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Autore: MairTonks    11/06/2017    0 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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24 dicembre 1969, Casa Burbage
Nonostante le prelibatezze e la stanza decorata a festa, un silenzio irreale circondava il grande tavolo di mogano attorno a cui era riunita la famiglia Burbage. Quasi tutta, si corresse mentalmente Charity mentre osservava i volti tesi e tutt’altro che colmi di gioia dei suoi parenti. Erano due i grandi assenti quella sera e i loro posti vuoti non erano sfuggiti agli occhi attenti di sua nonna Hortensia e del vecchio Herbert, che non avevano esitato un attimo prima di chiedere spiegazioni. Anche Charity era curiosa di scoprire il motivo per cui sua sorella Regan e suo fratello Merthin avessero deciso di non presentarsi quella sera. Non aveva loro notizie da prima del loro mancato incontro ad Hogsmeade e, anche se li aveva tempestati di lettere, non aveva ricevuto neanche una riga di risposta. Sperava di poter parlare con loro durante le vacanza, o almeno durante la cena che i nonni organizzavano la sera della vigilia di Natale ma, per la prima volta nella sua vita, si era ritrovata a condividere la curiosità di suo nonno. Non tanto per quanto riguardava suo fratello, lui non metteva piede in casa dei nonni da quando aveva rifiutato la carriere che il vecchio Herbert aveva preparato per lui, quanto l’assenza di Regan. Lei non mancava mai ad occasioni come quelle, soprattutto ora che era in procinto di sposare un illustre erede della famiglia Black.
 
-Allora Aloysius, quando si decideranno ad arrivare i tuoi figli? Sai, noi tutti avremmo voglia di gustare il delizioso banchetto che tua madre ha fatto preparare- disse il vecchio Herbert rompendo il silenzio e rivolgendosi al sua primogenito, seduto come sempre alla sua destra.
 
-Regan e Merthin non parteciperanno al banchetto di questa sera- rispose Aloysius, pulendosi gli occhiali sulla tunica che indossava come ogni volta che era nervoso. Charity notò sua madre, con gli occhi bassi e fissi sulla tavola, stringere di nascosto il braccio di suo padre. Anche lei aveva rivolto quella domanda ai suoi genitori, parecchie volte prima di raggiungere la casa dei nonni ma nessuno aveva dato una risposta.
 
-Bene allora, mangeremo senza di loro. Spero per te che arrivino prima del dolce- annunciò mentre si serviva per primo, seguito immediatamente da tutti i presenti.
 
Come se il nonno avesse spezzato un incantesimo, intorno al tavolo iniziarono una serie di conversazioni riguardanti gli argomenti più diversi. Charity captò qualche frammento di quella che si svolgeva a pochi posti da lei tra suo zio Baldwin e zio Claudius e di quella tenuta da sua nonna che interrogava le sue cugine più grandi sulla loro vita matrimoniale e, di certo, non le sfuggì quella silenziosa tra suo padre e sua madre. Erano preoccupati, come lei d’altronde, dalla minaccia velata fatto dal nonno.
 
Ma, anche se le varie portate e le diverse conversazioni si alternavano come sempre, l’aria nella stanza continuava a rimanere tesa. I posti vuoti, esattamente al centro del tavolo, continuavano ad attirare gli sguardi di tutti, Charity per prima, e anche lo strano comportamento di Evander, seduto alla sinistra del nonno contribuiva a movimentare la serata.
 
Fortunatamente, la cena stava volgendo al termine e, come era usanza della sua famiglia, prima dei tradizionali dolci, tutti i presenti si alzavano dal tavolo e si trasferivano a parlare nel grande soggiorno di casa Burbage. Charity attese che tutti i suoi parenti si alzassero dal tavolo prima di avvicinarsi ad Evander, ancora della stessa posizione che aveva assunto all’inizio della cena. Per tutto il tempo era rimasto con le braccia incrociate e a fissare la parete davanti a lui senza toccare cibo. Il piatto e le posate difronte a lui erano immacolate e i bicchieri, che il nonno aveva riempito con insistenza di vino elfico, pieni fino all’orlo.
 
-Ciao Evander- esordì Charity, titubante, quando anche l’ultimo cugino lasciò la stanza con uno dei suoi bambini urlanti saldamente ancorato al braccio. Raramente avevano parlato ma gli ultimi episodi avevano cambiato il modo in cui Charity aveva sempre visto suo cugino. Il fatto che Martha si fosse innamorata di lui voleva dire che esisteva altro sotto la maschera fredda che il ragazzo era solito portare.
 
Come se si fosse risvegliato da un incantesimo, Evander smise di osservare la parete e puntò i suoi increduli occhi verdi su di lei, anche lui leggermente a disagio. Aveva passato giorni a pensare a cosa dire al cugino ma, adesso che di trovava davanti a lui, i dubbi che l’avevano attanagliata in quei giorni erano tornati.
 
-L’hai sentita?- chiese Evander senza preamboli. Charity rimase spiazzata da quella domanda ma tiro’ un respiro di sollievo visto che non era stata costretta ad iniziare lei il discorso.
 
-No- rispose. Era dal giorno della lite che non parlava con Martha, aveva fatto di tutto per cercare di recuperare il rapporto con la sua amica ma senza successo. Secondo Cris, Martha aveva bisogno di tempo, e Charity glielo stava lasciando. Le aveva scritto solo una lettera durante le vacanze che aveva allegato al regalo di Natale ma ancora non aveva ricevuto risposta. Nonostante la discussione, quello non era un atteggiamento da Martha e lei stava iniziando a preoccuparsi. E, a quanto sembrava, anche Evander sembrava preoccupato.
 
-Le hai scritto e non ti ha risposto, vero?- continuò Evander e Charity trovò strano il fatto di parlare di Martha nella casa di suo nonno. Anche se stavano sussurrando e continuavano a tenere d’occhio la porta, era bello poter condividere queste cose con qualcuno della famiglia che non fosse Ophelia.
 
-Si. Non e’ da lei non rispondere alle lettere-
 
-Lo so- disse Evander con un sorriso triste. -Infatti volevo chiederti una cosa, se non ti e’ di disturbo ovviamente- Adesso era visibilmente a disagio e Charity lo capiva, non avevano mai parlato così tanto in tutta la loro
vita.
-No figurati, dimmi- accettò Charity con un piccolo sorriso con la speranza di sciogliere la tensione tra loro.
 
-Potresti scrivere a Bennett e chiedere informazioni a lui? Sono molto amici e magari lui riesce a sapere qualcosa in più- Formulare quella richiesta doveva costargli molto in termini di orgoglio, soprattutto il fatto di chiedere un favore ad un ragazzo che aveva sempre ignorato a causa della sua origine.
 
-Si, scriverò ad Oliver, non preoccuparti. Magari anche agli altri per avere più informazioni- disse e, visto che quella sembrava la serata delle prime volte, suo cugino la ringraziò con un piccolo sorriso.
 
Ma c’era altro di cui Charity voleva parlare e stava cercando il coraggio necessario per affrontare quella conversazione quando un rumore proveniente dal camino li costrinse ad alzarsi di scatto e sguainare le bacchette.
 
-Speravo in un ingresso più trionfale, magari con zio Baldwin che, per lo spavento, si strozzava con la terza porzione di pollo- esclamò la figura coperta di cenere appena uscita dal camino. In un’altra occasione Charity avrebbe riposto la bacchetta e corsa ad abbracciare suo fratello. Adesso, invece, la tentazione di puntargli la bacchetta e costringerlo in tutti i modi a farsi spiegare il silenzio di quei mesi era irresistibile.
 
Merthin si tolse la cenere dai capelli con deciso colpo di bacchetta prima di puntare i suoi occhi verdi, eredità dei Burbage, su di loro.
 
-Ma devo ammettere che vedere voi due parlare come due veri cugini in cucina e’ piuttosto sorprendente. Sorellina, neanche un abbraccio?- disse avvicinandosi verso di loro e allargando le braccia in attesa.
 
-Un abbraccio? Dopo che non ti sei presentato all’appuntamento che tu avevi programmato? Dopo tutte le lettere senza risposta?- lo aggredì Charity avvicinandosi solo per poterlo spingere via.
 
-Ok ok, hai ragione Ty. Ma non urlare, vorrei essere io ad annunciare la mia presenza al nonno.- disse dopo averle afferrato i polsi per evitare un pugno che lo aveva quasi colpito in faccia. -Giuro che ti spiegherò tutto, ma non adesso e non qui- continuò lanciando uno sguardo ad Evander, fermo a pochi passi da lei. -Allora riuscite a stare qualche ora separati- commentò prima di lasciarla e dirigersi verso il soggiorno.
 
-Perché sei venuto qui?- domandò Charity prima che il fratello aprisse la porta. Era dal giorno in cui Merthin aveva annunciato di essere in procinto di iniziare la sua carriera di guaritore che non metteva piede in casa del nonno, nonostante i tentavi di quest’ultimo di cercare di rimettere il nipote sulla strada giusto per un ragazzo come lui. Non andava bene che un giovane purosangue proveniente da una famiglia come la loro passasse la vita a riparare gli errori di gente che non e’ in grado di maneggiare correttamente una bacchetta. Ma Merthin non aveva voluto sentire ragioni e, con un’uscita in grande stile, aveva urlato al nonno che anche lui faceva parte di coloro che non erano in grado di usare correttamente una bacchetta e suggerito un modo piuttosto volgare dove metterla per non combinare guai.
 
-E’ una cena di famiglia, no? E, purtroppo, questa e’ la mia famiglia- rispose prima di aprire la porta che collegava cucina e soggiorno. -E se fossi in voi, non mi perderei per nulla al mondo la faccia del nonno sul punto di esplodere- disse tornando indietro.
 
Dopo essersi scambiati un’occhiata preoccupata di nuova complicità, Charity ed Evander seguirono Merthin in soggiorno dove tutti i loro parenti avevano preso posto intorno alla grande poltrona del nonno. Erano tutti ammutoliti all’ingresso di Merthin che, con il suo solito fare tranquillo, li osservava al centro della stanza.
 
-Guardate un po’ chi ci ha dato l’onore della sua presenza. Merthin sei arrivato giusto in tempo per il grande annuncio- lo salutò il vecchio Herbert alzandosi e raggiungendo il nipote per dargli una pacca, per nulla amichevole, sulla spalla. Merthin non cambiò espressione ma Charity notò una domanda silenziosa rivolta a suo padre.
 
-Se anche voi due avete finito di spettegolare in cucina- continuò rivolgendosi a lei ed Evander ancora fermi sulla porta- sarei lieto di annunciare la quasi stipulazione di un nuovo contratto di matrimonio-.
 
-Visto che Charity e’ stata l’unica a non ricevere nessuna buona notizia questo primo settembre, ho pensato di farle un regalo di natale. Non e’ nel mio stile, bada bene ragazza, sono stato molto clemente con te.- disse rivolgendosi verso di lei. Charity non riusciva a pensare a nulla tranne al fatto che avrebbe voluto essere ovunque in quel momento, tranne li. -Visto che tua sorella molto presto si legherà ad un giovane Black, ho pensato che fosse un’ottima idea consolidare ancora di più l’unione con questa famiglia.-
 
Charity osservava il nonno senza riuscire a dire o fare nulla e il no urlato contemporaneamente da suo padre e suo fratello le giunse lontano. Viveva già una situazione piuttosto complicata con Camdem, Gabe le parlava appena e l’idea di un giovane rampollo dei Black che le ronzava intorno era ancora peggio.
 
-All’inizio avevo pensato che la tua amicizia con il giovane Fawley potesse rivelarsi utile ma, visto le complicazioni che di recente si sono verificate, ho pensato che un altro matrimonio con quella famiglia fosse utile. E i Fawley sono difficili da convincere, con tutte le loro idee sulla donna in carriera e il matrimonio fondato sull’amore- le spiegò il nonno mentre la osservava in attesa di una risposta.
 
-Sai Charity, non devi ringraziare me per questo matrimonio. Piuttosto, ringrazia quella sgualdrina di tua sorella che si e’ fatta mettere incinta da un babbano. Merthin un consiglio da nonno a nipote, e’ inutile tentare di fregarmi, ho più esperienza di te in queste cose-
 
Tutte le persone nella stanza sembravano aver smesso di respirare, impregnate com’erano a osservare qualsiasi movimento provenisse da Merthin, dal vecchio Herbert o da Aloysius che, al sentir accennare a Regan era scattato in piedi.
-Aloysius, te lo avrò ripetuto infinite volte ormai. Sposando quella dannata donna ti sei rovinato e hai portato i tuoi figli a fare lo stesso. Hai solo una possibilità per rimediare a tutto questo Al. Firma il contratto di matrimonio tra Charity e il giovane Black e ti assicuro che Regan non verrà toccata da nessuno e finirà nel dimenticatoio-
 
Il nonno doveva essersi preparato il discorso da messi, doveva essere il più d’effetto possibile, e con un rapido gesto appellò il foglio che aveva riposto in un libro. Charity si sentiva male davanti a tutto quello che era appena successo e, soprattutto, all’idea di essere costretta a sposare uno sconosciuto che non amava e a rinunciare al suo futuro per salvare la vita a sua sorella Regan. E al bambino che portava in grembo, aggiunse una voce nella sua testa. Perché era sicura di farlo per salvare quelle due vite.
 
-Pensa bene a quello che fai, Aloysius. Non si tratta solo di Regan ma, visto che i tuoi figli hanno pensato bene di giocare col fuoco, altre persone rischiano di rimetterci e Merthin lo sa bene- aggiunse il nonno mentre porgeva la pergamena e la piuma verso il suo primogenito.
 
Suo padre non si voltò verso sua madre, in lacrime dietro di lui, ma ebbe per qualche secondo uno conversazione silenziosa con Merthin. Al termine di questa, entrambi si voltarono nella sua direzione e lei fece l’unica cosa possibile, annuì segnando così la fine di tutti i suoi sogni.
 
-Deve esserci un altro modo. Rinuncio al mio lavoro, stipula un contratto con qualche ragazza che fa Black di cognome ma lascia fuori Charity- esclamò Merthin strappando il contratto dalle mani del padre.
 
Ormai tutti i presenti erano così presi dallo spettacolo organizzato dal nonno che nessuno, neanche i bambini più piccoli avevano il coraggio di parlare o lamentarsi.
 
-Molto nobile da parte tua, il comportamento che ci si aspetta da un degno e stupido Grifondoro. Ma non funziona così, e’ troppo semplice. Sei libero di fare quello che vuoi ragazzo, non fai più parte della famiglia da tempo- lo liquidò il nonno e, con uno strattone che quasi ruppe la pergamena, riprese il contratto per passarlo al figlio.
 
-Prima di firmare il contratto, dammi un po’ di tempo. Lei e Gabriel Fawley sono molto amici e magari la famiglia Fawley potrebbe accettare l’idea di un matrimonio, se proposta nel modo giusto- disse suo padre.
 
-Tu pensi di riuscire dove io ho fallito? Pensi davvero che…-

Ma il nonno non riuscì a terminare la frase che un lampo di luce rossa lo raggiunse alla schiena. Troppo impegnata ad osservare le pericolose trattative riguardo al suo futuro, Charity non si era accorta che Evander aveva preso, nuovamente, la bacchetta tra le mani e l’aveva puntata contro il vecchio Herbert. In un attimo si scatenò il caos, Charity venne afferrata e portata via con la materializzazione congiunta da sua fratello. L’ultima cosa che vide, prima di smaterializzarsi, fu il volto furibondo di Claudius Burbage che fissava con odio e disprezzo Evander a pochi passi da lei.

 
Note autrice
Per prima cosa mi scuso per l’immenso ritardo ma l’università mi lascia davvero poco tempo a disposizione per mettermi davanti al computer per aggiornare.
Sono ritornata con un capitolo particolare che chiarisce alcuni punti ma, soprattutto, aggiunge altra carne al fuoco. Spero di avervi incuriosito un po’!
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la mia storia e anche questo capito e mi auguro di riuscire ad aggiornare presto.
Buonanotte e al prossimo capitolo
  
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