Videogiochi > Resident Evil
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    06/06/2017    4 recensioni
A volte la illude di poter essere libera.
Scompare per ore, giorni; le permette di respirare, di sperare.
Ricompare poi all'improvviso, un dito che affonda nella guancia tenera e rompe - un buco slabbrato dal quale fuoriescono vermi e pus.
Ride di lei, della sua agonia.
Ride la donna ragno, ed è un suono raccapricciante - che la raggela fin nelle ossa.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Barry Burton, Chris Redfield, Natalia Korda
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'The Devil in I'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ggg
Disclaimer: Albert Wesker, Alex Wesker, Barry Burton, Chris Redfield e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.




"Childhood should be carefree, playing in the sun;

not living a nightmare in the darkness of the soul."
- Dave Pelzer -




Bad disease




Well, there is something about watching a crime.

Sangue sulle pareti, sotto le unghie.
Croste rossastre che diventano nere, grumi infetti di pus e lei - il mostro sotto al letto, la donna nello specchio.

La bestia che ha cominciato a divorarti dalla testa e non smetterà fino a quando non ti avrà ingoiato tutta.

Natalia trattiene un singhiozzo, chiude gli occhi.

Natalia.

Si nasconde sotto una coperta azzurra e bianca, diventa piccola - un pugno di paure e respiri spezzati.
La donna senza volto non smette per un solo istante di chiamare il suo nome.


It makes me want to go out and make it all mine.

Legno che si spezza, suoni umidi - mollicci.
Natalia si rifiuta di spegnere la luce (c'è qualcosa nel buio, Barry) vive ancora sull'isola e tra tutti i suoi orrori.
"Non sei reale." mormora, e la donna - il mostro - la fissa dal fondo della stanza con quel suo osceno, orribile, ributtante occhio rossastro che galleggia in un'orbita senza consistenza.
"Non esisti."
La donna inclina il capo nella sua direzione, striscia sul pavimento - braccia innaturalmente lunghe, capelli bruciati.
"Vattene." pigola Natalia, e si porta le mani al viso "Ti prego, vattene."
Silenzio.
Natalia percepisce il proprio respiro tra le dita, intravede la lampada a forma di unicorno che le ha regalato Claire e il bordo della scrivania leggermente sbeccato.
Nulla si muove, nulla vive.

Splotch.

Natalia si alza di scatto, rovescia la sedia - incespica nei suoi stessi piedi.
Qualcosa di umido sotto i calzini rosa, flaccido.
"No." sussurra, ed è un miagolio patetico "Vai via, ti prego, vai via!"
Dita fredde, ruvide; che strappano, tirano, la costringono ad abbassare i polsi e...
Natalia urla quando vede il suo stesso corpo morto (sventrato, contorto, stracciato) sul pavimento.


It's something about seeing you fight.

"Non merito tutto questo."
La donna la fissa senza dire una parola, un grottesco ragno di pelle e ossa.
"Cosa vuoi?"
Un sorriso senza denti; una bocca nerissima e troppo grande.
"Perché io?"
La donna alza l'indice nella sua direzione, Natalia trattiene un conato all'odore di putrefazione e marcio che si solleva a ogni suo movimento.
"Io non ti conosco."
Una risata metallica - terribile.
"Io..."
Natalia si riflette nello specchio e vede solo...

Alex.


It makes me want to go out tonight.

Non c'è pace, non c'è futuro per Natalia.
Sono passati tre mesi da quando Barry l'ha trascinata fuori da Sushestvovanie, eppure tutto sembra riportarla su quell'isola - tra le sue rocce grigiastre e i suoi marosi pieni di rabbia.
Sposta con la punta della forchetta le carote che ha nel piatto, le infila nei rebbi senza interesse - stanca.
"Natalia." la chiama Barry, ma lei non alza lo sguardo "Tutto bene?"
Polly sposta gli occhi nella sua direzione, Moira si schiarisce la voce, imbarazzata.
Tra di loro un arrosto di tacchino, verdure e pane fresco - una tovaglia a fantasia floreale e dal profumo di lavanda, l'ammorbidente preferito di Kathy.
"Natalia." ripete, sfiorandole i capelli "Non ti piace?"
Vorrebbe rispondere, Natalia; vorrebbe tanto farlo.

Ma non può.

Natalia gli cerca gli occhi, abbozza un sorriso.

Sul tavolo viscere umane e organi di cui non conosce il nome.
Sangue lungo una tovaglia di stracci, vermi biancastri e grassi che si dimenano all'interno di crani svuotati.
Denti staccati, la cui radice pende ancora.
Pelle secca, unghie sporche - e lei, che la osserva, e sorride.
"Mangia, Natalia. È buono sai. Cose morte per una bambina morta."

"No, Barry; nessun problema."

"No, Barry, nessun fottuto problema." la scimmiotta la donna, e apre le dita a ventaglio sul tavolo.

"Mi piacciono le carote. E il tacchino. E tutto il resto."

"È solo che sono una piccola puttana ingrata che ha deciso di vivere quando doveva solo crepare come il cane che era."

Natalia deglutisce, ingoia un grumo di saliva e spinaci.
"Ho dormito male, tutto qui."
"Incubi?"

"La mia vita, piccola stronza." ringhia la donna, e si accovaccia tra i piatti, una creatura sgraziata e stomachevole.

"I soliti."
Barry annuisce, le circonda le spalle con un braccio.
"È successo a tutti, Nat." la consola Moira, tamponandosi le labbra con un tovagliolo "Passeranno. Un giorno ti alzerai e capirai di essere sopravvissuta; che ce l'hai fatta, e che sei viva. Viva e libera."

La donna le sfiora la fronte, i capelli; stringe, fino a quasi farle esplodere il cervello.
"Esatto, Natalia. Viva e libera. Solo che non sarai tu a goderti questa vita. E nemmeno la prossima."

Natalia china il capo, riprende a mangiare - nulla ha sapore, odore.
La donna senza volto si mette in bocca un dito umano e mastica con una voracità che le fa venir voglia di vomitare.


I got a bad disease to fall into.

Lo psicologo dice che è normale; che è il modo naturale con cui le paure vengono espresse, si liberano dal nostro inconscio e prendono forma, permettendoci di combatterle.
Lo psicologo dice che, alla luce di quanto appurato, non c'è nulla che non vada in Natalia.
Lo psicologo dice che è sempre disponibile; che questo è il suo numero di telefono e quella la medicina che deve prendere per quando non riesce a dormire.
Lo psicologo le sorride, mostrando una fila di denti bianchissimi e regolari.
"Una volta li avevo anche io così." s'intromette la donna, e Natalia ha notato con terrore che i suoi occhi sono nuovamente due "Bianchi, senza un'imperfezione." si protende oltre la sua spalla, il lezzo di carne marcia che le rende quasi impossibile respirare "Li usavo per mangiare i bambini come te."
Natalia si aggrappa alla giacca di Barry e si morde il pugno chiuso per non urlare.


There's something about seeing her die.

Natalia non ha memoria, passato.
Osserva il foglio bianco e la scritta rossa che vi lampeggia sopra - I tuoi genitori; vuoi essere come loro da grande?
Non lo sa; intrappolata in una mente che non è più sua, soffocata dagli incubi, Natalia si sta disgregando giorno dopo giorno.
Ora un braccio, una gamba; un dito, un pezzo d'intestino: Natalia si sta sciogliendo - sta mutando.
Qualcosa si agita dentro di lei (fammi uscire, bella bambina; fammi uscire ed esaudirò ogni tuo mio desiderio) ed è orribile, osceno, ributtante.

Un serpente nerastro le cui spire non conoscono fine.

Appoggia la penna sul foglio, la solleva.

Chi erano i miei genitori? Cosa facevano? Mi volevano bene?

Potrebbe parlare di Barry. E Moira. Di Claire e di suo fratello (quel figlio di puttana! Brucerà, morirà ingoiando la sua stessa carne liquefatta) ma non sa cosa dire - perché.
Davanti a lei una pagina bianca - silenziosa; la triste profezia di un futuro che non ha mai posseduto.


And I want to stay home, be left alone.

Striscia, mormora.
Il buio è viscido sotto le dita, pesante.
Sulla sedia una camicetta rosa, Lottie.

Morto e risorto. Smembrato e ricostruito. Spezzato, rinato.

Natalia ascolta la notte vibrare, diventare silenziosa - qualcosa si aggira tra le sue ombre, e l'oscurità tace - piegata.
Un ramo del tiglio ondeggia pigro, bussa alla sua finestra - aprimi, Natalia. Tanto lo sai che entrerò comunque. Lo sai che sono già qui.
Lottie la fissa con occhi lucidi e morti - nerissimi.
Il naso a punta, quel sorriso sempiterno sulla pelliccia ruvida e marrone; Lottie ride di lei.

Della sua paura. Del suo destino.

Natalia si raggomitola sotto le coperte, serra le palpebre così forte da sentir quasi gli occhi ritrarsi nelle orbite.

Plotch.

Nasconde il viso nel cuscino, prega - il dio sbagliato.
C'è una corrente gelida che le sfiora il braccio, un'impronta molliccia e umida che risale il gomito, la spalla, fino a toccarle la guancia arrossata.
"Natalia."
Soffoca, Natalia, si aggrappa al bordo del letto.
"Natalia."
La sensazione d'essere strappati - di cadere.
"Natalia."
"Vai via." mormora, ma è un pigolio senza forza "Vai via."

Silenzio.

Natalia sposta i piedi verso l'altro lato del letto, lentamente - con la paura costante d'incontrare una di quelle dita gelide e adunche, monconi d'ossa e pelle che la trascineranno dritta all'Inferno.
Inspira, espira; si sposta i capelli dalla fronte, apre gli occhi.
Lottie sorride, la stanza tace.
Tende pallide, immobili; scarpe da ginnastica vicino all'armadio, la luce dei lampioni che taglia la moquette bianca.
Il cuore di Natalia quasi torna al suo battito normale, quasi respira di nuovo - quasi.

Plic. Plic. Plic.

Gocce di sangue: nero, denso.

Morto.

Natalia storna lo sguardo, lo posa prima sul soffitto (vuoto) poi sulla testiera del letto.
"Bù."
Natalia apre la bocca, ingoia il rancido della putrefazione - di ciò che resta di quell'orribile donna ragno.

Ma i suoi occhi ora sono due. E sono azzurri. Troppo.

Il terrore diventa un grido che infrange la (finta) quiete di quella notte senza fine.


Someone make my mind up so I don't have to decide.

Ha dodici anni, Natalia.
Ha dodici anni, e si chiede se quel coltello sia abbastanza affilato da reciderle la gola con un colpo secco.
Ha dodici anni, Natalia; una torta a metà, panna sciolta e che cola come cera fusa.
La cucina è vuota, pulita.

Non la tua coscienza.

Sospira - tremante, fragile - e valuta se l'altezza dalla finestra della sua camera sia sufficiente a ucciderla in un salto solo.
Intinge un dito nella crema, deforma la N del suo nome.
Sopra, il quieto russare di Barry, il mormorio nel sonno di Kathy.
Sotto, lei.

Ricordi non suoi, orribili.
Mostri deformi, atti osceni - sentimenti che s'intrecciano tra loro come serpenti; si arrotolano, snudano i denti, mordono, stillano veleno e rabbia.

Ha dodici anni, Natalia.
Una torta alla panna e crema chantilly, glassa rosa, fiori di zucchero.

Ha dodici anni, Alex.
Un ago nel braccio, elettrodi alle tempie.
Un tracciato che delinea il futuro del nuovo dio - di una bambina mai nata.

Ha dodici anni, Natalia, e vuole solo scomparire - morire.

Ha dodici anni, Alex, e vuole solo bruciare - vivereviverevivere.

Ha dodici anni, Natalia; la donna ragno glieli ruberà uno dopo l'altro.


There's some reason why I can't sit still.

Barry la guarda preoccupato. Kathy angosciata.
Si è abituata ai loro sguardi, alle loro parole non dette.
Sorride - preme i denti sulle labbra, fuori dalle gengive.
Finge, mente. Non ha altra scelta.
La donna ragno è una presenza costante, un incubo ormai scivolato in abitudine.
La mangia viva ogni notte, le permette d'illudersi solo quando arriva l'alba.
Mi è sempre piaciuto il mito di Prometeo le aveva detto Voi, indegni, che rubate il fuoco agli dèi e veniti puniti da Zeus per questo. Oh, e che tormento che v'infligge il Padre degli dèi - quale meraviglioso contrappasso.
Natalia non aveva avuto neppure la forza di annuire - di combattere.
Si era lasciata soffocare dalle sue memorie, da quel grumo di dolore che le faceva gelare la punta delle dita e morire il respiro in gola.
La donna ragno a volte le pettina i capelli - le dice che sono orribili, noiosi. Che quando lei sarà morta li tingerà di biondo e che il virus farà il resto. Ed è proprio così che si sente Natalia; infettata.

Morta.

La donna ragno dice di chiamarsi Era. Suo fratello la chiamava così.
Natalia ha cercato il nome nei libri, ma non ha trovato alcuna corrispondenza tra il mostro che vede ogni giorno nello specchio e quella donna di bianco vestita.
Moira ha suggerito di riportarla dallo psicologo. Una terapia lampo, l'ha chiamata.
La donna ragno ha riso - adesso ha anche una bocca, dei denti.
Natalia ascolta il suo corpo appassire e si scopre quasi sollevata.


Every waking moment I feel so unfulfilled.

Ci sono sentimenti che non riesce a spiegare.
Ci sono momenti in cui si sente strappata fuori dalla sua stessa pelle - un'estranea in casa propria.
Sono quegli istanti in cui la donna ragno ha un nome, un volto.
In cui Chris diventa un nemico e Barry un ostacolo.
In cui Moira una puttana, Kathy una scema.
In cui i suoi muscoli si tendono fino a diventare una massa gonfia e contratta - un grumo di forza inespressa.
Arriccia le labbra sui denti, la pupilla che preme - un dolore strano, dilatante.
Wesker, ripete Chris come una preghiera Wesker, mormora, e il respiro si accorcia - la bocca si asciuga.
Natalia stringe la tazza tra le mani, osserva il biscotto al cioccolato galleggiare tristemente nel latte tiepido.
L'ho ucciso, dice - e Natalia non sa cosa sia questa rabbia (questo dolore), ma è così forte, così...

Desolante.

Si volta, appoggia la tazza sul bancone della cucina appena in tempo - prima di romperla in mille pezzi e ficcarne uno nella gola di Chris e osservarlo morire e poi strappargli gli intestini e lasciarlo lì, a penzolare dal ventilatore del salotto, per poi passare a Barry e poi Moira e poi KathyPollyClaire e...

"Natalia."
Sussulta - rovescia un po' di latte nel lavello.
Barry alza un sopracciglio, la fissa interdetto.

Muori.

Natalia abbozza un sorriso, inclina il mento verso destra.

Muori.

"Tutto bene?"
"Sì." replica, e deglutisce "Era troppo caldo."
Barry annuisce, ancora dubbioso, e prende due birre dal frigo, tornando poi nell'altra stanza.
Chris scivola con lo sguardo prima su Burton, poi su di lei - oltre di lei.
La donna ragno lo fissa come se potessero vedersi davvero.


I try to lie down, but I don't know how.

A volte la illude di poter essere libera.
Scompare per ore, giorni; le permette di respirare, di sperare.
Ricompare poi all'improvviso, un dito che affonda nella guancia tenera e rompe - un buco slabbrato dal quale fuoriescono vermi e pus.
Ride di lei, della sua agonia.
Ride la donna ragno, ed è un suono raccapricciante - che la raggela fin nelle ossa.
È stanca, Natalia.
È stanca di questo gioco - logorata da una tensione che non conosce pace.
Le ha chiesto di ucciderla. Le ha chiesto di farla finita; che non vuole più vivere in questo modo. Che ne ha il diritto.
La donna ragno le aveva riservato una strana espressione - furiosa.
L'aveva tormentata con immagini così orribili che Natalia si era svegliata nel cuore della notte per vomitare - la sua mente una poltiglia di violenza e atti ripugnanti.
"Non oserai." le aveva sibilato, e Natalia aveva notato che il viso della donna ragno era ora più definito - più... umano.
"Non morirai, Natalia. Non ancora. Ne ho il diritto."
Natalia chiude gli occhi e libera l'ennesimo conato.


Baby, when I'm sleeping, if it's less like I am dreaming.

C'è un uomo biondo nei suoi ricordi.
C'è un uomo che le trasmette sentimenti che non ha mai provato - contrastanti, ambigui.
C'è un uomo che è il centro della sua memoria, un perno attorno al quale ruota tutto.
Natalia l'ha già visto.

La foto.

Non conosce il suo nome, la sua storia.

Ma Chris e Barry sì.

Le fa paura quell'uomo biondo, perché ha gli stessi occhi della donna ragno.
Le fa venire voglia di rannicchiarsi nell'angolo più scuro della sua stanza e piangere.
La spinge a urlare, l'uomo biondo, a gridare e a strapparsi i capelli - la pelle dal viso, dalle braccia, fino a quando non è altro che carne viva e pronta per l'altra, per la donna ragno.
"Non sei nulla." le dice la donna ragno "Non vali nulla."
Natalia si riflette nel suo disgusto, e vede solo una bambina di dodici anni distrutta.

Patetica.

Tira su con il naso, si pulisce con la manica della felpa - la ritrae sporca di muco e saliva.
La donna ragno piega le labbra in una smorfia, si allontana schifata.

Lei; che è solo carne morta e putrefatta.
Lei; che non ha  alcuna forma, dimensione.
Lei; che puzza di marcio e decadenza e...

Natalia solleva il viso di scatto, nota i particolari - tutte quelle piccole cose a cui il dolore l'aveva anestetizzata.
La donna ragno le regala un sorriso sgradevole quanto il suo nuovo, perfetto, profilo.


There's a fear I have, a feeling real bad.

L'anno vecchio muore in un assolo di luci e fuochi - sbavature arancioni e blu che sporcano un cielo privo di stelle.
Natalia stringe un bicchiere di eggnog caldo tra le mani, sogna ancora bambini mutilati e cani morti - un bosco di cui non conosce il nome (Arklay) un laboratorio gelido e asettico (Umbrella.)
L'uomo biondo ha adesso un nome (Albert Wesker) e Natalia ha sentito il cuore scoppiarle nel petto - essere premuto fino a toglierle il respiro.
Non ride più, Natalia: non sa più come si faccia.
Terragrigia l'ha cambiata, la donna ragno le ha strappato ogni innocenza - ogni volontà.
Un involucro sostenuto dal vento, un guscio di pelle e ossa - nulla più; Natalia aspetta qualcosa che ancora non comprende.
Claire le sfiora la spalla, le rivolge uno sguardo comprensivo - delicato.
Non la compatisce, non la teme; semplicemente la capisce.
"Ovviamente." le interrompe la donna ragno, ma forse dovrebbe cambiarle nome ora che ha un nuovo paio di gambe funzionanti "Claire Redfield, giovane sopravvissuta di Raccoon City."
Cammina intorno a loro, blandisce con la punta delle dita i capelli di Claire.
"Un'altra innocenza violata: una gioventù abusata, stroncata nel fiore dei suoi anni."
Natalia deglutisce, sobbalza quando un petardo le esplode troppo vicino.
"La sorellina di Chris Redfield." e si ferma la donna ragno, occhi che bruciano alle spalle di Claire - abissi nerastri e che hanno inghiottito tutta l'iride.
Sorride, snuda i denti.
Natalia può vedere chiaramente un canino scintillare tra tutto quel rosso, la lingua della donna che ne segue il profilo come se avesse appena assaggiato qualcosa di particolarmente gustoso.
"Sai, un tempo ero anche io la sorellina di qualcuno."
E Natalia vede la testa di Claire rovesciarsi all'indietro; vede le dita della donna ragno conficcarsi nella carne tenera del collo e squarciare - riversare su Natalia un fiotto di sangue densissimo e bollente.
"Ma me l'hanno portato via."
Vede Claire annaspare, fissarla con quei suoi orrendi e vuoti occhi morti - un suono umido e di gola che accompagna la sua dipartita.
Natalia vede - non può fare niente per evitarlo.
Chiude gli occhi, si porta le mani al volto - lascia cadere la tazza di eggnog ormai freddo.
Natalia urla quando si accorge di avere le unghie sporche di sangue e pelle.


I'm final if I find out that I'm not I'll be sad.

"Non sta bene."
"Lo so."
Barry sospira, si preme i palmi delle mani sulle palpebre.
"Non so più cosa fare, Claire."
Un armadietto che si apre, i cardini che cigolano.
"Le era già successo in precedenza?"
Barry annuisce, libera un sussurro esausto.
"Quel posto l'ha rovinata."
Ceramica che tocca il lavello in acciaio; il click click click ritmico del fornello che viene acceso, l'acqua che scorre nel lavandino.
"Lo psicologo cosa dice?"
Una risata a metà; un guaito rassegnato.
"Le solite cose: disturbo post traumatico da stress. Dissociazione. Deliri allucinatori. Lo sai anche tu, Claire; i mostri che affrontiamo noi non rientrano nei manuali universitari."
Il borbottio del caffè che comincia a salire, il plof morbido del sacchetto dello zucchero.
"Ne parlerò con Chris; vedrò cosa può fare."
Un sospiro sollevato - stanco.
"Grazie. Grazie mille, Claire."
L'odore del caffè che si espande per la cucina, lungo le scale - fino alla camera di Natalia.
Cucchiaini che ruotano in tazze spaiate (quella ancora della S.T.A.R.S. per Barry, una dei Looney Tunes per Claire) preoccupazioni che vengono condivise.

Attenuate. Lenite.

Natalia si fissa le mani fasciate di bianco, la bocca socchiusa, gli occhi persi - attoniti.
La donna ragno la studia dalla poltrona in angolo, gambe distese davanti a sé, Lottie ai suoi piedi - tra scarpe rosse e nere.
Inclina il mento nella sua direzione, tamburella con le dita sul bracciolo.
"Finirà tutto tra poco, Natalia."
E lei le crede. Non ha motivo per non farlo, d'altronde.
"Non preoccuparti."
Natalia storna lo sguardo, stordita; avverte uno strappo tra le scapole - lungo la nuca - e vede tutto...

Bianco.


I try to cry, to thoughts in the night.

Natalia c'è ancora.
Persa nella sua stessa mente, errante tra i suoi stessi pensieri.
La donna ragno (Alex) è sempre con lei.
Ci sono ancora entrambe, e questa condizione non potrà durare a lungo.
Anestetizzata dai suoi ricordi, tramortita dalla forza del suo odio, Natalia si sgretola.
"Sei pronta?" le chiede Moira, sistemandole il cappuccio sulle spalle "La mamma è giù che ci aspetta."
Natalia annuisce, accenna un sorriso - non ci riesce.
Sorride allora per lei, Moira, e Alex la ignora - ricostruisce il suo personalissimo castello di menzogne e rimpianti.
È una bella giornata di marzo quella che Kathy ha scelto per portarle all'acquario.
È una di quelle mattine terse, pulite; in cui è possibile osservare l'orizzonte e trovarlo infinito - azzurro come il suo colore preferito (come gli occhi di Excella, le mormora un'altra voce) limpido come avrebbero dovuto essere i suoi sogni (assassini e mostri; cadaveri che camminano, donne sventrate, muscoli strappati. La tela su cui Alex Wesker aveva disegnato la propria vita - il proprio futuro.)
Moira la spinge delicatamente verso la porta, le porge il suo zainetto.
Alle loro spalle Alex è un demiurgo instancabile.


Oh, they got me thinking, I'd be happier just drinking.

Fa male.
La violenza con la quale Alex esercita il suo ultimo, tremendo, attacco, è tale da farle sbattere la testa contro il muro dal dolore.
"Non osare, piccola stronza." l'ammonisce Alex, e la strattona all'indietro "Questo corpo è mio, e non lo rovinerai solo perché senti un po' di male."
Natalia ha la nausea, le vertigini; le sembra di essere strappata via dal suo stesso corpo a suon di calci e pugni.
Qualcosa tira dalla punta della testa, ed è come essere risucchiati via.
Uno sdoppiamento, uno scollamento: la sensazione di non esserci più.
Natalia ansima, gocciola sudore e saliva.
"Tenace, la ragazza." commenta Alex e spinge - le soffoca la mente con tutta una vita di sofferenze e ambizioni.
Natalia libera un suono strano - a metà tra il conato e il rutto e vomita - un pulsare sordo alle tempie, tra le costole.
Alex è adesso perfetta - integra: la stessa donna che due anni prima l'aveva rapita e condannata.
Natalia si umetta le labbra (bile e l'acido del panino mangiato a pranzo) si flette in avanti.
Crolla sulle ginocchia, spreme gli occhi - lacrime di fatica e stanchezza.
"Uhm." chiosa Alex, e i suoi pensieri sono veleno - filo spinato che s'intreccia tra le sue sinapsi, lungo i suoi nervi "Non pensavo che distruggerti la memoria assomigliasse a un brutto caso d'intossicazione alimentare."
Il sistema nervoso si sovraccarica

Nadia, Umbrella. Albert. William. Abortire il soggetto. Spencer. Umbrella. Lisa. Sherry. Aelita. Tradimento, dolore. Insoddisfazione. Albert.

e Natalia viene attraversata da un altro spasmo, più forte del precedente.
Ha la punta delle dita gelida, le gambe intorpidite.
Deglutisce, ingoia sabbia e avanzi di prosciutto.
"Muoviti a crepare." ringhia Alex "Non ho tutto il tempo del mondo."
Natalia abbozza qualche passo - striscia - cade a faccia in giù sul tappeto verde e bianco.

S.T.A.R.S, Edonia. Solitudine. Spencer. Angoscia. Morto. Vivo. Raccoon City. Bomba. Incontro. Scontro. Affetto. Desiderio. Albert. Russia. Sergei. Umbrella.

Non vuole morire, Natalia.
Non vuole lasciare Barry, o Moira. E neppure Kathy e Polly e...

Non ricordo più il suo nome.

"Lo farò io per te." mormora Alex, e a Natalia pare di avere le sue dita conficcate direttamente nel cervello "Non preoccuparti, Natalia. Puoi riposarti, adesso."
Natalia prova a rialzarsi - a rigettare l'intruso - gira la testa di lato e libera un singulto patetico, espettora sangue e altra bile.
Si porta le mani al petto, stringe - il cuore un battito asimmetrico.
Cerca un ultimo conforto - un ultimo appiglio.

Lottie.
Lottie e il suo grottesco sorriso felice.
Lottie  e la sua pelliccia piena di sangue e vermi e fango.
Lottie, che fa ciao ciao con zampe enormi e sporche - che la trafigge con i suoi artigli nerastri ed eviscera, fili di carne e pelle rivoltanti.

"È quasi finita." le ripete, e gli occhi di Natalia si spengono - diventano ciechi e vacui.

Spencer. Sushestvovanie. Roccia. Freddo. Grigio. Albert. Tricell. Stuart. Uroboros. Jill. Africa. Albert.

I rumori muoiono, sotto la lingua la puntura di mille aghi  - nessun sapore, nessun odore.
"Ci siamo quasi, Natalia."

Strappo. Agonia. Delusione. Albert. Excella. Chris. Sheva. Delirio. Morte. Vulcano. Albert.

Il corpo di Natalia s'irrigidisce di colpo, contraendosi in uno spasmo grottesco e innaturale.

Pistola. Solitudine. Disperazione. Rabbia. Odio. Amore.

Dita piegate ad artiglio, capelli aggrovigliati e sporchi; Natalia è un mendicante in ginocchio tra le sue stesse miserie.

Albert.

Natalia muore.
Viene cancellata da questa vita come se non fosse mai esistita, estirpata.
La memoria di Alex è più forte (più disperata), e travolge ogni cosa - un'onda furiosa e inarrestabile.
Eradicata dal suo stesso corpo, espropriata di ogni futuro, Natalia si spegne in un pigolio sommesso - un suono senza più importanza.
Schiacciata, massacrata, spezzata, Natalia è morta.

Albert.

Il petto di Natalia Alex si decomprime - inspira, espira.
Prima una gamba, poi l'altra; una scossa tellurica lungo la spina dorsale, tra le costole - fino al cuore.
Natalia Alex flette le spalle, la curva tesa del collo; rompe l'incantesimo nel quale era caduta, si rialza.

Era e tutta la sua tremenda forza.

Natalia Alex vacilla un attimo, riprende subito l'equilibrio - un corpo nuovo, giovane.
Un corpo che il Progenitore sta già modellando, aggiustando, evolvendo.
Si passa il dorso della mano sulla bocca, sputa di lato un bolo di saliva - schiocca disgustata la lingua contro il palato.

Tutto ciò che resta di Natalia Korda.

Storna lo sguardo, si cerca nello specchio - gesti adulti, fluidi, troppo. Fuori posto sulla pelle di una ragazzina di soli tredici anni e mezzo.
La pupilla vibra, si restringe - l'iride un rosso cupo, che si gonfia e muta a ogni respiro.
"Ce l'hai fatta."
Natalia Alex sorride, lo vede.
"Ne dubitavi?"
Una risata ruvida - che graffia agli angoli, lungo i bordi della sua coscienza.
"No."
Lo fissa - lo studia.
Lei, nel corpo di una ragazzina quasi adolescente.
Lui, immutato - eterno.
"E adesso?"
Albert inclina il viso nella sua direzione, accenna un suono di gola - soddisfatto.
"Ti ricordi cosa dicevamo delle Famiglie?"
La porta d'ingresso si apre con un click secco, Natalia Alex sbatte le palpebre una, due volte.
"Sì."
"Ti ricordi cosa cercavano di ottenere?"
Moira la chiama dal piano di sotto; Barry butta le chiavi sul tavolino all'ingresso, riprende Polly perché non si è pulita le scarpe.
"Sì."
Albert sorride, denti bianchissimi e crudeli.

Per mangiarti meglio, bambina mia.

"Allora sai."
Natalia Alex risponde al suo sorriso, l'iride che brucia - il Progenitore che si arrotola al centro del petto, fa quasi le fusa.
Il mostro sotto al letto è finalmente libero d'indossare la sua nuova pelle.




It's not true, and I got a bad disease
I got a bad disease, it's got me down on my knees.
Oh, no, I got a bad disease.
Will no one help me please?
Not even you?

Natalia Alex fissa i pasticcini che ha portato Chris, li sposta con la punta del mignolo.

Bignè alla crema, al cioccolato. Cannoli siciliani. Brownies con cioccolato e cocco. Cupcake di zabaione, babà al limoncello.

"Lousiana?" ed è incredula la voce di Barry, sorpresa.
Chris annuisce, appoggia i gomiti sulle ginocchia.
"Non siamo arrivati in tempo. Qualsiasi cosa si sia verificata laggiù ne abbiamo trovato solo le briciole."

Meringhe, tartufi al cioccolato. Persino delle fritole.

"Cristo." mormora Barry, reclinandosi sulla sedia "In che merda ti sei andato a cacciare, Chris?"
Redfield si scrolla nelle spalle, mette in bocca un amaretto.
"Non ne sono sicuro; secondo i nostri analisti non c'è una sola azienda dietro tutto questo."
Mastica lentamente, aggrotta le sopracciglia.
"C'era una foto in quella casa che mi ha lasciato perplesso."
Natalia Alex tocca un bignè ripieno di crema, lo solleva.
"Un elicottero."
Barry solleva le mani davanti a sé, lo esorta a continuare.
"Con il logo dell'Umbrella."
Natalia Alex si ferma, viene attraversata da una microespressione - una di quelle difficili da cogliere.
"Impossibile." replica Barry, ma sotto l'abbronzatura estiva è impallidito vistosamente.
"Impossibile, Chris. L'Umbrella è fallita nel 2003, non esiste più."
Chris tace, si rigira tra le dita una meringa bianca e nera.
"Ha dichiarato bancarotta, Barry. Ufficialmente non è mai stata dichiarata colpevole di niente. Né Raccoon City né altro."
Una cicala frinisce tra le assi del porticato, Natalia Alex sorride - snuda i denti.
Barry sbatte le palpebre una, due volte; si passa la lingua sulle labbra.
"Cosa dicono al BSAA?"
Chris ride, ed è un suono a metà - aspro.
"Nulla. Che sono imitatori. Omonimi. Che è più importante la seconda azienda e il suo collegamento all'H.C.F."
"Porca troia." esala Barry, stornando lo sguardo "Ma l'H.C.F. non era la milizia privata di..."
"Esattamente." conclude per lui Chris, e indurisce lo sguardo.
Natalia Alex prende il pasticcino tra l'indice e il pollice - schiaccia.
"Pessima qualità."
Natalia Alex ascolta il suo respiro tra i capelli, lungo la pelle accaldata nella nuca.
"Lo so."
Dita gelide sulle spalle, lungo le braccia.
"Io non lo mangerei, se fossi in te."
Natalia Alex riduce il bignè a una poltiglia molliccia e appiccicosa, lascia che grondi tra le dita chiuse a pugno.
"Le Famiglie." dice solo, e lui strattona - le piega il collo all'indietro.
Rosso e rosso - diciassette anni e un mostro nel cuore, sulla bocca.
"Sì." risponde - sancisce.
Barry continua a discutere con Chris, le loro parole un brusio di sottofondo - nulla più che rumore bianco.

Lousiana. Baker. Umbrella. H.C.F.

"Eveline."
Wesker percorre i suoi nuovi lineamenti con occhi spietati - la cerca tra le pieghe di una pelle che non conosce più.
"Sì."
Natalia Alex sostiene il suo sguardo - gli si consegna, sulla bocca la stessa fame di sempre.

Sanno entrambi cosa devono fare.
Per sopravvivere.
Per liberarsi.
Per spezzare l'assurda catena alla quale erano stati asserviti nella loro precedente (non)vita.

 La morte è l'unico vantaggio che possiedono.




"There are no ifs in combat.
When you win, you win.
When you lose, you lose."
- CLAMP -




Note dell'autrice: la canzone che intervalla i paragrafi è "Bad disease" di Lana del Rey.
Nell'ultimo paragrafo ci sono chiari riferimenti alla one-shot "Underneath the purple rain".


   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia