Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Soraya Ghilen    10/05/2017    2 recensioni
“Sei tornato” disse una voce che Derek conosceva fin troppo bene. Si girò piano, quasi con la paura che una una sua mossa azzardata avrebbe spinto l’altro a fuggire come una gazzella spaurita. E lo vide, dopo cinque anni posò di nuovo i suoi occhi su di lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La musica riempiva l’aria di un pomeriggio di fine estate, mentre l’auto sfrecciava sull’asfalto a una velocità notevole e il vento scompigliava i capelli già disordinati. Derek alzò ancora un po’ il volume, e lasciò che i deboli raggi del sole morente gli baciassero il viso e gli occhi, protetti da degli scuri occhiali. La canzone era ritmata ma dolce, non il suo genere, ma si addiceva a un pomeriggio californiano, come quello che stava vivendo lui.
Casa sua gli era mancata e, adesso, mentre percorreva a tutta velocità i pochi chilometri che lo separavano da Beacon Hills sentiva che aveva sbagliato ad attendere così tanto a tornare. Cinque anni sono molti. Cinque anni cambiano totalmente i luoghi e le persone. Non avrebbe ritrovato la città che aveva lasciato, questo lo sapeva, perché non avrebbe trovato le stesse persone, lo stesso branco. Sapeva bene che era successo di tutto, nell’arco di tempo in cui era stato lontano, in cui li aveva abbandonati a se stessi, i suoi amici, ma aveva dovuto andare via. Non poteva continuare a restare in quella città ,che era stata una prigione piena di brutti ricordi per troppo tempo, senza iniziare a odiarla sul serio. Non poteva odiare Beacon Hills, non poteva odiare casa sua. Per questo era andato via e basta, senza voltarsi indietro e, probabilmente, non tutti avevano capito le sue motivazione. In realtà solo uno non aveva capito le sue motivazioni. Stiles. Un nome una garanzia di guai, incomprensioni, litigi e tante tante urla. Stiles aveva sofferto per la sua partenza, anche se non si era mai fatto sentire,e Derek sapeva che il ragazzo attribuiva solo a se stesso e alle sue azioni la sua improvvisa partenza. Non aveva avuto cuore di dire a Stiles che, in parte, aveva ragione, se questi erano ,effettivamente, i suoi dubbi e la storia della possessione da parte dello spirito volpe psicopatico non c’entrava assolutamente nulla.
Non si era accorto che, preso dai suoi pensieri, non solo aveva superato la scritta di benvenuto all’ingresso della cittadina ma aveva anche iniziato a percorrere la strada verso il suo loft. Era, in ogni caso, il primo posto in cui sarebbe andato. Non sapeva in che stato lo avrebbe trovato, dopo cinque anni lasciato balia di Peter e delle sue discutibili abitudini.
Lo stupì molto notare, mentre guidava a una velocità decisamente minore rispetto a quella tenuta fino a qualche chilometro prima, di come la città sembrasse pressapoco sempre la stessa. Gli stessi negozi, le stesse insegne, adolescenti che facevano la fila al botteghino del cinema, come ogni venerdì sera, e qualche ristorante che stava iniziando ad aprire al pubblico, come sempre alle 18:30. Gli piacque illudersi, per un solo momento, che Beacon Hills avesse deciso di attendere il suo ritorno, prima di mettere in atto cambiamenti significativi, come il far apparire un negozio a tema punk o un pub apertamente per soli ragazzi dai 18 anni in giù, ma fu solo un attimo.
Giunse al suo amato appartamento notando, come prima cosa, che non c’era nessuna macchina nel parcheggio. Si chiese dove fosse finito suo zio. Concluse che quell’uomo era davvero troppo bizzarro per poterne comprendere il comportamento fino in fondo. Scese dalla macchina, afferrò il borsone con un suoi decisamente pochi effetti personali, e si avviò verso l’ingresso dell’abitazione, senza preoccuparsi minimamente di chiudere la vettura. Nessuno l’avrebbe mai rubata, dato che era nel suo parcheggio e che ,essendo la sua Camaro l’unica di tutta Beacon Hills ,nessuno avrebbe, in ogni caso, rischiato di incorrere nelle ire di un tipo scorbutico finito dentro perché sospettato di omicidio.
Il loft puzzava di chiuso e polvere, segno che nessuno ci metteva piede da tempo. C’era polvere ovunque, ma non quella che si deposita in cinque anni. Probabilmente nessuno era più andato in quel posto per pulire, dormire o fare qualsiasi altra cosa da qualche mese, un anno al massimo. Forse Peter si era stufato di vivere lì da solo, lontano dal caos della cittadina e aveva deciso di tornare a vivere nel suo appartamento in centro. Tuttavia c’era una traccia, una venatura che attraversava l’odore di polvere e che non era quella di suo zio. Derek aveva la sensazione di conoscere bene quell’odore. Aveva qualcosa di familiare ma era totalmente diverso da qualsiasi altro mai annusato fino a quel momento. Non sapeva ben spiegare quella sensazione. Sapeva solo che qualcuno, per la durata di quei cinque anni, era andato costantemente al suo loft per tenerlo pulito e in ordine, nella evidente speranza che lui tornasse, ma, poi, aveva deciso che era tutto inutile. Aveva smesso di sprecare tempo ed energie. Derek si disse che avrebbe fatto lo stesso.
Decise che, forse, era il caso di mettersi a dare una sommaria ripulita, rifare il letto, scoprire i mobili, riattaccare il gas e prepararsi la cena, data la sua non proprio trascurabile fame.
Aveva appena iniziato ad occuparsi delle lenzuola quando sentì il motore di un’auto che aveva senza ombra di dubbio visto giorni migliori spegnersi proprio nel suo parcheggio. Acuì maggiormente il suo udito già sovra sviluppato per cercare di capire chi avesse deciso di fare una gita a quell’ora a casa sua. L’unica cosa che riuscì a percepire fu un “non è possibile” appena sussurrato, venato da palese incredulità. Non si sporse a guardare quale fosse l’auto perché non voleva scoprire chi fosse il proprietario, anche se non era difficile ricondurre il rumore di un motore risalente al dopoguerra alla scassatissima Jeep di Stiles.
Una portiera che sbatte, priva di qualsiasi tipo di accortezza, passi concitati e veloci, odore di agitazione e ansia. Accadde tutto troppo in fretta, anche per uno come Derek. Quasi non si rese conto, infatti, che il suo inatteso ospite non solo era giunto alla sua porta ma che l’aveva anche spalancata alle sue spalle. Improvvisamente l’aria del loft fu riempita dallo stesso odore che il licantropo aveva percepito fare da base a quello della polvere e del chiuso.
“Sei tornato” disse una voce che Derek conosceva fin troppo bene. Si girò piano, quasi con la paura che una una sua mossa azzardata avrebbe spinto l’altro a fuggire come una gazzella spaurita. E lo vide, dopo cinque anni posò di nuovo i suoi occhi su di lui. Fissò lo sguardo in quello del ragazzo che gli stava in pedi, di fronte, con un’aria confusa sul delicato fiso macchiato da qualche neo.
Sorridendo, ironico, non poté fare a meno di notare che non era cambiato in nulla, tranne che nell’odore. Davanti a lui c’era il solito disordinato, agitato Stiles Stilinski. 

 

 

Note dell’autrice: Salve a tutti!! Bene, questa è la mia prima fanfiction non solo a tema Sterek ma anche su teen wolf e spero che vi piaccia. Mi scuso se gli aggiornamenti non saranno pubblicati con costanza e se passerà molto tempo tra un capitolo e l’altro ma potrebbe capitare una cosa del genere. Bene, detto questo, se vi fa piacere ditemi cosa pensate di questo piccolo assaggio: se vi piace, se vi ha incuriositi e cose così. Spero di rivedervi al prossimo capitolo.
A presto, Soraya!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Soraya Ghilen