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Autore: QueenOfEvil    30/05/2017    2 recensioni
"Io sono stato divorato dai miei servi mentre il mio regno andava a fuoco"
"Io sono caduto dalla mia cattedrale in un inferno reale e metaforico"
"Io sono precipitata in un burrone dopo aver ricevuto un colpo fatale al cuore inferto da una spada magica"
...
...
"Io... ho preso un pugno in faccia da una principessa e sono caduto fuoribordo"
******
Perché tutti i Villains Disney hanno una dignità, ma, ammettiamolo, alcuni certamente più di altri.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il principe Hans delle Isole del Sud non aveva bene idea di come fosse finito in quel luogo. Insomma, un momento prima era sulla sua nave, legato ed imbavagliato, gli occhi che ardevano d’ira e umiliazione, pronto per venire riportato dai suoi carissimi dodici fratelli e subire la sua punizione, mentre d’improvviso… puff! Era scomparso in una nuvoletta di fuoco verdastro e, se posso dire, con uno strilletto molto poco virile, per ritrovarsi in un corridoio lungo, abbastanza illuminato e con delle scene raccapriccianti raffigurate sulle pareti sulle quali, per amore dei miei lettori, ancora una volta non mi soffermerò.

Il principe Hans delle Isole del Sud non aveva bene idea di come fosse finito in quel luogo. Insomma, un momento prima era sulla sua nave, legato ed imbavagliato, gli occhi che ardevano d’ira e umiliazione, pronto per venire riportato dai suoi carissimi dodici fratelli e subire la sua punizione, mentre d’improvviso… puff! Era scomparso in una nuvoletta di fuoco verdastro e, se posso dire, con uno strilletto molto poco virile, per ritrovarsi in un corridoio lungo, abbastanza illuminato e con delle scene raccapriccianti raffigurate sulle pareti sulle quali, per amore dei miei lettori, ancora una volta non mi soffermerò.


Si guardò dunque attorno con circospezione, la mano, stranamente libera, che era scattata simultaneamente verso l’elsa della spada per un riflesso dettato da anni di addestramento e che, ancora più incredibilmente, trovò quello che stava cercando: eppure era certo che le guardie lo avessero disarmato quando l’avevano catturato… Iniziò a farsi strada tra quelle stanze, in un percorso che gli sembrava avesse un vago senso logico, non dettato totalmente dalla casualità, come se una forza superiore lo stesse condizionando perché arrivasse in un luogo ben preciso, ma si scrollò di dosso quella sensazione, attribuendola al troppo tempo passato nella stiva della nave: quel cavolo andato a male che gli avevano servito la sera prima doveva avergli fatto uno strano effetto. E decisamente lo scenario che si stava profilando davanti ai suoi occhi in quel momento poteva anche essere benissimo un sintomo di intossicazione alimentare.


Dopo quelle che gli parvero ore perse a girovagare, ma che il realtà non furono più di una ventina di minuti, vogliate compatirlo, la percezione del tempo non era mai stata il suo forte, si ritrovò improvvisamente davanti a un enorme ingresso, una porta massiccia a sbarrargli la strada e il ritorno della sensazione che effettivamente fosse lì che avrebbe dovuto dirigersi fin dall’inizio: essendo contrario al destino, predestinazione e tutto il resto, e manifestando un istinto suicida a dir poco spiccato nella decisione di perdersi nuovamente in quel labirinto di stanze e stanzette, stava quasi per fare dietrofront e cercare l’uscita altrove, quando notò con la coda dell’occhio un movimento strano vicino ai due battenti. Con sua grandissima sorpresa, e anche orrore e shock, già che ci siamo, quelle che aveva considerato inizialmente come delle decorazioni, peraltro di cattivissimo gusto, quasi fossero state disegnate e ritagliate dalla mano inesperta di un bambino di quattro anni, si rivelarono essere degli esseri viventi, stavo per dire pensanti, ma sarebbe stata un’esagerazione: con un movimento deciso del braccio, di scatto, sfoderò la spada e la puntò contro le figure che stavano venendo verso di lui e che, ora che poteva osservarle meglio, somigliavano molto più che vagamente a delle carte da gioco con una testa e quattro arti.


Ma in che razza di posto era finito?


“Identificati immediatamente” gli disse uno dei suoi interlocutori, che sul suo petto, sempre che di petto si potesse parlare, aveva stampato un quattro di Cuori. 


“Come prego?” rispose, alquanto perplesso, dimostrando non si sa bene se una grande avversione per l’autorità o seri problemi di udito.


“Chi sei? Come sei arrivato qui? Avanti, non abbiamo tutto il giorno!” Il compagno dell’altro, un asso di Cuori, con uno scatto improvviso, lascio a voi stabilire se dovuto a una nevrosi o semplicemente a troppo caffè, gli puntò la lancia pericolosamente vicino al volto, facendogli fare un salto spaventato: che nessuno osasse toccargli le basette!


“Sei un intruso?” Quattro lo squadrò con circospezione, prima di fare un balzo, quasi fulminato da un pensiero “Oh santo cielo! Oh santo cielo! Forse è un intruso!” Si rivolse ad Asso, che iniziava ad agitarsi ancora di più sentendo il tono concitato della guardia “Tu sai cosa succederebbe se avessimo fatto entrare un intruso? Se davvero nessuno se ne fosse accorto?” Poi abbassò la voce, il terrore che gli illuminava gli occhi “E se poi Loro lo venissero a sapere?…”


“Se poi Lui lo venisse a sapere” precisò Asso, tremando e stringendo ancora più forte la lancia.


“Saremmo di turno per almeno cento anni di fila!”


“Se siamo fortunati! Ricordi cosa è successo a Tre?” Quattro strabuzzò gli occhi, ad un ricordo che Hans evidentemente non aveva la possibilità di conoscere.


“Povero Tre! Qualche volta lo sento ancora lamentarsi! Certo, avere la testa usata come soprammobile e il corpo come spaventapasseri non è il massimo, ma anche essere di turno… Perché poi debbano decapitare sempre noi non mi è chiaro”


Teste come soprammobili? Decapitare? Spaventapasseri? Hans era sempre più convinto che il cavolo che in quel momento minacciava di tornargli su per la gola per il disgusto fosse stato avvelenato con qualche droga pesante.


“Hanno deciso e una loro decisione è legge! Una somma ingiustizia a parer mio, ma che ci vuoi fare: almeno nessuno muore più qui”


“Sarebbe il colmo! Dove spedisci la gente che schiatta due volte?”


Erano così presi dalla loro discussione che avevano fatto in modo di dimenticarsi completamente del loro “prigioniero”, e poi si chiedevano perché fossero continuamente puniti: quest’ultimo, se avesse avuto un briciolo di cervello, ne avrebbe saputo approfittare per fuggire di lì, aggirarsi tra i corridoi in cerca di una possibile via di fuga e, forse, ma solo forse, risvegliarsi nella solita nave, pronto per un incontro tutt’altro che piacevole con il suo troppo grande parentame. Ma, come ho già detto, tutto questo solo se avesse avuto un briciolo di senso dell’opportunità.


E ci si può davvero aspettare questo da un giovane che, pur avendo un regno nelle sue mani, ha aspettato il ritorno della legittima principessa per tentare il colpo di stato?


Dunque, prevedibilmente, rimase al suo posto, dritto come un fuso, aggiungendo anche un bel colpetto di tosse per ricordare alle guardie la sua presenza: non gli piaceva essere ignorato. Aveva avuto abbastanza dose di indifferenza per tutta la sua vita durante la sua fanciullezza e avrebbe fatto in modo che non si fosse mai più ripetuto nulla di simile a quello che…


Scusate. Colpa mia. Niente scene strappalacrime per oggi. Esamineremo i suoi problemi psicologici e antefatti un’altra volta, con vostro permesso.


“Io sono Hans, il Principe Hans, delle Isole del Sud. Ed esigo delle risposte su dove io mi trovi e a chi io debba rivolgermi per trovare un’uscita da questo posto” Se era tutta un’allucinazione, meglio stare al gioco. Se invece fosse stato reale… beh, doveva essere pronto a ogni evenienza: non aveva ben capito la storia della morte, c’erano molte cose che non aveva capito in realtà, ma stava fingendo spudoratamente di avere la situazione sotto controllo. E almeno fingere gli veniva piuttosto bene.


Non ai massimi sistemi, sia chiaro: ho conosciuto bugiardi migliori. Diciamo che era mediocre…?


Aveva sperato di intimorirli e incutere loro rispetto, ma non ebbe esattamente l’effetto sperato: se da una parte li vide senza dubbio più terrorizzati di prima, ebbe il sottile sospetto che non fosse il suo pensiero la causa di questa degenerazione.


“Un Principe? Un Principe, qui? Oddio, Oddio! Questa ce la faranno pagare cara, carissima!”


“Non voglio la pece bollente! Tutto tranne la pece bollente! Ho la pelle sensibile io, mi scotto subito!” Sembravano sul punto di scoppiare a piangere, aumentando solo la confusione che Hans aveva nella testa: solitamente si dovrebbe essere felici per la presenza di un componente di una famiglia reale, insomma, anche di infima categoria quale era lui, mentre nel loro caso la sua apparizione sembrava averli gettati nello sconforto più nero.


“Che tipo di Principe?” gli venne chiesto subito dopo da Asso, che sembrava disposto a tutto pur di arginare i danni e che si affrettò a chiarirsi, continuando a vedere il suo interlocutore piuttosto perplesso: “Intendo: uno importante? Sei un personaggio marginale o…” storse il naso, disgustato “l’eroe?”


“Perché se tu fossi l’eroe forse potresti valere qualcosa…” Quattro aveva seguito lo stesso ragionamento del compagno: se lo avessero consegnato, impacchettato e legato, a Loro, avrebbero potuto scampare alla punizione. Insomma, avrebbero avuto pur sempre un passatempo più divertente che il solito tagliare teste alle povere Carte, no?


Hans, invece, non aveva idea di cosa rispondere: avrebbe voluto dire che, sì, era il protagonista della vicenda, della sua personale storia, ma aveva l’impressione, chissà perché poi, che nelle cronache di Arendelle non sarebbe stato ricordato esattamente come il paladino senza macchia, né aveva fatto poi molto per guadagnarsi quel titolo in realtà. Dunque, decise di utilizzare una… mezza verità.


“Beh, da alcuni punti di vista sono eroe di sicuro!” gli occhi delle due guardie si accesero di una luce sinistra che non gli piacque per nulla: forse effettivamente quella non era stata la sua trovata migliore. Decise quindi di ripiegare su una versione alquanto più attinente alla realtà dei fatti. “Eroe incompreso però! Insomma, il mio obiettivo era diventare re e ce l’avevo quasi fatta, davvero, sentivo la corona sul capo, ma poi quelle due stupide principesse si sono messe in mezzo e… uff” digrignò i denti, al pensiero della Regina dei Ghiacci in versione Emo e Anna dai Capelli Rossi “fossi almeno riuscito a ucciderne una delle due: mi sarei preso una piccola soddisfazione, prima di essere arrestato!”


Con queste parole, sussurrate, ma udibili, un interruttore metaforico scattò nella mente di Asso e Quattro, che lo guardarono, improvvisamente colpiti da un’illuminazione divina: “Aspetta, aspetta! Uccidere? I Buoni non uccidono nessuno!”


“Eh, certo che no! Sono politicamente corretti, loro


“E due reali, poi! Questa sarebbe blasfemia, quasi”


“Dunque, ricapitolando: hai tentato un principessi…cidio, un colpo di stato e alla fine hai perso miseramente…” Si guardarono negli occhi, un sorriso gigantesco a deformare le loro espressioni, prima di esclamare all’unisono: “Ma allora sei uno di Noi!”


“Questo cambia tutto, questo cambia tutto!” Asso era eccitatissimo, e anche parecchio sollevato, mentre, prima che Hans potesse dire che no, non era uno di loro, chiunque fosse quel “Loro”, e neanche voleva averci minimamente a che fare, lo prendeva per un braccio e gli rivolgeva un’occhiata complice: “Potevi dircelo prima, però, amico: certamente non ti avremmo trattato così se avessimo saputo… ancora frastornato per il viaggetto inter-dimensionale eh?” Non ricevette risposta, così continuò imperterrito “Sì, sì, capita a tutti. Sai, c’era gente che per giorni non si è neanche resa conto di essere effettivamente morta: una donna, Madre… qualcosa, mi sembra, ha continuato a blaterare per una settimana qualcosa riguardante capelli biondi e il fatto di essere vecchia quando in realtà era, ed è, una figura piuttosto avvenente… ma sai com’è, l’autostima fa brutti scherzi”


Il Principe si sentiva intontito da quelle chiacchiere e forse fu proprio quello a non fargli opporre resistenza dicendo che, prima di tutto, lui era ancora vivo e vegeto, e grazie tante, e in secondo luogo davvero avrebbe gradito delle spiegazioni su ciò che si stava trovando davanti. 


Quattro intanto era sparito dietro al portone e, malgrado lo avesse chiuso, sentì distintamente la sua voce nasale urlare, accompagnato da uno squillo di tromba, un “Ne è arrivato un altro!”, al termine del quale la sala, precedentemente rumorosa, si ridusse al completo silenzio.


Beh, almeno qualcuno lo stava degnando di considerazione, finalmente.


“Direi che è il tuo momento, amico” gli disse la Carta, spingendolo in avanti “Mi raccomando, fa’ una buona impressione, racconta tutto quello che devi raccontare e, soprattutto” inghiottì pesantemente la saliva “Non mancare loro di rispetto per nessuna ragione al mondo”.


Hans non fece in tempo a chiedere altre spiegazioni perché si ritrovò, travolto dall’improvvisa irruenza del suo interlocutore, a varcare la porta con un po’ troppo impeto e, appena fu all’interno, si sorprese costretto a socchiudere gli occhi per il radicale cambiamento dell’atmosfera: non aveva idea che ci sarebbe stata così tanta luce, lì!


Appena riuscì a mettere a fuoco la situazione, fu tentato di darsi uno schiaffo per rinvenire perché, andiamo, tutto quello non poteva che essere una sua qualche elucubrazione mentale dovuta, in quel momento ne era certo, a una qualche malattia o allucinazione a stadio molto avanzato: davanti a lui, intenti a fissarlo con sguardi tutt’altro che incoraggianti o amichevoli, erano presenti gli individui più singolari che lui avesse mai visto.


Un uomo dalla carnagione scura e il viso allungato, talmente magro da assomigliare ad un’ombra, stava tendendo un qualcosa che, a ben vedere, sarebbe potuto sembrare una sorta di talismano verso una donna, avvenente di certo con i suoi lunghi e ricci capelli neri e i tratti del viso affilati, che invece non sembrava dedicargli particolare attenzione, tutta presa com’era a specchiarsi nel bicchiere davanti a sé e a tirarsi il viso, in un chiaro tentativo di identificare delle rughe presenti, che Asso stesse parlando di lei poco prima?, mentre alla sua sinistra, e questo sorprese il principe non poco, vi era un’altra figura, femminile di certo, piuttosto in carne, capelli completamente bianchi, pelle violastra e… otto tentacoli. Hans fu costretto a fermarsi per qualche secondo, guardandola e strabuzzando gli occhi, per essere sicuro di aver visto bene: uno, due, tre, quattro… sì, erano proprio otto tentacoli e nessuna traccia di gambe. Ma non era neanche il fatto più sorprendente se si contava il fatto che, un poco più in là, alla destra di un uomo piuttosto muscoloso, capelli corvini legati in un sottile codino e piedi in stivali pieni di fango bellamente adagiati sul tavolo, vi era una tigre. D’accordo, sembrava perfettamente a suo agio nell’ambiente, annuiva a quello che le veniva detto, sorrideva, rispondeva addirittura!, ma sempre di tigre si stava parlando, giusto? Come diamine era possibile che solo lui trovasse la situazione estremamente assurda?


E se non fosse stato già abbastanza scioccato, sono praticamente certa che la visione di un ratto, pardon, topo, assecondiamolo pure (1), con tanto di panciotto, mantella e bastone da passeggio che stava facendo una buona filippica contro i costruttori di giocattoli e gli investigatori privati gli avrebbe dato il colpo di grazia.


Avrebbe potuto stilare una lista infinita dei personaggi assurdi che si stava trovando dinnanzi, dall’uomo con evidenti tratti orientali e il bastone dorato a forma di serpente che stava strofinando energicamente una lampada alla coppia di gatti siamesi stranamente posti vicino ad un topo (2), la catena alimentare doveva aver perso qualche anello lì dentro, ma, dopo aver percorso qualche metro, si ritrovò davanti ad una scena che gli fece dubitare ancora una volta e più seriamente delle altre della propria sanità mentale.


Al culmine di quella enorme tavola, infatti, si aprivano tre troni dorati e riccamente intarsiati, insomma, proprio il tipo su cui lui si sarebbe tanto voluto sedere un giorno, occupati da tre figure che, con il loro atteggiamento, ebbero il potere di fargli passare per un attimo tutta la sicurezza che aveva sempre ostentato e che si era ritrovato a dubitare sempre di più per ogni istante che trascorreva lì dentro. So che detta in questo modo Hans non fa proprio una bellissima figura, ma vogliate compatirlo: un giudice dagli occhi stralunati, una donna tutta vestita di nero e con due belle corna sul capo e un leone con una cicatrice sull’occhio sinistro inquieterebbero anche voi, no?


In particolare, fu quest’ultimo ad attirare l’attenzione del principe quando, scuotendo con noia la criniera corvina, si rivolse verso di lui, gli occhi verdi che brillavano di una luce quantomeno maligna: “Allora” gli disse, con un sorriso acuminato che l’altro trovò molto più simile ad un ghigno, come se si stesse aspettando uno spettacolo particolarmente doloroso ed al contempo divertente “che cosa abbiamo qui?”

 

 

 

 

  1.  Il Professor Rattigan in “Basil-L’investigatopo”
  2.  I gatti siamesi e il topo provengono invece da “Lilli e il vagabondo”





Angolino dell'autrice: questa sciocchezza doveva durare al massimo un capitolo, ma poi la faccenda mi è alquanto sfuggita di mano e così temo proprio che dovrete sorbirvi tutti un altro capitolo a parte questo (più corto dell'altro, ma tagliato per ragioni logistiche). Come avrete capito, non sono una grande fan di Hans: ho trovato il colpo di scena poco curato (lui che dice che Anna è morta e nessuno che guarda neanche il corpo, ma stiamo scherzando?) e non mi ha soddisfatto come personaggio. Ma più di tutto, più del fatto che praticamente non ha fatto nulla per tutto il film, più della sua sconfitta, che è stato un pugno in faccia e non una morte come si deve, più di tutto questo mi ha fatto innervosire la mancanza di una canzone tutta sua, nel senso: mi volete paragonare Hellfire a Love is an open door? Ma scherziamo?

A parte questo breve sclero, prossimamente vedrete la reazione dei nostri amati Villains alla sua entrata e alla sua spiegazione delle sue "malvagità"... sempre che non mi scriviate che questo capitolo non aveva senso, che ha fatto schifo e che dovrei prendere il computer e gettarlo dal balcone. Cosa che, per inciso, è l'unico modo che avete per essere sicuri che non scriva più. (ma vi incoraggio lo stesso a lasciare un commentino, tanto per sapere cosa ne pensiate)

A presto!

L_A_B_SH

 

 

   
 
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