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Autore: Lola1991    02/05/2017    2 recensioni
-    SEQUEL DI “From the beginning”
Thorin e Laswynn sono diventati re e regina di Erebor; gli anni del loro regno trascorrono pacifici sotto la montagna e i loro figli sono oramai grandi e pronti ad assecondare la volontà della stirpe di Durin.
La prima figlia femmina, Eriu, viene promessa in sposa al figlio di Dáin, Thorin, sui Colli Ferrosi. Dopo aver accettato questa difficile decisione, alla giovane Eriu non resta altro che iniziare una nuova vita lontana da Erebor e imparare ad essere una buona compagna e una buona moglie.
Ma accanto alla comunità dei Colli Ferrosi sorgono le terre selvagge e i villaggi di Rhûn, abitate dagli Esterling e da uomini creduti malvagi e corrotti. 
Vran, giovane cacciatore, incontrerà per caso Eriu, salvandola da una morte certa. La guerra per l’anello incombe, e il male si diffonde sulla Terra di Mezzo e sui suoi abitanti.
Ma Vran e Eriu non hanno nessuna intenzione di seguire un destino imposto da altri…
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dain II Piediferro, Nuovo personaggio, Thorin III Elminpietra, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Eccomi! Ci riprovo con un'altra storia, che altro non è che il sequel della mia storia precedente. 
I personaggi ovviamente vanno intesi nel contesto della trama di "From the beginning". 
Vorrei fare una precisazione sulle età (considerate indicativamente come età umane):
- Frerin ha circa 20/21 anni, così come il giovane Thorin.
- Eriu non ha più di 14 anni.

Direi di aver precisato tutto... buona lettura!




Capitolo I
 

« Aspettami Eriu, stai andando troppo veloce! ».
Mi voltai per un istante e vidi la mia sorellina Morud raggiungermi a fatica, con il fiato mozzo. Soffocai un sorriso mentre lei si arrestava accanto a me, una mano premuta sul fianco.
Ci trovavamo sulla parte esterna della fortezza; un vento caldo soffiava tra i nostri capelli e muoveva dolcemente i nostri abiti colorati. Mi alzai in punta di piedi appoggiandomi ai bastioni per vedere cosa succedeva intorno alla montagna.
« Guarda! Si avvicinano! »
Anche Morud allungò il collo per osservare meglio la scena. Poco lontano varie carrozze stavano arrivando, scortate da imponenti soldati e magnifici cavalli.
« Sarà meglio avvertire nostra madre… ».
Morud mi prese la mano e mi riportò all’interno di Erebor. Scendemmo insieme le scale verso gli appartamenti di mia madre. La trovammo lì, seduta accanto al fuoco, intenta a leggere un grosso libro dall’aria polverosa.

« La delegazione dei Colli Ferrosi si sta avvicinando, madre » dissi in sua direzione, facendole un breve inchino.
Lei alzò lo sguardo sorridendo e posò il libro, venendo incontro a me e mia sorella. Il suo sguardo era sempre così tranquillo e pacifico che per un attimo mi rasserenai anche io, e l’angoscia che avevo provato fino a qualche secondo prima parve dissolversi all’improvviso.
« Dobbiamo farci trovare pronte », sussurrò dolcemente, afferrando Morud per la mano e iniziando ad acconciarle i capelli disordinati dal vento. Quando venne il mio turno sentì mia madre sbuffare e tirare la mia lunga chioma per liberarla da tutti i nodi che si erano creati. Quando ci fummo anche cambiate d’abito, guardai il mio riflesso e quello della mia sorellina allo specchio.
Non ci assomigliavamo molto: lei aveva folti capelli ramati, come quelli di mia madre, e io una lunga chioma scura e lucida. Entrambe però avevamo gli stessi identici occhi azzurri, uguali a quelli di nostro padre.
 
Mia madre ci fece affrettare fuori dalla stanza e scendemmo ordinatamente nel salone principale, dove trovammo il re, nostro padre, e i miei tre fratelli. Mio padre ci sorrise e mia madre dispose tutti i suoi figli uno accanto all’altro, in ordine di età, come se fossimo dei soldatini. Il primo era Frerin, il figlio primogenito e futuro erede, imponente e fiero come alla sua età era stato Thorin, mio padre; accanto a lui Gwáyn, con i miei stessi capelli scuri, e poi il mio fratello più piccolo, Alun, biondo come il sole, che mi schiacciò il piede mettendosi al mio fianco. Sentì la mano di Morud stringere la mia e la guardai sorridendo, cercando di sembrare coraggiosa, mentre fissavamo in silenzio il grande portone della fortezza.
 
Prima entrarono le guardie con i mano i grossi stendardi del regno dei Colli Ferrosi; il rumore degli stivali chiodati risuonò terribilmente forte all’interno della montagna, e sia io che mia sorella trattenemmo il fiato. Finalmente arrivò Dáin, seguito di qualche passo da un giovane dai capelli ramati, che doveva essere suo figlio Thorin. Aveva qualche anno in meno di mio fratello Frerin, e lo stesso comportamento composto e fiero.
Entrambi abbassarono il campo rispettosamente all’indirizzo di mio padre e di mia madre, attaccata al suo braccio; la vidi stringere le labbra e serrare più forte la mano di mio padre: una volta mi confessò di non amare particolarmente il nostro parente Dáin, ma per quanto io abbia insistito, non volle mai rivelarmi il motivo della discordia.
Dáin e mio padre parlarono brevemente, stringendosi la mano con fare amichevole; padre e figlio si inchinarono davanti a mia madre, e quindi si rivolsero a noi, mentre nostro padre ci presentava uno alla volta ad alta voce.
« Ti presento il mio primogenito, il principe Frerin », mio fratello abbassò il capo, serrando la mano a Dáin e Thorin.
« Il principe Gwáyn, il principe Alun e le principesse Eriu e Morud ».
Anche io e mia sorella ci inchinammo elegantemente, come ci aveva insegnato mia madre, tenendo con delicatezza il bordo delle gonne. Lo sguardo del giovane Thorin si soffermò più a lungo su di me, e mi mise a disagio. Abbassai gli occhi mentre le guance mi si coloravano di rosso.

Mio padre e Dáin ci congedarono e seguiti dai membri del consiglio si ritirarono nel Grande Salone, mentre a noi fu dato il permesso di allontanarci. Io e mia sorella camminammo per molto tempo prima di poter parlare liberamente di quell’incontro.  
« Non mi piace Dáin. Nostra madre ha ragione a disprezzarlo », sentenziò mia sorella lasciandosi cadere sul bordo del letto.
« Neanche quel Thorin mi piace granché… », ribattei io, riprendendo fiato.
« Tu però sembravi piacergli molto ».
Mia sorella fece un’espressione maliziosa, e per un attimo nella mia mente rividi lo sguardo che mi aveva riservato il giovane principe, e mi trovai improvvisamente a rabbrividire.
   
 
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