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Autore: lilylunapotter02    14/06/2017    0 recensioni
Una proposta che nessuno si sarebbe fatto scappare. Neanche Harry se non fosse arrivata dalla persona da cui meno se la aspettava. Ma forse alcune volte bisogna lasciare da parte quello che è successo e pensare solo a se stessi, cogliere tutte le opportunità che la vita ti offre al volo. E se questa opportunità ti fosse stata offerta da Louis Tomlinson, colui che volendo potrebbe distruggere con poche parole la tua reputazione, cosa faresti?
Più semplicemente una storia dove Louis offre ad Harry la possibilità di entrare nella squadra di calcio della scuola ma questo non vuole per il semplice fatto che alle feste non vuole rinunciare e il più grande arriverà a riccattarlo pur di averlo nella formazione vincente.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Il professore di ginnastica guardava, poggiato alla parete, i suoi alunni che completavano il quinto giro della palestra di corsa. 《Ancora cinque e per oggi abbiamo finito i giri di corsa. Forza, su su più veloci!》 Vide alcune ragazze rivolgergli uno sguardo di puro odio mentre si stringevano la coda per poi ricominciare a correre con le braccia incrociate sul petto. E dire che i reggiseni sportivi esistevano.... Mentre si passava una mano sui capelli sentì qualcuno borbottare. Il suo sguardo corse subito a un ragazzo tra i più alti di quella terza con degli indomabili capelli ricci. Senza contare le parole non proprio carine poste come intercalare, il professore poté giurare di aver sentito il riccio borbottare qualcosa a proposito del fatto che lui i giri di corsa non li faceva. 《Hai detto qualcosa Styles?》 Il ragazzo, senza fermarsi, ghignò e urlò in risposta. 《Assolutamente no professore. Cosa crede? Io non sono uno di quei ragazzi che parla alla spalle degli altri.》 Il professore scosse la testa mentre alcune ragazze decisamente troppo frivole ridevano, come se avessero appena sentito la barzelletta più divertente di tutta la loro vita. Harry Styles era decisamente una caso perso. Il professore guardò per la centesima volta l'orologio che portava al polso e constatò che erano passati solamente due minuti dall'ultima volta che speranzoso gli aveva gettato un'occhiata. Dire che insegnare in quella scuola fosse un inferno era dir poco. Tutti uno più viziato dell'altro e soprattutto uno più insopportabile dell'altro. In fondo alla palestra le ragazze, felici per la fine del riscaldamento, giocavano a pallavolo. O quanto meno questo era quello di cui il prof si voleva convincere. La realtà era che si facevano video col telefono a vicenda mentre palleggiavano per poi rincorrersi pregando l'amica di non pubblicarlo. Ma quello sicuramente non era un suo problema, quanto meno non davano fastidio, certo qualche urletto ogni tanto ma nulla di cui preoccuparsi. Il suo problema erano loro, i ragazzi. A parte qualche caso umano che si era ritirato in un angolo a ripassare chissà cosa e a parlare di film di cui tutti ignoravano l'esistenza, la maggior parte dei ragazzi della classe erano lì, nel campetto da calcio fuori dalla palestra a giocare contro dei ragazzini più piccoli di loro. Con um sospiro il professore uscì dalla palestra rabbrividendo per l'aria che quel settembre era più fredda del solito. Non fece in tempo a mettere un piede fuori dall'edificio che si ritrovò a dover correre verso un campanello di persone che si era radunato intorno a quella che sembrava essere decisamente una rissa. A spintoni cercò di farsi largo nella calca. Ma nessuno sembrava intenzionato a muoversi, tutti volevano mantenere la loro posizione. Anche se con ancora delle persone davanti l'uomo riuscì a intuire cosa stesse succedendo. La voce di irritante di Styles infondo l'avrebbe riconosciuta ovunque. Chi diceva che insegnare in quella scuola privata popolata solo da figli di papà era un sogno si sbagliava di grosso. Era un vero e proprio incubo. E questo ne era la prova. 《Piccolo pezzo di merda, prova a dire di nuovo che quello era un fallo e di pugni nello stomaco te ne ritrovi alti dieci. E sono buono che te li tiro nello stomaco e non in faccia, ma in fondo non vogliamo vero che mammina sappia che sei un fottuto bugiardo, no? Quindi? Era fallo figlio di puttana di un arbitro?》 Anche da lontano era facile immaginare che il ragazzino steso a terra avesse annuito, deciso a non piegarsi al più grande che troneggiava sopra di lui. Il gemito di dolore era quanto di meno fraintendibile potesse esistere. Finalmente il professore riuscì a farsi largo tra gli studenti fino ad arrivare al centro del piccolo cerchio. In effetti, come aveva immaginato, un primino era steso a terra e riceveva impotente i colpi del riccio che voleva sentirsi dire soltanto tre parole che non sarebbero mai uscite dalla bocca del ragazzino che infatti continuava a mormora tra se che era fallo. Seguito da versi di disapprovazione, il professore stacco di forza il riccio dall'altro ragazzo che, sfinito, sembrava non avere neppure la forza per rialzarsi. 《Seguimi Styles. E non provare a filartela o questa volta finisce davvero male.》 Il ragazzo ghignò e un ombra di divertimento attraversò i suoi occhi verdi. 《Mi vuole far sospendere? Faccia pure. Anzi, sa cosa? Mi fa un piacere se mi sospende.》 《Seguimi e taci.》 Prima di seguire il suo insegnate Harry si girò verso il resto della classe e i pimini inchinandosi quasi volesse raccogliere gli applausi in seguito a un'esibizione particolarmente eclatante. Il ragazzo non oppose resistenza quando il prof gli intimò di sedersi su una panca in palestra e aspettare lì il suo ritorno, in fondo cosa poteva mai fargli quell'uomo? Era questo il problema di insegnare, o almeno provarci, a quei ragazzi. Loro facevano quello che volevano e si ribellavano continuamente ai professori che non avevano nulla con cui minacciarli e fargli tornare all'ordine. Non potevi espellerli, li avresti fatto solamente un piacere, le ore di reclusione erano troppo poco per quello che facevano e poi tutti i prof cercavano una scusa per non dover fare sorveglianza durante quelle ore extra scolastiche. Non c'era nulla con cui poterli punire. Harry sbuffò, in quella palestra c'era davvero caldo, si stava decisamente meglio fuori, all'aperto a godersi l'aria fredda che mentre corri ti arriva in faccia. Senza farci veramente caso si tolse la maglietta, rimanendo solamente in pantaloncini in attesa del prof che sembrava essere scomparso. L'uomo tornò qualche minuto dopo accompagnato da un ragazzo. Harry non riuscì a vederlo bene in faccia, dato che si era disteso sulla panca e vedeva tutto dal basso verso l'alto, ma la prima cosa che lo colpì furono gli occhi dell'altro studente. Di un azzurro tagliente guardavano l'insegnante di ginnastica con quello sguardo tipico di chi sa che tanto alla fine vincerà lui. 《Quindi? Lo farai?》 L'uomo sembrava teso, e la sua rabbia repressa durante tutta quell'ora sembrò esplodere quando in risposta alla sua domanda ricevette una risata cristallina. Il ragazzo aveva gettato indietro il capo e le labbra sottili erano arricciate in un ghigno. 《Tomlinson, non sto scherzando.》 La voce del prof trasudava rabbia ma a quanto pare l'altro studente non parve coglierlo. A sentire il cognome Harry capì chi stava parlando. Tutti, e per tutti si intende proprio tutti, in quella scuola conoscevano Louis Tomlinson. Viso da angelo e un carattere che di angelico aveva ben poco. 《E io cosa ci guadagno?》 Sospirando, quasi se l'aspettasse, il professore si piegò un attimo per rovistare nel cassetto della cattedra prima di riemergere con qualcosa in mano. Senza dire nulla fece scivolare un pacchetto di sigarette e un accendino verso il liscio. In quella scuola quel gesto fatto da un professore voleva dire soltanto una cosa, l'alunno era autorizzato a fumare quando voleva, lezioni escluse. Un sorrisetto vittorioso si fece spazio sul volto del ragazzo dell'ultimo anno che con gli occhi che brillavano prese il pacchetto e l'accendino. 《Lo farò.》 Harry, ancora disteso sulla panchina, aveva ascoltato tutta la discussione e uno strano presentimento si fece stazio dentro di lui. Il prof non poteva toccarlo in quanto insegnante, ma uno studente si. Il riccio cercò di calmarsi, ma l'autoconvinzione che non stava accadendo quello che pensava non sembrò funzionare. Odiava già quella situazione e la odiò ancora di più quando la voce del prof lo richiamò. 《Styles, vieni qua.》 Indossando la maschera dell'Harry Styles che tutti conoscono e che tutti vogliono vedere, il ragazzo si diresse verso il duo in prossimità della cattedra. Appoggiato ad essa Louis Tomlinson lo squadrava come si guarda il peluche di tua sorella che stai per sventare. Appena il liscio si accorse che l'altro si era accorto che lo stava osservando, spostò lo sguardo dal corpo agli occhi. Harry rabbrividì per quel contatto,  quegli occhi azzurri erano troppo troppo azzurri. 《Styles segui Tomlinson in spogliatoio, ti deve parlare dei provini per entrare nella squadra di calcio.》 Molta della popolarità di quel ragazzo derivava anche dal fatto che fosse il capitano della squadra di calcio della scuola dal suo terzo anno, cosa eccezionale anche per una stella nascente quale sembrava essere lui. Mentre seguiva il compagno di scuola nello spogliatoio maschile Harry avrebbe voluto ridere. Non c'era un motivo ben preciso, forse la stupidità del prof che pensava di fregarlo parlando di calcio o forse il fatto che per una volta lui, Harry Styles, aveva paura di quello che gli avrebbe fatto qualcuno, neppure lui se lo sapeva spiegare. Mentre l'altro chiudeva la porta dello spogliatoio, il riccio divenne tutto d'un tratto consapevole di tutto il suo corpo. Sentiva il sudore appiccicoso sulla pelle e i muscoli delle gambe appagati dopo la partita di prima, se avesse chiuso gli occhi sarebbe riuscito comunque a visualizzare nella sua mente le nocche arrossate per i pugni sferrati prima. In quel momento non riuscì a ricordarsi con chiarezza quello che aveva sentito dire una volta a dei ragazzi. Se ti immaginavi il punto dove ti avrebbe colpito avrebbe fatto meno male, o forse era il contrario? Era come se Harry Styles non fosse più Harry Styles in quel momento. Non gli era mai capitato di aver paura di una rissa, ma ora era diverso. Neanche il fatto che l'altro era più basso di lui di qualche centimetro lo rassicurò, di sicuro non sarebbero stati cinque centimetri a fare la differenza. Si, fu quando si ritrovò con le spalle al muro e Louis davanti, che Harry ebbe paura per la prima volta in vita sua. Gli occhi azzurri del ragazzo sembravano trapassarlo e il riccio si pentì di essersi tolto la maglietta in quanto ora si sentiva terribilmente a disagio e ancora più esposto. L'altro si passò la mano nei capelli prima di guardare nuovamente negli occhi il più piccolo. 《Niente di personale.》 Il pungo chiuso di Louis. E poi il buio.
   
 
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