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Autore: Christine_Heart    12/05/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 6: L'emozione delle prime parole
 

7° mese

 
 
«Tu non lo sai piccolo, ma la mia vita è molto particolare e frenetica!» spiegò.
«Sì corre tantissimo e di continuo!» scherzò il Dottore.
Quella mattina il Dottore era di ottimo umore, veramente felice, e appena il piccolo si era svegliato, l'aveva praticamente rubato alla culla, e aveva fatto partire un'allegra canzone, forte e non troppo lenta così da poter divertire anche il bimbo, che teneva in braccio.
«Quando sarai più grande capirai di cosa sto parlando.» gli disse volteggiando su se stesso, mentre teneva con dolcezza la mano del bimbo nella sua, come se la loro fosse una vera e propria danza professionale, e non un qualcosa per divertirsi.
«Pensa che una volta ho mando in camera sua un “mutante”, perchè mi aveva fatto molto arrabbiare, e lui c'è andato sul serio, convinto che fossi la sua mamma.» raccontò divertito.
«E' stata una cosa davvero spassosa, non me lo sarei mai aspettato, ma è stato davvero divertente, dico sul serio!» esclamò allegro il Dottore con una risata.
«Però alla fine nessuno aveva cattive intenzione, erano solo dei nanogeni che volevano curare la
razza umana così da lasciarli in perfetta salute.» spiegò sereno.
Il piccolino tremò appena tra le braccia dell'uomo e subito nascose il faccino contro il suo petto, con fare impaurito, con un mugolio spaventato, dopo aver sentito quello strano nome.
«Nononono...» pronunciò svelto il Dottore cullandolo un po'.
«I nanogeni non sono nulla si spaventoso, sono solo piccoli essereni dorati che vanno in giro a curare le persone...sono i piccoli infermieri dello spazio!» spiegò divertito.
Il bimbo lo fissò con una faccina confusa, e cercò invano di capire. Il Dottore sorrise divertito, muovendosi ancora di lato, e aggiunse:
«E poi proprio in quella occasione, ho scoperto quanto sono buone le banane!» disse con volto meravigliato e con tono entusiasta, quasi come se da un momento all'altro ne avrebbe degustata una.
«Sono molto dolci e una volta ho mangiato un tortino con questo frutto, ed era la fine del mondo.» afferma felice. Poi si ferma un attimo a riflettere.
«Forse non è proprio carino far finire il mondo per via di un tortino.» pensò ad alta voce fermandosi un attimo nella danza.
Il piccino mise il broncio e con un versetto offeso guardò il Dottore con aria di sfida.
«Eh sì, non è davvero molto carino.» continuò a riflettere.
«Diciamo che era davvero buono e che in qualche modo il suo sapore mi ha stupito!» affermò alla fine facendo l'occhiolino al piccolo, che rise divertito.
Il Dottore riprese a muoversi sulle note di quella bella melodia, mentre il bimbo muoveva la testa a tempo di musica, e provava a dire qualcosa.
«E sempre in quel tempo, la mia amica Rose m'insegnò a ballare...» confessò rallentando il passo, fino a fermarsi, perso in quei ricordi.
«Non è che m'insegnò a ballare sul serio, lei mi fece ricordare il ballo...»
«...eravamo proprio qui, in questa stessa stanza...» affermò guardandosi intorno, gettando uno sguardo perso oltre i comandi del Tardis.
«Jack ci guardava da lì...» rise indicando le porte del Tardis.
«...divertito più di noi, con un sorriso sbarazzino in volto.» scherzò nei confronti dell'amico.
«E' stata davvero brava...non trovi?!?» chiese in sussurrò totalmente distratto.
Un accordo un po' più forte della melodia, lo fece riprendere. Fissò il bimbo che lo guardava stranito, e con dolcezza gli sorrise, riprendendo a muoversi.
«Mi è piaciuto davvero ballare in suo compagnia!» confessò con tenerezza.
Sorrise ancora una volta, deciso ha lasciare quei bei ricordi.
«E ancora...» il Dottore si fermò di colpo.
«No aspetta aspetta...!» esclamò affascinato rimanendo in ascolto.
«Questo pezzo è troppo bello, non possiamo perdercelo.» affermò continuando il suo ballo.
Due passi a destra, due a sinistra, quattro avanti e...
«Casche!!!» esclamò diverito, portando con attenzione giù il piccolo, che non smetteva di ridere allegro, sicuro tra quelle braccia che ormai conosceva bene.
Liberò le manine dalla singola presa del Dottore, interrompendo così il “Ballo di coppia” e sventolò le braccine con fare spensierato.
Il Dottore si unì a quelle infinite risate che non volevano smettere, e felice vide il bimbo applaudire con le manine, quasi a voler sottolineare il fatto che si era davvero divertito.
Riportò il bimbo in su e lo sistemò sul suo braccio, accarezzandogli la testa.
«Sono brillante non è vero?!?» chiese con fare al quanto modesto.
E con sua sorpresa, malgrado lui stesse ironizzando sul suo modo di essere, il bimbo annuì, fiero del gesto che aveva appena fatto.
Il Dottore rimase a bocca aperta, cosciente del fatto che il piccolo aveva capito la sua domanda.
«Dici sul serio, piccolo mio?!?» chiese confuso.
Il bimbo accennò un dolce sorriso, e con la stessa convinzione di prima annuì di nuovo.
Il Dottore sgranò gli occhi per la sorpresa, rimanendo a bocca aperta.
«Mi stai prendendo in giro?!?» chiese del tutto stranito, sistemandosi il piccolo in braccio.
Il bimbo scosse il capo, e con un mezzo sorrisetto, allungò una manina verso il Dottore.
«Pa...» provò a dire o meglio a balbettare.
«Che cosa vuoi dirmi?!?» sorrise radioso il Dottore, sentendo la voce del piccolo.
«Ba...pap...» provò di nuovo.
«Che cosa...hai fame?!» chiese l'uomo guardando l'orologio.
«Da...d...pa...» ci riprovò ma non era il suono che voleva sentire uscire dalle sue labbra.
«Eh no, hai mangiato da poco, non credo che sia per quello.» riflette il Dottore, cercando di capire cosa voleva dirgli il piccolo.
«Pa...» gonfiò le guance infuriato perchè non riusciva a dire quella parolina a cui lui teneva.
«Con calma, non ti arrabbiare, le prime paroline sono sempre le più difficili!» spiegò
«Pap...» respirò affondo fissando l'uomo negli occhi.
«Pap...Papà!» pronunciò alla fine soddisfatto, spostando un po' la mano sulla guancia.
Il Dottore rimase di nuovo a bocca aperta, guardando il bimbo che gli sorrideva felice, per essere riuscito a chiamarlo come voleva.
«Che cosa hai detto?!?» chiese distratto convinto di averlo solo immaginato.
«Pa...pa..papà!» ripete con un po' di difficoltà il bimbo.
Il Dottore deglutì nervoso e sentì gli occhi bruciare e pizziacare, avvolti da un'improvvisa e forte emozione che non riusciva a capire.
«Sarei io?!?» domandò meravigliato.
«Mhm!!!» rispose il bimbo allungando le lettere.
«Pa...pa..à!» ridisse di nuovo accarezzando ancora una volta il volto del Dottore.
«Così io sono il tuo papà adesso?!?» domandò il Dottore provando a trattenere le lacrime, mentre sul volto sia affacciava un sorriso colmo d'affetto.
Il bimbo rise divertito, poi senza preavviso strinse forte le spalle di quell'uomo, e appoggiando la testolina sulla sua spalla, lo chiamò di nuovo, con quel nuovo nome che aveva un suono così dolce e così bello da commuovere l'uomo che lo stava crescendo.
Il Dottore lo strinse forte a sua volta, appoggiando la guancia contro la schiena del piccolo, accarezzandogli il corpicino una e più volte.
Lo cullava con dolcezza, consolandosi in quel gesto, e intanto lasciava gli occhi chiusi, per non rischiare il pianto.
«Pa...pà!» disse di nuovo Acheron, mentre un sorrisetto tenero, copriva le labbra del piccolo, che si lasciava coccolare dal quell'uomo che tanto amava.
«Sì, se vuoi sono papà!» sussurrò il Dottore senza vergogna.
 
 
La sua prima parola di senso compiuto, e credo che sia stata la più bella di tutte.
 

Continua...

Note dell’autrice:
Spiegazioni: 
-La storia che racconta il Dottore e la parte del ballo fa riferimento all'episodio 1x09 e 1x10 dal titolo Il bambino vuoto.
  
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