PROLOGO:
Avete
mai la sensazione che le persone che amate non vi
dicano la verità? Che vi tengano nascosto qualcosa per anni
e anni?
Beh,
io la ho da quando ero una bambina: sguardi fugaci,
parole non dette, discorsi mozzati o deviati erano comuni nella mia
famiglia.
Ma allora ero troppo piccola, troppo spensierata per capire appieno la
situazione.
Nemmeno
nei miei sogni più remoti avrei potuto immaginare
quella che era stata la storia dei miei genitori, delle loro vite.
Iniziai
ad avere dei dubbi a soli dodici anni, quando mia
madre morì: la avevo sempre considerata come un libro
aperto, una donna della
quale poter capire tutto semplicemente guardandola. Eppure compresi
presto che
anche lei aveva dei segreti, eccome se li aveva.
La
ricordo ancora, stesa sul letto dell’ospedale, con il
volto spento e consumato, i capelli dorati un tempo luminosi, ora
ridotti a
stoppa scolorita, mentre respirava flebilmente, chiamandomi accanto a
sé e
sfilandosi dal collo un ciondolo, quello stesso che sin da quando ho
memoria le
avevo visto indosso.
Ricordo
che a quel gesto mio padre aveva risposto con uno
sguardo allarmato, che pareva dire “Che diavolo stai
facendo?!”.
Mi
disse che un giorno, esso mi avrebbe condotta in un
mondo nuovo, in cui sarei stata libera di essere chi ero veramente. Il
punto
era proprio questo: chi ero io? Una normalissima ragazzina di dodici
anni,
troppo preoccupata di vedere la propria madre mentre si congedava da
questa
vita piuttosto che di prestare attenzione alle sue parole
così enigmatiche.
Per
molti anni ripensai a ciò che mi aveva detto e solo
quando fui abbastanza grande mi posi una domanda fondamentale riguardo
a tutte
quelle parole non dette e quei segreti rimasti nascosti: e se la mia
vita si fosse
basata su una menzogna?
Si,
una grande, perfetta menzogna.
Dopotutto,
c’erano fin troppe cose insolite nella mia
vite che non quadravano granché: per prima cosa, non
conoscevo nessun parente
dei miei genitori: NESSUNO. In secondo luogo non sapevo un accidenti
della vita
dei miei genitori prima della mia nascita; non avevano nemmeno una foto
del
loro matrimonio, di una vacanza al mare o qualcosa del genere. E per
concludere, mio padre portava un incomprensibile rancore verso il
ciondolo
della mamma.
Eppure
alla fine tutto si fece chiaro come la luce del
sole e scoprii che le ultime parole di mia madre non erano state
buttate al
vento. Aveva ragione, alla fine ero riuscita a trovare un posto in cui
essere
me stessa, e di questo non le sarò
mai grata abbastanza.
Mi
presento, sono Aranel, figlia di Othar.
E questa è la mia storia, anche se sono certa che farete molta fatica a credermi…
Spazio Autrice:
Ciao
a tutti!
Dopo la flashfic pubblicata qualche giorno fa sono ritornata per
cominciare una nuova avventura, questa volta a più capitoli.
La mia storia sarà ambientata durante Lo Hobbit e
cercherò di seguire la trama originale cinematografica,
talvolta con dialoghi presi proprio dal libro e dal film, pur
prendendomi qualche licenza e aggiungendo scene nuove o modificandole.
Altrimenti che divertimento ci sarebbe?
La storia di Aranel mi è venuta in mente qualche anno fa ma
tra tutti i vari impegni non ho mai trovato il tempo per creare davvero
qualcosa. Spero finalmente di poter portare alla luce una bella storia
che faccia emozionare voi come emoziona me mentre la scrivo.
Questo era solo un prologo e penso che pubblicherò il primo
capitolo già domani, fatemi sapere cosa ne pensate nei
commenti, i quali per me sono ESSENZIALI per capire se quello che
scrivo è apprezzato o se c’è qualcosa
che non va. Io vi ringrazio per essere arrivati fin qui e vi aspetto al
prossimo capitolo!
Un Bacio,
Jenny