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Autore: Christine_Heart    10/06/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 17: Il Dottore ha sempre idee brillanti

 
Era stata una bella giornata non c'era che dire. Ash si era divertito davvero assieme a quel ragazzino così simile a lui, ma qualcosa gli sfuggiva, qualcosa non tornava, e lo stava tormentando, tenendolo sveglio e lontano dalla sua camera. Ash ci aveva provato in tutti i modi ad addormentarsi ma senza successo, ed ignorando il voler di suo padre aveva aperto le porte del Tardis per guardare fuori.
La sera era da poco arrivata ma era già viva di stelle, e un aria fresca percorreva le stradine della cittadina. Appoggiato alla cornice della fida cabina, fissava lontano.
«Ash!» si sentì chiamare con dolcezza.
«Papà!» disse svelto voltandosi.
Incrociò lo sguardo sicuro di suo padre, ed improvvisamente si sentì piccolo. Era stato colto in flagrante, e per quanto sapeva di aver sbagliato, non voleva essere ripreso.
«Scusa, lo so che non dovevo aprire ma...» cercò di scusarsi.
«Come mai sei ancora sveglio?!?» chiese il Dottore ignorando le scuse del figlio.
Tanto non servivano, e il suo volto così teso nascondeva qualcosa di serio.
«Non riesco a dormire.» confessò chinando gli occhi.
«Come mai?!?» chiese di nuovo il Dottore accovacciandosi di fronte a lui.
«Styxx!» mormorò il bambino, giocando con le mani.
Ma il Dottore si ritrovò a fissare il figlio con aria perplessa quasi a voler dire:
“E questo adesso chi è? Mi sono perso qualcosa?”
«Il bambino con cui ho giocato oggi!» spiegò Ash con un breve sorriso.
«Ah! E' quello il suo nome! Non me l'avevi detto!» esclamò solare il Dottore.
Il piccolo annuì con aria assente.
«Che cosa succede piccolo?!?» chiese il padre accarezzandogli il volto.
«Stavo pensando a quel bambino, è così simile a me!» confessò stordito, con volto distorto dallo stupore e dalla paura. La cosa lo preoccupava sul serio.
Il Dottore si rimise in piedi e accarezzò la testa del figlio, con affetto.
“Sorvolando il fatto che è praticamente uguale a te, fatta eccezione per i capelli che sono un po' più lunghi, e per il fisico che è meno nutrito del tuo?!? Sì, infine dei conti credo che sia davvero simile a te.» pensò divertito con un risolino.
«Già, ti somiglia molto.» acconsentì il Dottore.
«Ma com'è possibile?!?» chiese confuso il bambino.
«Non so dirtelo Ash, non riesco a capirlo neanche io.» disse deciso.
«Mi sentivo così...legato a lui.» cercò di ragionare, ripensando a quel pomeriggio.
«Vorrei fare qualcosa per lui.» disse all'improvviso senza pensarci.
«Perchè dici così?!?» chiese il Dottore stupefatto.
«I suoi occhi.» rispose lesto il piccolo.
«Cosa c'è che non va nei suoi occhi?» domandò di nuovo il Dottore.
«Non sono come i miei.» confessò poggiando il volto sul padre.
«Ash, te l'ho già detto, i tuoi occhi non hanno niente che non va, sono...»
«No, volevo dire...non sono felici.» precisò il bambino con un sorriso tenero.
«Capisco.» annuì il padre.
«Erano tristi, così tristi da farmi male.» disse con rammarico.
Il Dottore fissò il volto del figlio e capì.
«E per questo vuoi fare qualcosa per lui?» chiese colpito.
«Sì, ma non so cosa.» disse il piccolo con tristezza.
Il Dottore ci pensò un po' su e poi propose:
«Che ne dici di andare a fargli compagnia?!?» chiese sereno.
«Adesso???» domandò Ash accigliato.
«Sì, insomma dormite assieme, date vita ad un pigiama party, è divertente!» concesse il Dottore.
«Non so...» rispose pensieroso.
«Sono sicuro che ti divertirai.» affermò con un occhiolino.
«E tu?!?» chiese il piccolo senza pensarci.
«Io cosa???» disse di rimando il Dottore.
«Starai qui da solo???» domandò Ash desolato.
Il Dottore sbarrò gli occhi, rimanendo a bocca aperta.
«Ma non sono solo...c'è il Tardis come me...» cercò di dirgli il padre.
«Che è una macchina...» spiegò deciso.
«Ma è telepatica.» precisò il Dottore.
«Ma non è umana, non ti può rispondere, non può interagire con te.» rispose deciso.
«Ash, perchè stiamo parlando di questo, proprio adesso?!?» chiese il Dottore stranito e improvvisamente stanco, di lottare con suo figlio.
«Io...» il bambino non sapeva cosa dire, si sentiva come diviso.
«Starò bene...papà non ha paura di stare da solo.» confessò.
«Dici sul serio...» cercò di capire il bimbo.
«Lo sono stato per tanto tempo, ormai io e la solitudine siamo vecchie amiche.» disse fissando il basso, cosciente delle proprio e vere parole.
«Ma in ogni modo è per una notte sola, starai via da me per un solo giorno, non c'è niente di male, è per la felicità di un bambino, va bene così.» aggiunse lesto per convincere suo figlio.
Ash scrutò allungo il volto del padre, il suo sorriso splendente, il suo volto calmo, il suo orgoglio nei suoi confronti nel gesto che stava per compiere, tutto rimase sul suo volto fino infondo.
«D'accordo.» disse infine il bambino con labbra tremule.
«Vuoi andare, papà ti accompagna?!?» chiese con dolcezza il Dottore.
«Sì.» rispose sicuro Ash con un sorriso felice.
 
***
 
«Papà resterà proprio qui, non si muove, se hai bisogno di me, ti basterà affacciarti alla finestra e chiamare il mio nome, correrò subito da te, hai capito?!» gli chiese con un sorriso.
«Sì.» disse un po' timoroso il piccolo osservando la stanza in cui si trovava, stanza così diversa dalla sua, così spoglia, così priva di vita, così priva di ricordi, così priva d'affetto.
«Ti veglierò dal Tardis, non temere.» precisò pizzicandogli la guancia, quasi a volerlo distrarre dai suoi piccoli tormenti.
«Va bene.» rispose annuendo senza distogliere lo sguardo dalla camera.
Poi si ricordò gli attimi prima e si affrettò ad aggiungere:
«Scusa per prima, io non volevo essere così...» disse il piccolo con vocina tremula.
Il Dottore si ritrovò a sorridere divertito, ma in quel sorriso non c'era cattiveria, solo dolcezza, e tanto amore.
«Naaah, non ti preoccupare, non è successo niente.» disse con disinvoltura, sventolando una mano, come se tutto si potesse cancellare con quel semplice gesto.
Poi sorrise al suo bambino con fare complice, a fargli capire che davvero tutto era stato perdonato e si chinò su di lui, e lo strinse il più forte possibile, accarezzandogli la schiena.Con un sorriso tenero in volto, abbraccio suo figlio lieto di averlo.
«Buona notte, piccolo mio.» sussurrò prima di andarsene.
 
Non avrebbe mai voluto lasciarlo lì da solo, non avrebbe mai voluto assecondare il desiderio di suo figlio, ma non aveva altra scelta, sarebbe stato egoista da parte sua, e non poteva permetterselo.
Suo figlio aveva il diritto di conoscere nuove persone, soprattutto della sua età, soprattutto se...legate a lui. Quel bambino era il fratello di suo figlio, la sua vera famiglia, e anche se Ash non sapeva ancora nulla, presto avrebbe capito, e si sarebbe trovato di fronte ad scelta.
Lui o la sua vera famiglia.
E la cosa lo spaventava sul serio, non voleva rimanere solo di nuovo.
 

Continua...

  
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