io non riesco a perdonarti, non ce la faccio.” Sto piangendo ormai, non riesco a controllare le mie lacrime. Alzo lo sguardo verso di lui nella speranza che lui capisca, deve lasciarmi andare perché io non sono abbastanza forte per perdonarlo.

“Tempo fa mi hai detto che io avevo sbagliato a non dirti nulla delle minacce di Narcisse e che così facendo non avevo mai dato una possibilità a noi”.

Lo ascolto. Si ricordo di avergli rivolto quelle parole. Gliele avevo urlate, con tutta la rabbia e tutto il dolore che provavo in quel momento. Non avevo pensato al dolore che gli avrebbero dato perché ero egoista. Non ho mai pensato che Francis in tutto questo tempo ha sofferto, come sto soffrendo io. Ho pensato solo al mio dolore. L’ho abbandonato. L’ho fatto ancora quando me ne sono andata dalle nostre stanze e continuo a farlo ogni giorno.
Nemmeno io ho dato una possibilità a noi, perché non sono rimasta con lui.

“Io ho sprecato la mia possibilità di credere in noi, ma tu non farlo. Dai una possibilità a noi Mary, dalla a me.”.
Ascolto le sue parole con attenzione, la mia mente inizia a riflettere e passa ad ogni possibilità alla velocità della luce.

Io voglio andare avanti, non voglio più vivere nella paura e nella vergogna.
Io voglio lottare.

Così prendo la mano di Francis, facendomi forza. Lui sembra sorpreso dal mio gesto, ma si accorge che mi sto sforzando.
“Si. Diamoci una possibilità Francis” gli dico.

E finalmente dopo mesi e mesi di tristezza e di rabbia che mi circondavano, sento una nuova forza in me.
E vedo di nuovo il sorriso di mio marito.