Film > La Bella e la Bestia
Ricorda la storia  |      
Autore: Sempreverde03    26/04/2017    6 recensioni
Semplicemente un piccolo focus sulla vita del principe prima dell'incantesimo. Un mio approfondimento personale su alcuni personaggi molto importanti per la crescita psicologica del nostro adorato Adam.
Ispirato al live action del 2017 con Dan Stevens ed Emma Watson
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C'era una volta, nel cuore segreto della Francia, un castello maestoso e imponente. Esso si trovava in mezzo al bosco, in una tranquilla radura isolata. Nelle colline tutt' intorno c'erano tanti piccoli villaggi a comporre un piccolo regno. Il castello troneggiava su quel paesaggio e, come consuetudine vuole, il nobile che ne era padrone governava incontrastato su tutto quel pezzo di terra.
L'uomo in questione era un rinomato principe vissuto a Parigi per quasi tutta la vita e che si era sposato con una giovane contessa molto amica della sua famiglia. Aveva deciso di trasferirsi al castello con la consorte per avere maggior facilità nel gestire e tassare i paesi vicini.
Così aveva abbandonato la capitale lasciando la sorella, la quale avrebbe presto sposato un duca. Aveva preso i suoi effetti, carrozze, cavalli, servitori e aveva detto addio alla sua vecchia vita. 
Il principe Fabien e l'ormai principessa Céline ebbero un figlio: un bellissimo erede maschio dei capelli biondo
cenere e gli occhi cerulei a cui diedero il nome di Adam.
I genitori si trovarono immediatamente in disaccordo su come crescere il principino: la madre voleva che vivesse circondato da amore e cure, in quanto infante doveva giocare all'aperto come gli altri bambini e soprattutto non diventare dipendente dai privilegi della nobiltà, lussi, sfarzi e vizi.
Il padre voleva abituarlo ai rigidi protocolli e alle regole già in età puerile, non doveva mischiarsi al popolo e trattare i suoi sottoposti come tali.
Per la prima volta il loro matrimonio si mostrava per quello che era davvero: una mossa decisa dalle loro famiglie
alla base della convenienza. La natura crudele e superba del principe (abbastanza malcelata) esplose in tutta la sua potenza alimentando un clima instabile all'interno del castello.
Erano arrivati a un punto tale per cui gli unici a poter fare la differenza nell'educazione di Adam erano sottoposti. Loro, sempre con discrezione, appoggiavano la padrona e passando molto tempo con il principino sembravano in grado di smussare la scissione così netta del suo nucleo familiare causata soltanto da un matrimonio senza amore.
Quando Adam compì dieci anni era un bambino dolce e gentile, con una socievolezza adorabile e una grande
umiltà. Non volergli bene era impossibile, soprattutto per la servitù, che l'aveva visto crescere e continuava a prendersene cura.
Suo padre era spesso via per affari internazionali, ma Céline era sempre presente nella sua vita.
Purtroppo però, un giorno una disgrazia arrivò al castello da Parigi: la peste.
La principessa si ammaló e se ne andò dopo due settimane di sofferenze. Adam ricordava bene quel momento.

il medico era appena uscito dalla stanza dei loro genitori e lui ci era stato scortato. Era rimasto solo con la madre, che quando l'aveva visto non aveva potuto fare a meno di sussultare: non voleva attaccargli quella specie di maledizione mortale.
Il piccolo si era avvicinato e lei gli aveva sorriso prendendogli la mano. Era pallida, scottava e pareva debolissima.
-Guarda come sei bello, Adam.- aveva detto sorridendo al figlio- Sono sicura che con la tua intelligenza diventerai un grande principe!
Lui aveva iniziato a piangere sommessamente.
- Mamma, io non so cosa fare senza di te. Non avrò più nessuno che mi leggerà le storie la sera. Nessuno che mi
permetterà di giocare in giardino. Nessuno che mi abbraccerà quando mi sarò fatto male. Non avrò più niente senza di te!
In quel momento piangeva sempre di più. La madre l'aveva abbracciato rimanendo sdraiata nel letto. Ad un tratto Adam aveva sentito la sua stretta diminuire... Fino a cessare del tutto. Aveva spalancato gli occhi e aveva provato a scuoterla, ma non c'era già più niente da fare.
-Mamma?-l'aveva chiamata piano- Mamma! MAMMA!
Sentiva una morsa spaventosa allo stomaco e la disperazione invadergli il petto.
Le sue grida avevano fatto accorrere Fabien e il medico.
-Così presto? Questo non era previsto. Sono mortificato Vostra Altezza.
-Mamma! Mamma! 
L'uomo aveva rivolto al dottore uno sguardo inespressivo. Poi, senza mostrare il minimo segno di debolezza, aveva preso il figlio, che ancora urlava in preda ad un pianto isterico, e l'aveva portato via dalla stanza.
-Mamma! MAMMA!

Da quel giorno tutto cambiò.
Erano tutti distrutti dal lutto e Fabien pensò che fosse il momento adatto per portare il figlio dalla sua parte, in modo da plasmarlo a sua immagine.
Cominciò con introdurre regole su regole: Adam doveva passare le giornate intere studiando o imparando a tirare di scherma e a cavalcare. Non gli permise più nessun passatempo che non fosse finalizzato alla sua educazione come monarca o alla sua istruzione. Lo viziava con doni e abiti, finendo per convincerlo che tutto gli era dovuto. Limitò le visite nei villaggi e i rapporti con la plebe, lo fece partecipare a eventi mondani già da piccolo e coltivò in lui la superbia.




A quindici anni il loro rapporto raggiunse il culmine della conflittualità, ma Fabien aveva raggiunto il suo obbiettivo: niente bastava più quel principe tanto egoista quanto solo.

Una volta, durante una delle sue lezioni di letteratura private, preso da un improvviso attacco d'ira, aveva gettato a terra alcuni libri davanti all'insegnante, dichiarando:
-Che senso ha parlare d'amore nelle poesie? Perché volete che mi abbassi a leggere di amori eterni e di immagini idilliache? Non vivete nella realtà? Non vedete anche voi che l'amore é soltanto un'egoistica illusione dell'essere umano? Una schifosa debolezza!

Tempo dopo anche suo padre morì, combattendo al fronte e Adam ereditò tutto.
La sua tristezza era infinita, la sua rabbia incontrollata. Incapace di ritrovare una vera felicità, fece l'unica cosa che si ricordava gli avessero insegnato: tutto quello che voleva.
Il popolo moriva di fame, ma lui non abbassava le tasse: la sua ricchezza gli sembrava la sola cosa a cui aggrapparsi.
Continuò a vivere così, finché una sera non si presentò qualcuno a dargli una punizione...a fargli vedere cos'era diventato.
Quando aveva quindici anni tutte le borghese di Parigi gli venivano dietro e addirittura qualche sangue blu... Quindi a quell'età non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata una semplice ragazza di campagna a salvarlo. A innamorarsi di lui e a fargli ritrovare la sua umanità. A ricordati che non era...Una bestia.


Angolo autrice:
E poi c'é la mia insegnante, che continua a dire che le fiabe Disney incentrate sulle principesse sono maschiliste. Chiaramente ha avuto un'infanzia triste. Poverina.
Detto questo FINALMENTE sono riuscita a pubblicare la mia prima storia su "La Bella e la Bestia". Sono molto contenta, perché era un qualcosa che mi dovevo togliere.
Spero che vi sia piaciuta, scrivetemi cosa ve ne pare e sappiate che sono ben accette le critiche se motivate.
Ditemi anche se volete che faccia lo stesso con Belle. 
Alla prossima <3

P.S. La frase che gli ho fatto dire sull'amore me la sono completamente inventata. Non è una citazione, solo il frutto della mia grande gioia di vivere.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La Bella e la Bestia / Vai alla pagina dell'autore: Sempreverde03