Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    23/04/2017    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Peabody gratificasse i detenuti con un gemellaggio?
E se il suddetto gemellaggio venisse fatto con il penitenziario femminile?
Riuscirà Evelyn a tenere buoni i fratelli e a tener nascosto il suo lato competitivo?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Per quanto mi prometta di non scrivere altre long se non finisco quelle in ballo, alla fine vengo meno e pubblico lo stesso.

Storia che entra a far parte della mia serie sui Dalton!

Buona lettura e...messaggio per EVELYN80 torna il tuo nano da giardino preferito XD (e voi altri lettori...leggete le sue storie, fidatevi di me!!)

 

 

 

Solita giornata noiosa al penitenziario.

I detenuti spaccavano le pietre, alcuni chiacchieravano fra di loro e tutto sembrava scorrere liscio.

Persino i Dalton sembravano più tranquilli del solito, infatti Peabody li teneva sotto stretta sorveglianza.

Quando si parlava dei Dalton c'era poco da stare tranquilli.

Eppure Joe non sembrava intenzionato ad evadere o almeno...così sembrava.

Persino i suoi fratelli si erano accorti che era troppo rilassato, rispetto al solito carattere irascibile che aveva.

Tutto da quando la signorina a Betty era riuscita a convincere Peabody a far studiare Evelyn.

Non avendo, quest'ultima, ricevuto l'istruzione giusta fino in fondo, la signorina Betty l'aveva presa sotto la sua ala protettiva.

Dopotutto era l'unica femmina in mezzo a dei detenuti uomini e, per quanto i fratelli la proteggessero, la signorina Betty aveva paura per la sua incolumità.

Ma Evelyn, da degna Dalton, non sembrava intenzionata a farsi proteggere ed a fare le cose come si deve, anzi...cercava ogni modo possibile e immaginabile per copiare, nonostante William fosse contrario e faceva di tutto per sfuggire dalla morsa protettiva della donna, che se aveva l'occasione cercava persino di insegnarle a vestirsi.

Nessuno dei suoi fratelli aveva avuto un istruzione come si deve, anche se William aveva sfruttato la sua intelligenza e aveva proseguito da auto didatta, perché lei doveva venire meno a questa tradizione?

William le aveva insegnato a leggere e scrivere nel tempo libero, quando era piccola e lui non era ancora al penitenziario, stessa cosa gli altri.

Per loro era sufficiente saper leggere, per scoprire cosa dicevano i giornali di di loro, e contare, altrimenti non aveva senso rapinare le banche.

Ad ogni modo, la signorina Betty si era accorta della calma che regnava da quando i fratelli erano tornati al penitenziario.

Sorvolava sempre sul fatto che Evelyn facesse di tutto per uscire, persino scappare dalla finestra, pur di evitare le sue lezioni, ma aveva anche notato che la sua presenza teneva calmi i detenuti.

Era un mistero ma ebbe un idea e non vide l'ora di dirla a Peabody.

"Mia cara per oggi hai finito" disse rivolta ad Evelyn, che stava cercando di risolvere dei problemi di matematica.

La ragazza alzò gli occhi e guardò la donna dubbiosa

"Non è finita la nostra ora" anche se sapeva che questa frase significava tirarsi la zappa sui piedi da sola, non voleva che la signorina Betty pensasse che fosse davvero una lavativa.

Ma la donna sembrava più convinta che mai.

"Hai fatto il tuo dovere abbastanza, continueremo in un altro momento, vai pure cara"

L'accompagnó alla porta della stanza, che avevano adibito come aula per i detenuti, facendola uscire.

Una volta che Evelyn fu fuori, la signoria Betty si avviò verso l'ufficio del direttore quasi saltellando e con un sorriso smagliante.

I Dalton se ne accorsero e quando videro Evelyn rimasero di sasso.

"Ma che le è preso?" Domando Joe indicando la donna

"C'è il macinato stasera, forse è felice per questo" si intromise Averell, attirando le occhiatacce dei fratelli "beh io sono felice!" Ribattè incrociando le braccia al petto e alzando la testa in segno di indifferenza.

"Devi averla resa felice" constató Jack

"Ma se non ho fatto niente"

"Hai forse fatto qualche compito senza copiare?" Propose William

"Ti piacerebbe" sorrise soddisfatta Evelyn, ricevendo uno sguardo severo da parte del fratello "che c'è? Sono una Dalton" William ci rinunciò.

Poi Evelyn si avvicinò a Joe e gli sussurrò "Trova un modo per farmi evadere dall'aula domani"

"Ci puoi giurare sorella" sorrise malignamente Joe.

Quando si parlava di evasione andava tutto bene.

Sapeva che negli ultimi periodi aveva smesso di pianificare e un evasione da un aula era un modo per tenersi in allenamento.

"Dalton o no sei comunque una di noi" sorrise Jack, mettendole un braccio attorno alla vita e attirandola a se.

Joe emise un verso di schifo, misto alla gelosia che solo William riuscì a notare.

"Peggio di così non può andare" borbottò.

Ma, come ben si sa, c'è sempre qualcosa che può sconvolgere la vita al penitenziario.

"CHE COSA!?" La voce di Peabody risuonò per tutto il penitenziario, facendo saltare i detenuti, facendo cadere Ming Li Fu dallo sgabello mentre stendeva e facendo rizzare i capelli alle guardie.

Averell, che si era spaventato, era saltato in braccio a William facendolo cadere a terra.

"Chi essele onolevole celetino che fa ullale il dilettole a questo modo!?" Esclamò il cinese, che dovette recuperare le divise da terra "ola mi tocchelà lilavale tutto!"

L'urlo di Peabody aveva sconvolto tutti, tanto da non accorgersi che erano rimasti bloccati per cinque minuti.

Quando scese nel cortile, camminava lentamente, come se gli stessero puntando un fucile addosso.

Aveva l'aria sconvolta ma allo stesso tempo sembrava convinto di ciò che stava per fare.

Guardò verso la signorina Betty "Ma ne è sicura?"

"Sicurissima direttore" cinguettó lei

"Ma la sua presenza non ha mai funzionato!"

"Ma quella di lei si invece, si fidi direttore"

Peabody sospiró "Peggio si così non può andare, addio tranquillitudine" poi fece radunare i detenuti vicino, in modo che tutti potessero ascoltare.

"Miei cari detenuti..." si sistemò il colletto della camicia "mi è stata fatta notare la vostra buona condottitudine degli ultimi periodi ed è per questo che ho intenzione di premiarvi come meglio meritate"

Tutti drizzarono le orecchie, persino i Dalton si mostrarono curiosi.

"Ho mandato un telegramma al mio amico Ellis Ludwig ed insieme abbiamo deciso che..." osservó la signorina Betty, sperando cambiasse idea...ma nulla.

Anzi, lo intimava a proseguire.

"Abbiamo...deciso che faremo un gemellaggio!"

"Un geme cosa?" Domandò Joe senza capire "non prevederà mica..."

"Sara qualcosa con gemme di frutta!" Sognò Averell ad occhi aperti

"Un gemellaggio" ripetè William "è un modo per unire due popoli diversi fra loro per stabilire un legame politico o culturale"

Quasi nessuno aveva capito.

Joe, comunque, tirò un sospiro di sollievo "Meno male, avevo capito ben altro"

"E questo gemellaggio..."proseguì Peabody "lo faremo con il penitenziario femminile!"

Le grida di approvazione dei detenuti risuonarono per tutto il cortile, mentre i Dalton si guardavano senza parole.

"Che cos'è? Uno scherzo?" Chiese Evelyn, sperando che Peabody scherzasse.

Un gemellaggio con un penitenziario femminile avrebbe creato una bella rivolta nell'attimo che le donne tornavano indietro.

I detenuti avrebbero cercato di evadere per andare da loro e stessa cosa temeva per i fratelli.

"Non temo di no" rispose Jack, notando il volto soddisfatto della signorina Betty e del direttore.

"Io penso che come esperienza ci servirà"

"Allora ci ho azzeccato! Ve lo dico io che è una trappola!!" Esclamò Joe, che cercava di fermare quello scempio tra i detenuti senza ottenere risultato.

I fratelli erano più confusi di prima.

"Joe stai bene?"

"No! Non sto bene!" E si allontanò lentamente verso le celle "un gemellaggio" borbottò "come se un uomo volesse due marmocchi uguali fra i piedi"

Jack, William ed Evelyn si scambiarono occhiaie interrogative

"Pensate anche voi quello che penso che Joe abbia pensato?"

Tutti annuirono e lo seguirono.

  
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