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Autore: Christine_Heart    18/06/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 23: Ha deciso

 
Quando Ash si rimise in forze, il Dottore anche se ancora in ansia per lui, gli concesse di andare a trovare Styxx. Il bambino voleva sapere come stava e passare un po' di tempo con il fratello. Il Dottore li lasciò insieme tutto il pomeriggio, permettendogli così di ridere e scherzare un po' assieme, senza pensare ad altro. Quando scese la sera, ritornarono assieme a casa, e Ash sfinito crollò dal sonno accanto a suo padre. Da quanto Ash aveva scoperto la verità, sembrava quasi che quel posto gli facesse male, così il Dottore decise che sarebbero rimasti fino a domenica e poi sarebbe andato via, costi quel che costi.
Ma lui non sapeva che l'indomani il destino aveva qualcosa in servo per lui.
Quel sabato mattina Ash si svegliò presto, tanto presto che riuscì a vedere l'alba. Il suo cuore era pesante e irrequieto c'era qualcosa che lo turbava, qualcosa che gli faceva male, una scelta che non sapeva prendere. Avrebbe dovuto parlarne con suo padre, ma sapeva che la scelta aspettava solo lui. Quando ormai le prime luce dell'alba si erano levate Ash ritornò nella sua camera, si lavò con calma, si vestì con la stessa tranquillità, fece il letto nei migliori nei modi, e intanto continuava a trovare risposta alla stessa domanda che dalla notte successiva lo stava tormentando come un martello fa su di un chiodo: “Che cosa devo fare?!?”
Sospirò tristemente e uscì dalla sua camera, con la brutta sensazione che quella poteva essere l'ultima volta chela vedeva. Con passo mogio andò da suo padre.
«Papà!» chiamò piano per paura di spaventarlo.
Era presto, davvero tanto presto, e anche se il Dottore era mattutino, li si esagerava.
«Papà!» lo chiamò di nuovo,
Il Dottore si girò nel letto e si voltò verso suo figlio.
«Ehi, ma sei già sveglio?!?» chiese il Dottore stranito.
«Come mai? Non riuscivi a dormire?» domandò trattenendo uno sbadiglio.
«Già.» rispose Ash con un mezzo sorriso.
«Ma sei già pronto per uscire, a che ora ti sei alzato?» chiese il Dottore mettendosi seduto.
«All'alba.» confessò il piccolo.
«Ash!» chiamò preoccupato il Dottore sbarrando gli occhi.
«Lo so, lo so, ma non riuscivo a prendere sonno.» si giustificò il piccolo.
«Ma stai bene?!?» chiese il Dottore preoccupato, saltando giù dal letto.
«Sì, non ti preoccupare.» disse il bimbo facendo un passo indietro.
«Ash, non mentirmi, c'è qualcosa che non va?!?» domandò il Dottore chinandosi sul figlio e appoggiando le mani sulle sue spalle.
«No, tutto bene.» rispose Ash abbassando il capo.
Il Dottore continuò a fissarlo per un paio di minuti ancora, cercando d' intravedere anche la minima traccia di dolore, ma alla fine sospirò e lasciò cadere le braccia lontano da suo figlio. Sorrise cercando di non essere il più naturale possibile.
«Andiamo da Styxx?!?» chiese sereno.
Ash alzò il volto, e la tristezza che istanti fa sembrava divorarlo, era sparita, al suo posto un volto solare e occhi che brillavano emozionati, sorrise lieve e annuì.
 
***
 
Un'altro pomeriggio era passato, e il Dottore era rimasto da parte e vigile, mentre i due piccoli giocavano tra loro. C'era tanta dolcezza e attenzione in quei due bambini mentre stavano assieme. E ogni volta che Ash doveva lasciare il fratello, una parte di lui sembrava allontanarsi sempre di più, e il Dottore notava quel distacco ogni volta.
Si avvicinò a suo figlio con passo lento, e le mani in tasca, quasi a volergli lasciare spazio, mentre guardava Styxx che si dirigeva di corsa verso casa.
«Coraggio, andiamo.» gli disse fermandosi accanto a lui e cingendolo con calma.
«Torneremo domani.» aggiunse portandolo via con dolcezza.
S'incamminarono tranquilli a passo moderato, soprappensiero, verso il Tardis, quando...
«Papà!» si sentì chiamare con dolcezza quasi con timore.
Il Dottore si voltò stranito e osservò suo figlio che sembrava minuscolo.
«Sì piccolo!» rispose lui con un sorriso.
Suo figlio stava fermo a pochi passi da lui, a capo chino.
«Che succede Ash?!?» chiese avvicinandosi.
Il bambino chiaramente indeciso, fissava il terreno, con occhi tristi.
«Tu hai detto che io sono in grado di scegliere.» disse il piccolo con tono educato.
«Sì, è vero.» acconsentì il Dottore annuendo.
«Posso rimanere qui papà?!» chiese il piccolo tutto d'un fiato.
Il volto del Dottore si sfigurò per lo stupore, spalancò gli occhi, e rimase a bocca aperta.
«Perchè Ash?!?» chiese senza pensarci.
«E' mio fratello.» disse il piccolo sicuro.
«Ash, ma loro non ti hanno voluto, ti hanno abbandonato appena nato in mezzo ad una strada.» cercò di fargli capire, deglutendo nervoso.
«Sì, lo so...ma non mio fratello.» annuì il bimbo fissando gli occhi del Dottore.
«Ash...» chiamò il Dottore, ma non riuscì a dire altro.
«Lui ha bisogno di me.» disse il bambino portandosi un pugnetto sul cuore.
 
Anch'io ho bisogno di te.
 
«Ash, ti prego non farmi questo.» disse il Dottore scuotendo il capo con occhi lucidi.
S'inginocchiò di fronte a lui, e gli prese le mani.
«Pensaci bene, rimandiamo il viaggio, possiamo stare qui quanto vuoi, ma rifletti, ti prego...loro non ti hanno mai...» provò a dire l'uomo con il solo intento di fargli cambiare idea.
«Dottore.» chiamò deciso Ash.
E l'uomo spalancò di più gli occhi, mentre sentiva i due cuori crollare.
Non l'aveva mai chiamato così, e ora che l'aveva fatto faceva male.
«Ash, ti scongiuro.» lo supplicò con voce lieve.
«Ti prego...» gli disse con gli occhi ludici.
«Ti prego non puoi...» aggiunse con tristezza, mentre una lacrima si fermava sulle sue ciglia.
«Abbiamo lo stesso cuore, le stesse anime...non voglio...» disse disperato.
«Ho deciso, è la mia scelta.» rispose sincero il piccolo stringendo le mani del padre.

 

Continua...

  
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