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Autore: LaSil88    16/06/2017    2 recensioni
«Per sempre, uh?» mormorò fra sé e sé, con il vento che copriva le sue parole, mentre affrettava il passo per sincronizzarsi con quello della corvina e camminare al suo fianco.
[Partecipa alla sfida dell'Oca EFPiana versione scrittura.]
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Titolo storia: Oltre l’orizzonte
Autore (su forum e EFP): LaSil88
Prompt: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10212991769818351&set=oa.1301084179927929&type=3&theater
Fandom: Originale
Coppia: Fem!Slash
Genere: Triste
Rating: Giallo
Introduzione: «Per sempre, uh?» mormorò fra sé e sé, con il vento che copriva le sue parole, mentre affrettava il passo per sincronizzarsi con quello della corvina e camminare al suo fianco.
Note: Sono due flashfic, pubblicate come una OS; la prima ha il titolo “Oltre l’orizzonte”, la seconda “Senza rimpianti”. Contesto vago, in una realtà fittizia in cui gli umani ed i demoni sono in guerra.

1.Oltre l’orizzonte

«Perché continui a seguirmi?» domandò stizzita, sbuffano attraverso il naso quando strinse le labbra in una linea di dritta.

«Perché sei la più forte fra i cacciatori, Anastasia. Vuol dire che sopravvivrò.» rispose semplicemente la ragazza. La stava seguendo da ore ormai, praticamente da quando aveva lasciato il Quartier Generale dei cacciatori dopo la decisione del Gran Consiglio di bandirla. Tutti sapevano della sua natura per metà demoniaca e ancora non credeva che qualcuno fosse tanto folle da seguirla in quelle terre desolate.

«Sono stata cacciata via, Artemisia. Non sono più una cacciatrice.» rispose laconica, scuotendo piano il capo. Il suo sguardo rimaneva puntato in avanti, oltre l’orizzone, come se lì ci fosse una risposta alla sua natura.

«Ammazzi ancora demoni?» Artemisia le fece quella domanda con semplicit disarmante, obbligandola a fermarsi e a voltarsi per guardarla.

«Sì...» rispose perplessa, inclinando il capo di lato. La sua chioma rossa ondeggiò alle sue spalle, libera da qualsiasi laccio che la tenesse insieme e lontano dal viso. Artemisa sorrise vittoriosamente, battendo anche le mani una volta per enfatizzare la sua felicità. Per cosa, poi? «Allora sei una cacciatrice.» esclamò ad alta voce, senza fare troppo caso a dove si trovassero e al fatto che potevano attirare l’attenzione di quegli esseri orrendi ed assetati di sangue. Lo sguardo di Anastasia si fece un po’ scuro, mentre abbassava lo sguardo a terra; Artemisia era troppo buona per quel mondo, troppo innocente per trovarsi ad affrontare troppi pericoli, in giro per il mondo insieme a lei.

«Non ti interessa perché mi hanno...?» iniziò a domandare, prima di essere interrotta senza alcuna riserva.

«No. Quello che sei non cancella quello che hai fatto fino ad ora.» le rispose seriamente, le braccia incrociate al petto e l’espressione risoluta di chi ha ormai preso la sua decisione. Sarebbe diventata una reietta come Anastasia, guardata con diffidenza da tutti gli umani e come un pericolo costante da tutti i demoni. «Per questo ti starò appiccicata fino a raggiungere l’orizzonte.»

Una risata venne soffocata dalle labbra serrata di Anastasia. «Scema, l’orizzonte è solo una linea immaginaria.» le disse scuotendo la testa lentamente. Quella ragazzina era davvero innocente.

«Appunto!» arrivò la risposta di Artemisia, prima di sentirsi prendere per mano e poi trascinare verso l’orizzonte. Anastasia ci mise più tempo del previsto a capire quella risposta ed arrivare alla conclusione. Mentre osservava i capelli neri, tenuti in un caschetto, di Artemisia, un piccolo sorriso andò ad adornare le sue labbra.

«Per sempre, uh?» mormorò fra sé e sé, con il vento che copriva le sue parole, mentre affrettava il passo per sincronizzarsi con quello della corvina e camminare al suo fianco.

2.Senza rimpianti

Il sangue. La guerra. Le due fazioni che lottavano fra di loro. Le scelte che avrebbe dovuto fare. Tutto stava passando in secondo piano, in quel momento. Quello che importava davvero ad Anastasia era il corpo davanti a lei, senza vita, dilaniato da un incantesimo scagliato da chissà chi. Artemisia giaceva priva di vita, la mano ancora stretta intorno alla spada e il viso rivolto verso l’altro, l’espressione ancora sorpresa nonostante gli occhi ormai vuoti. Artemisia era morta, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile.

Il campo di battaglia era stato abbandonato ormai da diverse ore; anche chi cercava i corpi dei propri amici, si era arreso ancora prima di iniziare. Troppi corpi, troppo sangue. Non ne valeva la pena, per loro; per lei, invece, valeva molto di più che proseguire fino all’orizzonte ed oltre, pur di ritrovare quella ragazzina. Erano sopravvissute per un anno, in quella landa desolata, grazie alla sua forza smisurata e alla capacità di uccidere qualsiasi demone senza troppe difficoltà; l’aveva protetta ogni giorno, insegnandole allo stesso tempo un modo per difendersi da sola. Ma, evidentemente, non era ancora pronta ad affrontare quelle difficoltà causate da una guerra ormai millenaria.

«Hai fatto la tua scelta?»

Nel silenzio del campo di battaglia, quella voce profonda e non umana sembrava rimbombare nello spazio intorno a loro. Erano mesi che gli veniva posta quella domanda; da una parte e dall’altra, umani e demoni, le chiedevano cosa avrebbe scelto. Era l’ago della bilancia che avrebbe deciso le sorti di quella guerra, qualcuno diceva, e per questo presto avrebbe dovuto decidere da che parte stare. Scosse la testa, in silenzio, osservando ancora la sua Artemisia, così innocente ed ingenua, ormai perduta nell’oscurità della Morte.

«Se ti dicessi che so chi l’ha uccisa?» domandò ancora il demone, avvicinandosi fino a coprire Anastasia con la sua ombra. La ragazza si girò verso di lui, di colpo, osservando il demone del Vuoto con gli occhi lampeggianti di furia.

«Chi? Chi ha osato farle questo?» esplose con rabbia, stringendo l’elsa della spada che aveva abbandonato qualche istante prima.

«Vieni con me. Diventa nostra alleata e avrai tutte le risposte che cerchi.» fu la risposta del demone, l’espressione impassibile mentre osservava la ragazza annuire senza alcun ripensamento. Avrebbe fatto di tutto, pur di sapere la verità.

   
 
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