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Autore: Cannella47    20/06/2017    3 recensioni
Come procurarsi in fretta un biglietto di sola andata per l’aldilà?
Fidarsi davvero di qualcuno o qualcosa che non sia la tua mira.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Tex Willer & Co non mi appartengono ma sono copyright della Sergio Bonelli Editore e proprietà dei loro creatori (i leggendari G.L Bonelli e Galep) e dei disegnatori e degli sceneggiatori che hanno seguito le loro orme.

Altro missing moment ritagliato dai numeri 423-425, L’Uomo Senza Passato (di cui consiglio la lettura, sia perché contengono, a mio parere, una delle migliori avventure di Tex, ma anche per capire di cosa diavolo io stia parlando).

Il titolo è preso invece dai numeri 629-630, L’Inseguimento, ed è un pensiero di Tex rivolto a Tiger che gli sta coprendo le spalle. Siccome sono fissata, mi è saltato all’occhio un parallelo con un commento che Tex fa invece nel nuovo Texone e quindi ci dovevo scrivere qualcosa. Il che mi porta a:

ATTENZIONE: C’è un dialogo preso dal NUOVO TEXONE. Non è assolutamente uno SPOILER significativo, ma anche qui consiglio la lettura, se non altro perché rende il tutto più sensato ma anche perché è il nuovo Texone ed è bellissimo e l’ho appena finito di leggere e lo rileggerei da capo subito. Come sempre, lettore avvisato, mezzo salvato.

On a different note, vorrei dedicare questa storia a Tex_Lilyth. Ti ringrazio moltissimo per le recensioni e ti prometto che, se troverò l’ispirazione, proverò a scrivere dell’abbraccio. Ultimamente sono passata per una fase di blocco creativo ma, rileggendo anche i tuoi commenti incoraggianti, mi sono convinta a pubblicare questa cosa. Ti ringrazio molto e spero vivamente che anche questa nuova storia ti piaccia.

Adesso taccio.

***

Angeli custodi con la mira precisa

(Tex Willer)

 

Ti svegli nel cuore della notte, con il fragore del fiume e l’eco degli spari ancora nelle orecchie. Annaspi per qualche istante nel silenzio, stringendoti forte la spalla ferita nel vano tentativo di trovare una distrazione fisica per quel dolore che ti dilania il petto.
Tuo figlio, il tuo Kit.
Il non sapere la sua sorte ti uccide più che se avessi sotto gli occhi il suo cadavere. Saresti morto anche tu, allora, e quel che resta di te si spegnerebbe dietro alla vendetta, il cui unico vantaggio sarebbe quello di renderti definitivamente cieco, sordo e letale.
Ma Kit non è morto. Non può esserlo.
Ed è la speranza che fa battere spietata il tuo cuore, preparandoti alla sconfitta, stringendoti la gola in una morsa sempre più stretta, perchè ogni istante che passa è tempo perso. Tempo che diminuisce per Kit le possibilità di sopravvivere. Tempo che prolunga per te un’ agonia amara a cui non vuoi rinunciare.
Richiudi gli occhi. Hai bisogno di una boccata d’aria.

La notte fuori dalla baracca è più fredda di quel che ti saresti aspettato. Questa parte di deserto è spazzata dal vento e la roccia non trattiene il calore: anche qui, al riparo dentro al canyon, non riesci a impedire a un paio di brividi di correrti giù per la schiena. Ti guardi intorno. La sparatoria che avete provocato non ha propriamente risparmiato quelle quattro assi inchiodate che i bastardi chiamavano covo: a parte il carro e la catapecchia dal corral, la tua baracca è l’unica cosa rimasta di decente e al coperto. Mentre alzi gli occhi verso il cielo stellato, ti rendi finalmente conto che quando ti sei svegliato eri solo.

Non impieghi molto a trovare tuoi pards, entrambi addormentati sotto la tettoia dal corral. Sicuramente con la scusa di dover guardare entrambi i lati, si sono stesi nella paglia ai capi opposti, voltandosi le spalle. Anche per loro la tragedia è ancora troppo fresca da permettergli di cercare conforto nell’altro. Dopo che ti hanno lasciato, non li hai più sentiti per tutto il pomeriggio, anche se hanno chiaramente lavorato per spostare le balle di fieno e prepararsi un riparo.

Guardandoli, ti torna in mente un vecchio fuorilegge, il quale una volta ti disse che avere al fianco dei buoni pards su cui fare affidamento è più sicuro che fare tutto da soli.
“Un giorno lo capirai anche tu!” ti aveva rimbeccato, con la certezza di chi ha già visto troppe stagioni. Ti eri stretto nelle spalle, offrendo un misero “Bah!” e una smorfia. A quei tempi, anche avendo lui e il giovane piedidolci alle spalle, c’era una sola cosa al mondo su cui credevi di poter fare davvero affidamento: i dodici angeli custodi di piombo, sempre in canna alle tue colt. Solo loro non ti avrebbero mai tradito.
Come procurarsi in fretta un biglietto di sola andata per l’aldilà? Fidarsi davvero di qualcuno o qualcosa che non fosse la tua mira.

Sorridi appena, nonostante la morsa che ancora ti stringe la gola.
Come sono cambiate le cose da allora. Ora, spesso e volentieri, neppure ti rendi conto di quante cose tu dia quotidianamente per scontato.
Quando è che hai incominciato a sentirti a tuo agio abbastanza da sapere di non dover spiegazioni ai tuoi pards perchè già
sanno?
Da quanto non ti sfiora neanche lontanamente il dubbio che possano voltarti le spalle?
E non solo a te, ma anche a tuo figlio. O a l’un l’altro. Quando è stata la prima volta che Carson ha chiamato Tiger "il mio pard", invece che "il navajo che Tex mi ha appioppato"? Quando è stata la prima volta che Tiger ha detto "mio fratello" di Carson e non "l'amico di Aquila della Notte"?
Il non saperti dare una risposta è sorprendentemente confortante.
E' confortante perchè il vecchio gufo ha sempre avuto le mani ferme e il lungo taglio che segna lo zigomo di Tiger è stato chiuso con una linea di punti così precisa che non lascerà neppure una cicatrice. Perché, in virtù delle due dita di altezza che Carson ha su Tiger, il tuo navajo riesce a starsene avvolto fino alle orecchie nel bozzolo di coperte e nella giacca di Carson. Carson che, nel sonno, sta cercando di farsi piccolo abbastanza da sparire sotto la misera protezione del suo logoro spolverino.
E' confortante perchè ci sono cose che anche ora che il tuo mondo sta cadendo a pezzi non puoi dubitare.
Cose che devono essere date per scontate.

Rimani a osservare i tuoi pard ancora per qualche lungo istante senza che nessuno dei due si svegli, segno di quanto siano distrutti, poi ti avvii in silenzio a prendere la tua coperta. Domani sarà un giorno d’inferno e il dolore non accenna a spegnersi. Hai ancora bisogno di stare da solo e sai che la notte non sarà mai abbastanza lunga da portarti il benchè minimo sollievo. Ma non é certo ragione per lasciar congelare i tuoi angeli custodi.

 

 
  
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