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Autore: Ayr    08/05/2017    7 recensioni
Mi hanno accusato di tradimento, ma sono solo una vittima innocente degli eventi, incastrata da qualcuno più furbo e spietato di me, che non ha avuto rimorsi nel coinvolgermi in tutto questo e nel far ricadere la colpa sul mio capo, su cui, ora, pende la lapidaria sentenza: verrò destituito dal mio incarico e cacciato da quella che fino a quel momento era stata la mia casa.
Verrò umiliato, un’ultima volta, la più terribile: mi verrà strappato tutto ciò che fino ad ora ho posseduto ed il mio unico compagno di una vita verrà distrutto. Una parte di me morirà inevitabilmente con lui, quando il Sigillo verrà spezzato e rimarrò spezzato anche io.
Non voglio essere ricordato in questo modo, non se ho anche la più remota possibilità di raccontare come siano veramente andate le cose, e di dimostrare la mia innocenza.
Narrerò la mia storia e lascerò che siano i posteri a giudicarla, nella speranza che qualcuno riesca a vedere come io sia stato solo una vittima ingenua di un enorme inganno ben architettato.
[La storia partecipa al contest indetto da E.Comper sul forum di EFP: ‘The Dragon’s Riders Contest!’]
[Steampunk fantasy (o almeno ci provo)]
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chalybe Ingique Annales- Cronache di acciaio e di fuoco

 

Prologo

La vita è solo un'ombra che cammina,
un povero commediante che si pavoneggia

e si dimena per un'ora sulla scena,
e poi cade nell'oblio;
la favola di un'idiota, piena di rumore e foga,

che non significa nulla.

-William Shakespeare-

Il gocciolio ritmico e lento che giunge lontano e ovattato, come da un'altra dimensione, è l'unico suono che accompagna la mia angosciosa attesa, scandendone il tempo, che trascorre lentamente.
Non ho idea di quanti giorni io abbia trascorso rinchiuso qui, ed è alquanto probabile che questi stessi giorni siano diventati settimane, se non addirittura mesi.
Il tempo in questa cella scorre monotono e sempre uguale a sé stesso, sospeso tra un sonno agitato, popolato da incubi mostruosi, e un dormiveglia tormentato da ricordi, rimorsi e timori dai quali mi risveglio ugualmente affannato e sconfitto. Non so quale tra i due sia il male minore.
Le catene mi segano i polsi e mi limitano nei movimenti, ho le gambe anchilosate ma non ho possibilità di muoverle per riattivare la circolazione: sono incatenato in una posizione scomoda e statica, nella spasmodica attesa del mio verdetto.
Mi hanno accusato di tradimento, ma sono solo una vittima innocente degli eventi, incastrata da qualcuno più furbo e spietato di me, che non ha avuto rimorsi nel coinvolgermi in tutto questo e nel far ricadere la colpa sul mio capo, su cui, ora, pende la lapidaria sentenza: verrò destituito dal mio incarico e cacciato da quella che fino a quel momento era stata la mia casa, sarò costretto a vivere di stenti ed espedienti, senza più un’occupazione, una casa, una famiglia.
Ne sento già il puzzo che si insinua tra gli spifferi della porta di legno robusto, rinforzata da ferro e glifi antichi, mi si appiccica addosso come sudore, e non mi abbandona, ammorbandomi con il suo tanfo.
Sono stanco di aspettare, ormai so quale sarà il mio destino e, sebbene non lo meriti, non vedo l'ora che sia compiuto. Sono consapevole che sia troppo tardi, ormai, per qualsiasi cosa: troppo tardi per scagionarmi, troppo tardi per redimermi, troppo tardi per rimediare ai miei errori e troppo tardi per evitare che il corso degli eventi precipiti come una frana, travolgendomi in pieno.
Forse avrei dovuto prevederlo, i segnali c'erano, ma non sono stato capace di vederli e di interpretarli, o non ne ho avuto il tempo o la voglia… ed ora eccomi qui, legato come un quarto di bue, pronto per essere macellato. Verrò umiliato, un’ultima volta, la più terribile: mi verrà strappato tutto ciò che fino ad ora ho posseduto e il mio unico compagno e conforto di una vita verrà distrutto. Una parte di me morirà inevitabilmente con lui, quando il Sigillo verrà spezzato e rimarrò spezzato anch’io. Per sempre.
La vita è maledettamente ingiusta e qualsiasi essere ne è schiacciato e sopraffatto, pur senza esserne consapevole. È quello che è successo a me, perché io non ho colpe e non ho rimorsi, e vado al giudizio con la serenità della consapevolezza di una coscienza pulita.
Non sono mie le mani lorde di sangue, io mi sono limitato a eseguire il mio dovere, mettendo a rischio la mia vita più volte più di portarlo a termine, e non ho rimpianti.
Ho vissuto la mia vita appieno, facendo quello che desideravo e riuscendo a realizzare il mio più grande sogno; ho sperimentato, ho viaggiato, ho visitato luoghi incantevoli e sublimi, terribili e affascinanti, ho incontrato persone di diverse razze, culture idee e gusti diversi, ho avuto modo di conoscere lingue e tradizioni diverse dalla mia e di apprezzarle fin nei minimi particolari, ho assaggiato cibi esotici, mi sono cullato nel delicato calore della pelle di una donna e mi sono inebriato del profumo di quella di un uomo. Ho sfruttato qualsiasi occasione il fato mi abbia presentato, assaporando tanto le amarezze quanto le dolcezze di un'esistenza vissuta fino in fondo.
Non mi rammarico di nulla e posso dire di avere raggiunto la pace interiore, quello stadio di assoluta serenità che si prova pur in situazioni avverse, in cui le difficoltà e gli stenti non ti tangono, ma scivolano sulla tua pelle come pioggia, senza avere la possibilità di ferirmi.
L'unica cosa di cui mi dispiaccio è del fatto che verrò considerato come un traditore, e che la mia memoria rimarrà per sempre infangata da una nomea che nonmi merito e che non mi si addice.
Non voglio essere ricordato in questo modo, non se ho anche la più remota possibilità di raccontare come sia veramente andate le cose, e di dimostrare la mia innocenza.
Narrerò la mia storia e lascerò che siano i posteri a giudicarla, nella speranza che qualcuno riesca a vedere come io sia stato solo una vittima ingenua di un enorme inganno ben architettato.
Tutto è iniziato quella dannatissima notte, pochi giorni prima delle Prime Nevi, quando ho avuto la malsana idea di cercare di recuperare la fiducia dei miei compagni e dei miei superiori...

   
 
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