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Autore: sadShadow89    03/05/2017    1 recensioni
Durante lo scontro con i troll Bilbo viene ferito alla testa gravemente, quando si sveglia i nani scoprono con sorpresa e preoccupazione che il loro scassinatore non è più lo stesso.....dopo un incidente automobilistico Sara si ritrova in mezzo a una foresta e non ha idea di come ci sia arrivata......ma fondamentalmente Bilbo e Sara non sono mai appartenuti ai loro rispettivi mondi, anche se loro non lo sanno, non ancora almeno.
Un storia d'amore ed odio, due mondi che sono uno ma allo stesso tempo no, una Fem!Bilbo/Thorin con un Bilbo diverso dal solito. Non credo che ci sia molto altro da dire se non: Buona lettura ^_^
P.S. Ho messo Ratings Arancino in modo che tutti possano leggere la storia, ma in tutta onestà non ho assolutamente nessun potere decisionale sulla trama. Scrivo la storia così come viene, non ho né il cuore di pianificare gli eventi né la volontà di farlo. Molto probabilmente ci saranno dei capitoli con Ratings Rosso ma in questi casi inserirò dei Warnings prima del testo.
Per chiunque fosse interessato ho già pubblicato questo lavoro in lingua inglese
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bilbo, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lemon, Otherverse | Avvertimenti: Gender Bender, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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LINGUAGGI : “comune” ; *elfico* ; ^nanico^ ; [linguaggio dei segni]; §mondo reale§ ; “orchesco / lingua nera”; 'pensieri o comunicazioni mentali'


 

Thorin cercò di trattenere il gemito di piacere che gli aveva provocato l'impatto di quel corpicino così morbido contro il suo torace, ma di fatto emise un grugnito strozzato senza volerlo. Istintivamente afferrò Bilbo per le spalle, non era sua intenzione farle male ma la sua presa si serrò involontariamente attorno a quella carne delicata per paura che la she-hobbit scivolasse via dalle mani. Per fortuna il sovrano aveva avuto tempo a sufficienza per rinfoderare la spada prima che Bilbo gli piombasse addosso. Quando lei sollevo il viso e lo fisso dritto negli occhi per un attimo Thorin credette di essersi paralizzato. Tutto era perfettamente identico a come lo aveva immaginato, dalla forma delle labbra fino all'ultima delicata e lunga ciglia, il viso della sua ninfa era davanti al suo e una nuova ondata di desiderio (se possibile ancora più selvaggia delle precedenti) lo pervase.


 

Voleva stringerla tra le braccia per non lasciarla andare mai più, ma gli occhi della fanciulla si riempirono di lacrime e il suo corpo incominciò a tremare. Giusto il tempo di qualche parola in quella lingua a lui incomprensibile, sussurrata nel più puro panico che Thorin avesse mai sentito, che Bilbo era priva di sensi sorretta in piedi solo dalla sua stretta sulle piccole spalle. Tutto il desiderio del nano si trasformo istantaneamente in pura furia, odio per giunta anche se al pensiero di odiarla sentiva le sue interiora accartocciarsi su se stesse. Perché doveva avere così tanta paura di lui? Perché doveva respingerlo così veementemente? Perché lui doveva desiderarla tanto? Nemmeno nel suo sogno lei lo aveva accettato, inizialmente si era concessa solo perché costretta ed anche dopo probabilmente si era solo arresa all'inevitabile. Thorin lasciò la presa sulla ragazza facendola cadere a terra senza troppe cerimonie, poi fece un passo indietro e la guardò con aria disgustata “Oin rimettila in sesto, tra un paio d'ore ci mettiamo in cammino” disse con una voce gelida e priva di ogni gentilezza, poi si accomodò vicino al fuoco per mangiare.


 

Nel vedere quel comportamento tutta la compagnia era rimasta basita, nessuno riusciva a capire perché Thorin si stesse comportando in quel modo, né tanto meno riuscivano a concepire il trattamento che il loro re stava riservando ad una donna. Per la prima volta in vita sua Dwalin aveva voglia di prendere a pugni ( per fare male e non per gioco) il suo migliore amico. Fortunatamente in quel momento il guerriero era troppo impegnato ad occuparsi della fragile creatura, il pestaggio di Thorin per mano dell'improvvisato fratello maggiore avrebbe dovuto attendere. Balin dal canto suo non sembrava così intenzionato a lasciar correre l'accaduto e prese posto vicino a Thorin con tutte le intenzioni di farlo rinsavire, ovviamente Gandalf lo aveva già preceduto.


 

Una volta seduto davanti al fuoco con lo stufato in mano Thorin rivolse involontariamente lo sguardo verso la giovane priva di sensi. Dwalin era seduto a gambe incrociate e la she-hobbit era adagiata su di esse quasi come se fosse stata deposta in una culla, le braccia del nano le sorreggevano spalle e ginocchia in modo che una volta sveglia non fosse in grado di sbattere da qualche parte se presa dal panico. Oin le sosteneva la testa con una mano mentre le passava una piccola fiala sotto il naso. Quando la giovane riprese i sensi si guardò intorno disorientata e prese ad agitarsi ma appena il suo sguardo incrociò quello di Dwalin, la piccola creatura allacciò le sue esili braccia attorno al collo del nano ed affondò il viso sulla sua spalla lasciandosi placidamente confortare dal guerriero. Thorin era così preso dall'osservare come il piccolo corpicino si stesse rilassando tra le braccia del nano calvo che non fece caso alla presenza di Balin e Gandalf fino a che il primo non attirò le sua attenzione picchiettando impazientemente con il piede per terra.


 

Trovatosi sotto lo sguardo accusatorio dei Balin e Gandalf, il re distolse la sua attenzione dal fuoco ed emise un sospiro seccato. “Che c'è? Perché mi state guardando come se avessi appena strappato il cuore ad un infante?” disse con un tono pieno di rabbia, ma in effetti per quanto raccapricciante fosse quella immagine era così che il duo lo stava guardando. “ Mio caro ragazzo, c'è un motivo in particolare per il quale ritieni sia giustificato gettare a terra una fanciulla ferita e priva di sensi?” incominciò a rimproverarlo Balin, che stava cercando con tutto sé stesso di mantenere il suo tono calmo mentre era profondamente turbato dal comportamento di colui che era stato suo allievo fin dalla più tenera età. “Non l'ho gettata a terra l'ho solo-..” provò a difendersi senza troppa convinzione ma fu subito interrotto dal nano anziano, “L'hai lasciata cadere, sapendo che avrebbe potuto ferirsi” la voce di Balin, sempre così gentile e paterna, ora era severa e fredda e in qualche modo riusciva ad intimidire persino Thorin che si sentì costretto ad abbassare lo sguardo per la vergogna.


 

“Sono stato il tuo mentore sin da quando sei stato in grado di sollevare la tua prima ascia, so che sei migliore di così... perché la presenza di questa ragazza di affligge così tanto?” ora la voce di Balin era gentile quasi una supplica piena di tristezza. Il cuore di Thorin si spezzo nel sentire quelle parole, se Balin avesse saputo fino a che punto il desiderio per quella fanciulla aveva spinto la sua mente cosa avrebbe pensato di lui? 'Ho praticamente sognato di farla mia con la forza, cosa ne penserebbe di questo? Mi sputerebbe in faccia, ecco cosa'. “Sono stati dei giorni duri per tutti, mi da semplicemente ai nervi che la ragazza sia ancora meno utile alla nostra causa di quanto non lo fosse mezz'uomo” disse scuotendo le spalle. Parole crudeli, non del tutto una bugia, sempre meglio che mettere a nudo la propria vergogna. “Utile o meno sai bene che le donne sono sacre nella nostra cultura, non dico che devi andarci d'accordo ma evita di procurarle ulteriori ferite fisiche. La compagnia è piuttosto scontenta del tuo comportamento di prima e il mio 'fratellino' sembra avere tutte le intenzioni di scuoiarti con lo sguardo” detto questo prese il suo stufato ed andò a sedersi vicino a Dori.


 

Alle parole di Balin istintivamente la sua attenzione si rivolse nuovamente alla coppia, ora Dwalin era in piedi e la ragazza era seduta elegantemente sui suoi polpacci e stava sorridendo dolcemente al guerriero. Dwalin si allontano dopo qualche istante di esitazione lasciando la ragazza a guardarsi intorno con occhi impauriti ma curiosi. L'attenzione della giovane fu attratta da qualcosa, la piccola creatura si mise carponi sul giaciglio e allungò la mano come per afferrare il fulcro del suo interesse. Al solo vedere la ragazza in quella posizione a Thorin sembrò di impazzire ma cercò di restare calmo mordendosi l'interno della guancia sperando che il dolore lo aiutasse. Quasi immediatamente la ragazza si rimise a sedere e incrociò le braccia sul petto tenendo stretto il largo colletto della blusa che stava indossando, il suo sguardo dardeggiava ovunque tranne che sul falò e il suo viso aveva preso un colorito vermiglio. Il giovane re fu inizialmente confuso dal comportamento fin che non vide che dritto di fronte alla ragazza c'era Dori che stava facendo la paternale ad Ori che per qualche motivo (che Thorin sospettava avesse a che fare con due bei seni) era rosso come un pomodoro.


 

“Tutto qua?” la voce di Gandalf lo fece trasalire, per qualche ragione aveva pensato che lo stregone si fosse allontanato insieme a Balin. “Che intendi dire Tharkûn?” chiese estremamente irritato dal tono di sufficienza di Gandalf. “Sei sicuro che non ci siano motivazioni più profonde per il tuo malumore? Non provi nessun tipo di interesse verso la ragazza?” chiese quasi bisbigliando come se fosse consapevole che quella domanda fosse in qualche modo imbarazzante per il nano. “Non ho idea a che cosa tu ti stia riferendo. Fatta eccezione per la sua inutilità la presenza di quella ragazza mi lascia indifferente” rispose a denti stretti, lo stregone lo guardò sospettoso quasi come se potesse leggere la bugia dietro le sue parole ma poi gli rivolse un sorriso divertito “Mmmm... Bene, meglio così”.


 

“Giusto perché ritengo che sia utile che tu ne sia al corrente... quello che è successo al nostro caro hobbit è sicuramente frutto di un potente incantesimo ma ti assicuro che è solo lui ad esserne stato affetto, non c'è alcun motivo di pensare che questo possa influenzare il comportamento degli altri membri della compagnia” a quelle parole Thorin annuì ma non riuscì a nascondere il suo sguardo preoccupato, cercò comunque di evitare che lo stregone se ne accorgesse più del necessario. Sapendo bene che il re in esilio non era stato sincero Gandalf cercò di offrirgli una speranza, una via d'uscita, “In ogni caso può succedere che come effetto collaterale di un incantesimo si mettano in moto forze che non è facile comprendere, quindi preferirei che tu e la compagnia mi informaste di eventuali 'disagi' che una presenza femminile potrebbe provocare...” Gandalf guardò in direzione di Ori poi verso Fili e Kili “.. soprattutto ai più giovani di voi” aggiunse facendo l'occhiolino prima di ritirarsi decisamente divertito dall'espressione di completo stupore sulla faccia di Thorin.


 

Le parole dello stregone lo avevano turbato profondamente, se l'incantesimo non aveva nulla a che fare con il suo stato d'animo allora c'era qualcosa che non andava in lui. Le uniche storie che gli venivano in mente erano quelle di nani, che portati quasi alla follia dal desiderio a causa di un rifiuto, erano arrivati al punto di rapire la loro Metà pur di obbligala ad innamorarsi di loro, gesto poco produttivo visto che pur condividendo la stessa anima non c'è garanzia che l'amore nascesse (grazie ad un'antica maledizione posta sulla razza dei nani). Il re continuò il suo pasto cercando di pensare al da farsi lasciando da parte quel pensiero, quasi divertito che la cosa gli fosse anche solo lontanamente balenata per la mente. In fondo era improbabile, se non praticamente impossibile, che un nano trovasse la sua Metà fuori della sua razza. Dovette comunque imporsi di evitare di guardare verso Dwalin e Bilbo perché di certo l'ultima cosa a cui voleva andare in contro era la collera del suo più caro amico (un'altra ragione per provare risentimento verso Bilbo aggiunta alla lista). Dopo l'iniziale silenzio denso di imbarazzo il pasto continuò non molto diversamente dal solito, fatta eccezione per il guerriero calvo che stava praticamente imboccando la piccola creatura, e tutti erano tornati più o meno di buon umore.


 

###


 

Sara fu svegliata da un pungente odore di spezie che le era prepotentemente entrato nelle narici. Inizialmente non riusciva a focalizzare le cose che le stavano attorno e presa dal panico incominciò a divincolarsi contro le braccia che la stavano trattenendo, ma quando il viso preoccupato di Dwalin incominciò a delinearsi di fronte a lei la realtà della situazione in cui si trovava fu troppo da poter gestire. La giovane ragazza getto le braccia attorno al collo del possente guerriero e cominciò a piangere sconsolata. Tutto questo era troppo reale per essere un sogno, ma come poteva essere reale? Cosa significava tutto questo? Sara odiava non avere risposte a queste domande e giurò a se stessa che le avrebbe trovare.


 

Dwalin la scostò delicatamente in modo da poterla guardare in faccia e le sorrise dolcemente mentre le spostava una ciocca di capelli dal viso. Il gigantesco nano la adagiò dolcemente sul giaciglio per poi accingersi ad alzarsi ed allontanarsi. Prima che fosse fuori portata Sara si era messa in ginocchio e lo aveva afferrato per i pantaloni in un disperato tentativo di trattenerlo. §Dove vai?§ gli chiese con area preoccupata quando lui la guardò stranito da quel gesto. ^Mangiare^ disse semplicemente avendo in qualche modo compreso il senso della sua domanda. Sara non conosceva molto khuzdul ma fortunatamente questa parola le era nota, quindi sistemò la stoffa della casacca che stava indossando in modo che coprisse il più possibile del suo corpo e poi si mise a sedere sui polpacci e poggiò le mani sulle cosce mettendo ben dritta la schiena nella migliore imitazione di una geisha seduta ad un tavolo da tè che le riuscì di fate.


 

Dwalin la guardò un po' perplesso ma lei semplicemente gli indicò il fuoco con un cenno delicato della mano, incoraggiandolo a continuare a fare quello che aveva iniziato con un piccolo sorriso. Non sapeva se i nani avessero intenzione di sprecare ulteriori risorse su di lei (molto probabilmente no, visto il disgusto che le era stato rivolto dal loro leader). Non era detto che questi nani fossero identici ai personaggi descritti da Tolkien ma in ogni caso erano stati abbastanza ospitali, sopratutto Dwalin, e lei non aveva nessuna intenzione di disturbarli più del necessario. Il nano esitò ancora per un attimo poi si diresse verso i compagni intorno al fuoco.


 

Sara si guardò attorno ancora un po' scossa da tutto quello che le era successo, non era del tutto convinta che questo non fosse tutto frutto della sua fantasia. 'Negare la realtà non mi porterà da nessuna parte, devo trovare un modo per tornare a casa o per svegliarmi al più presto se questo è un sogno...intanto che sono qui meglio stare al gioco' si fece coraggio mentalmente . Ora che era decisamente meno nel panico tutto incominciava a prendere un aspetto diverso, tutto intorno a lei sembrava così vivido e colorato. Nulla le era mai apparso più reale di questo mondo di fantasia. Era come se il suo corpo si fosse svegliato da un lungo torpore, e ripensandoci bene non sentiva più quella repulsione al contatto che l'aveva accompagnata per tutta la vita. Non ci volle molto perché il suo cervello esaminasse i fatti e tirasse le somme. ' Bilbo non si vede da nessuna parte e nessuno sembra intenzionato ad andare a cercarlo + io sono un hobbit + si sono rivolti a me con il nome Bilbo = per qualche assurda ragione io sono diventata Bilbo' il corso dei suoi pensieri non aveva molto senso per lei ma d'altronde al momento non c'era molto che ne avesse.


 

Continuò ad osservare la foresta che la circondava, evitando di proposito di guardare in direzione dei nani. Con molta probabilità non l'avrebbero abbandonata nel bel mezzo del nulla ma non aveva intenzione di irritarli osservandoli mangiare (cosa che lei stessa trovava parecchio fastidiosa). La flora locale assomigliava molto a quella che si trova nel nord Europa, tutto intorno a lei c'era un misto di Faggi e sempreverdi, felci e arbusti dai quali spuntavano una vasta gamma di fiori. Dalla varietà di colori e profumi che stavano invadendo i suoi sensi Sara stimò che doveva essere primavera inoltrata, probabilmente inizio estate. Per terra nella radura l'erba era bassa e rada ma ancora verde e lasciava intravedere una terra scura e fertile.


 

Lo sguardo della ragazza fu catturato da un piccolo cespuglio di primule selvatiche, tra le foglie verde scuro spuntavano quattro piccoli fiori bianchi con il centro di un arancione acceso che sfumava quasi subito in petali candidi come la neve. La vista di quei fiori delicati la sorprese un po', non si aspettava che dei fiori così fragili fossero sopravvissuti ai pesanti stivali dei nani accampati tutti intorno. Quel piccolo miracolo floreale le diede un tuffo al cuore. Fin da bambina per qualche motivo aveva amato la natura in maniera quasi ossessiva ed aveva imparato l'uso e il significato di più piante le fosse possibile, 'Cosa decisamente appropriata per un hobbit se ci si pensa bene' pensò ridacchiando sommessamente di se stessa. 'Le primule sono il simbolo della rinascita, della speranza e per i più romantici del primo vero amore. A parte l'ultima questi fiori sembrano quasi un segno del destino' quel pensiero le fece scorrere un piccolo brivido lungo la schiena, non era di certo il suo sogno nel cassetto rinascere come il personaggio di un libro ma nel profondo del suo cuore in qualche modo questo suonava come una possibile risposta a molte delle sue domande.


 

§Si certo come no, e poi cosa? Mi innamorerò di quel barbaro?§ sussurrò quasi divertita, anche se senza volerlo con la coda dell'occhio ora stava osservando Thorin che a sua volta la stava guardando. Ciò che vide negli occhi del nano la spaventò a morte, quindi rivolse subito le sue attenzioni sui piccoli fiori bianchi. Thorin la stava scrutando con un misto di desiderio e rabbia, un sentimento combattuto e violento. Lei non era sicura di poter adeguarsi ad una simile interazione con lui, il disgusto e l'insofferenza sarebbero stati facili da gestire ma questo era diverso. Quello che la spaventava di più era quella stana voglia di accettazione che stava crescendo dentro di lei. Sara desiderava essere notata ed apprezzata da quell'individuo a lei del tutto estraneo, per la prima volta nella sua vita le importava veramente quello che qualcun altro pensasse di lei e non riusciva a capirne il motivo.


 

Con l'intenzione di distrarsi dai sui pensieri si concentrò sulle primule di fronte a lei. Con sentimenti contrastanti si mise carponi sul giaciglio ed allungò la mano per toccarle. Le sembrava un peccato raccoglierle ma non voleva che qualcuno le calpestasse inavvertitamente. Quando stava per raggiungerle il largo colletto della blusa che stava indossando scivolò via dalla sua spalla scoprendole quasi metà busto. Prima che potesse rimettere a posto la stoffa sentì qualcuno tossire come se gli fosse andato di traverso qualcosa, alzò lo sguardo e dritto davanti a lei vide Ori che la stava osservando con occhi sgranati mentre un po' di stufato gli colava dalle labbra sulla barba. Inizialmente il giovane nano sembrava imbambolato, mentre un preoccupatissimo Dori gli dava delle pacche sulla schiena e lo incoraggiava a respirare, poi resosi conto che la giovane lo stava guardando a sua volta il suo volto avvampò e distolse gli occhi imbarazzato. Ci volle lo sguardo scandalizzato di Dori che balzava da lei a Ori e la sua bocca spalancata in una smorfia di incredulità perché Sara si accorgesse di quel che era successo.


 

Quasi immediatamente Sara si rimise a sedere e incrociò le braccia sul petto tenendo stretto il largo colletto della blusa che stava indossando. Sentiva il viso in fiamme e cercava disperatamente di non incrociare lo sguardo con nessuno. Per quanto non si considerasse una puritana, per lei restava estremamente imbarazzante essere così esposta di fronte a degli sconosciuti. 'Possibile che da quando mi sono svegliata non ho fatto altro che mettermi in queste situazioni? Perché non riesco a tenermi i vestiti addosso?' Pensò abbassando il viso e trattenendo due piccole lacrime di frustrazione. In fondo, fino a quel momento, nessuno l'aveva mai vista completamente nuda. In costume da bagno o biancheria intima? Certamente. Nuda in presenza di qualcuno? Assolutamente no. Erano anni che anche a sua madre era vietato di intromettersi nei suoi momenti più intimi. Mentre rimuginava su quanto fosse miserabile la sua esistenza in quel momento, poteva sentire Dori rimproverare (perché dal tono non poteva essere altro che una ramanzina) il povero Ori. Decise di tenere la testa bassa, respirando appena nel tentativo di emettere meno rumori possibili, sperando che la sua presenza passasse inosservata da quel momento in poi.


 

Mentre pregava che una qualche divinità misericordiosa permettesse alla terra di aprirsi sotto di lei ,in modo da inghiottirla per sempre e risparmiarle ulteriori momenti imbarazzanti, due pesanti stivali di cuoio rifiniti in pelliccia e borchie metalliche le si pararono davanti. Alzando lo sguardo Sara si ritrovò sovrastata dall'enorme figura di Dwalin, inizialmente con il sole alle sue spalle le era apparso come una enorme ombra minacciosa ma appena i suoi occhi si erano adattati alla luce non ci era voluto molto perché riconoscesse il volto amico. ' Amico? Chi sa se posso veramente considerarlo mio amico. Magari sta solo eseguendo degli ordini o forse gli faccio semplicemente pena'. I pensieri della ragazza ebbero una brusca battuta d'arresto quando si rese conto di cosa tenesse in mano il guerriero.


 

Dwalin stava in piedi di fronte a lei con due ciotole di legno in mano e un sorriso gentile in volto. Con una grazia quasi impossibile, vista la sua mole, il nano si sedette a gambe incrociate di fronte alla ragazza e le porse quello che sembrava dello stufato. In un primo momento Sara lo osservò un po' spaesata poi quando il suo stomaco fece un rumore simile ad un ruggito si rese conto che in effetti le era stato offerto del cibo. ^Mangiare^ le ripeté sollevando la ciotola, che Sara stava guardando come se dovesse attaccarla da un momento all'altro, quasi fino sotto il suo naso. La ragazza allungò le mani per afferrare la ciotola e fu stupita da quanto questa sembrasse grande nelle sue mani rispetto a quelle di Dwalin. Era cambiata completamente? C'era ancora qualcosa che le fosse familiare in quel corpo? A quel pensiero un'espressione triste e rassegnata le si dipinse in volto.


 

Dwalin osservò la piccola she-hobbit per qualche minuto, insicuro sul come convincerla a nutrirsi. Quella creaturina così indifesa stava osservando la ciotola di stufato come se fosse una minaccia e non sembrava avere alcuna intenzione di mangiare, nonostante il suo stomaco avesse fatto rumorosamente notare quanto fosse affamata. La delicata femmina stava osservando la ciotola con un'espressione così preoccupata che per poco il nano non credette che gli hobbit avessero un qualche legame psichico con la natura che permettesse loro di comunicare con il legno e che in qualche modo la stoviglia l'avesse offesa o messa in guardia sul suo contenuto. Di punto in bianco un pensiero gli attraversò la mente, 'Non crederà mica che vogliamo avvelenarla o drogarla? A quale scopo poi? Per quale motivo dovremmo volerla mansueta...' Gli occhi di Dwalin si dilatarono per lo stupore quando si rese conto che, dato il racconto di come i ragazzi avevano fatto conoscenza con lei, in effetti c'era una ragione plausibile (almeno agli occhi della ragazza) per la quale avrebbero potuto volerla tenere in vita e il più collaborativa che fosse possibile. Un brivido di disgusto misto a rabbia gli attraversò la schiena ma lo represse temendo che la she-hobbit fosse spaventata dalla sua reazione.


 

Sara fu destata dai suoi pensieri quando un cucchiaio di metallo scivolò dolcemente dentro la sua ciotola. Alzando lo sguardo vide mentre Dwalin si portava un'abbondante cucchiaiata di brodo alla bocca, assaporandola lentamente. Il nano trattenne il suo cucchiaio in bocca e con la mano ora libera le porse un altro cucchiaio. Sorridendo a labbra strette per non far cadere il pezzo di metallo fece un'espressione come per dire: Visto? È buono non è avvelenato. La ragazza arrossì vistosamente (ancora una volta) rendendosi conto che il suo meditare sui cambiamenti del suo corpo era stato interpretato come una mancanza di fiducia nei confronti dei nani. In effetti il pensiero che lo stufato potesse essere drogato le era passata per la testa ma per quanto questi nani le fossero sconosciuti si sentiva stranamente al sicuro con loro (fatta eccezione per Thorin verso il quale provava un misto di terrore, risentimento e desiderio) e quindi era giunta alla conclusione che al massimo potesse contenere qualche erba officinale o calmante che non le avrebbe fatto altro che del bene. L'idea che volessero avvelenarla era semplicemente ridicola, perché sprecare del cibo quando in pratica si portavano dietro l'equivalente di un'acciaieria in armi. No, se avessero voluto ucciderla gli sarebbe bastato poco. Con un pugnale o perfino a mani nude anche il più debole tra di loro non ci avrebbe impiegato che qualche minuto a spezzare la sua vita.


 

Prese in mano il cucchiaio e un po' esitante lo immerse nel brodo . Mescolò il contenuto della ciotola per qualche secondo, inalando il caldo profumo che si sollevò dal liquido smosso. Per quello che riusciva a vedere nello stufato oltre a pezzetti di carne (molto probabilmente coniglio) c'erano anche patate, carote e ceci. Le venne da sorridere quando si accorse che non c'era traccia di ingredienti verdi, ' forse non sono poi così diversi dai personaggi del libro' pensò sorridendo involontariamente. Ma ancora una volta al pensiero di essere immersa in un mondo di fantasia una profonda ansia si annidò viscidamente nella sua mente. Avrebbe fatto la fine di Persefone se avesse mangiato il cibo di quel mondo? Sarebbe mai riuscita a tornare a casa dopo tutto questo? Per quanto questo corpo fosso così accogliente e tutto intorno a lei sembrasse essere nel posto giusto per la prima volta nella sua vita, era giusto usurpare il posto di Bilbo? Cosa avrebbe fatto il vero Bilbo, era corretto assumere che se lei fosse rimasta in quel corpo forse lo spirito del povero hobbit sarebbe svanito? Il sorriso svanì rimpiazzato dalla tristezza che la stava avvolgendo. Abbandonò il cucchiaio e si posò la ciotola avvolta dalle sue mani in grembo, senza alcuna intenzione di mangiare ora che le sue preoccupazioni avevano assopito i morsi della fame.


 

Quando la graziosa creatura abbandonò ogni pretesa di interesse nel cibo che teneva in mano, mentre la tristezza si impossessava del suo viso, Dwalin ebbe un attimo di panico. Cosa avrebbe fatto se Bilbo stesse tentando di lasciarsi morire di fame? Costringerla a mangiare non sembrava una buona idea, l'avrebbe solo spaventata di più. Il guerriero osservò la ragazza per qualche minuto poi con un sospiro rassegnato mise da parte il suo pranzo e si accinse ad imboccare la she-hobbit. Inizialmente per il nano fu molto difficile prendere in mano il cucchiaio per portarlo alla bocca della ragazza, la quale in quel momento sembrava non essere consapevole di ciò che la circondava tanto era immersa nella sua miseria. Di certo tra tutti i componenti della compagnia Dwalin era il meno adatto a fare da balia ( ammesso che si potesse considerare un qualunque dei nani presenti adatto al ruolo in ogni caso), questa situazione era estremamente imbarazzante ma il nano calvo si fece coraggio e incominciò ad imboccare la giovane. Dopo un iniziale rifiuto delle prime cucchiaiate la radazza aprì la bocca e lasciò che il guerriero le facesse mandare giù quasi metà ciotola prima che fosse ritornata in se abbastanza da essere in grado di nutrirsi da sola.


 

Era ovvio che averle riservato quelle attenzioni stava mettendo il povero Dwalin in imbarazzo e Sara si sentiva terribilmente in colpa per questo. Ovviamente, una volta riuscita a placare la tempesta di pensieri che stava dirompendo nella sua testa, la ragazza si era sentita estremamente grata per quel gesto così imbarazzatamente necessario. Continuarono a mangiare in silenzio, un silenzio confortante e pacato. Durante il pasto il nano continuò a tenerla d'occhio accertandosi che non smettesse di mangiare, e più volte dalla compagnia si levarono risa sommesse e frasi (probabilmente battute) alle quali Dwalin rispondeva repentinamente e con un tono stizzito ma divertito. Il fatto di non riuscire a capire la conversazione la preoccupava ma visto che il suo 'protettore' sembrava essere più imbarazzato che infastidito la ragazza decise semplicemente di tenersi in disparte. In effetti la comunicazione era un problema da risolvere: Conosceva poco o niente di khuzdul (nulla che potesse essere utile in una conversazione civile in ogni caso). Il linguaggio che gli aveva sentito usare probabilmente era la lingua comune che, per quanto Tolkien avesse ben definito, nei film e nei libri viene tradotta con l'inglese per comodità così lei non si era mai neanche minimamente sognata di impararlo. Conosceva discretamente bene il sindarin ( lo aveva imparato nella speranza di impressionare Davide), dubitava che i nani lo parlassero quindi la sua unica opportunità di comunicare era con Gandalf.


 

Come se avesse letto nella sua mente lo stregone si avvicinò alla coppia e prese posto accanto a Dwalin, di fronte alla ragazza che li guardava insicura. "Come sta andando con la nostra amica?" Chiesa lo stregone dopo aver osservato la ragazza per qualche momento. "Sembra che le ferite stiano guarendo bene, è ancora un po' sotto shock e non capisce una parola di quello che diciamo..” il nano si soffermò un attimo a pensare bene a come finire quella frase “... bhe almeno sembrerebbe che non capisca, visto che l'ho sentita imprecare in un khuzdul impeccabile” aggiunse ridacchiando al pensiero che quella fragile creatura avesse usato un linguaggio così scurrile. Gandalf si lasciò trascinare nel momento di ilarità e a sua volta lascio che un sorriso si disperdesse nella sua barba folta poi osservando la fanciulla, che ora stava disperatamente cercando di mantenere il contatto visivo con Dwalin, si rivolse al nano giocosamente “Sembra che si sia piuttosto affezionata a te”. “Sinceramente? non ne capisco il motivo. Di solito le creature delicate come lei sono così spaventate da me che non faccio nemmeno in tempo ad aprire bocca prima che siano già scappate a gambe levate” Dwalin sporse una mano in avanti e la poggio delicatamente sulla guancia della she-hobbit che per tutta risposta chiuse gli occhi ed accomodò il viso sul palmo calloso accogliendo la carezza con un sorriso, “Lei però è diversa. Lei non mi teme, si è subito fidata di me e io ho intenzione di ripagare questa fiducia”.


 

“Così hai deciso di diventare il suo protettore?” chiese lo stregone mentre i due si separavano. “Ho deciso di proteggerla fin tanto che sarà necessario e anche oltre se il mio re me lo consentirà” rispose il nano gonfiando il petto orgoglioso. Non avrebbe mai ammesso che al momento sarebbe andato anche contro il volere di Thorin pur di proteggere Bilbo. Per dirla tutta aveva come la sensazione che il maggior pericolo per lei fosse proprio il giovane re, anche se non riusciva ancora a comprendere le motivazioni dietro l'astio dell'amico nei confronti della ragazza. Quelli che Dwalin scorgeva negli occhi di Thorin erano sentimenti del tutto alieni al carattere del nano che aveva imparato a rispettare ed amare come un fratello nei lunghi anni della loro amicizia. Il guerriero si girò ed osservò il sovrano per qualche momento, Thorin sembrava immerso nei suoi pensieri quasi incurante di ciò che lo circondava, poi si rivolse nuovamente verso lo stregone quando questi gli domando con un'espressione spaventosamente seria " La difenderesti anche da coloro che ami?.... rispondi semplicemente con sì o no, non sono interessato a disquisire sulla lealtà e l'onore dei nani". Dwalin fu preso alla sprovvista dall'improvvisa cambio di atteggiamento dell'uomo, 'Maledetto... questo vecchio caprone sa qualcosa su questa ragazza e non vuole dircelo' pensò digrignando i denti a labbra serrate. Avrebbe voluto rendere partecipe lo stregone dei suoi pensieri, ma non essendo uno sciocco represse la sua rabbia e rispose con voce cristallina "Si".


 

Sara li osservo parlare e quando le sembrò che la conversazione fosse finita poggiò la mano sulla lunga manica delle tunica di Gandalf e diede qualche delicato strattone alla stoffa. Il gesto attirò subito l'attenzione dello stregone e di conseguenza anche quella del nano, la osservarono increduli per qualche istanti come se si aspettassero che volasse via da un momento all'altro. La ragazza fece per parlare ma le parole le morirono in bocca. Come avrebbe potuto cominciare quella conversazione? Quale sarebbe stata la scelta migliore di parole? Sara si rese conto che non ne aveva la benché minima e pallida idea, quindi lasciò che la domanda che maggiormente la stava assillando le scivolasse dalle labbra. *Mi... Mithrandir? Tu sei il vero Mithrandir?... Sono davvero nella Terra di Mezzo?* disse con una voce tremolante in un elfico con un accento un po' strano ma senza errori. Fu scossa dalle sue insicurezze dall'improvviso scoppio di una risata gutturale che melodiosamente si stava propagando dal petto del grigio pellegrino. *Oh mia cara bambina, abbiamo molto di cui parlare... E la risposta è si ad entrambe le tue domande* disse lo stregone con dolcezza per rassicurare la ragazza confusa.


 

Sara fece balenare lo sguardo dallo stregone a Dwalin che li stava guardando confuso e preoccupato, ovviamente a disagio nell'essere escluso dalla conversazione. ^Dwalin, io, amico?^ disse prendendo le grandi mani del nano nelle sue, usando deliberatamente la sua lingua natia per enfatizzare il concetto. ^Sempre^ fu tutto quello che il guerriero rispose e anche se non conosceva quella parola Sara percepiva dal suo sorriso gentile che in effetti lui la considerava un amica. Gandalf li guadando ancora per qualche istante, *Posso tradurre se vuoi conoscere meglio mastro Dwalin* disse ridacchiando ed infine aggiunse * Qual è il tuo nome mia cara? Sarebbe bello poter usare il giusto appellativo... tanto per cominciare*. Sara sorrise imbarazzata dalla sua mancanza di buone maniere * Mi dispiace. Che maleducata che sono, il mio nome è S-... è Sa... Sss* prima di poter finire la frase incominciò a tossire violentemente. Con grande stupore capì che non riusciva a far uscire quella parola dalla sua bocca, per quanto ci stesse provando con tutta se stessa era come se ogni sillaba tentasse di soffocarla. Gandalf e Dwalin furono subito al suo fianco *Stai bene mia cara?* le chiese lo stregone ma lei scosse la testa e si portò le mani alla gola. Sollevò il viso e con gli occhi imperlati dalle lacrime provocatele dalla tosse sussurro * B...Bilbo... il mio nome è Bilbo*.

   
 
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