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Autore: _ Arya _    25/04/2017    5 recensioni
Killian Jones, 18 anni, è l'unico mago al mondo ad essere stato posseduto da un Obscurus per oltre 14 anni ed essere riuscito a liberarsene. Dopo aver trascorso l'infanzia nell'oscurità, la sua vita è lentamente tornata alla normalità.
È sull'Espresso diretto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, insieme ad Emma Swan, la giovane e bellissima Salvatrice. Riusciranno, nonostante le loro differenze e divergenze ad unirsi come lo Yin e lo Yang per prepararsi ai tempi bui e la guerra che attende il mondo magico?
La trama segue in parte le vicende di Harry Potter e ci sono dettagli di Animali Fantastici e Dove Trovarli. Non serve necessariamente conoscere nei dettagli la saga per riuscire a seguire perché molte cose cercherò di spiegarle io.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Regina Mills
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Prologo




EMMA POV

Per i primi dieci anni della mia vita, avevo odiato la scuola. Vivere nella casa famiglia era sempre stato un inferno, non ero mai riuscita a costruire un'amicizia. Ci ero andata vicina con Lilith, a sette anni, ma proprio quando avevamo iniziato ad avvicinarci lei era stata adottata e io no. Per qualche ragione nessuno aveva mai voluto me, nessuno aveva mai scelto me e fino all'età di 11 anni avevo creduto di avere qualcosa che non va. Quando era arrivata la mia lettera di ammissione ad Hogwarts, finalmente, tutto era stato chiaro. Il Preside Merlino mi aveva spiegato che era Ingrid, la direttrice della casa famiglia, la mia tutrice. Non condividevamo lo stesso sangue, ma era la sorellastra di mia madre: era ciò che di più vicino avessi ad una famiglia e non l'avevo mai saputo. Non me l'aveva mai detto. Era sempre stata gentile con me, sempre pronta a proteggermi quando gli altri bambini mi infastidivano. Eppure, in qualche modo, c'era sempre stata freddezza... distanza. Avevo scoperto la ragione a distanza di anni, ma non sapevo ancora come sentirmi a riguardo. Ingrid era stata adottata dalla famiglia di mia madre quando era appena una neonata: le due erano cresciute insieme diventando vere sorelle, si erano volute molto bene. L'avevo visto nel pensatoio, quando Merlino mi aveva consegnato gli unici ricordi della mamma nella speranza che mi aiutassero a capire chi fossi.
Il giorno del suo undicesimo compleanno, mia madre aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts e Ingrid no. In un primo momento ci era rimasta male, ma alla fine aveva accettato la realtà perché, in fondo, Margaret era l'unica strega in famiglia: i loro genitori erano babbani. La tregua era durata per qualche settimana, fino a che le due non si erano ritrovate in giardino a giocare insieme e mia madre aveva fatto volare un fiore in mano a sua sorella: Ingrid, inaspettatamente, glielo aveva rimandato indietro. Per magia.
La gioia era durata poco, dato che il giorno dopo aveva ricevuto lei stessa una lettera dal preside di Hogwarts. Aveva scoperto di essere una Maganò. Non sapevo quali parole Merlino avesse usato, ma ero certa avesse fatto del suo meglio per spiegare ad una bambina che purtroppo ciò che lei aveva dentro non bastava per frequentare una scuola di magia. Da quel momento il rapporto tra le due non era mai più stato lo stesso, e ogni anno che passava avevano finito per allontanarsi sempre di più.
E come poteva Ingrid amare la figlia della sorella che aveva avuto ciò che a lei era stato negato? Non riuscivo a biasimarla, probabilmente doveva essere stato molto difficile per lei; d'altra parte, però, era ingiusto che non mi avesse mai detto la verità, lasciando che mi sentissi sbagliata.
Adesso il nostro rapporto era civile, Ingrid si era perfino scusata per aver omesso di raccontarmi della mia infanzia ammettendo di avere sbagliato. Eppure, dopo 5 estati trascorse senza segreti, la freddezza non si era sciolta: non saremmo mai state una vera famiglia, probabilmente.
Ero felice che quest'estate mi avesse mandata dai miei amici quasi un mese prima dell'inizio della scuola. Non che fosse una persona cattiva, sapevo che mi teneva con lei per proteggermi: in qualche modo estendeva su di me la protezione che la mamma mi aveva donato prima di morire. Quella che mi aveva salvato da Rumplestiltskin. Ma per una volta mi era stato concesso di allontanarmi in anticipo: con l'aiuto di Merlin aveva ideato un amuleto che avrebbe racchiuso temporaneamente il suo “potere protettivo”, così che potessi trascorrere un po' di tempo coi miei amici.
Hogwarts mi aveva in qualche modo salvata da me stessa: mi aveva aiutato a capire chi fossi, e soprattutto mi aveva dato degli amici meravigliosi che sarebbero sempre stati parte della mia vita.
-Emma, sei tra noi?
-Cosa? Sì, sì, scusate...- borbottai, lasciando che il ciondolo scivolasse di nuovo sotto la mia canottiera. Era davvero un bel regalo di compleanno.
-Domani mattina i miei ci portano a fare shopping. In anticipo una volta tanto, così da non trovare la folla dell'ultimo minuto.- sintetizzò, ed io annuii. In effetti mi serviva una nuova divisa, quella che avevo era diventata un po' troppo corta: quell'estate ero cresciuta di quasi 5 centimetri.
-Va tutto bene?- intervenne Neal, prendendomi la mano.
-Sì, sì, scusate. È solo che pensavo... sono felice di essere qui con voi. Voglio dire, nonostante tutto ciò che sta succedendo...
-Capisco- intervenne Regina -Rumple è tornato, ma dobbiamo pur goderci il tempo che ci resta, no? È inutile rintanarci ed evitare di vivere...
-“Il tempo che ci resta”. Molto ottimista, Regina!- protestò Mary, e tutti scoppiammo a ridere. Forse era un tantino macabra, ma era la verità. Rumplestiltskin non si era ancora rivelato al mondo, anche se sicuramente l'evasione in massa da Azkaban dipendeva da lui... ma a parte quello, regnava il silenzio. Un silenzio che non sapevamo quanto sarebbe durato, quindi era davvero il caso di godercelo.
-Ok, però dobbiamo passare al negozio di Quidditch! Gli zii mi hanno dato dei soldi per comprare la Nimbus 2016 finalmente!
-Wooah cosa? Ma non è giusto! Solo io e Mary rimaniamo con le scope vecchie!- protestò David, battendo una pacca sulla schiena a Neal. Io invece lo abbracciai contenta, avremmo potuto organizzare una bella gara, anche se la velocità della mia Firebolt sarebbe stata difficile da battere. In ogni caso, era una buona cosa che uno dei nostri cacciatori avesse una scopa moderna e veloce. Un po' mi dispiaceva per David, la sua era una famiglia meravigliosa ma non avevano abbastanza soldi per potersi permettere una Nimbus. Tuttavia ne avevamo parlato con Mary e gli altri e gliene avremmo regalata una fine settembre, per il suo compleanno. Avevo tenuto l'oro vinto al Torneo, ma mi ero ripromessa di non usarlo per me: fare regali ai miei amici era la soluzione ideale.
-Voi siete proprio fissati col Quidditch- borbottò Regina, alzando gli occhi al cielo -Siete peggio di mia sorella e non credevo fosse possibile.
-Solo perché a te non piace lo sport non puoi criticare!- la punzecchiai con una risata. Non avevo mai capito il suo astio per il Quidditch, era davvero bravissima a volare e sarebbe stata un'ottima giocatrice. Era un peccato non volesse provarci, ora che il loro cercatore si era diplomato, ma da una parte potevo capire. Il capitano era sua sorella Zelena, con cui né lei né nessuno di noi andava d'accordo. Era Regina l'eccezione alla regola, la Serpeverde che era diventata la mia migliore amica in assoluto. A mio parere era una Grifondoro mancata, così come Neal era un Tassorosso mancato. Il suo coraggio, però, l'aveva contraddistinto fin da subito ed era finito con noi, cosa che non mi dispiaceva affatto. Fin dai primi anni era stato un ragazzino tranquillo e silenzioso, il primo a cui mi ero avvicinata. Poi il gruppo si era allargato con David e Mary, e a fine primo anno avevamo accolto ufficialmente Regina. Quasi mi mancavano quei tempi...
-Non ho mai detto che non mi piace lo sport. Ma non capisco la vostra fissazione.- tagliò corto, per poi aprire la sua valigia con un colpo di bacchetta e tirarne fuori una copia de La Gazzetta del Profeta. Non riuscii a fare a meno di incupirmi ed una fitta pervase la mia ferita al polso destro, che dopo tre mesi non aveva ancora smesso di far male del tutto, nonostante fosse ben cicatrizzata.
-Emma, stai bene?
-Sì... tutto ok Mary. Grazie.
-Ancora il polso, Emma? Fammi vedere...- sussurrò Neal, ma quando tento di afferrarmi mi ritirai. Non mi piaceva quella cicatrice e una volta a Hogwarts sarei sicuramente passata in infermeria per farmela eliminare dal Dottor Whale, se possibile. Non volevo che il mio corpo diventasse il foglio da disegno di Rumple, mi bastava la cicatrice a forma di stella sulla tempia. Quello, però, ero in grado di nasconderla coi capelli.
-Scusa- borbottai, all'espressione confusa del ragazzo -E' brutta. Odio guardarla. Ma sto bene, credo sia solo una cosa psicologica.
-E la cicatrice? Fa male?
-Va e viene, ormai. Ma non c'è da stupirsi...
Adesso che Rumplestiltskin era tornato, la nostra connessione era più forte che mai e quell'estate non avevo fatto altro che fare strani sogni in cui lui urlava o rideva. Mai nessun dettaglio, però, quindi avevo evitato di raccontarlo ai miei amici. C'era già la Gazzetta del Profeta che continuava a farmi passare per una pazza bugiarda e non era il caso di confermare le loro ipotesi.
Sospirando, lasciai che il mio ragazzo mi baciasse e ricambiai leggermente, per poi stringermi a lui. Mi era mancato più di quanto pensassi durante i quasi due mesi trascorsi da Ingrid, nonostante mi avesse mandato lettere e dolci almeno due volte a settimana. Era un vero peccato che non fosse potuto venire a trovarmi, ma con gli zii era stato in vacanza in Australia. Neal era come me, più o meno. I suoi genitori erano morti, ma ricoverati al San Mungo da 15 anni. Durante la prima battaglia contro Rumple erano stati torturati fino ad esaurimento dai suoi seguaci. Avevano perso il senno, e non era stato possibile fare nulla per aiutarli. Tuttavia, al contrario di me, aveva una famiglia... così o suoi zii materni l'avevano adottato subito.
-Comunque, ne parlavo prima con Mary...- intervenne Regina, rompendo il silenzio; -Visto che siamo tutti insieme e abbiamo un po' di tempo, perché non partiamo in vacanza tutti insieme? Mio padre ha una tenuta sull'isola di Arran, in un paesino magico. Potremmo andare al mare per qualche giorno. Ovviamente la casa è protetta- aggiunse subito, vedendo Neal aprire la bocca -E almeno lui dovrebbe venire con noi. Però...
-Mi sembra un'idea fantastica!- esclamò David -Poi ne parlo coi miei. Sono certo che se c'è tuo padre ci lasceranno andare!
-Sì, piace anche a me l'idea- approvai -Se siamo fortunati e c'è sole, una volta tanto potrei abbronzarmi un pochino...
-E io e Neal avremo l'occasione di ammirare le nostre ragazze in costume da bagno!
Neal rise ed io lo colpii sulla spalla, imbarazzata, e lo stesso fece Mary col suo ragazzo. A volte dimenticavo che, per quanto dolci potessero essere, erano pur sempre maschi! Ma quell'idea era meravigliosa, non ero mai stata in vacanza con gli amici. Gli unici viaggi che avevo fatto erano quelli di gruppo organizzati da Ingrid, ma non mi ero mai divertita molto.
Un'isola scozzese, un paesino di maghi, la natura, il mare e l'ottima compagnia, mi sembravano una combinazione perfetta! Ci avrebbe sicuramente fatto bene rilassarci un po' prima della scuola. Ad ogni modo era inutile che restassimo lì tutta l'estate, perché a quanto avevo capito non ci avrebbero mai lasciati partecipare alle riunioni dell'Ordine. A detta degli altri, non volevano neanche informarci su ciò che stava succedendo... ma su quello avrei insistito. Meritavo di avere uno straccio di informazione, dopo ciò che avevo affrontato. Dopotutto ero stata io a vederlo tornare, era stato il mio sangue quello che aveva utilizzato per tornare in vita. Non ero ancora maggiorenne, e quindi? Anche per partecipare al Torneo avrei dovuto esserlo, invece nessuno si era preso la briga di fare qualcosa di concreto per escludermi dalla gara. Avevo partecipato, ed ero viva per miracolo.
-Vabbé dai, io accompagno Emma a disfare le valigie.- esordì infine Mary, e Regina annuì. E probabilmente era davvero il caso di sistemarmi, perché conoscendo la madre di David, entro mezz'ora ci avrebbe chiamati per la cena... avevo voglia di una doccia, prima.
Sarebbe stata una bella estate. Non riuscivo a pensare a Rumple ora che finalmente avevo l'occasione di trascorrere un mese intero con tutti i miei amici.

 

***


KILLIAN POV

-Killian! È arrivata la tua lettera da Hogwarts!
-La che? Lasciami dormire, nonno...- borbottai, tirando su le coperte fino a coprirmi la faccia. Quante volte gli avevo ripetuto di non aprire le tende mentre ero ancora a letto? Non riusciva proprio a capire che avevo bisogno di dormire almeno fino a mezzogiorno?
-Smettila, dormiglione. Lo so che manca ancora un mese ma devi iniziare a riabituarti alla scuola! Considerando che le lezioni iniziano alle 8 e mezza...
-Appunto. Ora che posso dormire lasciamelo fare.
Tuttavia sapevo che ormai non sarei riuscito a riaddormentarmi. Tanto valeva che mi alzassi a leggere quella dannata lettera...
-Dai, non è così presto, sono le 10 e mezza.
-Sono andato a letto alle 5!
-Non è mica colpa mia. Ma poi non esci mai, cosa fai tutta la notte?
-Guardo i porno- borbottai, tirandomi su a sedere scocciato. Mio nonno inarcò un sopracciglio, ma io non replicai. Poco mi importava che mi credesse o meno, erano affari miei. A pensarci bene, però, forse era più credibile del fatto che trascorressi le nottate a leggere libri e guardare serie televisive, come un perfetto nerd. Ma era l'unica cosa che riuscivo a fare, ormai.
Dopo aver frequentato una ragazza a Durmstrang, avevo scoperto che le babbane non mi interessavano più. Certo, parlare non era mai stato il mio passatempo numero uno con le donne, ma avevo scoperto che avere degli argomenti in comune non era male, di tanto in tanto. Ovviamente, però, dopo quel piccolo incidente sul campo di Quidditch, nessuno dei miei ex compagni aveva più voluto a che fare con me. La semplice curiosità sul mio passato da Obscurus si era trasformata in paura. Era stato dannatamente ingiusto, perché si era trattato di un incidente, sarebbe potuto capitare a chiunque... invece era capitato a me. Il cercatore della squadra avversaria aveva perso l'uso del braccio, e avevano deciso di attribuirmi la colpa.
Nessuno aveva più voluto avvicinarmisi, col timore che se mi avesse fatto qualche torto mi sarei vendicato. Perfino Elise mi aveva lasciato, con la scusa che fossero i suoi genitori ad esigere che si allontanasse da me. Tutte sciocchezze. Le ultime due settimane erano state le più lente in assoluto, tanto che era stato un sollievo quando il preside aveva infine deciso di punirmi con l'espulsione, quando era arrivata la notizia che per il braccio di Elias non ci fosse nulla da fare.
Scossi la testa e afferrai la lettera che mi porse il nonno, aprendola per vedere cosa diceva. Hogwarts era la scuola che tutta la mia famiglia materna aveva frequentato, probabilmente fin dalla sua fondazione. Il nonno mi aveva spiegato che la nostra era una delle più antiche famiglie di maghi del Regno Unito, e probabilmente anche del mondo.

Caro signor Jones,

Siamo lieti di informarLa che lei ha il diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri e le attrezzature necessarie agli studenti del Sesto anno.

L'anno scolastico avrà inizio il giorno 1° settembre e l'Espresso per Hogwarts partirà alle ore 12 in punto dal binario 9 ¾ alla stazione di King's Cross a Londra. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 5 Agosto.

P.s. Se lo desidera, la Sua cerimonia di smistamento potrà avere luogo in privato. Le comunicheremo ulteriori dettagli in caso di risposta positiva.

Distinti Saluti,
Merlino,
Preside di Hogwarts.

E poi c'era un altro foglio, con una lista di cose che avrei dovuto procurarmi per la scuola.
Non riuscii a fare a meno di notare quanto fosse stupido, però, dover arrivare fino a Londra per prendere il treno. Non c'erano fermate in Irlanda? Certo, c'era il mare di mezzo, ma si trattava pur sempre di uno stramaledetto treno magico. Oppure non potevano inventare un punto di raccolta vicino alla scuola per quelli che non avevano voglia di compiere uno stupido viaggio di ore ed ore in treno? Eravamo dei maghi. C'era la materializzazione. La metropolvere. Le passaporte.
-Beh?
-Beh cosa? Mi hanno preso, ma questo lo sapevamo già. Dovrò andare a Londra un paio di giorni prima, però, c'è della roba da comprare.
-Sì, ovviamente. Andremo a Diagon Alley, è il posto migliore.
-Posso andarci anche da solo. Ti ricordo che sono maggiorenne da un po', nonno.
-E allora? È un secolo che non vado a Diagon Alley... ti accompagno con piacere. Se hai voglia possiamo andarci una settimana prima... una piccola vacanza...
In risposta scossi le spalle, poco mi importava. Probabilmente avrei apprezzato la capitale, era una grande città, ma cosa avrei fatto lì da solo? O con lui. Volevo bene a mio nonno, certo, ma la nostra differenza d'età non ci permetteva di condividere chissà quante passioni in comune. Tuttavia, se voleva che andassimo prima, non mi sarei opposto... non era la peggiore delle idee. La nostra piccola cittadina babbana era piuttosto noiosa e le poche famiglie di maghi che c'erano ci evitavano per colpa mia. Diagon Alley era un quartiere totalmente magico e soprattutto nessuno mi conosceva: avrei trovato qualcosa da fare.
-Ehi. Killian, lo sai che se avessi voglia di parlare io sono qui per te.
-Parlare... di cosa?
-Beh, non lo so. Di qualunque cosa.
La mia vita era migliorata dopo essere stato liberato dall'Obscurus? No. Non davvero.
Certo, per i primi 13 anni della mia esistenza mio padre non aveva fatto che picchiarmi al minimo accenno di magia. Era stato sopportabile quando ero piccolo, perché quando commettevo un errore mi colpiva al viso con uno schiaffo e diceva “Lo faccio per il tuo bene, Killian. La magia è una cosa brutta. Anche la tua mamma ha rinunciato, lo vedi che non la usa mai, no?”, oppure “Lo so che fa male, ma ti devo aiutare ad estirpare l'oscurità perché ti voglio bene, figliolo” e cose del genere. Mia madre era una strega, ma non aveva mai usato la magia da quando la ricordavo... e non aveva mai rimproverato mio padre quando mi colpiva, quindi per un po' avevo pensato che fosse giusto. Così avevo sopportato, sforzandomi di dominare quei formicolii che ogni tanto mi facevano fare cose senza che lo volessi. Non ci ero mai riuscito davvero, fino all'età di cinque anni. Ricordavo ancora quell'orribile giorno come se fosse ieri, e ogni tanto lo sognavo.
Avevamo ospiti a cena, quel giorno, e mia madre era intenta a preparare la polenta al formaggio. Io ero seduto a tavola con la coppia nostra ospite e loro figlio, più grande di me di due anni. Ad un certo punto mia madre aveva commentato con un “Ah dove ho la testa... dove ho messo il cucchiaio!” ed io, prima di rendermene conto, avevo fatto volare il mio cucchiaio da lei. Davanti a tutti.
Poi era successo tutto velocemente, almeno nei miei ricordi. Mentre i nostri ospiti erano rimasti sgomenti e impietriti al loro posto, mia madre era corsa in salotto per poi tornare subito con la sua bacchetta magica. Aveva gridato “Oblivion!”, puntandola dritta verso le tre persone, urlandomi di correre in camera mia e chiudermici dentro. Quello che era successo nell'ora seguente potevo solo immaginarlo, ma era probabile che lei e mio padre avessero scortato fuori la famiglia modificandone i ricordi. Dopo quell'infinita attesa, mio padre era entrato nella mia stanza sbattendo forte la porta e mi aveva sollevato di peso, per il colletto della t-shirt. Avevo urlato, pianto e gridato scusa decine di volte, mentre la mamma era rimasta davanti alla porta, terrorizzata e senza fare o dire nulla. Poi l'uomo mi aveva tolto la maglia e ributtato sul letto, e prima che me ne rendessi conto aveva iniziato a colpirmi violentemente con la cintura dei suoi pantaloni. “Mostro”, “Stupido moccioso”, “Delusione”, “Orrore”erano state solo alcune delle parole che avevano alternato i colpi. Eppure, dopo un po' avevo smesso di sentire il dolore... era rimasta solo la solitudine. Ingiustizia. Perché il mio papà non voleva capire che non le facevo apposta, quelle magie? Perché la mia mamma non mi difendeva? Mi ero sentito solo al mondo, provando un gran desiderio di fare del male a mio padre... ma mi ero trattenuto. Mi ero trattenuto con così tanta forza, che all'improvviso il dolore era esploso... io ero esploso. Come se il mio corpo fosse andato in mille pezzi, come se le mie ossa fossero state spezzate una ad una... ed ero volato via. Ero volato via sotto una forma scura che non era la mia, poi era stato come se avessi perso conoscenza. Non sapevo cosa avevo fatto, ricordavo solo di essermi risvegliato nella mia camera.
Era stata la prima manifestazione dell'Obscurus che aveva iniziato a divorarmi dentro.
Adesso ero libero, eppure da quando i miei amici mi avevano voltato le spalle quel senso di solitudine era tornato più forte che mai. Non fino a quei livelli, ovviamente, ma non riuscivo a fare a meno di pensare che, in fondo, le cose non erano cambiate poi così tanto... per quanto la mia adolescenza fosse stata dura, gli amici non mi erano mai mancati.
-No... non mi viene in mente niente. Ma grazie.- mentii.
Dopo tutto ciò che mio nonno aveva fatto per me da quando il Ministero mi aveva affidato a lui, non meritava di conoscere quei pensieri cupi. In fondo non potevo lamentarmi. Quando ero stato liberato, mi ero sentito come se la vita mi avesse concesso una seconda possibilità... ed ora, Hogwarts era in qualche modo la terza. Forse sarebbe stata quella buona.
Avrei provato ad essere ottimista, almeno un po'. Se la ruota girava e non era bloccata da qualche masso, era decisamente arrivato il mio turno di ricevere un po' di fortuna.
-Anzi, una cosa c'è. Da domani vengo ad aiutarti in negozio. Voglio comprare una scopa nuova prima di andare a Hogwarts, con un po' di fortuna riuscirò a entrare in squadra...
-Davvero? Vuoi provare?
-Sì. Sono bravo, non vedo perché dovrei lasciare che uno stupido incidente mi faccia rinunciare al Quidditch.
-Sono contento figliolo! Così si parla! Bene allora, da domani puoi venire insieme a me per i turni di pomeriggio, d'accordo?
-D'accordo. Che sollievo, temevo mi avresti costretto a venire al mattino!
-No... hai ragione, ti lascerò godere le vacanze. Comunque ti conviene rispondere al gufo, e per quanto riguarda la cerimonia di smistamento... dì di sì.
-Sì cosa?
-Farla in privato. Altrimenti ti tocca farla davanti a tutti coi ragazzini di 11 anni e conoscendoti...
-Oh! No, non se ne parla, non mi esibisco coi mocciosi. Grazie per la dritta, adesso rispondo e mando il gufo.
E oltre a non avere la minima intenzione di sedermi su uno sgabello davanti a tutti, tra un bambino e un altro, sarebbe stata tutta pura formalità. Era ovvio che sarei finito in Serpeverde come tutta la mia famiglia: non avevo la minima intenzione di spezzare una tradizione che andava avanti da secoli.
-Ehi, un attimo. La Gazzetta del Profeta è arrivata oggi?
-Sì, è in cucina. Ma non farti illusioni, è la solita spazzatura. Nulla sul Signore Oscuro.
-Vabbé. Che branco di idioti. Mi chiedo come facciano a credere che quel ragazzo sia morto per un banale incidente con tutte le precauzioni che sono state prese...
Ricordavo ancora il discorso del preside Barbanera all'inizio dell'anno precedente, riguardo al torneo Tremaghi. Erano state prese precauzioni mai viste prima per evitare gli incidenti mortali che quindici anni prima avevano costretto il Consiglio ad annullare la gara fino a data indeterminata. Nonostante non fossi stato tra i prescelti che avevano raggiunto Hogwarts per provare a partecipare, come tutti gli studenti avevo seguito gli eventi molto approfonditamente. Io ed Elise avevamo trovato dannatamente ingiusto che nell'altra scuola avessero ammesso una ragazzina di 15 anni – Salvatrice o meno – e noi, entrambi maggiorenni, non avevamo avuto neanche la possibilità di provare. Ci era passata quando eravamo stati presi nella squadra di Quidditch per sostituire il cercatore e la cacciatrice che erano partiti, però. E dopo aver assistito alla Prima Prova su un grande schermo in sala grande, avevo pensato che in fondo rischiare di finire abbrustolito da un drago non rientrava nei miei interessi. Certo, i 1000 galeoni avrebbero potuto farmi comodo... ma pazienza.
Anche quando ero stato espulso avevo continuato a seguire le vicende tramite i giornali, e la Salvatrice mi era rimasta impressa anche durante la seconda prova. Per non parlare della terza. Sapevo tutte le storie che la riguardavano, ma a primo impatto non avrei scommesso un solo zellino su di lei... invece mi aveva incantato fin da subito, quando l'avevo vista a cavallo della sua Firebolt. Aveva volato in maniera impeccabile, veloce come la luce... e aveva recuperato quell'uovo di drago in meno di 10 minuti, senza neanche una piccola scottatura.
Neanche per un secondo avevo dubitato di lei, quando sul grande schermo del villaggio magico irlandese di Cork, l'avevo vista comparire col corpo inerme di Graham, gridando “Rumplestiltskin è tornato! È stato lui!”, in preda alle lacrime. Tutto il villaggio era rimasto terrorizzato, ed era triste pensare che ora, probabilmente, gli unici che ancora credevano a quella storia fossimo io e il nonno. Quando sulla Gazzetta del Profeta del giorno dopo avevo letto in prima pagina “Il Ministero chiede di mantenere la calma: l'Oscuro NON è tornato.” Il sottotitolo aggiungeva “Emma Swan, Salvatrice e vincitrice del Torneo Tremaghi dichiara il falso in stato si shock”. Avevamo letto l'intero articolo, ed il nonno aveva concluso con un “Sciocchezze. Immaginavo sarebbe andata così.”
Poi avevamo avuto una fitta conversazione e avevo capito molte cose su Rumplestiltskin. Non che non mi fossi informato quando ero stato finalmente libero di essere me stesso, ma poterne parlare con qualcuno che conosceva concretamente i fatti passati, era un'altra cosa. E se mio nonno pensava che l'Oscuro fosse tornato davvero, allora era così. Per quanto terrificante potesse essere – o forse neanche troppo, dato che non si era neanche fatto vivo, ancora. In più, Emma Swan mi era sembrata tutt'altro che shockata... Scossa, certo. Sanguinante e in lacrime. Devastata per la morte del suo amico. Ma anche lucida, in un certo senso. Quella ragazzina era forte e tutt'altro che una bugiarda, e mio nonno l'aveva confermato. Nessuno di noi aveva più creduto alle sciocchezze che la Gazzetta aveva iniziato a rifilarci tutti i giorni.
A Hogwarts avrei avuto modo di conoscerla di persona, quella ragazza. Mi incuriosiva.


Ecco cos'è un Obscurus, per chi non avesse visto Animali Fantastici e Dove Trovarli: http://it.harrypotter.wikia.com/wiki/Obscuriale



 

Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Allora, innanzitutto... non avevo intenzione di postare, per ora. Ma la revisione del capitolo dell'altra storia sta richiedendo più tempo, quindi per spezzare l'attesa ho detto perché no... avevo già questo unico capitolo pronto da un po'.
Quando ho postato la One shot non pensavo davvero di fare una long, ma alcuni di voi hanno pensato che potesse essere un'idea carina... quindi ho ideato un prologo (che cambia leggermente i fatti della OS, ma di poco. posterò la versione corretta). Ora ho altre storie in corso, ma se ad abbastanza persone dovesse piacere come ho impostato il tutto, alla fine di quelle continuerò.
Adoro Harry Potter da quando sono bambina, quindi credo potrei divertirmi a scrivere questo cross-over... ma vedremo :) Ad ogni modo, man mano ci saranno spiegazioni anche per coloro che conoscono Harry Potter solo in grandi linee... quindi non serve aver necessariamente letto la saga o visto i film per riuscire a seguire la storia. (ma se non l'avete fatto, FATELO. Harry Potter va letto e basta lol)
Inoltre, ho visto e amato 13 reasons why... ora, non parlerò di suicidio e fatti simili, qui, non vi preoccupate. Ma prenderò spunto da alcuni fatti e semplicemente dall'idea generale per rendere reale e attuale i fatti a scuola, anche se si tratta di Hogwarts. Ho sempre avuto un "debole" per certe tematiche... nel senso che mi piace trattarle, anche se non è facile... chi ha letto le mie altre storie lo sa.
Detto questo, prima che inizi a delirare, me ne vado a dormire... fatmi sapere :)
   
 
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