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Autore: guiky80    30/05/2017    4 recensioni
“Tutto quello che vuoi, è dall'altra parte della paura.”
Questa frase lo aveva fatto riflettere. L'aveva detta il Professor Kamijo durante una discussione con un suo compagno.
Era vero.
Misaki riflette sulla sua vita, deve e vuole prendere una decisione, ma ha paura...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che vuoi, è dall'altra parte della paura.”

Questa frase lo aveva fatto riflettere. L'aveva detta il Professor Kamijo durante una discussione con un suo compagno.

Era vero.

Tutto ciò che voleva era lì a un passo, ma lui aveva 'paura' di afferrarlo, perché voleva dire affrontare suo fratello, la famiglia dell'altra persona, voleva dire affrontare tutti e uscire alla luce del sole.

E lui... aveva paura.

Sospirò, avviandosi verso casa.

Casa... in realtà non era casa sua, era la casa in cui viveva, la casa che accudiva, che puliva, ma non era la sua casa, era la casa di Usagi-san. Lui era solo un ospite, praticamente imposto per volere di suo fratello.

Passeggiava lentamente, guardandosi intorno: gente di fretta, bimbi che tutti allegri andavano al parco, mamme con i passeggini.

Sembrava impossibile, eppure il mondo aveva continuato a girare nonostante lui, Misaki Takahashi, avesse finalmente deciso cosa fare della sua vita.

Si era quasi aspettato di averlo scritto in fronte, che chi l'avesse incrociato, avrebbe letto quelle parole: 'Sono innamorato di un uomo, voglio vivere con lui, voglio saltare il fosso, scavalcare la paura, e vivere finalmente appieno la mia prima, vera, seria, storia d'amore.'

Strano come riuscisse a pensare a queste cose senza arrossire come suo solito, forse davvero stava crescendo, o più semplicemente stava prendendo coscienza della situazione, delle sue decisioni.

Sotto la doccia rimase fermo a farsi colpire dal getto dell'acqua sulla nuca, pensando alla sua vita e alle scelte che l'avevano portato a dove era ora.

E lui? Come avrebbe reagito?

Usagi-san aveva già detto di essere pronto ad affrontare Takahiro, ma era compito suo, il fratello era suo, doveva essere lui a guardarlo negli occhi e parlare.

Guardarlo negli occhi... non sarebbe stato facile, ma sapeva di doverlo fare e poi Usagi-san sarebbe stato lì, a un passo da lui, pronto a sostenerlo e aiutarlo, su questo Misaki non aveva il minimo dubbio.

Sarebbe stato disposto a tutto. Ma avrebbe accettato di perdere il suo miglior amico? Il suo primo amore?

Takahiro non l'avrebbe presa bene, troppo preciso, con una vita che rasentava la perfezione, per quanto era ordinata e maniacale: diploma, lavoro, moglie, figlio. Tutto preciso, tutto in bell'ordine, e poi c'era lui, pronto a sconvolgere tutto e tutti.

Suo fratello, forse, non avrebbe capito, forse li avrebbe odiati, l'avrebbe ripudiato.

Erano davvero pronti ad affrontare una simile eventualità?

Ecco, questo era un altro punto da sviscerare con Usagi-san.

Si diresse in cucina e preparò tutto il necessario, avrebbe cucinato una cosa semplice, aveva la testa troppo piena da tutti quei pensieri per concentrarsi su altro.

Come avrebbe affrontato l'argomento?

Da dove sarebbe partito?

Usagi-san era molto intuitivo quando si trattava di lui, ma forse in questo caso, un vero uomo avrebbe preso in mano la situazione. Di sicuro al suo posto, il suo compagno non sarebbe stato a guardare, avrebbe agito.

Tutti questi pensieri si affollarono nella sua mente, sorrise, Usagi-san aveva proprio ragione quando diceva che doveva mettere ordine nei pensieri prima di parlare ed era intenzionato a farlo. Non avrebbe parlato a vanvera, avrebbe esposto le sue opinioni e le sue decisioni, con convinzione e sicurezza.

Annuì, quasi che questo potesse servire a farlo star meglio.

Lo sentì entrare, arrivare da lui, i suoi passi si avvicinarono ma si ostinò a non alzare lo sguardo.

Solo quando avvertì le braccia dell'altro cingergli la vita, si concesse un sospiro.

“È quasi pronto.”

“Tutto bene, Misaki?”

Annuì, senza voltarsi e per la prima volta il suo interlocutore non insistette, andando a sedersi sul divano con Suzuki-san.

Di sottecchi lo sbirciò, era strano il fatto che non avesse indagato oltre, forse avvertiva qualcosa, chissà.

Se ne stava seduto, vestito elegante, d'improvviso gli balenò in mente una delle prime cose che aveva notato di lui: 'Tiene la cravatta anche in casa'.

Sorrise a quel ricordo e finì di preparare i piatti.

La cena fu consumata in silenzio, solo qualche convenevole, nulla di più.

Dopo aver riordinato, Akihiko si diresse in camera sua in silenzio, mentre lui rimase lì, a fissare l'orso, quasi avesse le risposte alle sue domande.

Poi di nuovo quella frase nella mente: 'tutto quello che vuoi è dall'altra parte della paura.'

Chiuse gli occhi un secondo e, respirando a pieni polmoni, salì le scale.

Aprì la porta senza bussare, trovando l'altro seduto sul letto intento a leggere qualcosa, parlò prima ancora di avere l'attenzione su di sé.

Tutta la sua sicurezza sembrava essersi volatilizzata, ma doveva farcela ugualmente, non poteva tornare indietro, doveva andare avanti, doveva andare oltre.

“Ho deciso cosa fare! Finita la scuola, intendo trovare lavoro, intendo mantenermi da solo, ma voglio restare a vivere qui! Voglio restare con te! Intendo parlare con mio fratello, spero accetterà la cosa e se così non fosse, pazienza! La tua famiglia dovrà farsene una ragione. Tuo fratello dovrà smetterla di starmi addosso, tuo padre dovrà accettarmi, e se non lo farà, può andare al diavolo con mio fratello e con tutti quelli che pensano di sapere cosa è meglio per me! Con tutti quelli che credono di conoscerti più di me!”

Respirò forte, senza alzare lo sguardo, che per tutto il tempo era rimasto inchiodato a terra; l'altro inclinò la testa senza muoversi, ma palesemente sorpreso, tuttavia la sua indole si risvegliò, adorava mettere Misaki in difficoltà, nel senso buono del termine, ovviamente.

“Cosa deve accettare tuo fratello? Qual è la... cosa?”

Vederlo arrossire e annaspare senza trovare le parole, lo fece sorridere dolcemente, il suo compagno ne aveva ancora di strada da fare, ma stava percorrendo quella giusta, finalmente.

Tuttavia voleva una risposta seria, non avrebbe aspettato oltre, non più.

Misaki chiuse gli occhi e strinse i pugni, poi sollevò il viso, il verde delle sue iridi si fissò nel blu dell'altro, nessun timore, nessun tentennamento, un lieve rossore sul viso, parlò chiaro e deciso:

“Tutti dovranno accettare la nostra convivenza, la nostra relazione, tu sei mio, esattamente come io sono tuo. Dovranno accettare il fatto che sono innamorato di te.”

Usami rimase spiazzato, la bocca leggermente aperta, il tempo sembrava essersi fermato all'improvviso.

Osservò il ragazzo arrivargli vicino, prendere il suo viso tra le mani e baciarlo.

Subito rispose, trascinando Misaki sul letto con sè.

Stesi affiancati rimasero a guardasi, fino alle parole del più grande.

“È la prima volta che sei così diretto, che lo ammetti così apertamente.”

“Beh sulla ruota panoramica...”

“Vero, ma poi hai quasi ritrattato.”

“Non è vero!”

Usami sorrise del broncio dell'altro, ma ormai non importava più. Misaki abbassò lo sguardo e posò una mano all'altezza del cuore del compagno.

“Ho decido di andare oltre la paura, per trovare ciò che voglio. E quello che voglio è qui. Sei tu, il tuo cuore, voglio te e supererò tutto e tutti.”

L'altro sorrise abbracciandolo.

“Sarò con te, ti sosterrò, passeremo insieme oltre la paura.”

Il bacio che sigillò quella promessa fu profondo e perfetto: fu loro.

Sorridendo, Misaki sospirò.

“Ti amo.”

“Anch'io.”

Usami lo tenne stretto, non pensava nemmeno di lasciarlo andare, non ora che Misaki aveva preso conscienza dei suoi sentimenti. Non ora, che finalmente potevano vivere la loro storia alla luce del giorno.

Sarebbe stato difficile, sarebbe stata una situazione pesante, soprattutto per il suo compagno. Certo ora era convinto, ma davanti al fratello sarebbe stato così deciso? Avrebbe saputo affrontarlo davvero?

Si fidava di Misaki, ma conosceva l'ascendente che Takahiro aveva sul più piccolo, l'avrebbe fatto vacillare, spettava a lui essere forte per entrambi e non farlo capitolare.

Lo strinse ancora di più e l'altro non disse nulla, non si divincolò come suo solito, non reagì in malo modo, anzi, sembrò quasi volersi nascondere nel suo petto.

Aveva paura, il suo giovane compagno, aveva dannatamente paura di quello che sarebbe successo, poteva sentirlo.

Gli baciò la fronte e sussurrò: “Sono qui con te, non ti lascerò solo. Non ti preoccupare, ti terrò la mano per sempre.”

Misaki sospirò: “Non so se merito tanto... grazie. Però voglio sostenerti anch'io!”

Lo disse con foga, quasi con timore che l'altro non gli credesse. Akihiko, invece, sorrise. Erano parole sincere, lo sapeva. Misaki era sincero, tutto il resto l'avrebbero superato.

Tuttavia Takahashi non aveva finito.

“Voglio essere io a parlare con mio fratello, ma vorrei sapere una cosa: sei pronto all'eventualità di perderlo? Potrebbe non accettare, potrebbe rinnegarmi e tu potresti perdere il tuo miglior amico, il tuo primo amore, insomma, potresti perderlo davvero.”

Incredibile. Fu l'unica parola che venne in mente ad Akihiko in quel momento.

Si stava preoccupando per lui, Misaki si stava preoccupando del fatto che lui avrebbe perso il suo miglior amico, non realizzando o forse facendo passare in secondo piano, il fatto che lui avrebbe perso il fratello, la sua intera famiglia.

Lo strinse e gli baciò la fronte.

“Mi spiacerebbe perdere Takahiro, ma se è la condizione per avere te, allora correrò il rischio. E tu? Sei pronto a perdere tuo fratello?”

Misaki sospirò.

“Sono pronto. Takahiro è la mia famiglia, il mio passato, la mia vita finora, tu sei il mio futuro, tutto quello che voglio. Se lui non vuol capire... beh... è un problema suo.”

Akihiko sorrise appena, decise di far cadere il discorso, certo del fatto che avrebbero dovuto affrontarlo nuovamente prima di parlare con il più grande dei Takahashi. Misaki ora sembrava convinto, ma se davvero Takahiro non avesse capito? Certo lui ci sarebbe sempre stato, ma lui non era la famiglia di Misaki e il suo giovane compagno non era pronto a vivere senza legami.

Quella notte la passarono abbracciati, non si spinsero oltre, si erano detti tutto, l'atto fisico avrebbe potuto essere la giusta conclusione, ma le parole erano arrivate ben oltre, fin dentro al cuore di entrambi, per tutto il resto ci sarebbe stato tempo.


 


 


 

Angolino dell'autrice: dopo tutte le storie di Captain Tsubasa, ho deciso di provare a buttarmi su questo fandom. Sperando di non fare disastri! Ringrazio Lenea per il betaggio.

Un bacio a tutti!

   
 
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