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Autore: Christine_Heart    12/05/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 7: Primi passi


8° mese

 
Era giorno di relax sul Tardis, e il Dottore si stava godendo la compagnia del bimbo comodamente seduto sul sedile giallo davanti ai comandi del Tardis, mentre il piccolo Acheron giocava allegramente accanto a lui, su un tappetto morbido, circondato da un paio di peluche e una palla rossa. Stava iniziando a parlare e a formare le prime frasette di senso compiuto, era una cosa adorabile, anche perchè il Dottore si divertiva a sentire la vocetta del piccolo.
Ma malgrado l'età il bimbo ancora non riusciva a camminare. Il Dottore l'aveva visto gattonare per il Tardis, e spesso aggrapparsi a qualcosa di solito solo per tirarsi su, e compiere una serie di passetti senza lasciare il sostegno, ma di camminare da solo passo dopo passo, il piccolo sembrava non volerne sapere niente.
Il Dottore osservò ancora per un paio di minuti il bimbo, che si stava divertendo a tirare avanti e indietro la palla rossa, che continuava a finire contro i suoi piedini, mentre lui la spingeva con le mani. Sorrise, nel vederlo così felice, poi allungò i piedi sui comandi del Tardis, facendo attenzione a dove poggiava per non spingere nessuna leva involontariamente, incrociò le gambe, incrociò le mani dietro la testa, e si soffermò ad osservare il soffitto. Si perse nei suoi pensieri, e in alcuni ricordi, mentre il suo sguardo si colorava nelle pareti dorati del suo Tardis. Chiuse gli occhi sospirando affondo, avvolto da quello che poteva ricordare un dolce profumo di rose, poi...
«Papà!» si sentì chiamare chiaramente.
Spostò il capo sul suo piccolo, senza cambiare posizione.
«Endi?!?» chiese il bimbo allungando una manina verso di lui.
Il Dottore sorrise, e lasciò ricadere le gambe sul pavimento.
Poi si rese conto che Acheron si teneva aggrappato con forza ad un cavo nero fissato vicino ad una leva del Tardis. Il Dottore si alzò in piedi solo per appoggiarsi a quei comandi che tanto adorava.
Notò che il piccolo si teneva con una sola manina, ed era un bel cambiamento.
Il Dottore fece schioccare la lingua, mentre con sguardo sorpreso fissava il piccolo, indeciso sul dal farsi. Sì sistemò gli occhiali dal bordo nero che aveva sul naso e ci provò.
«Perchè invece non vieni tu dal papà?!?» gli chiese aggirando i comandi per porsi proprio di fronte al piccolo, che subito scosse il capo.
Il Dottore sorrise e si accovacciò tendendo le braccia verso il piccolo.
«Coraggio cucciolo, vieni dal papà.» gli disse annuendo sicuro.
Il bimbo scosse di nuovo il capo, reggendosi con più forza.
«Dai non fare così, ci penserà papà a prenderti, non ti farai nulla.» lo tranquillizzò, allungando di più le braccia, verso di lui.
«Forza piccolo, vieni dal papà!» esclamò incoraggiandolo.
Il bimbo chinò il capo, quasi a voler analizzare il percorso che doveva fare, deglutì nervoso, e fece il primo passetto, senza lasciare il cavo.
«Lasciati piccolo, fidati di me.» gli sorrise il Dottore.
Acheron osservò prima il cavo, poi il Dottore, poi di nuovo il cavo nero, e si fermò sul Dottore.
Non sapeva cosa fare.
«Non aver paura, ti prometto che ti prenderò io qualsiasi cosa accada, lasciati andare, non temere Acheron!» gli disse di nuovo il Dottore allungandosi di nuovo verso di lui.
Il bimbo deglutì ancora, e con occhi smarriti, si convinse a fare ciò che gli era stato detto.
Con mani tremanti, lasciò il cavo, e fissò il padre.
«Coraggio piccolino, vieni da me.» gli disse il Dottore con un nuovo sorriso.
Il piccolo spostò il piedino avanti, e subito fece seguire l'altro.
Il Dottore annuì, mentre il piccolo compiva lo stesso gesto, unendo subito i due piedini per paura di cadere. Guardò di nuovo il Dottore, confuso.
«Coraggio piccolo, vieni da me!» lo incoraggiò ancora il Dottore
Il bimbo accennò un sorriso, e mosse di nuovo i piedini, un po' instabile.
«Coraggio piccolino, vieni!» sorrise gioioso il Dottore, compiendo un passo indietro lentamente così che il piccolo non potesse notare la differenza del suo tragitto.
Il piccolo si mosse ancora, sorridendo. Iniziava a prenderci gusto, e la cosa gli piaceva.
Spostò di nuovo i piedini, accelerando un po' il passo, e poi di nuovo prima il destro e poi il sinistro, e ancora mise i piedini uno davanti all'altro.
«Bravo così!» pronunciò felice il Dottore spostandosi di nuovo.
Il bimbo sorrise al complimento del padre e con una risatina allegra accelerò il passo, un piedino che seguiva rapido l'altro quasi a corsa.
«Ah! Piano...senza correre!» lo riprese gentile il Dottore, guardandolo serio.
Acheron gli sorrise di nuovo, e rallentò il passo. Un piedino di seguito all'altro, e poi si fermò bruscamente. I suoi bei occhietti incerti, cercavano l'appoggio del padre.
«Che cosa succede tesoro?!?» chiese confuso il Dottore.
«Endi???» chiede spaventato il bimbo.
«Dai piccolo, come prima, sei stato bravo fino adesso, non ti fermare!» gli disse compiaciuto, facendogli cenno con la mano di riprovare.
«Non avere paura tesoro, il papà non va da nessuna parte, ti aspetta qui!» gli spiegò paziente, e con un'altro bel sorriso, annuì verso il figlio.
Acheron osservò di nuovo il percorso da fare, e arricciando le labbra, spostò di nuovo il piede destro, poi con calma quello sinistro.
«Un'altro passetto, ci sei quasi!» incalzò il Dottore.
Ancora una nuova passeggiata, ancora una serie di passetti incerti.
«Un'altro piccolo sforzo!» spronò così il bimbo.
Un nuovo dondolio da parte di quel corpicino così piccolo.
«Forza, vieni vieni!!!» gli disse elettrizzato.
Mise un piedino davanti all'altro, ma perse l'equilibrio.
Il Dottore lo afferrò prontamente, lasciandolo cadere tra le sue braccia.
«Bravo tesoro!!!» esclamò contento.
«Sci?!?» chiese in attesa di conferme, osservando gli occhi castani del Dottore.
«Sì piccolino, guarda quanta strada hai fatto per venire dal papà.» gli disse felice, mentre il piccino stringeva con affetto l'indice del padre, per rimanere in piedi.
Il piccolo si voltò indietro per capire. I comandi del Tardis erano ben distanti da lui, segno che di passi ne aveva fatti un bel po'.
«La tua prima avventura, lontano dal sostegno dei comandi del Tardis!» scherzò l'uomo.
Acheron ritornò a guardare il padre, e felice gongolò soddisfatto.
«Sei stato bravissimo!» gli disse di nuovo accarezzandogli la testa.
Acheron sorrise felice, godendosi quella bella carezza.
«Ti serve solo un po' di pratica!» suggerì dopo alzandosi in piedi.
Il bimbo seguì il suo gesto, notando quando il padre fosse effettivamente più alto di lui, poi sentì quella strana parola, ed inclinò il capo da una parte in cerca di chiarezza.
Il Dottore scoppiò a ridere. Aveva una faccetta così adorabile in quel momento, non riuscì a trattenersi amava troppo quel bimbo.
«Fare pratica vuol dire, riprovarci tante e tante volte fin quando non riesci a farlo per bene, fin quando non sei veramente bravo.» gli spiegò allungando una manina verso di lui.
«Sieme?!?» chiese prendendo la mano.
«Certo, io e te faremo sempre tutto assieme, non lascerò mai solo il mio bambino, qualsiasi cosa accada, io sarò lì pronto a proteggerti in un modo o nell'altro.» gli disse sincero.
«Non ti preoccupare, sarò sempre al tuo fianco!» affermò di nuovo.
E con suo enorme piacere, il Dottore vide dipingersi sul volto del piccolo, un bel sorriso che andava allargandosi pian piano, lieto per quella notizia.
«Riproviamo?!?» chiese dopo.
Acheron si morse un pochino il labbro inferiore indeciso, poi allungò le braccia verso il padre.
«Che cosa c'è?!?» chiese il Dottore, prendendolo.
Il bimbo accarezzò con dolcezza i capelli del Dottore, scompigliandoli appena, poi si allungò verso di lui, e posò le sue labbra sulla guancia dell' uomo. Senza dire nulla, gli buttò le braccia intorno al collo. Il Dottore rimase sorpreso da tanto spontaneità, ma non riuscì a trattenersi dall'impulso di abbracciarlo il più forte possibile.
Non mi abituerò mai al suo affetto, è così intenso e sincero da sconvolgermi.
«Ti adoro anch'io, piccolo mio!» sussurrò il Dottore, ma così piano che neanche il bimbo riuscì a sentirlo. Quel mormorio rimase un eco tra la sue mente e la sua anima.
«Forza piccolo, rimettiamoci a lavoro!» esclamò felice il Dottore, lasciandolo scendere.
Il bimbo annuì, e subito si sentì prendere le manine.
«Mi raccomando un passo alla volta, piano piano.» gli ricordò il Dottore, chinandosi su di lui, così da poterlo sorreggere meglio. Le mani forti e calde del Dottore, si strinsero con più dolcezza sulle sue. Acheron annuì felice e mosse il primo passo.
Amava camminare, ma amava ancora di più poterlo fare con suo padre.
 
E' in momenti come questi che mi accorgo che lui sta crescendo velocmente, e sempre in questi attimi infiniti di semplicità mi rendo conto che è la mia più bella e grande esperienza.
 

Continua...

  
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