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Autore: Lory221B    02/06/2017    12 recensioni
Sherlock e John, due anime che si rincorrono come le stagioni.
Quattro capitoli, quattro stagioni, quattro sentimenti da esprimere.
[johnlock] [post S4]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autunno


Il colore rosso delle foglie è qualcosa di suggestivo. Uno dei tanti, piacevoli, avvertimenti che ormai l’estate ha fatto posto all’autunno e gli alberi stanno acquistando un fascino diverso, prima dell’inevitabile inverno. Risate in lontananza, gruppetti di bambini stanno giocando con quelle stesse foglie che ormai sono cadute a terra ed un leggero sorriso velato da malinconia mi segna il volto, mentre mi accingo a raccogliere qualche ciocco da gettare nel caminetto.

Il Sussex non è mai così vivo come in autunno. Sono tanti anni ormai che si ripete questo momento quasi magico, quando le giornate iniziano tristemente ad accorciarsi, lasciando però dei colori così vividi da amare tremendamente questo momento, nonostante la bella stagione sia ormai un ricordo.

Non mi manca Londra, credevo di non poter vivere in nessun altro luogo, o almeno così mi aveva detto una volta un amico; invece eccomi qui con i miei acciacchi a preoccuparmi della legna da ardere. Ma quell’amico, in fondo, aveva ragione. All'epoca non avevo alcun motivo di abbandonare Londra e poi ho incontrato il motivo per cui l’avrei lasciata senza rimpianti. Quaranta anni dopo eccoci qui, il detective con il cappello e il suoi aiutante, pensionati nel Sussex, relegati a leggende della Londra di un tempo.

Ultimi sprazzi di luce di una giornata che volge al crepuscolo ed ecco che in lontananza scorgo un’alta figura che riconoscerei tra mille, anche senza i miei fidati occhiali. Sherlock ha mantenuto sempre la stessa andatura veloce, forse appena un po’ rallentata e la postura elegante. Sarà sempre il mio posh boy con la chioma ormai argento al vento.

Aspetto che quell’ombra mi raggiunga, con il consueto sorriso sul volto di qualcuno che torna piacevolmente a casa dopo aver incontrato in paese uno dei tanti ispettori di Scotland Yard che viene a chiedere qualche suggerimento per i casi difficili.

Povero il mio Sherlock, quanto ti manca tutto questo? Non fai che ripetermi che hai sempre preferito risolvere i casi senza muoverti da Baker Street, ma lo sappiamo entrambi che non era così. Era il brivido della caccia, tu ed io contro il resto del mondo. Ora che ci penso, forse era davvero questo che ti faceva alzare dal divano, tu ed io e altro non contava.

Hanno scritto delle biografie non autorizzate su di noi, che ora giacciono strappate nel camino: “ottime per fare un falò”, hai commentato prima di usarle per riscaldarci la sera ed io sono scoppiato a ridere come sempre. Giornalisti che hanno cercato di intervistarci, insultati dalle tue solite buone maniere, hanno provato a ricostruire le nostre vite ma nessuno ha davvero capito chi eravamo veramente.

Nessuno saprà mai che tutto è iniziato un giorno al Bart’s  grazie ad un cellulare, che ci siamo rincorsi per anni prima di pronunciare un sì che ci avrebbe legato per sempre.  

Mi guardi perplesso quando entri nel nostro giardino, ancora non comprendi che mi perdo ad ammirarti, rapito dalla tua figura come un tempo. Sostieni che con la vecchiaia sono diventato più riflessivo e più silenzioso. Di solito ribatto che non ero io quello che parlava a raffica e tutto finisce in una schermaglia da vecchia coppia sposata.

« Rosie passerà domani con Dan e i bambini » comunico, entusiasta di vedere i nipoti con mia figlia e mio genero « Mi ha chiesto di ricordarti che hanno solo otto  e sei anni e non sono ancora pronti a sentire storie di suore senza testa »

« A lei piacevano a quell'età e poi si sarebbero perfettamente adattate al clima di Halloween »

« Non è ancora Halloween! » rispondo con gli occhi al cielo.

« Allora perché hai comprato le zucche? Non mi ricordo mai quando cade quella festa. Quindi ho comprato questi dolci per niente? » mi chiede offrendomi un sacchetto aperto pieno di biscotti.

« Quanti ne hai mangiati per strada? »

« Solo due, mamma » risponde petulante e scherzosamente lo spingo dentro casa, ormai si sta facendo buio.

Trenta o ottant’anni che importa? Sono innamorato di te come il primo giorno. Ancora adesso, quando la tua figura si avvicina allo scoppiettare della fiamma e il calore avvolge il tuo volto, sento un tremito che non mi lascia staccare gli occhi da te. Niente di più bello da guardare in una frizzante serata d’autunno, seduto nella mia poltrona, la stessa poltrona di Baker Street che hai fatto trasportare fino a qui. Non so quante volte l’hai fatta rivestire, sistemare, eppure non hai mai voluto cambiarla, vecchio testone!

Negli anni mi hanno chiesto come mai ho fatto la folle scelta di sposare proprio te, di rinunciare a tutto proprio per te, che in pubblico non mi hai mai baciato se non la prima volta su una panchina, mai chiamato con vezzeggiativi da coppie, che spesso mi hai trascinato in giro per il mondo a risolvere casi, scordando ricorrenze importanti. Eppure la risposta era proprio davanti ai loro occhi; c’è chi crede che la felicità sia uguale per tutti, non pensa a quanto siano diverse le persone e le loro relazioni. Mi hai salvato in tutti i modi possibili, ti sei sacrificato in tutti i modi possibili e c’era chi ancora vedeva in te il sociopatico egoista che non poteva rendermi felice. Cosa avrebbero detto se ti avessero visto abbracciarmi teneramente, prepararmi la colazione, comporre una brano soltanto per me? Conservare una vecchia poltrona che rappresenta la mia presenza nella tua vita?

Troppo superficiale pensare che chi urla continuamente i propri sentimenti sia più innamorato di chi invece non li esprime ma li dimostra con i gesti.

Sono un vecchio romantico, dopotutto e ho tanti di quei bei ricordi dei miei anni con te che mi dispiace che nel blog si possa leggere soltanto di avventure e non di tutto quello che c’era dietro. Ma tu non avresti mai voluto che i nostri sentimenti fossero esposti in piazza e a me andava bene così, ti volevo per me e sapevo com’eri davvero: qualcosa da custodire gelosamente.

« Ho fatto un sogno » mi annunci, trascinando la poltrona più vicino alla mia « C’eravamo noi due, ma eravamo bambini e risolvevamo un caso, uno strano mistero che implicava una setta segreta »

« Sembra interessante »

« Chissà, magari nella prossima vita »

Mi spiazzi « Sherlock Holmes che crede nella rinascita dell’anima? Interessante »

« Ne parla la filosofia orientale, ne parlavano i greci. Non è tanto strano. Non credo in fatti irragionevoli come inferno e paradiso e arcangeli che suonano l’arpa sulle nuvole, ma condivido il pensiero che nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Forse vale anche per il concetto dell’anima »

« Mi sembrava più romantica l’idea che ci incontrassimo in un’altra vita, ma ok. Va bene anche il tentativo di spiegazione scientifica »

Sorridi prima di rivolgermi uno di quegli sguardi a cui non ho mai imparato a resistere « Lo sai che non ti libererai di me in nessuna vita, vero? »

« Sono più che felice di avere l’anima di Sherlock Holmes alle calcagna » nel dirlo mi commuovo come il vecchio romantico che sono, mentre allunghi una mano per stringere la mia.

« Ho visto il post che hai scritto mentre ero via »

« Quello protetto da password che Rosie dovrà pubblicare solo quando non ci saremo più? »

« “It is what it is, ed era tutto quello che volevo” già il titolo mi ha fatto capire che sarebbe stato qualcosa di strappalacrime » commenti fintamente sarcastico, perché lo vedo che sei emozionato e per nulla indifferente.

« Lo so come la pensi, ma non voglio che la gente creda e si tramandi le cose sbagliate su di te. Sei molto più del detective leggendario, il supremo paladino della legge della nostra generazione (1). Sarai sempre il migliore, il più saggio e l’unica persona che abbia mai amato davvero.

Hai gli occhi lucidi, non è la prima volta che ti dico queste parole, anzi sarà l’ennesima ma ti fa sempre lo stesso effetto, come se temessi che io nel tempo possa cambiare idea e uscire dal tuo sogno ad occhi aperti.

« Beh, spero davvero che Rosie debbia adempiere a questa tua richiesta il più tardi possibile » rispondi con la voce ancora rotta e per me equivale a un “ti amo anch’io”.

It is what it is e non potevamo davvero sperare di meglio.



THE END



(1) A.C.Doyle - Il problema finale

Angolo autrice:
Sono triste come per tutte le storie che finiscono :(
Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui, spero abbiate apprezzato questo ultimo viaggio nelle emozioni (e nel tempo).
Scusate se non sono ancora riuscita a rispondere a tutte le recensioni, cerco di rimediare il più presto possibile.
Intanto, un grazie particolare a (in rigoroso ordine alfabetico): AintAfraidToDie, Blablia87,  CreepyDoll, emerenziano, Hotaru_Tomoe, Koa_, lisbon, mikimac, Night_Angel, SusyCherry, xX_Eli_Sev_Xx per tutte le recensioni, mi avete emozionato.
Un abbraccio grande!!!

   
 
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