Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Ricorda la storia  |       
Autore: Layla    15/05/2017    2 recensioni
Cinque anni dopo la sua incoronazione Elsa muore, ma il suo spirito rimane ad Arendelle a vegliare sul regno.
Passano i secoli, cambiano le cose, Arendelle diventa parte della Norvegia ed Elsa è ora uno spirito incatenato su questa terra senza prospettiva.
Fino a che Jack Frost non busserà alle porte del suo castello e la porterà dai guardiani che le proporanno di aiutare Jack nel suo ruolo. Ha una settimana per decidere se accettare o rifiutare questa proposta.
L'accetterà o la rifiuterà?
E l'amicizia che nasce con Jack è solo un'amicizia o quell'amore tanto desiderato da Elsa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1)Tempo di cambiamenti

Dicono che il tempo non faccia sconti a nessuno, che passi inesorabile come le maree del mare, l’eterna successione delle stagioni su questa terra e i cicli lunari.
Da viva credevo che avrebbe fatto un’eccezione per me, ma mi sbagliavo: il tempo e la morte non fanno eccezioni per nessuno, nemmeno per una come me.
Sono Elsa, la regina del regno di Arendelle, e sono morta due secoli fa.
Tre anni dopo la mia incoronazione mia sorella Anna e Kristoff si sono sposati, è stata una cerimonia molto toccante a cui ha partecipato tutto il regno. Anna è sempre stata una persona molto amata, per anni non ha dovuto costruirsi una barriera attorno per evitare che qualcuno scoprisse che avesse dei poteri magici. Che poi è stato inutile frenarsi tanto a lungo, quando i miei poteri sono esplosi hanno regalato al regno di Arendelle quella che è la madre delle tempeste di neve e un paragone irraggiungibile per ogni inverno. Esiste persino il detto: “Questo inverno è freddo, ma non come quello della regina.”e lo usano anche adesso che il mio nome è sparito nelle nebbie della storia. E l’ho fatto in piena estate, una bella impresa, vero?
Torniamo al matrimonio, oltre a tutta Arendelle è arrivata una delegazione da Corona, che comprendeva anche mia cugina, la principessa Rapunzel e suo marito, il principe Eugene. È stato molto bello trascorrere del tempo con loro e iniziare a intessere dei legami di amicizia.
Da allora a anni alterni Rapunzel è venuta ad Arendelle e io e Anna siamo andate a Corona, almeno per un po’. Due anni dopo il matrimonio Anna è rimasta incinta e io ho iniziato a stare male, avevo quello che adesso chiamerebbero un cancro, ma allora la medicina non era così avanzata e i dottori non sapevano cosa fare.
Anna e Kristoff mi portarono dai troll per la seconda volta nella mia vita e questa volta il loro capo scosse la testa, il mio malessere era così esteso che nemmeno i suoi poteri potevano guarirlo, mi disse che avrei visto nascere la mia prima nipote e sarei morta.
Anna pianse e molto, piansi anche io, piangemmo insieme, perché stavamo imparando che il destino non si può cambiare quando è scritto in modo così definitivo. Visto che mi rimanevano pochi mesi di vita, partii per Corona da sola, rimasi qualche tempo da Rapunzel per dirle addio e chiederle di mantenere un rapporto di amicizia con mia sorella perché le sarebbe servito. Tornai in patria per il parto di Anna e per raccomandare a Kristoff di proteggere e amare per sempre mia sorella. Nacque una bambina, venne deciso di chiamarla Elsa in mio onore. Due giorni dopo morii.
Ci fu un’imponente funerale, mi piansero in molti, alla fine ero riuscita a diventare una regina amata, Anna più di tutti. Rischiò di non occuparsi di Elsa perché era troppo depressa a causa mia, solo la testardaggine di suo marito e un piccolo aiuto del destino la salvarono. Il mio spirito non è andato né in inferno né in paradiso, è rimasto ad Arendelle nel castello di ghiaccio che avevo costruito.
Mia sorella è venuta a trovarmi quasi ogni giorno fino a che la vecchiaia e la morte non hanno colto anche lei e dopo di lei sono venute ancora le regine e i re di questo regno per almeno due generazioni. Ero diventata lo spirito guardiano di Arendelle e pensavo che lo sarei rimasta per sempre, ma, come ho già detto, il tempo passa per tutti. Anche le nazioni e i regni cambiano, quello che si credeva immutabile sparisce, Arendelle è stata annessa alla Norvegia e adesso è solo una regione di una realtà più estesa.
Io sono rimasta nei ricordi della gente solo come la regina delle nevi, la responsabile di tutte le bufere di neve insieme a Jack Frost, solo che lui è trattato come una credenza simpatica, di me hanno paura.
È da allora che gli anni hanno iniziato a diventare lunghi e amari.
Ho passato il mio tempo a riparare il castello e a riempirlo di sculture di ghiaccio, che poi distruggevo per fare posto a quelle nuove e – ovviamente – a creare tempeste. Nessuno crede più in me, il mio castello è così isolato che non lo raggiunge più anima viva, mi chiedo perché sono ancora in questo mondo.
Ho protetto il mio regno fino alla fine, non è arrivato il momento di avere un po’ di pace e rivedere i miei cari?
Lo chiedo alla luna ogni tanto e ho l’impressione che brilli più forte in risposta alla mia domanda, come se mi chiedesse di aspettare ancora un po’ che poi avrò tutte le risposte.
Anche oggi sto intagliando una scultura, rappresenta Anna, Kristoff, me e un uomo che è ancora senza volto, dovrebbe essere quello che amo, ma la mia vita è stata così breve che non l’ho mai incontrato e mi sono limitata a sognare l’amore.
All’improvviso sento bussare alla porta, ma non gli do peso, a volte il vento dà questa impressione oppure la mia mente torna ai giorni in cui qualcuno veniva ancora in questa landa desolata.
Poco dopo il rumore si ripete e il mio cuore salta un battito: qualcuno sta proprio bussando alla porta, chissà chi è?
Abbandono il mio lavoro e vado ad aprire il portone un po’ in ansia, sarà un’escursionista che si è perso?
Davanti a me c’è un ragazzo che sembra avere circa la mia età, forse qualche anno più giovane, scalzo, che indossa un paio di pantaloni marroni stracciati sopra la caviglia, una felpa blu smorto con decori bianchi a forma di fiocco di neve. Ha in mano un bastone che termina in un semicerchio, ha i capelli bianchi e gli occhi più azzurri che abbia mai visto.
“Chi sei?”
Lui mi sorride.
“Dovresti conoscermi, ci nominano insieme quando una tempesta di neve arriva.”
Io spalanco gli occhi.
“Jack Frost?!”
“Esatto! Dovresti conoscermi visto che siamo complici durante le tempeste di neve.”
Io corrugo le sopracciglia.
“Io non sono tua complice nelle tempeste, fai tutto da solo, io me ne sto qui buona nel mio castello a intagliare sculture.”
“Esattamente come Edward Mani di Forbice.”
Io inizio a sentirmi a disagio.
“Cosa vuoi, Jack?
Non dirmi che è una visita di cortesia perché negli ultimi duecento anni mi hai ignorato come non esistessi.”
“Ehy! Eri una pericolosa rivale in fatto di tempeste di neve! La gente ricorda ancora la tua, ma nessuna delle mie. In ogni  caso hai ragione, non sono venuto qui per fare il bravo vicino, sono qui in veste ufficiale di guardiano.”
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
Gli chiedo perplessa, non mi sembra di aver violato nessuna regola.
“No, stai calma.
Solo, gli altri guardiani vorrebbero parlare con te, ma non è nulla di grave.”
“Se lo dici tu… E come ci arrivo dagli altri guardiani?”
“Seguimi.”
Lui si libra nel cielo con grazia.
“Jack Frost! Torna qui!”
Lui si volta perplesso.
“Io non so volare, come faccio a seguirti?”
“Certo che sai volare, solo che ancora non lo sai.”
Il mio sopracciglio si alza ancora un po’, lui invece crea una palla di neve, ci soffia sopra e poi me la lancia addosso, inaspettatamente scoppio a ridere.
“Beh?! Questo dovrebbe farmi volare?”
“Esatto, baby. Adesso provaci.”
Io provo a saltare e incredibilmente riesco a rimanere ferma a mezz’aria.
“Seguimi.”
Io lo faccio e iniziamo a volare sopra Arendelle diretti verso nord.
“Come hai fatto?”
“A fare cosa?”
“A farmi volare.”
Lui rimane un attimo pensieroso.
“Vedi, ogni guardiano ha un suo centro. Qualcosa che è la sua essenza ultima e che viene scelta dall’Uomo della Luna come importante e rappresentativa di una certa festa. Il mio centro è il divertimento, sono un guardiano perché so far ridere i bambini. Tu avevi dentro di te il potenziale per sbloccare il tuo potere, ma visto che non ti lasci mai andare non ci saresti mai riuscita. Io ti ho fatto lasciare andare.”
“Ti sbagli. Io so lasciarmi andare, la vecchia Elsa, quella prima della tempesta era così, ora sono diversa.”
Lui mi sorride triste.
“Elsa, essendo rimasta così tanto tempo da sola e spaventata dalla possibilità che qualcuno scoprisse il castello sei tornata a essere la vecchia Elsa. Certo, usi i tuoi poteri, ma il tuo cuore è tornato ostaggio della paura, esattamente come prima della tempesta.”
“NO!”
“Sì, pensaci! Quando è stata l’ultima volta che ti sei sentita felice?”
Questa volta sono io a rimanere in silenzio.
“Quando l’ultimo re di Arendelle è venuto da me, ma è stato tanto tempo fa.”
“Vedi?”
“Adesso hai paura che ti scoprano e ti trattino come un animale da esporre allo zoo.”
Io non dico nulla, ma in cuor mio so che ha ragione e la cosa mi spaventa un po’: odio sentirmi vulnerabile.
Dopo qualche ora di volo arriviamo al polo nord e vedo la leggendaria residenza di Babbo Natale, atterriamo, Jack entra dopo aver salutato cordialmente i big foot che sorvegliano il posto. Io rivolgo loro un cenno, intimidita.
“Non avere paura, sono bravi. Sono spaventosi, ma molto bravi.”
“Va bene.”
L’agitazione inizia a salire, tra poco incontrerò i guardiani, come sarà?

 

È proprio vero che quando sei in ansia il tempo non passa mai e memorizzi ogni dettaglio.
Ad esempio noto che sono i big foot a costruire i giocattoli e non gli elfi, come si è sempre creduto. I big foot sono gentili, creativi e creano i giocattoli più belli che io abbia mai visto, uno sta dipingendo con minuziosità dei robot giocattolo. In quanto agli elfi sonno butte creaturine con un grandissimo capello rosso che termina in un campanellino, braccia e gambe piccole e non sono bravi con i giocattoli, fanno strani esperimenti con le luci di Natale o sfrecciano con piatti pieni di biscotti.
Finalmente Jack apre una pesante porta di legno decorata con dei vetri colorati ed entriamo in una grande stanza, con al centro un globo su cui brillano delle luci.
“Ogni luce è un bambino che crede in noi, il nostro compito è proteggerli.”
“Capisco, ma non capisco ancora perché sono qui.”
Dico alzando il volto verso la grande apertura sul tetto, da cui si vede la luna, Jack mi sorride inesplicabile.
Da quello che ho sentito dire è un chiacchierone, ma oggi non sembra aver voglia di parlare o non può farlo.
“Adesso lo saprai!”
Mi dice una voce tonante alle mie spalle, un uomo corpulento con una lunga barba bianca entra nella stanza seguito da altre figure.
“Babbo Natale.”
Sussurro, ma non è come me lo aspettavo.
Ha la barba e la pancia canonici, ma è anche pieno di tatuaggi.
“Sì, ma chiamami Nord, per favore.”
“Va bene. Io sono.. ero Elsa, regina di Arendelle.”
“Adesso ti presento gli altri.”
Una ragazza dal volto umano e dal corpo ricoperto da piume multicolori si avvicina.
“Io sono Dentolina, la fatina dei denti.”
Mi controlla la dentatura, il che è parecchio imbarazzante.
“Oh, è come la ricordavo! Bianca come la neve esattamente come quella di Jack.”
“Cosa?!”
Jack ride.
“Dentolina controlla i denti a tutti, deformazione professionale, il suo ruolo però non si ferma a lasciare soldi sotto il cuscino, raccogliendo i denti raccoglie anche i ricordi più belli dell’infanzia.”
“Ci sono anche i miei?”
“Sì, vuoi vederli?”
“Con calma, Dentolina.”
Un gigantesco coniglio che sembra un canguro si avvicina a noi.
“Io sono Calmoniglio, il coniglio di Pasqua.”
“Oh, ti immaginavo diverso.
Sai, piccolo e tenero, non un colosso…”
“Non dire che sembro un canguro.”
Jack ride.
“Ok, allora non lo dirò.
E lui chi è?”
Dico indicando un buffo ometto fatto di sabbia dorata, che si inchina.
“Lui è Sandman…”
“L’Omino del Sonno! Mia madre mi raccontava sempre di te, grazie per avermi regalato tanti bei sogni, ti posso abbracciare?”
Lui sembra arrossire, ma poi annuisce e io lo stringo a me, sembra di abbracciare un caldo marshmallow sabbioso.
“Fatte le presentazioni, ti chiederai come mai ti abbiamo chiamata qui.”
“Sì, me lo sono chiesta. Ho violato qualche regola?”
“No. Come saprai Jack è diventato da poco guardiano, così ci sono delle persone che credono in lui e lo possono vedere, quindi ha bisogno di aiuto.”
“In pratica dovrei scatenare tempeste di neve come lui?
Non se ne parla, non voglio diventare irresponsabile come lui.”
Calmoniglio se la ride.
“Questa ragazza a più cervello di te, Jack.”
“Hey! Hai mai sentito parlare di “Chiuso per neve”?”
“No, perché grazie a questo maledetto potere sono stata educata privatamente e che nevicasse o meno era indifferente.”
Jack alza gli occhi al cielo.
“Non sai cosa ti sei persa.”
“Nulla di speciale, credo.”
“Dovresti parlare con un mio amico, Jamie, te lo spiegherebbe.”
“Domani, potreste andarci.”
Interviene Nord.
“Io ho detto di no.”
“L’Uomo della Luna ti ha scelta.”
“E chi sarebbe?”
“L’entità che ha creato i guardiani.”
“Potrebbe essersi sbagliato.”
“Sì, potrebbe. Sai come faremo a scoprirlo?
Per una settimana aiuterai Jack e poi vedremo.”
Io vorrei protestare, ma penso sia meglio non inimicarseli tutti.
“E adesso festeggiamo!”
Immediatamente i piccoli elfi appaiono con piatti di cibo e tutti iniziano a mangiare, io mi siedo in un angolo, sentendomi a disagio, non parte del gruppo.
Cosa ci faccio qui?
All’improvviso qualcuno si siede vicino a me, è Nord con in mano un paio di biscotti.
“Ne vuoi uno?”
“No. E poi gli spiriti non mangiano.”
“Vero, ma i biscotti sono buoni e anche gli spiriti possono mangiare.”
Io non dico nulla.
“Qual è il problema?”
“Cosa ci faccio qui? Io non ho senso qui e non posso aiutare Jack, lui se la cava bene da solo, non ha bisogno di un’aiutante.”
“E sei felice nel tuo castello?”
“Almeno mi sento a casa e m sento vicino alle persone che ho amato.”
Lui si alza.
“C’è molto più di questo al mondo e lo imparerai.
Fidati di me.”
Io alzo un sopracciglio.
“Lo sento in mia pancia!”
Mi dice con un sorriso prima di alzarsi.
Se lo dice lui… Io non sono per nulla convinta.
Ok, è Babbo Natale, ma cosa c’entra la sua pancia con le mie paure?
Immagino che lo scoprirò domani.

 

La mattina dopo mi sveglio in un letto che profuma di pulito, in una stanzetta molto accogliente con una finestra che dà su di un lago ghiacciato.
Oggi non nevica e i riflessi del sole rendono questo posto magico, poi  mi rendo conto di dove sono e mi dico che probabilmente questo posto è magico di suo.
Mi vesto e mi pettino, poi attraverso un labirinto di corridoi arrivo alla sala dove ero ieri, ci sono solo Jack e Nord.
“Gli altri se ne sono andati, hanno i loro impegni, soprattutto Dentolina e poi tu accetterai il tuo incarico solo tra una settimana.”
“Forse.”
Faccio presente io, non sono convinta che accetterò di fare quello che mi dicono.
“Va bene, adesso mangia.”
Mi siedo al tavolo e i minuscoli elfi ci servono la colazione fatta di latte caldo e biscotti allo zenzero, ottimi devo dire.
Finita la colazione Jack si stiracchia e poi prende il suo bastone.
“Forza, principessa, andiamo.”
“Preferirei che mi chiamassi, Elsa.”
“Va bene, principessa.”
Io alzo gli occhi al cielo e lo seguo mentre vola via dalla residenza di Nord, giù verso il Canada. Lui ride per tutto il tempo, lanciando ogni tanto lampi dal suo bastone che creano tempeste di neve e quando vola basso sulle città tocca a caso fili del telefono, tetti e strade, creando brina, vento e scompiglio.
Qualcuno scivola e qualcuno perde dei fogli.
“Sicuro che quel tizio non si sia fatto male?”
Gli chiedo osservando un uomo che è scivolato sul ghiaccio creato da lui.
“No, avrà il sedere che gli darà fastidio per un po’, ma nulla di più.”
“Jack, se dovesse scivolare una persona anziana potrebbe farsi male sul serio.”
Jack si ferma, si volta verso di me e mi fronteggia.
“Lo so, Elsa, lo so. Cerco di stare attento a queste cose anche se a te non sembra.”
“Se lo dici tu, a me sembri solo un irresponsabile.”
Lui alza gli occhi ali cielo.
“Ti sei mai divertita in vita tua?”
“Costruire il castello è stato divertente e anche organizzare le feste di compleanno di Anna.
Beh, finché è durato.”
“Cosa vuoi dire?”
“Sono morta giovane, di cancro. Anna e Rapunzel, mia cugina, hanno tentato di farmi divertire fino alla fine, ma non ti diverti molto con la prospettiva di dover lasciare tutto davanti a te.”
“L’hai guardata nel modo sbagliato. Proprio perché avevi poco tempo davanti dovevi goderti il tutto.”
“E tu come sei morto?”
“Sono caduto in un lago ghiacciato per salvare la mia sorellina.”
Io lo guardo senza capire.
“Io e la mia sorellina stavamo pattinando su un lago ghiacciato, una cosa che avevamo fatto mille volte prima di quel giorno, solo che all’improvviso il ghiaccio sotto di lei ha cominciato a creparsi.
Le ho fatto credere che stessimo giocando a campana e quando è arrivata abbastanza vicino a me, l’ho presa con il bastone e l’ho spinta lontano, solo che il ghiaccio si è rotto sotto di me e io sono caduto nel lago.
Non so quanto tempo sono rimasto là sotto, so solo che a un certo punto mi sono svegliato, sono riemerso, l’uomo della luna mi ha parlato e io sono tornato al mio villaggio. Nessuno mi vedeva però e avevo questi poteri magici.”
“Capisco.”
“Siamo quasi arrivati.”
Atterriamo in una piccola cittadina degli Stati Uniti, accanto a una casetta molto carina.
“Sei sicuro che sia prudente atterrare qui? La gente può vederti.”
“Sono atterrato a posta qui perché c’è una persona che devi conoscere.”
“Jack!”
Urla una voce infantile, poi un ragazzino di circa dieci anni con i capelli castani abbraccia Jack.
“Ciao, Jamie.
Come stai?”
“Bene, oggi era chiuso per neve. Niente scuola!”
Jack gli sorride complice.
“Come mai sei qui?”
“Volevo farti conoscere una persona.”
Jamie si guarda intorno.
“Io non vedo nessuno, Jack.”
“È qui accanto a me, ti devi solo concentrare un po’ per vederla. Hai presente la Regina delle Nevi?”
Lui annuisce.
“Ecco, pensa a lei e poi forse la vedrai.”
Lui chiude gli occhi e quando li riapre li spalanca subito dopo.
“Jack, c’è una ragazza accanto a te, vestita elegante anche. È la tua fidanzata?”
“No, lei è Elsa, la regina delle nevi.”
“Ciao, Jamie.”
Gli dico un po’ incerta.
“Ciao! Sei la ragazza di Jack?”
“Che? No!”
Lui ride come un matto e Dio solo sa perché.
“Jack si è trovato una ragazza, ma è troppo timido per ammetterlo!”
Punta un dito verso di noi e ride di nuovo.
“Jamie, smettila o la mia amica se ne andrà o, peggio ancora, mi trasformerà in una statua di ghiaccio.”
Il ricordo doloroso di quando mia sorella si è trasformata in una statua per colpa mia mi colpisce all’improvviso.
“No, non penso che lo farò.”
Dico piuttosto fredda.
“Ma potrei andarmene.”
“Elsa, va tutto bene?”
“Sì, perché?”
“La tua voce è più fredda dei ghiacciai del polo nord.”
Io scuoto le spalle, non intendo di parlare di quello che è successo a lui, non mi sembra il tipo.
“Senti, facciamo un giro per la cittadina?
Ti va? Jamie può accompagnarci.”
“Va bene.”
Dico ancora piuttosto fredda.
In questo momento vorrei essere ancora nel mio castello, non in compagnia di questo ragazzo, ma i guardiani hanno deciso diversamente.
“Vedrai che ti divertirai.”
Mi dice Jamie.
“Oggi è scesa un sacco di neve, grazie a Jack.”
È così entusiasta che non ho il coraggio di dirgli che sono vissuta in un paese dove nevica sei mesi l’anno, almeno il doppio di qui.
“Vedremo.”
Insieme ci avviamo lungo il marciapiede del quartiere, che sembra una zona residenziale molto carina, anche la cittadina sembra dare questa sensazione o forse è la neve.
La neve rende tutto più pacifico e magico, di solito.
Che Dio me la mandi buona.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Layla