Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: TaliaAckerman    01/05/2017    3 recensioni
L'ultimo atto della saga dedicata a Fheriea.
Dubhne e Jel si sono finalmente incontrati, ma presto saranno costretti a separarsi di nuovo. Mentre la minaccia dal Nord si fa sempre più insistente, un nemico che sembrava battuto torna sul campo di battaglia per esigere la sua vendetta. Il destino delle Cinque Terre non è mai stato così incerto.
Dal trentaquattresimo capitolo:
"Dubhne si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ricordò quando, al suo arrivo a Città dei Re, l'avevano quasi rasata a zero.
- Quando ero nell'Arena... - mormorò - dovevo contare solo su me stessa. Un Combattente deve imparare a tenere a bada la paura, a fidarsi solo del proprio talento e del proprio istinto. Non c'è spazio per altro.
Jel alzò gli occhi e li posò su di lei - E che cosa ti dice ora il tuo istinto?
- Sopravvivi. "
Se volete sapere come si conclude il II ciclo di Fheriea, leggete!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per un paio di giorni, non ce l'ho fatta... non sono riuscita a postare due capitoli in un mese >.< Ma è già qualcosa che abbia superato incolume la stesura di questo, il quale, ahimè, è un vero casino. Ad un certo punto mi sono resa conto di essere entrata in contrasto con alcune cose che avevo scritto nel volume precedente e addirittura con alcune di questa stessa storia! E ho impiegato un po' per rimettere tutto a posto. Spero che il risultato sia leggibile.
Il mese scorso vi avevo lasciati con Jel nella biblioteca di Città dei Re per ritirare un libro consigliatogli dal Custode Kryss...









18








Jel tornò sui propri passi, appoggiò il volume di Voss sul tavolo e aguzzò lo sguardo.
Proprio ai piedi della parete rivestita di scaffali luccicava una minuscola goccia di sangue rappreso. Fu allora che ricordò: quello era il reparto in cui era stato rinvenuto il corpo del maestro Camosh.
Resistendo all'improvviso impulso di dare di stomaco, il mago rimase immobile. Il cadavere disilluso era stato rimosso e il pavimento ripulito, ma quella piccola macchia bordeaux era sfuggita alle attenzioni delle assistenti bibliotecarie. Rabbrividì; poteva sembrare il frutto di una suggestione, ma forse era anche per quel motivo che il reparto era rimasto così poco frequentato. Ora che Jel aveva rammentato il fatto, gli pareva che l'atmosfera si fosse fatta lugubre.
Quello era l'ultimo luogo in cui Janor Camosh era stato visto vivo.
Alzò lo sguardo sugli scaffali che sovrastavano quella porzione di pavimento e avvertì una sensazione strana. Ma poi scosse la testa. Doveva smetterla di lasciarsi suggestionare; aveva il suo libro, non gli restava che tornare nella locanda dove alloggiava e apprestarsi ad iniziarne la lettura. Se non avesse perso tempo magari avrebbe anche potuto ritagliarsi un'oretta di riposo prima di cena.
Si infilò il libro sotto il braccio e si incamminò verso il corridoio che si dipanava tra i vari reparti, ma poi si immobilizzò.
Guardò ancora lo scaffale in fondo. C'era uno spazio vuoto.
Allora non se l'era solamente immaginato. In uno dei ripiani dedicati all'applicazione delle Legilmanzia come strumento di difesa in un combattimento, leggermente spostato verso la sinistra dello scaffale, c'era uno spazio vuoto. Era curioso in effetti: l'intero reparto sembrava immacolato, come se non fosse più stato toccato da alcunché da parecchio tempo. Eppure, ne era sicuro, in quello spazio mancava un volume, come se qualcuno lo avesse prelevato per prenderlo in prestito.
Non avrebbe saputo dire con esattezza perché, ma la cosa lo riempì di disagio. Sentiva che c'era qualcosa che non andava.
Uscendo dal reparto e dirigendosi verso l'uscita, Jel si disse fosse meglio chiedere informazioni, giusto per assecondare quello strano scrupolo che gli era sorto pochi secondi prima.
Al primo banco informazioni si sporse in avanti per rivolgersi alla giovane inserviente che aveva il naso affondato tra le pagine di un vlume di cui Jel non riuscì a intravedere il titolo.
- Hai un momento mia cara? - domandò tamburellando le dita sul piano di legno.
La ragazza richiuse il libro e lo ripose sotto la scrivania. Sembrava più giovane di lui di qualche anno. Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise:- Ma certo. Cosa posso fare per voi, Consigliere?
Forse in un altro momento Jel si sarebbe soffermato, almeno per un istante, a studiare il profilo delicato del suo viso e il naso leggermente all'insù. Ma non ora; ora non c'era niente al mondo che gli interessasse di meno.
- Ho avuto l'impressione che mancasse un libro nel reparto dedicato alla Legilmanzia. La cosa mi ha incuriosito dal momento che la custode Jhar sostiene non sia più stato frequentato dalla... - quasi s'interruppe: parlare della morte di Camosh lo induceva ancora ad esitare. - ... dalla morte del maestro Janor Camosh. Gradirei sapere se qualche libro è stato prelevato dal reparto da quel momento in avanti.
- Ma certo, nessun problema - rispose la ragazza. - Reparto dieci B, non è vero?
Jel non poté fare a meno di notare il piccolo tremore che aveva incrinato l'espressione gentile della giovane bibliotecaria.
- Solo un momento.
Mentre lei si alzava e spariva dietro una porta, probabilmente diretta ad uno degli archivi contenenti le liste di entrate e uscite, Jel si guardò intorno.
La biblioteca di Città dei Re era calma, confortevole e immensa. Non era difficile immaginare che un uomo dal nome rispettabile quanto Astapor Raek si fosse potuto muovere indisturbato tra quegli scaffali. Forse aveva affrontato Camosh di sera, in un momento in cui la biblioteca era quasi vuota, senza il pericolo di essere scoperti nell'utilizzo di Magia.
Se avesse saputo che il traditore era istruito nelle arti magiche, probabilmente Camosh sarebbe stato ancora vivo. Jel era sicuro che niente se non un segreto di quella portata avrebbe potuto sorprendere il suo vecchio maestro. Il più grande mago delle Cinque Terre cancellato dal gesto scellerato del Lord dell'Isola Grande.
La ragazza ricomparve stranamente in fretta - altro segnale della totale efficienza del personale della biblioteca - con un voluminoso rotolo di pergamena fra le mani. - Qui sono annotati tutti i prestiti del mese appena terminato. Desiderate controllare ancora a ritroso?
Jel fece un cenno di diniego. - Comincerò così, grazie.
Prese delicatamente la pergamena che gli veniva porta e la dispiegò sul banco di legno. Fece scorrere lo sguardo sulle decine e decine di nomi e di titoli segnati reparto per reparto e alla fine giunse a quello che cercava: dieci B. Era come immaginava. Nessun titolo era stato registrato.
Qualcuno aveva rubato un volume dalla più vasta raccolta di libri e pergamene antiche del continente, e l'intera organizzazione della biblioteca era stata così superficiale da non accorgersene. - Maledizione! - sbottò il mago fra i denti, lasciando andare così bruscamente la pergamena che quasi scivolò a terra.
Mentre il giovane si voltava dirigendosi a tutta velocità in direzione della scrivania della custode Jhar, la ragazza gli gridò dietro allarmata:- Ma che succede? Cosa avete trovato di...?
- Il volume chiave sull'utilizzo delle Pietre Magiche è nella mani di Astapor Raek a vostra insaputa. Ecco che succede!
Ma quando, quando Astapor era tornato a Città dei Re per trafugarlo? Perché Jel ne era sicuro, era sicuro che il volume mancante fosse proprio il testo che Camosh e tutti loro avevano cercato per così tanto tempo, l'unico testo rimasto al mondo che contenesse informazioni sulla Magia racchiusa nelle Sei Pietre che lui e Gala avevano faticosamente riunito nel corso dei mesi precedenti. Quello era un ambiente rigorosamente ordinato. Non c'erano spazi in eccesso o in difetto. Una sezione di scaffale libera poteva significare due sole cose: un libro preso in prestito o un libro trafugato.
Ma le brutte sorprese non erano ancora finite, perché Jhar era già impegnata a discutere animatamente con qualcun altro. Di media altezza, robusto, Jel lo conosceva: era Kallen Prescot, un giovane Consigliere Haryarita che in quel periodo così denso di riunioni del Gran Consiglio trascorreva gran parte del tempo tra Grimal e Città dei Re.
Avvicinandosi, Jel colse alcuni brandelli della conversazione. O meglio, ascoltò quanto bastava per comprendere quanto fossero fondati i suoi timori.
Prescot teneva un libro aperto sul piano della scrivania e ne indicava le pagine all'anziana custode. - Qualcuno ha praticato un incantesimo di scambio, Custode Jhar. Questo libro non è ciò che sembra. E di certo non tratta delle Pietre Magiche.
Solitamente la custode Jhar era alquanto restia a dare ragione a un visitatore, chiunque egli fosse; nessuno come lei conosceva quella biblioteca, i suoi volumi, i suoi reparti e i suo segreti. Ma quella volta, evidentemente, la prova portata da Kallen Prescot era inequivocabile.
Chiuse di scatto il libro che aveva turbato così tanto il Consigliere Haryarita e Jel ebbe modo di leggerne il titolo, scritto in caratteri argentati su una copertina color viola scuro.
Es Machien Imeldae. Era l'idioma dell'antico Stato dei Re. Semplicemente, "Le Pietre Magiche".
Dunque non si era sbagliato. Proprio nel cuore della capitale Raek era riuscito ad agire indisturbato, sconvolgendo tutto.
Sia Kallen che la custode Jhar si erano accorti dell'arrivo di Jel e si erano voltati a guardarlo. Per la prima volta in tutta la sua vita, il Consigliere scorse qualcosa di simile alla paura negli occhi ambrati dell'anziana donna. I Ribelli non si erano solamente insinuati all'interno del Gran Consiglio. Ora avevano dato prova di poter letteralmente fare ciò che volevano anche in un luogo protetto e sorvegliato quanto la biblioteca di Città dei Re.

                                                                    ***

- Raek dev'essere venuto qui prima che io avessi modo di comunicare al Consiglio la sua colpevolezza - dichiarò Jel con la gola secca, in piedi dinnanzi al tavolo attorno al quale si erano radunati tutti i membri che si trovavano in città in quel momento. - Entrato nella biblioteca senza nemmeno aver bisogno di modificare il proprio aspetto, si è impadronito del volume che già in precedenza era riuscito a camuffare tramite un incantesimo di scambio e lo ha portato via. In che modo non lo sappiamo, ma non deve essere stato difficile utilizzare qualche escamotage, data la segretezza della sua affinità alla Magia.
Dopo aver terminato, il mago tornò lentamente a sedersi.
I pochi Consiglieri presenti - Ellanor, Althon, Kallen Prescot e, naturalmente, l'intera delegazione dello Stato dei Re - non parevano aver preso bene la notizia. Il clima che ai respirava attorno alla gran tavola era a dir poco tetro.
Il primo a commentare fu il maestro Ellanor, dall'Ariador, e lo fece con un sarcasmo che Jel non poté biasimare:- Abbiamo cercato quel libro per settimane e abbiamo anche avuto il coraggio di chiederci come fosse possibile che non se ne trovasse traccia. Siamo stati ingannati come un branco di ragazzini inetti.
Il fatto che la locuzione "ragazzini inetti" comprendesse anche il Re delle Cinque Terre in quel momento non aveva importanza. Tutti loro dovevano fare ammenda.
Il maestro Anérion nel frattempo si era rivolto al suo collega ariadoriano:- Non potevamo immaginare che un membro di vecchia data del Gran Consiglio come Astapor Raek avesse stretto legami con Theor, né tantomeno che fosse versato nell'uso della Magia.
Il tradimento del Lord dell'Isola Grande era una ferita ancora aperta per i membri del Consiglio, nonostante fossero passate settimane dal giorno in cui Jel aveva reso pubblica la cosa. Lo aveva fatto in una delle numerose riunioni immediatamente successive al loro ritorno a Grimal, anche approfittando delle continue assenze di Gala per tenerle la cosa all'oscuro.
- Ciò non toglie che avreste dovuto incrementare la sorveglianza in città dopo l'omicidio di Janor Camosh - osservò Kallen in tono stizzito.
- Non avete sentito ciò che ha detto il consigliere Cambrest? Probabilmente Raek si è recato qui allo scopo di rubare il libro ancora prima che noi sapessimo del suo coinvolgimento nella ribellione. Nonostante nuove misure di sicurezza di fatto siano state adottate, non avremmo mai potuto prevedere che Raek avrebbe fatto una cosa simile.
- C'è solamente un piccolo problema - intervenne il maestro Althon tagliente. - L'ultima ispezione accurata della biblioteca è stata condotta dopo il ritrovamento del corpo di Janor Camosh e non è stato riportato niente di sospetto. Questo può significare una sola cosa.
Un brivido si impadronì dei Consiglieri lì riuniti.
- Un altro traditore - sentenziò il Re delle Cinque Terre a denti stretti.
- Non necessariamente - intervenne Ellanor. - Raek potrebbe semplicemente aver corrotto uno o più degli addetti alla sicurezza della biblioteca. Ma tutto ciò non ha importanza. Per quanto mi riguarda, nei prossimi giorni avremo diversi interrogatori da condurre.
Molti Consiglieri assentirono.
Personalmente, in quel momento Jel avrebbe avuto una gran voglia di stringere le proprie mani attorno al collo di chiunque fosse coinvolto in quella storia, ma non proferì parola. Sapeva che se avesse parlato, poi non sarebbe più riuscito a trattenersi. Mentre lui e Gala avevano rischiato tutto pur di portare a termine la loro missione, nello Stato dei Re non erano riusciti a fare altro che complicare le cose. Il Consiglio aveva peccato di superficialità e arroganza non ammettendo la possibilità che il pericolo potesse celarsi anche nelle stesse sale di Città dei Re. E ora il volume contenente i segreti sull'utilizzo del Pietre Magiche era nelle mani di Theor. Dopo tutto quel tempo, ancora non erano riusciti a trovare un modo per minacciare i Ribelli: avevano un arma, certo, ma non avevano idea di come utilizzarla. E ora che avevano la consapevolezza che il libro si trovasse a miglia e miglia lontano da li, nelle mani del nemico, non c'era apparentemente niente che potessero fare per migliorare la situazione.
- Tutto ciò che abbiamo fatto... la stessa spedizione per recuperare la Pietre Bianca... tutto inutile - mormorò Anérion. Sembrava che le parole di Althon lo avessero privato persino della volontà di difendere a tutti i costi il proprio operato.
- No, non inutile - la voce del maestro dell'Haryar era grave, ma rimase fermo nel pronunciare quelle parole. - Non dobbiamo dimenticare che se non siamo noi nelle condizioni di usare le Pietre, nemmeno Theor lo è. Finche esse sono nelle nostre mani, il nemico non potrà servirsene. E questa è una buona notizia.
- Il maestro Althon ha ragione - confermò il Re. - La missione del giovane Cambrest non è stata vana. Abbiamo sottratto ai Nordici una potenziale arma che avrebbe potuto rovesciare le sorti del conflitto.
- Sì, ma questo vale anche per noi - nitrì Ellanor infastidito. - Quelle Pietre erano il nostro asso nella manica e ora non abbiamo idea di come servircene.
Una domanda premeva per uscire dalle labbra di ciascuno di loro, ma alla fine solamente il più giovane dei Consiglieri dello Stato dei Re ebbe il coraggio di porla:- Dunque, come dovremmo agire?
Tutti, Jel incluso, volsero lo sguardo verso il Re. Si aspettavano un suo intervento; dopotutto, la decisione ultima riguardo ogni cosa spettava a lui. E in quel momento il bisogno era quello di una guida.
Alla fine il sovrano delle Cinque Terre parlò:- Credo che sia venuto il momento di confrontarci con Theor in persona.


Mentre lasciava la stanza del Consiglio, Jel s'intrattenne per qualche istante a discutere con il maestro Anérion.
- Temo che il piano del nostro Re sia fingere di conoscere il modo per attivare le Pietre - stava commentando quest'ultimo in tono preoccupato. - Credo che abbia fissato una riunione ufficiale a Grimal per questo. Ci recheremo a sud, e non appena gli altri membri del Consiglio saranno arrivati in città esporrà questo proposito. Potrebbe funzionare, ma si tratterebbe di un rischio oltre l'immaginabile...
- Forse dovremmo tentare di convincerlo ad aspettare un altro po' di tempo - rispose lui nel tono più diplomatico che gli riuscì. - Se questa è la sua decisione dubito che riusciremo a fargli cambiare idea, ma se lo convinceremo che c'è ancora un altro modo per scoprire come utilizzare le Pietre, forse ci concederà del tempo per cercarlo.
- E se non dovesse esistere, Jel?
Era curioso che un uomo come Anérion tenesse in così grande considerazione la sua opinione. In effetti, il giovane avrebbe dovuto esserne onorato, ma in quella situazione avrebbe preferito non essere investito di altre responsabilità. - Allora lasceremo che il Re ponga il suo ultimatum e spereremo che Theor sia così sciocco da cascarci. Altrimenti... beh, altrimenti sarà guerra totale.
In un certo senso sperava che andasse così. Tornare al fronte, trovarsi sul campo di battaglia e affrontare Sephirt una volta per tutte... Non poteva credere che la loro situazione fosse così disperata da portare il Re in persona a considerare un'ipotesi così rischiosa e ingenua. Era esattamente ciò che Theor si sarebbe aspettato da loro... chissà, forse proprio per questo avrebbe funzionato.
No, si disse il mago infastidito. Non è come nei romanzi. Il mondo reale non ha senso dell'umorismo né ironia.
- Vi occuperete voi delle ricerche? - domandò ad Anérion prima di congedarsi. Quando era entrato in biblioteca quel pomeriggio non avrebbe immaginato che la giornata lavorativa si sarebbe protratta ancora così a lungo. Il sole era già tramontato da ore e lui non aveva mangiato nulla da quella mattina...
- Sinceramente speravo che tu potessi aiutarmi, Jel. Vorrei coinvolgere anche i Consiglieri delle altre capitali. Se vogliamo avere possibilità di trovare qualcosa, dobbiamo agire insieme.
No, non poteva permetterselo. Con tutto il tempo che avrebbe ancora trascorso nei sotterranei insieme al Custode non avrebbe davvero saputo come barcamenarsi anche in quella ricerca.
- Chiedo venia, maestro, ma non credo che sarà possibile. Al momento sono impegnato nell'apprendimento delle pratiche della Magia Antica. Il Custode Kryss si è dimostrato disposto ad accettarmi come allievo, non potrei abbandonare proprio adesso.
- Ma certo, la Magia Antica - ripeté Anérion, anche se sembrava essere piuttosto sorpreso. - Nonostante la difficoltà, forse è bene che tu cominci a cimentarti con essa. Potrà esserti utile nelle guerre che verranno.
I due uomini si fermarono e, senza che Jel se lo aspettasse, Anerion gli porse una mano.
- Deduco che non ti unirai a noi nel tornare a Grimal, dunque.
- Purtroppo no - Jel la strinse con forza. - Spero che riuscirete a convincere il Re ad aspettare. L'intemperanza non ci porterà da nessuna parte.
Intemperante. Era proprio quello che avrebbe desiderato essere in quel momento. Ma non lo disse, e si limitò a guardare Anérion allontanarsi, scendendo la marmorea scalinata che conduceva all'esterno.




  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: TaliaAckerman